13.09.2017 Views

Motociclissimo Fuori

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Test<br />

DISCO FRENO BRAKING BATFLY<br />

Come va<br />

Ti senti più sicuro<br />

Il test è stato effettuato sulla pista di Malpensa, ideale per<br />

questo tipo di prove, grazie al suo layout fatto di saliscendi<br />

veloci nella prima parte e un tratto più guidato e tecnico nella<br />

seconda. Il fondo, poi, è di quelli che mettono a dura prova<br />

l’aderenza, con terreno secco e polveroso, dove è consigliabile<br />

guidare con grande attenzione. E dove un freno che funziona<br />

bene si apprezza maggiormente.<br />

Siamo partiti dal disco standard, che conosco bene avendo<br />

corso con Yamaha l’anno scorso, senza mai averlo sostituito.<br />

L’inizio della frenata è poco potente e se insisti a tirare la leva<br />

è facile arrivare al bloccaggio della ruota, soprattutto nelle<br />

condizioni di oggi. Questa caratteristica ti limita nella fiducia<br />

in frenata, nella sicurezza e soprattutto ti porta ad aumentare<br />

gli spazi di frenata, non potendo forzare troppo. La cosa<br />

positiva, e parlo per esperienza, è che questo freno mantiene<br />

un comportamento costante per tutta la durata della manche.<br />

Quindi una volta trovata la misura e capito il funzionamento non<br />

cambia più niente.<br />

Terminata la prova del disco originale lo abbiamo rapidamente<br />

sostituito con quello Batfly da 280 mm, cambiando anche le<br />

pastiglie. Sin dalla prima staccata si avvertono le differenze. La<br />

frenata è molto più potente nella prima parte, cosa che ti dà la<br />

possibilità di modulare la pressione della leva senza rischiare<br />

di arrivare al bloccaggio. Anche provando a tirare la staccata<br />

fino all’inserimento in curva la potenza è talmente tanta che<br />

riesci a gestirla senza far andare in crisi l’impianto. Questo<br />

ti trasmette una grande sicurezza di guida, ti dà tranquillità.<br />

Anche la leva stessa lavora meglio, è più morbida, soffre<br />

meno l’effetto “pompaggio” e questo nell’arco di una manche<br />

può darti dei vantaggi a livello fisico, dato che l’avambraccio<br />

è meno stressato. Dopo qualche giro, però, si avverte un<br />

leggero allungamento della frenata rispetto al comportamento<br />

dimostrato nei primi giri, quasi che non mantenesse la stessa<br />

costanza dimostrata dal prodotto di serie. Nel complesso è un<br />

prodotto che migliora molto le qualità della moto e lo fa in una<br />

fase delicata, una di quelle in cui si rischia più facilmente di<br />

finire a terra. E il prezzo di acquisto non è neppure così elevato<br />

se paragonato ad altre modifiche forse anche meno importanti.<br />

Alessandro D'Angelo<br />

e il materiale di attrito. La seconda caratteristica<br />

è la forma che hanno le scanalature. Anziché<br />

essere dritte, hanno una curvatura studiata<br />

appositamente per avere diversi benefici. Prima<br />

elimina più facilmente la formazione dello sporco<br />

verso l’esterno e poi crea un passaggio di aria<br />

che migliora il raffreddamento del disco stesso,<br />

aiutando a mantenere le temperature più basse".<br />

In abbinamento ci sono le pastiglie.<br />

"Abbiamo due mescole dedicate all’offroad,<br />

una più dura (quella del test) e una più morbida<br />

da usare quando c’è fango o bagnato. Mescole<br />

studiate e ottimizzate per lavorare la meglio con<br />

questi prodotti. Si consiglia di cambiare sempre la<br />

pastiglia quando si sostituisce un disco, perché si<br />

mettono a contatto due superfici nuove che devono<br />

trovare il loro assestamento insieme. Come<br />

cambiare catena, corona e pignone".<br />

Qual è il disco perfetto per il fuoristrada?<br />

“Le caratteristiche che deve avere un disco<br />

offroad sono quelle di rispettare le necessità di<br />

interagire con lo sporco. Il disco ideale è quello<br />

che gestisce bene l’interazione con gli agenti<br />

esterni garantendo una superficie di contatto<br />

tra la pastiglia e il disco il più pulita possibile.<br />

Le temperature in certi casi sono fondamentali e<br />

quindi il rapporto tra temperature e massa sono<br />

strettamente legati. Più massa hai, maggiore è<br />

la superficie del disco e quindi minori sono le<br />

temperature. Ma, allo stesso tempo, più massa<br />

vuol dire maggior peso su un componente<br />

dinamico e inerziale. L’innovazione del Batfly<br />

è stata quella di mediare in modo efficace,<br />

sfruttando uno spessore ridotto con pesi contenuti<br />

grazie alla forma della pista e del disegno Wave,<br />

mantenendo un livello di prestazioni altissime”.<br />

Quali sono le differenze dinamiche tra il<br />

disco da 270 mm e quello da 280 mm?<br />

“La differenza è sul feeling. Avendo due<br />

possibilità possiamo dare al nostro pilota una<br />

scelta, in base alla sua tipologia di guida e di<br />

frenata. Il 280 si configura come un freno con una<br />

potenza maggiore, mantenendo una modulabilità<br />

caratteristica del Batfly”.<br />

IL TECNICO &<br />

IL TESTER<br />

Nella foto sopra,<br />

Paolo Gottardis<br />

(Technical<br />

Manager e<br />

R&D di Sunstar<br />

Engineering Italy)<br />

estrae il Batfly<br />

dalla confezione.<br />

Sunstar è<br />

l'azienda<br />

giapponese<br />

proprietaria di<br />

Braking.<br />

Il tester di<br />

questa prova è il<br />

giovane varesino<br />

Alessandro<br />

D'Angelo, ex pilota<br />

dell'Italiano MX2.<br />

78<br />

MOTOCICLISMOFUORISTRADA | 8/9 2017

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!