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Motociclissimo Fuori

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produzione; secondo una differenza che prima<br />

era di poco conto ora diventa sensibile: l'air box<br />

(e il condotto di aspirazione). Fino a quando<br />

ci si muoveva nel campo dell'approssimativo,<br />

col carburatore, questa differenza era più o<br />

meno sensibile. Le Husky sono sempre state<br />

più morbide, ma era questione di dettagli.<br />

Ora che ci si avvicina alla perfezione da parte<br />

della gestione dei flussi, questo particolare<br />

rende le Husky estremamente dolci e lineari di<br />

erogazione ad ogni regime. Per contro, chi cerca<br />

la botta, la spinta del 2T di grossa cilindrata,<br />

potrebbe rimanere deluso: la sensazione è la<br />

stessa dei primi 4T ad iniezione. Meno spinta ai<br />

bassi regimi, molta linearità ovunque.<br />

Neppure il cambio di altitudine<br />

le ha messe in difficoltà.<br />

Queste 2T sono un nuovo<br />

riferimento per fare enduro<br />

solo difetto. Nel veloce stessa sensazione di precisione, tanto<br />

che anche le pietre smosse non facevano paura, anzi, proprio<br />

non si sentivano. Dove il terreno legava, qualche cavallo in più<br />

faceva piacere. I contro della 300 si sentivano in discesa: un<br />

percorso single track molto ripido e scavato, dove si sente<br />

subito la maggior inerzia della cilindrata e anche qualche colpo<br />

di pistone qui e là. In questa condizione la 250 è fantastica:<br />

chiudi il gas, scivoli per 50 metri al minimo, senza toccare<br />

l'acceleratore, senza una pistonata e quando atterri, apri e vai<br />

via come se la moto fosse elettrica. Ecco la 250 sembra una<br />

moto elettrica, ma che va bene, non una elettrica normale, tutta<br />

coppia e niente schiena.<br />

In quota abbiamo alternato passaggi tecnici a linee più veloci<br />

e, in tutti i casi, la moto si è sempre dimostrata precisa e<br />

trattabile. All'ultima ascesa abbiamo fatto qualche variazione<br />

di percorso e una di queste era buttarsi in un catino di ghiaia<br />

e roccia sbriciolata, dal quale c'era una sola via d'uscita, molto<br />

ripida, tipo Erzberg. Impressionante a vedersi, emozionante<br />

da fare: siamo usciti con la moto a cannone arrivando in cima<br />

al pelo. Ogni tanto mi chiedevo se la moto potesse patire<br />

queste smanettate senza pietà, ma non ha mai dato l'idea di<br />

grippare o fare qualsiasi altro strano gesto. Sempre perfetta,<br />

magari con meno potenza, meno cattiveria, ma sempre<br />

precisa.<br />

In generale preferivo salire piuttosto che scendere, perché<br />

mi bruciavano le gambe nelle discese più lunghe e nel<br />

single track. Ma queste moto mi hanno stupito forse di più in<br />

discesa che in salita. Non si sono mai "riempite", non ho mai<br />

dovuto dare un colpo di gas per pulire il motore, incredibile.<br />

Sospensioni: a toccarle si fa peggio<br />

Prima di partire pensavo che in discesa avrei dovuto dare<br />

qualche scatto di precarico alla forcella, convinto che, come<br />

sempre negli ultimi anni, fosse necessario. E così ho fatto,<br />

grazie ai registri manuali esterni. Ma a quel punto "picchiava",<br />

non assorbiva più come si deve le minime, cioè le migliaia<br />

di buchette che c'erano sul sentiero: la sentivo sui polsi, non<br />

mi piaceva più. Dal secondo giro non ho più precaricato nulla<br />

e mi sono trovato molto meglio. Accidenti, non riesco più<br />

neanche a fare una piccola modifica per cucirmela addosso e<br />

quindi migliorarla.<br />

Queste moto montano per la prima volta i freni con pinze e<br />

pompe Magura. La sensazione al tatto è molto simile a quella<br />

trasmessa dai precedenti Brembo, ma le differenze sono<br />

nel funzionamento. I Magura mi sono sembrati più morbidi,<br />

mentre i Brembo li ricordo più potenti e più precisi nei limiti<br />

di attacco e azione. La distanza sella-pedane-manubrio<br />

rimane eccezionale. La sella è molto larga e piatta, ma ha<br />

un buon grip. Solo dopo un lungo utilizzo ho sentito il fondo<br />

in alcune situazioni, quando schiacciavo la moto da seduto<br />

per prendere lo slancio e superare determinati ostacoli. Al<br />

ritorno parlo con il marketing manager Paolo Carrubba, che<br />

mi confida: “Ho quasi timore a dirlo, tanto sono coinvolto, ma<br />

quest'anno siamo troppo a posto: ho provato personalmente<br />

le moto, sono incredibili”. Vero, incredibile il passo fatto dalla<br />

Casa austriaca quest'anno con le 2T ad iniezione. Bianche o<br />

arancio che siano, la concorrenza ha un nuovo riferimento.<br />

Angelo Barbiero<br />

MOTOCICLISMOFUORISTRADA | 8/9 2017<br />

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