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Motociclissimo Fuori

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Test<br />

HUSQVARNA TE 250i-300i<br />

Come vanno<br />

Pressoché perfette<br />

Dopo la gioranta di test faccio fatica a trovare un difetto a<br />

queste moto. E posso dirlo dopo aver provato questo sistema<br />

a dovere, aggiungendo di esserne rimasto impressionato:<br />

nessuna 2T a carburatore riesce a colmare un gap di altitudine<br />

tanto grande. Partire giusti a 1.500 e rimanere precisi a 2.500 m<br />

era fino a oggi impossibile. Il calo di potenza c'è anche adesso,<br />

sicuro, perché in quota manca comunque ossigeno, ma la<br />

pulizia dell'erogazione è pazzesca.<br />

Iniziamo subito su un sentiero scavato ed impestato, bucato,<br />

che sale tra mille tornanti... Giusto per scaldarsi un po'. Sali,<br />

scendi, risali. Poi ci si butta su una strada più guidata e, infine,<br />

si prendono le piste da sci, da sotto fino in cima, con un'ultima<br />

ascesa davvero incredibile: moto a fuoco e testa davanti al<br />

manubrio tipo hill climbing fino alla cima, tanto ripida da avere<br />

un tappeto di gomme legate in alto per trattenere la neve. In<br />

tutto ciò le moto non perdono un colpo: né la 250, né la 300.<br />

Devo dire che mi è piaciuta di più la 300, sia nello stretto sia<br />

nel veloce. Nello stretto perché con un filo di gas riuscivo a<br />

salire con una marcia in più, guidando più sereno grazie ad<br />

una maggior scorrevolezza e linearità dei gesti. Ho provato<br />

a cambiare la mappa, selezionando la più tranquilla, ma alla<br />

fine ricadevo sempre sulla standard, perché preferisco avere<br />

l'erogazione più precisa e corposa da gestire con la rotazione<br />

del gas piuttosto che poter esagerare, ma non avere la spinta<br />

giusta quando serve. Bisogna anche dire che, probabilmente,<br />

a quota normale la risposta al gas di queste moto potrebbe<br />

sembrare anche troppo morbida: col carburatore si percepisce<br />

una maggior spinta iniziale, se la carburazione è giusta, mentre<br />

l'iniezione rende la risposta più dolce. Sarei curioso di provare a<br />

fare un confronto. In tutte le altre situazioni, però, e soprattutto<br />

dove bisogna parzializzare, la risposta è talmente precisa da<br />

non crederci. Agli alti regimi la resa non è brillantissima, ma<br />

eravamo davvero a una quota elevata per giudicarla. Una<br />

sensazione molto piacevole è che questo tipo di moto non<br />

si spegne mai: è impossibile anche a giri bassissimi: non si<br />

imballa, non si riempie mai, mai. Immagino anche che non<br />

butti benzina a terra e, pensando di essere a girare in mezzo<br />

agli orsi (ne abbiamo visti due a 80 m di distanza circa dalle<br />

moto al mattino presto!) questo fa piacere... I consumi di olio e<br />

benzina calano, sicuramente e l'odore dei gas di scarico di chi<br />

ti precede è davvero contenuto rispetto al passato. Tutti aspetti<br />

positivi non trascurabili.<br />

In cima a tutta!<br />

Il terreno aiutava, ma la trazione era qualcosa di pazzesco.<br />

Non si riusciva a far perdere aderenza alle moto. Complice<br />

anche la scelta delle gomme Metzeler, superlative come<br />

sempre per questo tipo di enduro. Mi trovavo a salire nel<br />

brutto scavato in piedi sulle pedane, in seconda, arrivando<br />

sempre al limite del surplace e senza mai perdere l'equilibrio.<br />

In tutto ciò conta anche la taratura davvero azzeccata delle<br />

sospensioni, che permette alle ruote di mangiare qualsiasi<br />

asperità senza mai far scomporre la moto. Una taratura perfetta<br />

per la montagna, per una moto da enduro. In altre situazioni,<br />

risulterebbe un po' morbida, ma qui non ho potuto trovare un<br />

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MOTOCICLISMOFUORISTRADA | 8/9 2017

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