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Motociclissimo Fuori

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Turismo<br />

OLTREPO PAVESE CON LA HUSQVARNA 701<br />

escludibile solo dietro, ma davanti non è per niente<br />

invasivo: grande potenza (320 mm) senza rischio<br />

di bloccaggio anche sulla ghiaia. Di difetti restano<br />

la sella scomoda (non quanto la prima 690), perché<br />

larga e dura, con gli spigoli che lavorano sulle cosce;<br />

e si sono aggiunti un cambio dalla corsa troppo<br />

lunga e dalla sfollata facile (nel 2016 non era così) e<br />

una ventola che è sempre in funzione, forse perché<br />

far rientrare un motore nella normativa Euro<br />

4 aumentandogli la potenza di 5 CV alla ruota<br />

comporta il fatto che scaldi più di prima.<br />

I QUATTRO APOSTOLI<br />

Mi trovo così a girare con quattro enduristi<br />

che si chiamano come gli Apostoli: Matteo, Luca,<br />

Marco e Giovanni. Il primo è l’amico che mi ha<br />

invitato: ha una Yamaha WR450F, va da anni e gli<br />

piace girare in fuoristrada, ma non cerca apposta le<br />

mulattiere dove sputare sangue, è più per un girare<br />

“flow” (termine freerider che esprime il girare fluidi,<br />

senza piantarsi). Luca è la loro guida spirituale:<br />

ha passato i 50 anni e gira da anni con una KTM<br />

EXC450 che ha addolcito nelle sospensioni e<br />

nell’erogazione. Non è uno smanettone, non vuole<br />

dare fastidio, ha la moto sempre in regola con il<br />

Codice e non gli interessano le prestazioni assolute,<br />

ma vuole un mezzo in grado di affrontare i percorsi<br />

tecnici. Marco ha scoperto l’enduro da un anno,<br />

ha una KTM EXC500 di ultima generazione e<br />

vive questo sport con lo spirito adrenalinico di chi<br />

ha appena iniziato ed è in cerca dei propri limiti.<br />

Ad ogni uscita vuole alzare l’asticella rispetto<br />

alla precedente. Vuole affrontare le mulattiere<br />

più difficili. “Se non lo fai, come puoi migliorare la<br />

tua tecnica?”. Poi c’è Giovanni, che ha appena<br />

iniziato ed ha una Suzuki DR-Z400E: arriva<br />

dalla strada, gli piace andare in moto, è bravo ed<br />

ha un approccio molto coraggioso ed aggressivo.<br />

Nello scorrevole se la cava benissimo, nel tecnico<br />

gli mancano ovviamente tecnica ed esperienza e<br />

deve “farsi”. Tutti e quattro sono enduristi puri<br />

(moto leggere, abbigliamento protettivo ma fresco,<br />

trasferimenti su carrello), mentre io sono un<br />

fuoristurista. Con tale termine non indico uno che<br />

va a spasso solo su cose facili, ma colui che ama<br />

viaggiare a 360°, su asfalto e sterrato e che ama<br />

andare da A a B facendo tutto il tragitto in moto,<br />

compresi autostrade e mulattiere tecniche. Non va<br />

a cercarsi apposta i percorsi difficili ma, se ne trova<br />

uno lungo la traversata che ha in mente, lo affronta.<br />

Non ama i percorsi fini a se stessi, ma fa traversate<br />

da un punto all’altro. Va tutto l’anno, con la neve<br />

e con la canicola estiva, ma si equipaggia in modo<br />

da poter essere sempre “on the road”, quindi con<br />

completi “adventure” e non crossistici. Non solo<br />

è abituato a sopportare il freddo, ma deve anche<br />

allenarsi a reggere il caldo, perché il completo<br />

adventure è meno fresco di quello crossistico. Io,<br />

addirittura, uso guanti in pelle a doppio ingresso,<br />

estivo e invernale, per poter affrontare qualsiasi<br />

sbalzo di temperatura, ad esempio se sono a fare<br />

sterrate militari a 2.500 m, o se si mette a piovere.<br />

È inevitabile che uno come me, quando si ritrova a<br />

girare con enduristi puri, susciti perplessità e prese<br />

in giro: “Ma quella moto non è troppo grossa?”, “Non<br />

hai caldo vestito così?”.<br />

La questione diventa più interessante quando,<br />

a un bivio, non sapendo dove andare mi fermo<br />

su una salita fangosa, dalla quale riparto con<br />

molta fatica, perché non c'è aderenza. Gli altri<br />

commentano che è normale che io faccia fatica,<br />

dato che la moto pesa molto (circa 30 kg più<br />

delle loro) e che ho disseminato i miei tasselli in<br />

autostrada. Io rispondo che vorrei fare la prova<br />

rifacendo la stessa cosa con le loro moto. Marco<br />

mi dà la sua KTM 500, sorridendo e dando per<br />

scontato che il confronto sarà impietoso. Torno<br />

giù, mi fermo nello stesso punto, riparto… e<br />

faccio la stessa fatica. La salita è ripida e c’è uno<br />

strato di fango sottile sopra un canale di roccia<br />

viscida: è fisiologicamente normale fare fatica con<br />

qualsiasi moto, qui. Ma mi rendo conto che c’è un<br />

fortissimo pregiudizio sulla mia 701, così scatta la<br />

comparativa di massa. Fino a qui, il percorso è stato<br />

scorrevole e io mi sono divertito veramente tanto.<br />

La moto è alta, lunga e stabile e mi fa godere stare<br />

lassù con questo avantreno granitico che passa su<br />

tutto. Il motore è strapotente, quindi lo uso dando<br />

un filo di gas con le marce lunghe ed anche qui<br />

godo, per la spinta e la fluidità di questo mono<br />

enorme. Non mi sento di bestemmiare se dico che,<br />

negli sterrati scorrevoli, mi diverto di più con la<br />

701, piuttosto che con una 450 racing.<br />

COME GLI<br />

APOSTOLI<br />

Matteo lo abbiamo<br />

visto nella pagina<br />

precedente.<br />

Sotto, vediamo<br />

Marco risalire un<br />

toboga di terra,<br />

a destra in alto<br />

Luca affrontare<br />

una mulattiera a<br />

gradoni e a destra<br />

in basso Giovanni<br />

durante una pausa<br />

di riflessione.<br />

Ma nel gruppo c'è<br />

anche un quinto<br />

apostolo, Simone,<br />

che non era<br />

presente in questa<br />

occasione.<br />

128<br />

MOTOCICLISMOFUORISTRADA | 8/9 2017

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