Motociclissimo Fuori
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PENSIERI<br />
sporchi<br />
di MARIO CIACCIA<br />
CLIENTI e meccanici<br />
I<br />
motociclisti si dividono tra quelli che<br />
considerano un binomio indissolubile la<br />
passione per la guida e quella per la meccanica<br />
(passano le ore in garage a lavorare sulla<br />
moto, felici) e quelli come me, che amano<br />
solo guidare. Quando prendo in mano<br />
un attrezzo spacco sempre qualche vite, sono<br />
imbranato, non ci so fare, faccio fare tutto ai<br />
meccanici, se devo fare qualche lavoro in garage<br />
mi viene la depressione. Nei "Pensieri Sporchi"<br />
di febbraio 2017 avevo raccontato dell’immenso<br />
regalo fattomi da Bruno Birbes, che ha rimesso<br />
a nuovo la mia Honda Africa Twin afflitta da<br />
varie magagne, per pura amicizia. A quel punto<br />
ho cercato di usarla il meno possibile, come fosse<br />
una reliquia: tanto ho un’altra moto e posso usare<br />
quelle della redazione. Ma provateci voi, ad avere<br />
un’Africa Twin e a non usarla. Qualche giretto<br />
qui, qualche sterrato là ed ecco che da novembre<br />
a giugno ci ho fatto 7.000 km, durante i quali<br />
piccoli guasti e usure varie non sono mancate.<br />
Pochi giorni fa ero a Roma e i cuscinetti della<br />
ruota posteriore hanno iniziato a fare rumoracci.<br />
Grazie a un carissimo amico, Stefano Mura, sono<br />
finito alla RS Suspension di Viale Amelia, dove<br />
ho trovato due persone competenti, professionali<br />
e gentilissime che hanno accettato di cambiarmi<br />
i cuscinetti al volo, permettendomi di ripartire la<br />
sera stessa e facendosi pagare poco. Ma uno dei<br />
due ha capito che, meccanicamente parlando, sono<br />
un disastro e questa cosa lo indignava parecchio.<br />
I meccanici lo capiscono subito, che io sono una<br />
frana. Alcuni ne sono contenti perché sanno che io<br />
li farò guadagnare sempre, anche solo per stringere<br />
uno specchietto… Altri, invece, la prendono<br />
eticamente male. Sono gli artisti del cacciavite,<br />
quelli ultracompetenti, che amano la meccanica<br />
e sanno mettere le mani ovunque. Quando si<br />
trovano davanti uno come me, che vorrebbe una<br />
moto sigillata, infrangibile, priva di manutenzione,<br />
si sentono prudere le mani. Alla RS Suspension<br />
uno dei due continuava a notare le magagne<br />
della mia Africona e me le faceva notare come un<br />
professore che sgama lo studente che sta copiando:<br />
la catena secca, i cuscinetti andati, l’ammortizzatore<br />
scoppiato, i parastrappi rotti. “Sembri tanto lo Yeti<br />
del fuoristrada – mi ha detto – ma in realtà tu, di<br />
moto, non capisci un c…”. Come a dire che, se ho<br />
una moto conciata così, è impossibile che io possa<br />
andare in giro per sterrate e mulattiere, quindi sono<br />
un bluff. Ma perché infierire in questo modo su un<br />
cliente? Io, se fossi di Roma, sarei combattuto tra<br />
l'andare da loro – perché sono bravi e appassionati<br />
– oppure no, perché sono permaloso. Avevo<br />
mollato un ciclista per questo motivo: mi sgridava<br />
perché gli portavo la mtb piena di acciacchi. E io<br />
gli dicevo: "Ma se fosse a posto non te la porterei, no?<br />
E tu non lavoreresti. Se fossi bravo e curassi la bicicletta<br />
come dici tu, saresti disoccupato". Pensateci, meccanici,<br />
prima di insultarmi: un cliente come me, che non è<br />
capace neanche di tirare decentemente una catena,<br />
è una gallina dalle uova d’oro.<br />
NON SOLO<br />
GUIDARE<br />
Il vero fuoristradista<br />
deve essere anche<br />
un bravo meccanico,<br />
perché se rompe<br />
in certi posti deve<br />
sapersi arrangiare<br />
(foto Davide<br />
Nicoloso).<br />
Ma se uno è<br />
imbranato con<br />
le chiavi inglesi,<br />
che fa, resta<br />
a casa?<br />
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MOTOCICLISMOFUORISTRADA | 8/9 2017