CURIOSITÀ Il <strong>mango</strong> è ritenuto tra i frutti più famosi al mondo, conquistandosi il nome di “Re dei frutti” e tante tradizioni da ogni parte del mondo sono legate a esso. Può essere consumato crudo, essendo un frutto molto dolce, o trasformato in vari modi: affettato e inscatolato oppure trattato per ottenerne succhi di frutta, marmellate e conserve. A volte invece viene semplicemente condito con sale, peperoncino o salsa di soia. Da acerbo è utilizzato come sottaceto per realizzare diversi contorni. La polpa può anche essere trasformata in gelatina oppure cucinata con lenticchie rosse e peperoncini verdi e serviti insieme al riso cotto. Il <strong>mango</strong> è particolarmente presente nella cucina indiana, dove un modo popolare per mangiarlo è spappolarlo e addensarlo con latte o panna per creare una salsa da accompagnare con dischi fritti di pane soffiato. Un’altra preparazione con questo frutto è il Lassi, una bevanda popolare che viene preparata mescolando manghi maturi (o polpa di <strong>mango</strong>) con il latticello e zucchero. Un’altra specialità prevede che i manghi acerbi vengano tagliati, essiccati e ridotti in polvere, ottenendo così l’amchoor, una preparazione tradizionale indiana usata per cucinare: grazie al suo sapore particolare conferisce acidità e freschezza ai piatti. Oltretutto c’è anche un altro tipo di farina derivante da semi di <strong>mango</strong>. I semi sono anche mangiati durante i periodi di scarsità di cibo, purtroppo frequente in certe zone. A Sidney, Australia, ogni anno a Dicembre ha luogo l’“Australian Mangoes Mess-tival”, un festival del <strong>mango</strong> dove gli appassionati e produttori si riuniscono per celebrare questo frutto attraverso giochi, assaggi, confronti e sfide basate su chi mangia più <strong>mango</strong> davanti al pubblico. In Thailandia, uno dei dolci locali più famosi è il Mango Sticky Rice: cioè riso, <strong>mango</strong> a fette e latte di cocco dolce. Il <strong>mango</strong> è comunemente venduto da venditori ambulanti su carretti tradizionali. Studi su attività anti-ossidante e ipoglicemica È noto come le specie reattive dell’ossigeno (ROS) abbiano un forte effetto ossidante e inducano danni alle molecole biologiche: proteine, lipidi e DNA, con i cambiamenti concomitanti nella loro struttura e funzione. I principali antiossidanti, come vitamina E, vitamina C e il β-carotene possono agire proprio in difesa contro i ROS ed essere utili nel prevenire diverse malattie croniche. Alcuni tipi sono presenti anche all’interno del <strong>mango</strong>, il cui estratto viene spesso utilizzato in medicina ayurvedica. Tali molecole hanno un’attività di scavenging (che letteralmente significa “spazzare via”: si intende una sostanza chimica aggiunta a una soluzione allo scopo di rimuovere impurità indesiderate nei prodotti di reazione) dei radicali idrossilici. Inoltre agiscono come chelanti del ferro: quest’ultimo occorre che sia eliminato dall’organismo in quanto, al di sopra di una certa dose, le sue proprietà ossidanti danneggerebbero i tessuti. Uno studio del 2002, condotto da alcuni ricercatori cubani, si è concluso con la creazione di un integratore alimentare di nome Vimang, derivante dall’isolamento e dall’analisi quantitativa dei composti fenolici, polioli, acidi grassi e zuccheri liberi nell’estratto di Mangifera indica. La soluzione di Vimang contiene un’alta percentuale di polifenoli, che può arrivare anche al 45% a seconda delle stagioni, della maturazione dei frutti e della raccolta: circa il 25% di questi polifenoli è rappresentato dal glucosilxantone, chiamato comunemente mangiferina. L’attività antiossidante dei polifenoli è attribuita alla loro capacità di rilasciate atomi di idrogeno, attraverso i quali neutralizzano i radicali liberi. I risultati ottenuti nel corso di questo studio, hanno dimostrato che la soluzione alcolica di mangiferina può inibire efficacemente la formazione di dieni coniugati e la produzione di prodotti secondari, come la perossidazione lipidica, a diverse temperature: questo comportamento può essere attribuito alla capacità della mangiferina di chelare il radicale superossido. La capacità di inibire l’azione dei radicali idrossilici è risultata migliore di quella di quercetina a entrambe le temperature testate. Attraverso uno studio, è stato analizzato come un estratto etanolico al 50% delle foglie di Mangifera Indica produca un significativo effetto ipoglicemico nella dose di 250 mg/kg, sia in topi normalmente diabetici che in quelli in cui lo stato diabetico è stato indotto tramite la somministrazione di streptozotocina. La stimolazione di cellule beta per il rilascio dell’insulina è considerata parte del meccanismo di azione. I diversi componenti biochimici della pianta, in particolare: polifenoli, flavonoidi, triterpenoidi e mangiferina, possono essere coinvolti nella risposta antinfiammatoria e analgesica osservata, nonché sugli effetti ipoglicemizzanti dell’estratto, che potrebbero essere dovuti a una riduzione intestinale dell’assorbimento del glucosio. I risultati di questa ricerca suggeriscono che la farina di <strong>mango</strong> può eventualmente aiutare nel trattamento del diabete. Altri usi delle parti dell’albero del <strong>mango</strong> e del frutto I semi di <strong>mango</strong> dopo opportuna immersione in acqua e successiva essiccazione, che mira a ottenere un contenuto di umidità del 10%, sono impiegati per l’alimentazione degli avicoli. Il legno della pianta è grigio o verdastro-marrone, facile da lavorare: viene essiccato in forno o stagionato con l’acqua salata. In India, dopo i trattamenti di conservazione, è utilizzato per travi, travetti, telai per finestre, pavimenti, attrezzi agricoli, barche, N/38
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