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Le fasi fenologiche<br />
Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 4 Fase 5 Fase 6<br />
FASI FENOLOGICHE SECONDO LA SCALA BBCH:<br />
La scala BBCH (Biologische Bundesanstalt Bundessortenamt<br />
and Chemical industry) è un sistema di codifica che permette di<br />
descrivere gli stadi fenologici di alcune piante, mono e dicotiledoni,<br />
suddividendoli in stadi principali e secondari.<br />
La fase vegetativa del <strong>mango</strong> di solito dura dall’autunno<br />
all’estate.<br />
Fase 5 – Sviluppo dei frutti<br />
Gli stili sono ancora visibili quando il frutto comincia a ingrandirsi.<br />
Nell’arco di tempo in cui il frutto si trova tra il 10% e il 30% della<br />
sua dimensione finale avviene la cascola (fenomeno per cui, in<br />
condizioni sfavorevoli, vi è caduta anormale e prematura dei frutti).<br />
Il frutto raggiunge poi la dimensione standard, mantenendo<br />
una colorazione verde.<br />
Fase 1 – Sviluppo delle gemme<br />
Questa prima fase si sviluppa a partire da uno stadio di dormienza,<br />
dove le gemme si presentano chiuse e coperte da scaglie di<br />
colore verde – brunastro. Le gemme iniziano poi a ingrossarsi,<br />
con le scaglie che si separano man mano, e si ha infine il viraggio<br />
delle gemme dal verde chiaro al marrone-ramato scuro, con le<br />
punte dei germogli chiaramente visibili.<br />
Fase 2 – Sviluppo delle foglie<br />
Le punte delle foglie sono visibili oltre 10 mm dalle scaglie della<br />
gemma; le prime foglie si distendono e poco per volta si allontanano<br />
dal germoglio. La fase si conclude con tutte le foglie distese<br />
e chiaramente visibili.<br />
Fase 3 – Sviluppo del germoglio<br />
Si ha il germogliamento, in cui il singolo germoglio si sviluppa<br />
crescendo fino alla dimensione finale.<br />
Fase 4 – Sviluppo dell’infiorescenza<br />
In questa fase i boccioli, dapprima chiusi e ricoperti di squame<br />
verdi o marroni, si ingrossano e cominciano ad aprirsi. Si ha quindi<br />
la sbocciatura, in cui i primi fiori sono visibili e inizia lo sviluppo<br />
della pannocchia. Si allunga costantemente l’asse principale della<br />
pannocchia, mentre i fiori sono visibilmente separati gli uni dagli<br />
altri e parte lo sviluppo degli assi secondari della pannocchia, che<br />
andranno a virare dal verde al color cremisi.<br />
Qui le gemme dei fiori sono rigonfie e le punte dei petali sono<br />
visibili. Infine gli assi secondari si sono sviluppati completamente,<br />
con molti fiori color cremisi con le punte dei petali visibili e un<br />
po’ aperte; le foglie sono completamente sviluppate, nel caso di<br />
pannocchie miste.<br />
Avviene ora l’apertura dei primi fiori e si può determinare una<br />
prima fioritura precoce quando sono aperti il 30% dei fiori della<br />
pannocchia e la piena fioritura quando la percentuale sale oltre<br />
il 50%. Si registra la fine della fioritura quando tutti i petali sono<br />
secchi o caduti e inizia lo sviluppo dei frutti (allegagione).<br />
Fase 6 – Maturazione dei frutti<br />
In quest’ultima fase avviene la maturità fisiologica del frutto:<br />
completamente sviluppato con la polpa all’interno di colore giallo<br />
pallido. L’esocarpo (buccia) inizia il cambiamento di colore fino a<br />
raggiungere il punto di maturazione ottimale per la raccolta: buona<br />
consistenza e sapore tipico. La fase termina con l’inizio della<br />
senescenza del frutto.<br />
TECNICHE COLTURALI<br />
Circa 6 settimane prima del trapianto di una piantina, o di un<br />
albero innestato, il fittone (ossia l’asse primario della radice) deve<br />
essere tagliato di circa 30 cm per incentivare lo sviluppo delle<br />
radici nel terreno. Una settimana prima dell’impianto, le piante<br />
andrebbero esposte al sole per alcune ore.<br />
Per quanto riguarda il sesto d’impianto, poiché questi alberi variano<br />
per quanto riguarda le dimensioni laterali, la spaziatura dipende<br />
dalla cultivar e del tipo di terreno e può variare da 10,5 a<br />
18 m tra gli alberi. Una distanza di 10,5 x 10,5 m permetterebbe<br />
35 alberi per acro (86 per ettaro); 15,2 x 15.2 m invece permette<br />
solo la presenza di 18 alberi per acro (44,5 per ettaro).<br />
Occorre fare attenzione che i filari dove le piante sono più vicine<br />
tra loro nel sesto siano orientati nord-sud, ciò è importante perché<br />
il <strong>mango</strong> richiede un’omogenea distribuzione della radiazione<br />
della luce da entrambi i lati “di produzione”. Proprio per questo<br />
motivo a una latitudine come quella italiana, ad esempio, occorre<br />
scegliere sesti rettangolari e non quadrati.<br />
Gli alberi più giovani dovrebbero essere collocati in fori preparati<br />
ed arricchiti di almeno 60 cm di profondità e larghezza.<br />
A seconda della tessitura riscontrata nel profilo del terreno, va effettuata<br />
una lavorazione profonda (definita scasso) che può andare<br />
da una aratura di 50-60 cm di profondità fino a un rivoltamento<br />
del terreno con l’ausilio di ruspe fino ad 1 metro di profondità.<br />
Lo scasso del terreno andrebbe effettuato preferibilmente a settembre-ottobre<br />
in modo tale da consentire al terreno un certo<br />
immagazzinamento delle acque meteoriche e un relativo asse-<br />
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