Motociclissimo Fuori
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Turismo<br />
OLTREPO PAVESE CON LA HUSQVARNA 701<br />
moto che mi incutevano terrore. Tipo girare per<br />
le sterrate dell’Oman con una BMW R 1150<br />
GS, o andare in Serbia con una Honda Varadero<br />
1000. Ricordo che finimmo su una spiaggiona<br />
del Danubio di pura sabbia e che la Varadero si<br />
sdraiò per terra con una violenza inaudita, senza<br />
che potessi fare nulla per contrastarne la caduta,<br />
dato che pesava come un macigno. Ma poi, nel<br />
2003, mi mandarono a seguire il Carpat Rally, in<br />
Romania, con una BMW F 650 Dakar modificata<br />
dal perugino Palma, con sospensioni che copiavano<br />
tutto, un peso ridotto da 200 a 170 kg e un motore<br />
con una gran trazione. C’erano tratte enduristiche,<br />
tipo pietraie in salita o sentieri con gradini e scoprii<br />
che una moto, anche se pesante, se è a posto come<br />
sospensioni e come trazione può arrampicarsi<br />
molto bene. Non conta solo il peso, anche se per<br />
molti è l’unico parametro importante.<br />
PESO POCO, QUINDI…<br />
Ma a cosa serve una moto leggera? Soprattutto<br />
a tre cose. Per capire la prima bisogna andare a una<br />
gara di enduro, in uno di quei fettucciati su prato<br />
dove si deve girare di 180° intorno a un paletto.<br />
Quelli bravi arrivano a razzo, staccano, piegano<br />
la moto in un secondo fino a sfiorare il terreno<br />
con il manubrio, girano su se stessi, rialzano la<br />
moto in mezzo secondo e filano via: lo puoi fare<br />
solo se la moto pesa poco. Nell’uso turistico, però,<br />
nessuno guida così. Neanche nella più tecnica<br />
delle cavalcate serve farlo. La seconda cosa: stai<br />
salendo su una pietraia e l’avantreno scarta, perché<br />
la forcella non riesce a copiare tutti i sassi. Più la<br />
moto pesa, più fai fatica a rimetterla in carreggiata.<br />
Infine, il terzo vantaggio della moto leggera avviene<br />
quando ti pianti o cadi e devi spostarla di peso. Ma<br />
io, in quel Carpat 2003, scoprii le gioie di una moto<br />
grossa, comoda, lunga, che incede solenne con una<br />
guida rotonda, con un motore sempre generoso,<br />
con cui i tratti scorrevoli non erano una tortura ma<br />
piacevoli passeggiate. Era una moto pesante, che<br />
copiava le asperità senza scartare e che non perdeva<br />
trazione, quindi riuscii a fare tutte le parti tecniche<br />
del percorso senza problemi e senza fatica, perché<br />
si tirava fuori da sola dalle situazioni in cui il peso<br />
è un danno. Allo stesso tempo, il mio migliore<br />
amico aveva una KTM 520 del 2000, una moto<br />
leggerissima, meno di 120 kg a secco, ma molto<br />
difficile da guidare: il motore aveva un’erogazione<br />
violenta, le sospensioni erano tarate durissime e<br />
io non riuscivo a guidarla. Sulle salite viscide il<br />
retrotreno perdeva aderenza e la moto si metteva di<br />
traverso. Così, dopo avere pensato, per anni, che la<br />
Honda Africa Twin fosse una moto per fighetti da<br />
aperitivo, me ne sono comprata una, scoprendo che<br />
mi diverte usare una moto così grossa per via della<br />
tecnica di guida che impone, molto ragionata, dove<br />
bisogna tenere il mezzo il più verticale possibile.<br />
Non sono l’unico ad avere cambiato idea sulle<br />
moto grosse: quando Angelo Barbiero iniziò a<br />
collaborare con noi era uno dei più forti enduristi<br />
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MOTOCICLISMOFUORISTRADA | 8/9 2017