La plastica oggi e domani Maggio e Giugno 2017
La Plastica Oggi e Domani rivista dedicata al settore materie plastiche che fornisce, un’informazione esaustiva sulle nuove tecnologie, i materiali e le applicazioni.
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nonsolo<strong>plastica</strong><br />
Libri<br />
Guy Debord<br />
LA SOCIETÀ DELLO SPETTACOLO<br />
Baldini&Castoldi<br />
<strong>La</strong> società dello spettacolo: un libro di culto che<br />
non ha mai smesso di essere tale, apparso troppo<br />
in anticipo sui tempi per essere capito sino in fondo,<br />
più citato e saccheggiato che letto veramente.<br />
Scritto nel 1967, agli albori dell’era televisiva, ha<br />
intuito con lucidità agghiacciante che il mondo<br />
reale si sarebbe trasformato in immagini, che lo<br />
spettacolo sarebbe diventato “la principale produzione<br />
della società attuale”. Comunismo<br />
e capitalismo, per Debord, erano solo<br />
due forme diverse di regime politico,<br />
uno basato sullo “spettacolare concentrato”,<br />
proprio delle società totalitarie, e<br />
l’altro sullo “spettacolare diffuso” del<br />
consumismo. Ma anche questa bipolarità<br />
è stata sorpassata, come ha riconosciuto<br />
Debord nei Commentari alla società<br />
dello spettacolo, scritti nel 1988:<br />
siamo entrati nell’epoca dello “spettacolare<br />
integrato”. È la fine della storia,<br />
“il crimine perfetto”, scrivono Carlo<br />
Freccero e Daniela Strumia nell’introduzione,<br />
che “ha soppresso la realtà”.<br />
www.baldinicastoldi.it/libri/la-societadello-spettacolo/<br />
Paolo Paci<br />
CAPORETTO ANDATA E RITORNO.<br />
UN VIAGGIO SENTIMENTALE<br />
DALL'ISONZO AL PIAVE<br />
Corbaccio<br />
“<strong>La</strong> guerra è tra di noi. Vicina, vicinissima, anzi<br />
sotto casa. È una guerra di un secolo fa. Dopo,<br />
ci sono state altre guerre, perfino più devastanti.<br />
Eppure nessuna si è impressa nella memoria<br />
(collettiva, familiare, individuale) quanto quella<br />
guerra. <strong>La</strong> prima guerra mondiale”.<br />
Dove si trova Caporetto? Pochi lo sanno. Il villaggio<br />
nella valle dell’Isonzo, <strong>oggi</strong> conosciuto<br />
con il nome sloveno di Kobarid, è un buco nero<br />
della geografia e della storia d’Ita lia. Il Piave e il<br />
Mon te Grap pa invece tutti sanno dove sono:<br />
sotto casa. Impressi per sempre nella toponomastica<br />
dei nostri paesi e città. Memorie censurate,<br />
no mi trasfigurati dal mito della Vittoria.<br />
Ma Capo retto, Piave, Monte Grappa sono (anche)<br />
luoghi reali. Sono il punto di partenza e il<br />
traguardo di un viaggio durato un anno, dall’ottobre<br />
1917 al novembre 1918. Un anno di invasione,<br />
di stragi, di fame, durante il quale l’Italia<br />
ha rischiato di perdere sé stessa. Per ritrovare<br />
infine, contro ogni previsione, una sua controversa<br />
identità.<br />
Paolo Paci ci conduce passo passo nell’itinerario<br />
dalle Alpi Giulie ai contrafforti delle Prealpi venete,<br />
seguendo le tracce di un esercito in rotta e di un<br />
altro in trionfale avanzata. Tra ossari e diari di<br />
guerra, canzoni e trincee, film e musei spontanei,<br />
ritroviamo la verità geografica dei luoghi.<br />
Scoprendo, nel racconto degli abitanti (nipoti e<br />
pronipoti degli antichi soldati), come la memoria<br />
della Grande Guerra sia ancora straordinariamente<br />
viva. Un po’ business, un po’ nostalgia.<br />
E, in fondo, frammento del nostro Dna.<br />
www.corbaccio.it/generi/saggistica_generale<br />
Daniel Smail<br />
STORIA PROFONDA - IL CERVELLO UMANO E<br />
L’ORIGINE DELLA STORIA<br />
Bollati Boringhieri<br />
<strong>La</strong> logica dell’ “inizio della storia” basata sull’invenzione<br />
della scrittura e sulla nascita delle<br />
civiltà risente ancora <strong>oggi</strong> della temporalizzazione<br />
del mondo proveniente dal quadro concettuale<br />
religioso di matrice ebraico-cristiana. Nei manuali<br />
di scuola la storia inizia tipicamente quando l’uomo<br />
diventa “cultura”, se non apertamente quando<br />
riconosce un dio. L’immenso lasso di tempo<br />
che precede quel momento viene semplicemente<br />
ignorato, o al più ridotto a un breve paragrafo<br />
iniziale. Generazioni di studenti si sono formati<br />
con questo schema narrativo e lo hanno naturalmente<br />
introiettato.<br />
In questo modo però si tralascia un’enorme<br />
quantità di dati che sono fondamentali per capire<br />
come l’uomo abbia operato nel mondo e perché<br />
lo abbia fatto così e non altrimenti.<br />
Decenni di studi sul cervello e lavori pionieristici<br />
come quello di Jared Diamond ci permettono<br />
ora, finalmente, di studiare la storia umana<br />
in una prospettiva diversa, più “profonda”, tenendo<br />
conto di tutti quei fattori che hanno modellato<br />
il nostro comportamento, e permettendoci<br />
in tal modo di comprendere in un contesto molto<br />
più ampio le ragioni di molti percorsi storici.<br />
Leggendo queste pagine si troveranno molti<br />
esempi affascinanti di questo modo di procedere,<br />
come ad esempio quelli relativi alla «neurostoria»,<br />
una disciplina che analizza sotto una luce<br />
completamente differente, incentrata sulle caratteristiche<br />
del cervello umano, certe vicende<br />
del nostro passato e del nostro presente.<br />
L’integrazione tra storia e biologia diventa, allora,<br />
un nuovo paradigma investigativo.<br />
<strong>La</strong> continua coevoluzione di natura e cultura<br />
nell’ultimo milione di anni è ciò che ci ha resi<br />
quel che siamo. D’altra parte la biologia è una<br />
scienza storica da tempo, sostiene Smail: è ora<br />
che anche la storia si apra all’apporto concettuale<br />
dell’evoluzionismo e delle scienze biologiche.<br />
www.bollatiboringhieri.it<br />
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