You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
Fruta Sana - Speciale Costa Rica<br />
Dalle origini alla tavola: un percorso di qualità<br />
IRI Andamento delle vendite nella grande distribuzione<br />
Ad aprile 2017<br />
Nei dintorni:<br />
a tavola con il vino<br />
PRODOTTI DEL MESE<br />
ANANAS<br />
Tutto quello che c’è da sapere<br />
su uno dei frutti esotici<br />
più conosciuti al mondo.<br />
MANGO<br />
Una bontà dalla storia millenaria.<br />
Le ricette creative, interpretate da chef della scuola Artusiana<br />
Otto piatti da gustare e collezionare 2/2017
EDITORIALE<br />
<strong>NUTSPAPER</strong>,<br />
periodico d’informazione sulla frutta secca.<br />
Ananas e <strong>mango</strong> hanno origini<br />
lontane non solo nel tempo,<br />
ma anche nello spazio. Eppure<br />
questi frutti tropicali sono spesso<br />
sulle nostre tavole e sono diventati<br />
parte della nostra dieta. In questo<br />
numero di Nutspaper ne abbiamo<br />
approfondito l’origine e illustrato<br />
la classificazione e le tecniche<br />
di coltivazione e raccolta.<br />
Garantire prodotti di qualità<br />
è una delle nostre prerogative.<br />
Affinché ciò sia possibile<br />
è necessario utilizzare materie<br />
prime eccellenti e monitorare<br />
l’intera filiera di produzione.<br />
Tuttavia oggi c’è una sempre<br />
maggiore difficoltà nel reperire<br />
frutta tropicale disidratata,<br />
in grado di rispettare i nostri<br />
standard di qualità e freschezza.<br />
È per questo che nel 2016 abbiamo<br />
dato vita a Fruta Sana Costa Rica,<br />
un progetto ambizioso che<br />
ci permette di produrre direttamente<br />
i nostri frutti e di garantire<br />
ai consumatori il massimo<br />
della qualità. Ne parliamo in queste<br />
pagine, dove sveliamo i processi<br />
con cui, nel nuovo stabilimento<br />
in Costa Rica, dalla materia prima<br />
arriviamo al prodotto finito.<br />
Attenzione, qualità, genuinità,<br />
ma anche gusto. Come di consueto<br />
abbiamo dedicato uno spazio<br />
alle ricette: sfiziosi piatti a base<br />
di <strong>ananas</strong> e <strong>mango</strong>, dal salato<br />
al dolce, abbinati a ottimi vini.<br />
Buona lettura!<br />
La Redazione<br />
N/3
SOMMARIO<br />
Fruta Sana - Speciale Costa Rica<br />
Dalle origini alla tavola: un percorso di qualità.<br />
di Giulia Capacci<br />
pag. 6<br />
Ananas<br />
Tutto quello che c’è da sapere<br />
su uno dei frutti esotici più conosciuti al mondo.<br />
di Francesca Buccella e Eleonora Sinchen<br />
pag. 8<br />
Mango<br />
Una bontà dalla storia millenaria.<br />
di Francesca Buccella e Eleonora Sinchen<br />
pag. 24<br />
IRI Andamento delle vendite<br />
nella grande distribuzione<br />
Ad aprile 2017.<br />
pag. 42<br />
Nei dintorni:<br />
a tavola con il vino.<br />
pag. 45<br />
“<strong>NUTSPAPER</strong>” anno X - n° 2<br />
maggio - giugno - luglio 2017<br />
Reg. al Tribunale di Forlì il 17/04/2007 n.6/07<br />
www.nutspaper.com<br />
Editore: Menabò Group s.r.l.<br />
Direttore Responsabile: Andrea Masotti<br />
Progetto grafico: Lisa Tagliaferri<br />
Elaborazione testi: Elisa Ravaglia, Elena De Tullio<br />
Menabò Group s.r.l.<br />
via Napoleone Bonaparte, 50<br />
47122 Forlì (FC)<br />
tel. 0543.798463<br />
fax 0543.774044<br />
www.menabo.com<br />
info@menabo.com<br />
Comitato di redazione:<br />
Dr.ssa Francesca Buccella<br />
Dr.ssa Giulia Capacci<br />
Dr.ssa Francesca Nanni<br />
Dr.ssa Eleonora Sinchen<br />
Elisa Cavulla<br />
Stampa: Faenza Industrie Grafiche<br />
Chiuso per la stampa nel mese di giugno 2017<br />
N/4<br />
Le ricette creative, interpretate da chef<br />
della scuola Artusiana<br />
Otto piatti da gustare e collezionare.<br />
pag. 46<br />
RICETTE CON ANANAS<br />
Riso nero con rucola, fiori di zucca<br />
e scaglie di <strong>ananas</strong>.<br />
pag. 47<br />
Crema fredda di rucola e spinaci, fiocchi di formaggio di soia,<br />
<strong>ananas</strong>, pane di segale e mandorle salate.<br />
pag. 48<br />
Insalata esotica con pesche noce, <strong>ananas</strong><br />
e papaia alla griglia.<br />
pag. 49<br />
Plum cake in barattolo con <strong>ananas</strong> e ciliegie<br />
e la loro composta in abbinamento.<br />
pag. 50<br />
RICETTE CON MANGO<br />
Carote e pastinaca al forno con gomasio alle alghe,<br />
<strong>mango</strong> e tzatziki.<br />
pag. 51<br />
Spaghetti DAI- ZUC-CAR con succo di pomodoro Camone,<br />
basilico e <strong>mango</strong>.<br />
pag. 52<br />
Noodles gluten free ai funghi con crauti rossi fermentati<br />
e foglie di <strong>mango</strong>.<br />
pag. 53<br />
Cremino fondente alle arachidi, briciole di <strong>mango</strong><br />
e arachidi salate.<br />
pag. 54
Tutta la bontà genuina della frutta, senza zuccheri aggiunti,<br />
per un gusto veramente naturale.<br />
I prodotti della linea “Semplicemente Frutta” rappresentano uno snack leggero e pratico che permette<br />
di assaporare il gusto e la genuinità della frutta. Grazie al mantenimento del gusto e dell’aroma<br />
tipici della frutta fresca, sono adatti al consumo in ogni momento della giornata.
Fruta Sana - Speciale Costa Rica<br />
Dalle origini alla tavola: un percorso di qualità.<br />
A novembre 2016 è nata Fruta Sana Costa Rica, un progetto avviato<br />
due anni prima da Euro Company e che terminerà nel prossimo<br />
triennio, una volta completato un processo di filiera integrale<br />
che permetterà la tracciabilità delle produzioni dal campo allo<br />
scaffale. Un progetto ambizioso che coinvolge tanti piccoli agricoltori<br />
che produrranno secondo i disciplinari di qualità e sicurezza di<br />
Euro Company. Fruta Sana nasce dalla sempre maggiore difficoltà<br />
di approvvigionamento di frutta tropicale disidratata, in grado di rispettare<br />
gli elevati standard di qualità e freschezza dei frutti lavorati<br />
e commercializzati dall’azienda ravennate. Forniture scarse, zone<br />
di provenienza diverse e qualità non costante della materia prima<br />
sono i problemi più diffusi tra gli operatori del settore. Per questo<br />
Euro Company ha deciso di investire in Costa Rica, uno dei principali<br />
paesi produttori di frutti tropicali.<br />
Fruta Sana Costa Rica si trova nel distretto di Alegrìa, parte del<br />
cantone di Siquirres. Lo stabilimento sorge a 450 m sul livello del<br />
mare, nella parte orientale del Paese e si sviluppa su un’area a<br />
intensa vocazione agricola: intorno allo stabilimento si possono<br />
scorgere distese di ettari di terreno con coltivazioni di <strong>ananas</strong> e<br />
banana. Le caratteristiche del terreno e il clima caldo e umido, con<br />
abbondanti e frequenti precipitazioni durante tutto l’anno, sono le<br />
condizioni ideali per la crescita e la maturazione di frutti dal gusto<br />
davvero unico.<br />
Gli impianti di lavorazione al momento sono interamente dedicati<br />
all’essicazione dell’<strong>ananas</strong>. L’obiettivo è di estendere la produzione<br />
e la lavorazione anche agli altri frutti tipici del continente: <strong>mango</strong>,<br />
cocco, papaya e banana. Questo permetterà a Euro Company<br />
di produrre direttamente i propri frutti disidratati di origine<br />
tropicale, controllando verticalmente tutta la filiera, a garanzia e<br />
tutela della massima qualità, secondo i più elevati standard di sicurezza<br />
alimentare e tecnologica.<br />
Investire in Costa Rica significa anche investire nelle persone che<br />
ogni giorno lavorano nei campi e nello stabilimento Fruta Sana,<br />
con passione e dedizione, garantendo loro una fonte di guadagno<br />
adeguata e permettendogli di riappropriarsi della propria campagna<br />
e della propria terra, oggi sfruttate dalle multinazionali.<br />
Già certificata BRC, Euro Company sta lavorando per estendere<br />
questa certificazione anche alle produzioni del proprio stabilimento<br />
in Costa Rica. Il BRC (British Retail Consortium) è uno standard<br />
globale specifico per la sicurezza dei prodotti agroalimentari.<br />
Considerato ormai un requisito necessario per operare nel settore,<br />
questo standard certifica inoltre l’impegno nei confronti della sicurezza,<br />
della qualità e del rispetto delle norme che regolano il<br />
settore agroalimentare.<br />
Alegrìa<br />
N/6
Alcune fasi del processo produttivo<br />
Lavaggio in acqua<br />
Controllo<br />
Detorsolatura<br />
Pelatura<br />
Invio in essiccazione<br />
Ambiente condizionato<br />
Controlli post essiccazione<br />
Le oltre 30 persone che attualmente lavorano nello stabilimento<br />
Fruta Sana possono, inoltre, contare su un reddito adeguato ed<br />
equo, più alto rispetto al reddito medio della Costa Rica e possono<br />
accedere ai migliori servizi aziendali, secondo gli standard europei.<br />
Nello stabilimento Fruta Sana ogni frutto viene lavorato seguendo<br />
un processo produttivo tecnologicamente all’avanguardia, in grado<br />
di mantenere nei frutti essiccati tutti gli aromi e sapori inconfondibili<br />
dei migliori frutti freschi.<br />
Un ciclo di lavorazione impiega circa 20 ore per trasformare la<br />
materia prima in prodotto finito.<br />
La capacità produttiva dell’impianto attuale permette di ottenere<br />
circa 1.000 kg di frutta essiccata per ogni ciclo di lavorazione.<br />
1. La materia prima viene raccolta, trasferita nello stabilimento<br />
e stoccata in ambiente refrigerato in magazzino;<br />
2. La materia prima viene svuotata in bins (grandi cesti industriali)<br />
attraverso una tramoggia di alimentazione della linea<br />
che, grazie alla sua forma a cono rovesciato, favorisce il trasferimento<br />
del frutto da un contenitore all’altro;<br />
3. A questo punto il frutto passa alla fase di lavaggio in acqua<br />
per eliminare tutte le impurità;<br />
4. Successivamente i frutti vengono prelevati dalla vasca e posizionati<br />
su un nastro trasportatore automatico, che li trasferisce<br />
in un’area di controllo per verificare la loro uniformità in<br />
termini di maturazione, consistenza, peso e colore;<br />
5. In seguito i frutti vengono privati del torsolo con l’ausilio di un<br />
apposito macchinario;<br />
6. I frutti, quindi, passano alla fase di pelatura: vengono pelati<br />
uno a uno manualmente da operatori specializzati;<br />
7. I frutti vengono tagliati a rondelle e posizionati su appositi<br />
ripiani, per poi passare nei carrelli che andranno nei forni di<br />
essiccazione. Il processo di essiccazione dura circa 16-17<br />
ore, con il forno a una temperatura di circa 60 °C;<br />
8. Una volta terminato il tempo di essiccazione, i carrelli vengono<br />
trasferiti in un ambiente condizionato. Il grado di umidità<br />
residuo dei frutti dopo l’essiccazione è generalmente compreso<br />
tra il 12% e il 15%;<br />
9. Le rondelle essiccate vengono tagliate a pezzi (chunks), a<br />
seconda delle esigenze commerciali dei clienti, e vengono<br />
trasportate in un ambiente refrigerato per il confezionamento<br />
in sacchi e l’inscatolamento.<br />
10. Le scatole e i sacchi vengono immagazzinati in ambiente<br />
refrigerato. Qui ri<strong>mango</strong>no in attesa di essere spedite.<br />
È importante che tra la fase di pulizia, taglio ed essiccazione non<br />
trascorra troppo tempo, poiché il prodotto è soggetto a rapida<br />
ossidazione, a causa della reazione provocata dal contatto tra<br />
l’ossigeno e i fenoli, catalizzati da alcuni enzimi della frutta, responsabili<br />
di questo processo.<br />
Ogni fase produttiva, dalla raccolta del frutto all’essiccazione, dal<br />
confezionamento allo stoccaggio in magazzino, è caratterizzata da<br />
attenti controlli, volti ad assicurare al cliente finale un prodotto di<br />
alta qualità, dalle migliori proprietà organolettiche e secondo i più<br />
rigidi standard di sicurezza alimentare. In particolare i controlli post<br />
essiccazione sono finalizzati alla valutazione della percentuale di<br />
umidità residua (tra il 12% e il 15%) e della quantità di zucchero<br />
presente naturalmente nel frutto, detta livello di brix.<br />
Quest’ultima variabile si misura attraverso i gradi brix con l’aiuto di<br />
un rifrattometro, uno strumento che permette di misurare le concentrazioni<br />
fluide: in questo modo si controlla che la concentrazione<br />
del livello di zuccheri nel frutto non sia troppo alto; il valore ideale<br />
per la frutta essiccata varia tra i 12 e i 14 gradi brix.<br />
Tutte le fasi di lavorazione si svolgono seguendo i canoni<br />
dell’HACCP (Hazard Analysis and Critical Control Point) per garantire<br />
elevati standard igienico-sanitari, soprattutto durante le fasi in cui<br />
vi è pericolo di contaminazione biologica, chimica o fisica. Questa<br />
condizione, insieme alla rintracciabilità del prodotto in ogni sua fase<br />
di trasformazione determina la certificazione di filiera tracciabile.<br />
N/7
ANANAS<br />
Tutto quello che c’è da sapere su uno dei frutti esotici<br />
più conosciuti al mondo.<br />
Nome inglese: Pineapple<br />
Nome scientifico: Ananas Comosus<br />
Classificazione botanica<br />
Classe: Liliopsida<br />
(Monocotiledoni)<br />
Ordine: Poales<br />
Famiglia: Bromeliaceae<br />
Genere: Ananas<br />
Specie: Ananas Comosus<br />
INFORMAZIONI NUTRIZIONALI<br />
valori medi per 100 g di prodotto<br />
Calorie: kcal 50<br />
Energia: kJ 209<br />
Proteine: g 0.5<br />
Carboidrati: g 11.7<br />
di cui zuccheri: g 9.9<br />
Grassi: g 0.1<br />
di cui saturi: g 0.0<br />
Fibre alimentari: g 1.4<br />
Sale: g 0.00<br />
Minerali Vitamine<br />
Aminoacidi Grassi<br />
Calcio mg 13<br />
Ferro mg 0.29<br />
Magnesio mg 12<br />
Fosforo mg 8<br />
Potassio mg 109<br />
Sodio mg 1<br />
Zinco mg 0.12<br />
Rame mg 0.11<br />
Manganese mg 0.927<br />
Selenio µg 0.1<br />
Ac. Ascorbico mg 47.8<br />
Tiamina mg 0.079<br />
Riboflavina mg 0.032<br />
Niacina mg 0.500<br />
Ac. Pantotenico mg 0.213<br />
Vitamina B6 mg 0.112<br />
Folati µg 18<br />
Vitamina B12 µg 0.00<br />
Vitamina A IU IU 58<br />
Vitamina A, RE µg 3<br />
Vitamina E, αTe mg 0.02<br />
Triptofano* g 0.005<br />
Treonina* g 0.019<br />
Isoleucina* g 0.019<br />
Leucina* g 0.024<br />
Lisina* g 0.026<br />
Metionina* g 0.012<br />
Cistina g 0.014<br />
Fenilalanina* g 0.021<br />
Tirosina g 0.019<br />
Valina* g 0.024<br />
Arginina g 0.019<br />
Istidina* g 0.01<br />
Alanina g 0.033<br />
Ac. Aspartico g 0.121<br />
Ac. glutammico g 0.079<br />
Glicina g 0.024<br />
Prolina g 0.017<br />
Serina g 0.035<br />
A. grassi saturi g 0.009<br />
4:0 g 0.000<br />
6:0 g 0.000<br />
8:0 g 0.000<br />
10:0 g 0.000<br />
12:0 g 0.000<br />
14:0 g 0.000<br />
16:0 g 0.005<br />
18:0 g 0.003<br />
A. grassi monoinsaturi g 0.013<br />
16:1 g 0.001<br />
18:1 g 0.012<br />
20:1 g 0.000<br />
22:1 g 0.000<br />
A. grassi polinsaturi g 0.040<br />
18:2 g 0.023<br />
18:3 g 0.017<br />
18:4 g 0.000<br />
20:4 g 0.000<br />
20:5 n-3 g 0.000<br />
22:5 n-3 g 0.000<br />
22:6 n-3 g 0.000<br />
Colesterolo g 0<br />
* aminoacidi essenziali<br />
N/10<br />
Fonte: USDA National Nutrient Database for Standard Reference
ORIGINI E CENNI BOTANICI<br />
Originario del Sud America, l’<strong>ananas</strong> giunse in Europa più<br />
di cinque secoli fa grazie a Cristoforo Colombo, che lo avvistò<br />
per la prima volta nel 1493, nell’isola di Guadalupa, nelle Antille,<br />
in seguito portoghesi e spagnoli ne introdussero la coltivazione<br />
nelle loro colonie sudafricane e asiatiche.<br />
È una pianta perenne, dotata di lunghe foglie coriacee di color<br />
grigio-verde. Le piante adulte raggiungono 0,9-1,8 m di altezza<br />
e larghezza.<br />
L’<strong>ananas</strong> non si ritrova in un vero e proprio stato selvaggio,<br />
le regioni di produzione sono in genere limitate a un’altitudine<br />
inferiore agli 800 m sul livello del mare, anche se vi sono<br />
alcune eccezioni: il Kenya riporta di campi produttivi localizzati a<br />
1400 e 1800 m, e la Malesia addirittura a più di 2400 m.<br />
Quando l’<strong>ananas</strong> viene coltivato a altitudini superiori ai 1000 m, i<br />
frutti prodotti sono più piccoli, la polpa ha un colore meno attraente<br />
ed il sapore è maggiormente acido.<br />
La crescita ottimale sembra essere tra 20-30°C, con un optimum<br />
di 23-24°C.<br />
La temperatura influisce sul contenuto di zucchero e acidi nella<br />
polpa, e qualora dovesse scendere a 10-16°C, la crescita del<br />
frutto verrebbe penalizzata. Le piante possono sopportare<br />
anche temperature al di sotto dello zero per brevi periodi.<br />
Le temperature sopra i 30°C possono comportare<br />
danni da calore che causerebbero un aumento della<br />
frequenza respiratoria e del metabolismo e, di conseguenza, un<br />
ridotto assorbimento dei nutrienti.<br />
L’Ananas Comosus è costituito da uno stelo (chiamato<br />
anche fusto o gambo) che ha la parte superiore più larga e quella<br />
inferiore più stretta e solitamente incurvata. Lo stelo principale<br />
si estende fino allo scapo fiorale, in seguito l’asse principale dei<br />
boccioli forma una singola massa che termina all’apice con una<br />
corona di foglie. In alcune varietà di <strong>ananas</strong> e in altre varietà<br />
selvatiche, lo scapo florale è ben sviluppato, al contrario dei frutti<br />
commerciali, in cui è corto e coperto da foglie.<br />
Il fusto principale dà luogo a diversi germogli laterali<br />
che vengono chiamati in modi differenti: emergono dapprima alla<br />
base del fusto (ratoon), con le foglie lunghe e strette e sono<br />
considerati il miglior materiale di propagazione. Un secondo tipo<br />
di germogli, più piccoli, vengono anch’essi utilizzati per la riproduzione<br />
vegetativa (slices o slips). Un terzo tipo (polloni) emerge<br />
dalla base del frutto: è dotato di foglie compatte che ricordano un<br />
piccolo frutto di <strong>ananas</strong>. Tutti questi germogli hanno una curva<br />
alla base, data dal fatto che inizialmente si espandono in senso<br />
orizzontale per poi crescere in verticale. Vengono definite come<br />
strutture vegetali aggiuntive, utilizzate a scopi riproduttivi.<br />
Le foglie sono sessili e disposte a spirale attorno a<br />
un fusto centrale. Aumentano di dimensioni verso la parte<br />
superiore della pianta. Le foglie individuali variano in lunghezza<br />
da 5-20 cm nelle piante giovani e fino a poco più di 1,5 m nelle<br />
piante sane e mature. Le foglie hanno una forma a cono che si<br />
assottiglia progressivamente fino ad avere una punta acuminata,<br />
sono semi-rigide e permettono alla pianta di raccogliere acqua<br />
fino alla base delle foglie, dove radici aeree possono assorbire<br />
acqua e nutrienti.<br />
Una volta che l’impianto ha prodotto tra 70 e 80 foglie<br />
è pronto per fiorire.<br />
Il peduncolo del frutto (staminale) e l’inflorescenza si sviluppano<br />
a partire dal punto di crescita apicale. La fuoriuscita dell’inflorescenza<br />
è anche chiamata “fase di cuore rosso” a causa delle<br />
brattee rossastre alla sua base.<br />
N/11
Crown<br />
(top)<br />
Leaves<br />
Flesh<br />
Fruit<br />
Eyes<br />
Skin<br />
Core<br />
Stem<br />
L’INFIORESCENZA<br />
LE PARTI DEL FRUTTO<br />
L’infiorescenza è costituita da un minimo di 50 a oltre<br />
200 singoli fiori ed è ricoperta da una corona di corte<br />
e numerose foglie (che possono arrivare fino a 150).<br />
La riproduzione dell’<strong>ananas</strong> avviene in forma vegetativa utilizzando<br />
la corona, i polloni oppure i germogli provenienti dallo stelo di<br />
una pianta sana e produttiva. Il materiale deve essere accuratamente<br />
scelto in base alle dimensioni per assicurarsi l’uniformità<br />
delle culture.<br />
Il processo di fioritura coinvolge da 50 a 500 fiori individuali,<br />
a seconda della cultivar, il frutto può non avere corona<br />
o sviluppare più corone.<br />
È possibile indurre la fioritura dall’esterno, come vedremo in seguito.<br />
Il tempo di cultura dipende dalla cultivar e dal<br />
clima nella regione di crescita: per produrre in Ecuador<br />
possono essere necessari 12 mesi, mentre in altre zone subtropicali<br />
il tempo può estendersi fino a 36 mesi.<br />
I fiori di <strong>ananas</strong> sono detti inflorescenze perché sono<br />
costituiti da più fiori che si fondono insieme allo stelo<br />
centrale, in modo che successivamente sia impossibile distinguere<br />
dove inizi un fiore e dove finisca un altro. Poiché pochi<br />
fiori sono aperti ogni giorno, il periodo di fioritura può estendersi<br />
per un mese o più. Il colore varia a seconda della cultivar, ma di<br />
solito il verde, il rosso e il viola sono predominanti. I singoli fiori<br />
sono ermafroditi (bisessuale) con tre sepali e tre petali, sei stami<br />
e un pistillo. I petali dei fiori sono bianchi alla loro base e viola-blu<br />
alle punte. Ogni fiore è circondato da una brattea pelosa.<br />
In generale, i primi fiori si aprono circa 50 giorni dopo l’induzione<br />
alla fioritura, dopodiché la fioritura continua per 20-40 giorni. Di<br />
solito una decina di fiori si aprono tutti i giorni a mezzanotte e<br />
ri<strong>mango</strong>no aperti fino alla sera seguente.<br />
Il frutto di <strong>ananas</strong> è sincarpico e consiste nella fusione dei tessuti<br />
dei singoli frutti con l’asse principale del fiore. A partire da<br />
ogni fiore si sviluppa un singolo frutto che esternamente<br />
sembra possedere uno scudo poligonale, duro e prominente,<br />
esternamente è ricoperto da bacche piane di 2,5 cm di diametro,<br />
chiamate anche “occhi”. La parte inferiore è ricoperta dagli apici<br />
bratteali ripiegati verso l’alto, la metà superiore è coperta da tre<br />
sepali. Lo spazio che si interpone tra ogni protuberanza fruttifera<br />
e la cavità esterna del fiore che si trova al di sotto, è rappresentato<br />
da una camera con pareti dure, su cui si collocano i restanti<br />
stame e pistillo che appaiono come un filo scuro e resistente. Le<br />
cellule ovariche sono lasciate all’interno.<br />
I semi sono localizzati nella parte superiore, mentre quella inferiore<br />
è occupata da grosse cavità con pareti lucide. Il tessuto interno<br />
ricco di zuccheri corrisponde alla parte delle pareti dell’ovaio, in<br />
particolare brattee e sepali.<br />
L’asse centrale del frutto, chiamato “core”, aumenta la sua dimensione<br />
e contiene zuccheri, anche se ha una consistenza più dura<br />
e fibrosa. Quando i frutti maturi sono pronti per essere<br />
raccolti, i singoli occhi si appiattiscono e il colore<br />
inizia a cambiare dal verde al giallo, a partire dalla<br />
base del frutto, progressivamente.<br />
Un frutto maturo può arrivare a pesare oltre a 2,3 kg,<br />
ha una buccia gialla e un aroma piacevole, la polpa è<br />
di colore giallo-giallo dorato, dolce e succosa.<br />
PAESI PRODUTTORI<br />
La produzione mondiale di questo frutto è cresciuta rapidamente<br />
negli anni: le statistiche del 2000 indicano una produzione totale<br />
annuale poco oltre i 15 milioni di tonnellate di <strong>ananas</strong>, mentre nel<br />
N/12
2014 si sono raggiunti i 25 milioni di tonnellate, ottenendo così<br />
una crescita del 60%. Per quanto riguarda l’area coltivata, sempre<br />
dal 2000 al 2014, si ha un aumento del 40%, passando da<br />
725 mila ettari a 1022 mila ettari.<br />
Attualmente l’<strong>ananas</strong> è uno dei più importanti frutti<br />
tropicali dopo la banana, insieme a <strong>mango</strong> e agrumi.<br />
L’Asia rende a livello mondiale circa il 44% di <strong>ananas</strong>,<br />
mentre le Americhe si attestano il 38% e l’Africa il<br />
18%. Il primo produttore è la Costa Rica, seguito da<br />
Brasile e Filippine, ognuno dei quali supera i 2 milioni di tonnellate<br />
annue di produzione. Sotto questa quota si posizionano<br />
Thailandia, Indonesia, India, Nigeria e Cina (dati 2014).<br />
Paesi<br />
Tonnellate<br />
Costa Rica<br />
2˙915˙628<br />
Brasile<br />
2˙646˙243<br />
Filippine<br />
2˙507˙098<br />
Thailandia<br />
1˙914˙830<br />
Indonesia<br />
1˙835˙491<br />
India<br />
1˙736˙740<br />
Nigeria<br />
1˙464˙801<br />
Cina<br />
1˙432˙700<br />
Messico<br />
817˙463<br />
Ghana<br />
661˙500<br />
Fonte: FAOSTAT database, 2014 (http://www.fao.org)<br />
La Costa Rica ha avuto una produzione stabile dal 2000 al<br />
2004 (900˙000 - 1˙000˙000 tonnellate), per poi subire una rapida<br />
crescita fino a sfiorare i 3 milioni nel 2014, con una sola leggera<br />
inflessione registrata nel 2007.<br />
L’<strong>ananas</strong> è un prodotto che tradizionalmente si produce in Costa<br />
Rica fin dai tempi coloniali; tuttavia, la produzione ad alta intensità<br />
è iniziata alla fine degli anni Settanta. Poi, verso la fine degli anni<br />
ottanta, iniziarono le piantagioni nel nord del paese e che poi aumentarono<br />
alla fine degli anni novanta grazie all’introduzione della<br />
varietà MD2. A metà degli anni Novanta le piantagioni di <strong>ananas</strong><br />
cominciarono a svilupparsi anche nella zona atlantica.<br />
Il Brasile viceversa ha avuto un’impennata nella produzione di<br />
<strong>ananas</strong> dal 2000 al 2007 (2,68 milioni di tonnellate), seguita da un<br />
crollo culminato negli anni 2009-2010 e una nuova risalita che nel<br />
2014 non è riuscita ancora a raggiungere l’apice del 2007.<br />
Il terzo Paese produttore, le Filippine, ha avuto una crescita quasi<br />
lineare durante tutto il periodo dal 2000 al 2014, partendo da 1.6<br />
milioni di tonnellate per raggiungere i 2.5 milioni.<br />
Le esportazioni di <strong>ananas</strong> fresco dalla Costa Rica nel 2013 coinvolgono<br />
1.96 milioni di tonnellate, mentre le Filippine si aggiudicano<br />
il secondo posto con circa 490mila tonnellate.<br />
Il commercio mondiale è assorbito da 12 paesi: la domanda<br />
è guidata dagli USA, seguiti da Francia, Giappone, Belgio,<br />
Italia, Germania, Canada, Spagna, Inghilterra, Corea, Olanda e<br />
Singapore.<br />
Per quanto riguarda la fornitura del succo d’<strong>ananas</strong>, il 65% circa<br />
Tonnellate<br />
≤ 1155<br />
≤ 8557<br />
≤ 89099<br />
≤ 362297<br />
> 362297<br />
N/13
quota) potrebbe diminuire la qualità dei frutti, a causa della forma<br />
scarsamente adatta all’inscatolamento, invece lo shading<br />
(oscuramento) è talvolta usato dove le temperature sono alte e<br />
l’irradiazione intensa, per proteggere il raccolto dal sole cocente.<br />
Le piante di <strong>ananas</strong> non tollerano temperature rigide<br />
al di sotto dei -2°C, e la riduzione della crescita<br />
delle piante si verifica a temperature inferiori ai<br />
15,5°C e al di sopra dei 32°C, per via di un aumento della<br />
frequenza respiratoria e del metabolismo che altera l’assorbimento<br />
dei nutrienti.<br />
Le temperature gelide o le brevi gelate possono causare danni<br />
alle foglie in via di sviluppo, che sulla superficie superiore avranno<br />
chiazze rosso-bianche, aspetto bruciato e polpa del frutto in<br />
decomposizione. Una protezione può essere ottenuta coprendo<br />
le piante con un materiale isolante, come coperte, o tramite pacciamatura.<br />
Le piante coltivate in contenitori, al bisogno, possono<br />
essere posizionate all’interno.<br />
proviene soprattutto da Filippine e Thailandia, mentre l’Indonesia<br />
fornisce circa il 70% del succo concentrato. Il succo concentrato,<br />
come tipologia di prodotto, ottiene il prezzo maggiore per tonnellata.<br />
Il prodotto più importante rimane comunque<br />
l’<strong>ananas</strong> in scatola, realizzato inizialmente alle Hawaii alla fine<br />
del XIX secolo, e il cui consumo aumenta in occasione delle festività<br />
natalizie. Negli ultimi anni si è inoltre registrata una richiesta<br />
crescente da parte dei fast-food; i maggiori fornitori di <strong>ananas</strong> in<br />
scatola sono sempre Thailandia, Filippine e Indonesia che coprono<br />
quasi l’80% del prodotto disponibile sul mercato. Giappone e<br />
Hawaii invece gradiscono il frutto pre-tagliato e refrigerato oppure<br />
conservato sottovuoto, per via della facilità di preparazione e del<br />
buon rapporto qualità-prezzo (il consumo di <strong>ananas</strong> pre-tagliato<br />
in questi Paesi varia dal 10 al 20%).<br />
ESIGENZE CLIMATICHE<br />
E CICLO VEGETATIVO<br />
L’<strong>ananas</strong> è ben adattata ai clima caldi, lungo il sud-est e<br />
sud-ovest delle coste, una combinazione di temperatura ottimale<br />
e umidità elevata è in grado di regalare frutti gustosi con basso<br />
contenuto acido.<br />
Il frutto richiede temperature medie giornaliere di 22-26°C, con<br />
un optimum di 23-24°C. Se le temperature non dovessero essere<br />
quelle ottimali, potrebbero risentirne la qualità e la quantità<br />
di acidi e zuccheri. Di fronte a temperature fresche e a bassi<br />
livelli di irradiazione solare (come ad esempio in inverno o in alta<br />
Le piante tollerano bene le condizioni di siccità atmosferica<br />
e del suolo, tuttavia, la crescita delle piante<br />
e la produzione di frutti risulterà ridotta. I sintomi si<br />
mostrano lentamente e includono perdita di turgore delle foglie<br />
più vecchie, il cambiamento di colore delle foglie dal verde scuro<br />
al verde pallido al giallo e al rosso, e l’arricciamento dei margini<br />
delle foglie. L’<strong>ananas</strong> può sopravvivere a lunghi periodi di siccità<br />
grazie alla sua capacità di trattenere l’acqua nelle foglie tuttavia è<br />
sensibile ai deficit idrici, soprattutto durante il periodo di sviluppo<br />
vegetativo perché ritardano la crescita, la fioritura e la fruttificazione.<br />
La fornitura di acqua durante questo periodo dovrebbe<br />
soddisfare i requisiti di acqua richiesti in piena di coltura. La carenza<br />
durante la fioritura invece ha un effetto meno grave e può<br />
anche avere risvolti positivi come l’accelerazione della fruttificazione,<br />
che condurrà a una maturazione uniforme e la diminuzione<br />
della crescita dello stelo e della formazione di un cuore di grandi<br />
dimensioni nel frutto, che risulterà svantaggioso qualora il frutto<br />
dovesse essere utilizzato per l’inscatolamento.<br />
Le piante di <strong>ananas</strong> non sono molto tolleranti in condizioni<br />
di terreno eccessivamente bagnato o allagamento<br />
prolungato. Generalmente la crescita e la produzione<br />
sono ridotti e la suscettibilità al marciume radicale aumenta, il che<br />
può condurre alla morte della pianta.<br />
In generale gli <strong>ananas</strong> sono ben tolleranti alle condizioni<br />
di vento, anche se può verificarsi una certa riduzione<br />
della crescita delle piante, tra l’altro uragani e forti venti potrebbero<br />
comunque causare ribaltamento o sradicamento. I sintomi di<br />
stress da vento includono l’imbrunimento delle punte delle foglie<br />
e dei margini. Gli spruzzi di sale trasmessi dal vento possono<br />
portare a macchie nerastre vicino alla punta delle foglie.<br />
N/14
Le fasi fenologiche<br />
Seed<br />
Planting Growth Forcing Flowering Harvest<br />
FASI FENOLOGICHE<br />
Prima dell’utilizzo dei regolatori della fioritura, la fase vegetativa<br />
durava dai 10 ai 16 mesi. Ora l’<strong>ananas</strong> è coltivato durante<br />
tutto l’anno, e sotto forzatura con i regolatori di sviluppo,<br />
riesce a fiorire in 9-13 mesi.<br />
Settembre - febbraio: impianto di nuove colture e inizio della fase<br />
vegetativa.<br />
Dicembre - gennaio: inizio della fioritura, quando le giornate sono<br />
più corte e le temperature notturne si abbassano.<br />
Gennaio - aprile: formazione del frutto.<br />
Maggio - agosto: maturazione dei frutti.<br />
L’aspetto esterno dell’<strong>ananas</strong> è una caratteristica importante a<br />
cui i consumatori prestano attenzione. Il colore del frutto varia, a<br />
partire dalla base, da verde, giallo-verde, o giallo, a una miscela<br />
di giallo e viola con o senza verde. In questa fase vengono analizzati<br />
i pigmenti presenti: clorofilla, caroteni, xantofille e antocianine.<br />
Durante la maturazione, la clorofilla (che dà il colore verde) svanisce,<br />
mentre i caroteni all’interno della polpa aumentano e nella<br />
buccia diminuiscono.<br />
Questi cambiamenti definiscono quattro fasi di sviluppo del frutto.<br />
TECNICHE COLTURALI<br />
Terreno<br />
L’<strong>ananas</strong> può crescere su una vasta gamma di terreni,<br />
ma il suo preferito è quello medio-leggero di tipo<br />
sabbioso o sabbioso-argilloso. Il pH ottimale è leggermente<br />
acido (4,5-6,5), con un basso contenuto di calcare, senza problemi<br />
di allagamenti.<br />
Le regioni di produzione sono in genere limitate a un’altitudine inferiore<br />
a 800 m sul livello del mare, anche se il Kenya riporta settori<br />
produttivi dislocati tra il 1400 e 1800 m e la Malesia frutteti più in<br />
alto 2400 m. Quando l’<strong>ananas</strong> è coltivato ad altitudini maggiori a<br />
1000 m, però, vengono prodotti meno frutti, la polpa ha un colore<br />
meno attraente e il sapore è contraddistinto da un’elevata acidità.<br />
Uno degli aspetti principali per l’ottenimento di un<br />
buon raccolto è la preparazione del terreno, perché<br />
una buona preparazione del terreno garantisce una resa in frutta<br />
maggiore e qualitativamente migliore. Il lavoro preliminare deve<br />
essere efficiente per assicurare un buon drenaggio e una buona<br />
penetrazione delle radici, arando la terra di almeno 30 cm.<br />
Un buon letto di semina è ottenuto da un adeguato taglio, bruciatura<br />
o miscelazione dei sottoprodotti della coltivazione precedente,<br />
aratura, rotazione del suolo, livellamento e drenaggio.<br />
La falciatura è necessaria per ridurre i residui della coltura precedente,<br />
in modo da bruciare o miscelare correttamente questi<br />
residui che devono essere i più fini possibili.<br />
La combustione viene raccomandata solo quando sono state riscontrate<br />
piaghe e patologie nelle culture precedenti.<br />
Il materiale residuo della coltura precedente può essere utilizzato<br />
per accrescere il contenuto di nutrienti e materia organica nel<br />
suolo. L’incorporazione di tale materiale va attuata con una profonda<br />
aratura almeno 5 mesi prima della semina.<br />
Le fasi di maturazione<br />
full green slight color break less than 1/4 gold 1/4 to less than<br />
1/2 gold<br />
1/2 to less than<br />
3/4 gold<br />
3/4 to less than<br />
full gold<br />
full gold<br />
N/15
Una miscelazione non corretta aumenta il rischio di attacco da<br />
parte degli infestanti, come termiti e acari.<br />
Lo scopo dell’aratura è quello di rompere e sciogliere<br />
il terreno di superficie per incorporare i residui del<br />
raccolto precedente, distruggere le epidemie grazie all’esposizione<br />
della luce solare, migliorare il flusso d’aria e la penetrazione<br />
di acqua. Questo processo deve essere tanto profondo<br />
quanto il suolo e macchinari lo permettono e va fatto almeno due<br />
mesi prima della semina. Sulla base delle condizioni locali, l’aratro<br />
a maglia è preferibile rispetto all’aratro a disco.<br />
Il livellamento e il drenaggio consistono nell’ultimo<br />
passaggio, realizzato tramite una pesante trave di metallo trainata<br />
da un trattore per livellare le irregolarità del campo che potrebbero<br />
produrre allagamenti. Se questo passaggio non fosse<br />
stato effettuato, si raccomanda la costruzione di piccoli fossi che<br />
servono da scarico, con sufficiente profondità e pendenza da<br />
eliminare l’acqua in eccesso, ma tali da non rendere il terreno<br />
eccessivamente secco e arido.<br />
Per ridurre l’erosione, possono essere messe in pratica diverse<br />
precauzioni, tra cui letti con pendenza controllata, contorni con<br />
un’inclinazione da 0,3 a 0,5%; larghezza in funzione della densità<br />
e della distanza tra le fila, variabile da 145 a 110 cm, assicurandosi<br />
che i bordi siano morbidi per evitare depositi.<br />
Un altro vantaggio dato dalle lavorazioni preliminari<br />
del terreno è quello dell’eliminazione delle erbe infestanti.<br />
Nei campi di coltivazione di <strong>ananas</strong>, infatti, emergono<br />
spesso basse vegetazioni ed erbacce, a foglia stretta o a foglia<br />
larga: quest’ultima è più aggressiva. L’eliminazione si realizza manualmente<br />
oppure usando erbicidi in combinazione ai trattamenti<br />
manuali.<br />
Semina e coltivazione<br />
Il primo passo è quello di scegliere sementi sane.<br />
L’attività di semina viene fatta usando una singola stringa posta al<br />
centro del letto, dove vi sono dei segni da utilizzare come guida,<br />
che indicano la distanza desiderata in cui collocare il seme, tramite<br />
un piccolo foro. Una seconda linea di semina viene collocata<br />
a 40 cm dalla prima. Utilizzando questo sistema, un agricoltore<br />
può piantare fino a 3.000-4.000 semi ogni giorno. L’<strong>ananas</strong> normalmente<br />
cresce su letti rialzati, dove (indicativamente per raggiungere<br />
un rendimento di 100 tonnellate di frutta), sono state<br />
piantate un minimo di 50.000 piante/ha, mantenendo 30 cm tra<br />
di esse, 40 cm tra le linee e 70 cm dal corridoio o tra le doppie<br />
linee. Se la densità dovesse aumentare, può variare la distanza<br />
tra le piante mantenendo inalterato tutto il resto.<br />
A volte il peso del frutto può provocare una piegatura del gambo<br />
che può spezzarsi, a tale scopo può essere utile l’utilizzo di un<br />
palo di legno o bambù. È sconsigliato l’utilizzo di funi metalliche o<br />
di nylon perché potrebbero danneggiare lo sviluppo della pianta,<br />
al più utilizzare una stringa di cotone o in fibra naturale che si<br />
degradi lentamente.<br />
Irrigazione<br />
La struttura radicale dell’<strong>ananas</strong> è bassa e rada: nei<br />
suoli profondi, le radici possono estendersi al massimo fino a 1<br />
m, anche se la maggior parte di essere è concentrata nei primi<br />
0,3-0,6 m, da cui viene estratto il 100% dell’acqua. Occorre<br />
posizionare l’impianto in una zona non eccessivamente<br />
umida o soggetta ad allagamenti dopo le<br />
piogge estive, in quanto il raccolto è sensibile ai problemi di<br />
impaludamento e perciò richiede un terreno ben drenato e dotato<br />
di una buona areazione. Le irrigazione frequenti (il metodo più utilizzato<br />
è l’irrigazione a pioggia) o le precipitazioni al momento del<br />
raccolto possono causare deterioramento della qualità dei frutti<br />
e renderli suscettibili agli attacchi fungini, causando la rottura del<br />
cuore. L’irrigazione ha poi un effetto sul rapporto zuccheri/acidi,<br />
in particolare nel periodo prima del raccolto: le frequenti irrigazioni<br />
diminuiscono il contenuto di zucchero.<br />
Anche un deficit idrico è però controproducente, soprattutto durante<br />
il periodo di sviluppo vegetativo: la carenza d’acqua ritarda<br />
N/16
Champaka<br />
Green Selacia<br />
Hilo<br />
la crescita, la fioritura e la fruttificazione, per cui la fornitura durante<br />
questo periodo dovrebbe soddisfare i requisiti di una coltura<br />
piena. È però meno grave durante la fioritura, in quanto potrebbe<br />
avere dei risvolti positivi come anticipare la fruttificazione e rendere<br />
meno vigorosa la crescita del gambo e del cuore del frutto<br />
che, se fosse eccessivo, potrebbero rendere quest’ultimo inadat-<br />
MD-2<br />
Pan di<br />
zucchero<br />
Queen<br />
to all’inscatolamento.<br />
Dove l’approvvigionamento idrico è limitato, sia la pacciamatura<br />
che l’utilizzo della rugiada sono pratiche che consentono di ridurre<br />
l’evaporazione del terreno e di mantenere bassa la temperatura<br />
del suolo.<br />
Induzione alla fioritura<br />
Questa è un’operazione davvero importante, in quanto permette<br />
la programmazione dei volumi di raccolta e le relative tempistiche.<br />
È diventata una pratica comune in quanto, controllando la<br />
fioritura, il frutto può essere disponibile sul mercato per 10 mesi<br />
all’anno. A tale scopo viene utilizzato il principio attivo Etefon:<br />
questo etilene viene applicato al centro della rosetta di foglie nella<br />
parte superiore della pianta al crepuscolo o alla notte, quando<br />
la temperatura raggiunge i 25-27° C e gli stomi sono aperti. Da<br />
cinque mesi a sette mesi più tardi, i frutti saranno completamente<br />
maturi. L’induzione alla fioritura avviene anche grazie alle basse<br />
temperature, al deficit idrico o al trattamento ormonale, ma le<br />
piante essendo indotte a fiorire presto, potrebbero dar luogo a<br />
frutti più piccoli.<br />
Strangolamento della corona: questa operazione viene eseguita<br />
14 settimane dopo l’induzione. Il centro del frutto viene estratto,<br />
per ottenere una forma migliore, più solida e larga. Questa<br />
operazione però non viene eseguita sui frutti di <strong>ananas</strong> destinati<br />
all’esportazione, a causa dei costi elevati.<br />
VARIETÀ E CLASSIFICAZIONE<br />
Oggi nel mondo si coltivano oltre un centinaio di varietà,<br />
queste vengono suddivise in quattro grandi<br />
gruppi: Cayenne, Spanish, Queen e Abacaxi.<br />
Al gruppo Cayenne appartiene la varietà di <strong>ananas</strong> più diffusa<br />
nei nostri mercati, la Cayenne liscia (Smooth Cayenne) la<br />
più diffusa sulle tavole italiane, hawaiana, caratterizzata<br />
da un frutto grosso, dalla polpa dal colore giallo pallido e dal gusto<br />
dolce<br />
Del secondo gruppo, la varietà più pregiata e diffusa è la Red<br />
Spanish che arriva dai Caraibi, forma panciuta, grandezza media,<br />
buccia molto spessa e di colore arancione; la caratterizzano la<br />
sua polpa turgida e fibrosa e il sapore acidulo.<br />
Le varietà del gruppo Queen, che arriva dall’Africa, sono caratterizzate<br />
da frutti piuttosto piccoli, un kg al massimo, li caratterizza<br />
una polpa di color giallo intenso e particolarmente dolce, profumata<br />
e aromatica.<br />
Le varietà appartenenti al gruppo Abacaxi non sono particolarmente<br />
diffuse nei mercati italiani, vengono infatti quasi esclusivamente<br />
coltivate per l’autoconsumo e vendute nei mercati dell’America<br />
meridionale; hanno una buccia piuttosto sottile e una<br />
polpa particolarmente succosa e dolce.<br />
Champaka: Varietà molto richiesta dal mercato, che ha sostituito<br />
la Smooth Cayenne dimostrando una buona qualità complessiva,<br />
una buona resa e resistenza alle manipolazioni post-raccolta.<br />
Le sue foglie sono poco appuntite, il che la rende facilmente<br />
manipolabile. Il frutto ha una forma cilindrica, con bacche piane<br />
di 2,5 cm di diametro. Il colore della polpa vira dal giallo pallido<br />
al giallo-oro, con circa il 13% di solidi solubili e lo 0,6% di acido<br />
citrico: ciò le conferisce un sapore distinto e molto apprezzato. Le<br />
coltivazioni di Champaka sono diffuse in Hawaii, Australia, Sud<br />
Africa.<br />
Red Spanish<br />
Green Selacia: Mutazione ottenuta dalla Spanish Singapur: la<br />
principale differenza dall’originale è il verde delle foglie e dei fiori,<br />
con le strutture vegetali gialle. Mantiene la qualità della Spanish<br />
Singapur.<br />
Smooth<br />
Cayenne<br />
Spanish from<br />
Singapur<br />
N/17
Hilo: è una variante dello Smooth Cayenne, selezionata alle<br />
Hawaii nel 1960. La pianta è maggiormente compatta, con un<br />
frutto più piccolo e maggiormente cilindrico. Non produce slices<br />
ma numerosi polloni. Il frutto pesa circa 1-1,5 kg e ha una corona<br />
molto piccola.<br />
MD-2: Chiamata anche “Dal Monte Gold Extra Sweet” o “Gold<br />
Extra Sweet”, è un ibrido messo a punto alla fine del secolo<br />
scorso dal Pineapple Research Institute delle Hawaii. Attualmente<br />
è la varietà predominante per quanto riguarda l’esportazione<br />
di <strong>ananas</strong> fresco in tutto il mondo. La Costa Rica è uno dei<br />
più importanti paesi produttori ed esportatori di MD-2, nonostante<br />
le limitate informazioni tecniche a disposizione su come<br />
far crescere questa cultivar. Secondi e terzi principali produttori<br />
sono Panama ed Ecuador. L’<strong>ananas</strong> MD-2 coltivata in Malesia<br />
sembra essere più dolce rispetto a quella coltivata nelle altre<br />
aree, e attualmente viene già esportata in molti paesi asiatici,<br />
in Medio Oriente e in Europa, oltre ad aver fatto da poco il suo<br />
ingresso nel mercato giapponese, dove sta riscuotendo lo stesso<br />
successo. La densità media d’impianto è di 62,594 piante/,<br />
la resa media è di 7130 e 4723 scatole rispettivamente per le<br />
colture di piante madre e ratoon. Il peso dei frutti è 1,5-2 kg.<br />
Si tratta di una cultivar dalla buccia dorata, polpa più dolce e<br />
meno fibrosa rispetto alle altre qualità e che contiene 4 volte più<br />
Vitamina C.<br />
Pan di zucchero: È una varietà rara, originaria del sud del<br />
Benin. È dotata di foglie lisce, forma cilindrica polpa bianca succosa<br />
e dolce e un nucleo tenero, commestibile senza difficoltà.<br />
Raggiunge il peso di 2,3 - 2,7 kg. Ha la particolarità di rimanere<br />
verde anche dopo maturazione.<br />
Perola: Ha un peso medio di 0,9 -1 kg. Contiene un alto contenuto<br />
di zucchero (13 - 16° Bx) e un alto contenuto di acido<br />
ascorbico. È resistente alla siccità, agli insetti infestanti e ai nematodi,<br />
ma d’altro lato è molto sensibile all’infezione da fungo<br />
Fusarium, soprattutto se coltivata in Brasile.<br />
Perolera: Le foglie sono larghe e lunghe, di colore verde chiaro<br />
alla base. La buccia del frutto è di colore giallo-rosso, il colore<br />
della polpa è giallo acceso, priva di fibre, con un basso<br />
contenuto di zucchero (12° Bx). Il peso medio varia da 1,5 kg<br />
a 3 kg. Buona produttrice di slices, questa cultivar è resistente<br />
all’infezione da fungo Fusarium, ma soggetta a danni meccanici<br />
e sensibile ad attacchi da MelanolomaViatrix.<br />
Queen: Questa varietà è destinata al mercato fresco. I frutti pesano<br />
in media da 0,5 a 1,4 kg e sono dotati di foglie spinose. Il<br />
colore della polpa è giallo-dorato con la consistenza croccante e<br />
il sapore dolce e delicato. Contiene un alto contenuto di zuccheri.<br />
Viene generalmente raccolto precedentemente alla maturazione,<br />
in quanto ha una buona resistenza e tolleranza a stress ed<br />
agenti patogeni; è altamente suscettibile però al freddo e all’assenza<br />
di luce. Il frutto fresco è un’eccellente fonte di Manganese.<br />
Red Spanish: è una varietà coltivata nelle Indie Occidentali, in<br />
Messico, ai Caraibi e nel Venezuela, dove costituisce ben l’85%<br />
della produzione di <strong>ananas</strong>. La pianta ha le foglie spinose e<br />
un’alta capacità di produrre strutture vegetali aggiuntive. Il frutto<br />
ha una forma quadrata, pesa 1-2 kg con una polpa di colore<br />
giallo paglierino, ricca di fibre e dal profumo aromatico. Ha un<br />
contenuto di zuccheri medio (12° Bx), con un basso livello di acidità.<br />
Non è eccessivamente tenero, tale da non soffrire i tempi<br />
di spedizione grazie all’alta tolleranza a temperature e siccità. È<br />
sensibile ai nematodi, ma non tanto quanto la Smooth Cayenne.<br />
Smooth Cayenne: è una delle varietà più coltivata in tutto il<br />
mondo, con il ciclo produttivo fra i più lunghi. Si ritiene che anticamente<br />
fosse coltivata dagli Indiani d’America in Venezuela. La<br />
sua origine è Cayenne (Guyana francese), poi nel 1820 raggiunse<br />
il Giardino Botanico Reale di Kew, in Inghilterra, dove le sono<br />
state apportate delle migliorie, arrivando a commercializzarla in<br />
Jamaica e nel Queensland, in Australia. Fino a poco tempo fa<br />
negli Stati Uniti era la varietà maggiormente presente, proveniente<br />
dalle Hawaii, ma l’aumento del costo del lavoro ha fatto<br />
si che le coltivazioni si spostassero nelle Filippine nel 1912. Le<br />
foglie sono lunghe circa 0.9 m, senza spine. Il frutto è di forma<br />
cilindrica, pesa dai 2.3 ai 2.7 kg; la polpa ha un colore che vira<br />
dal giallo pallido al giallo, con un basso contenuto di fibre. Il suo<br />
alto contenuto di zuccheri (13-19° Bx) e il sapore leggermente<br />
acido lo rendono adatto all’industria conserviera e di trasformazione,<br />
ma è molto apprezzato anche per l’inscatolamento,<br />
avendo una polpa sufficientemente fibrosa che gli consente di<br />
essere affettato o ridotta a cubetti. Ha una scarsa capacità di<br />
produrre ventose e germogli. È suscettibile a piaghe e malattie,<br />
ma ha una buona tolleranza al degradamento della polpa. È<br />
stato via via sostituito soprattutto dalla varietà MD-2.<br />
Spanish from Singapur: Varietà prodotta soprattutto nel<br />
sud-est asiatico, usata per l’inscatolamento, ma in grado anche<br />
di produrre succo di alta qualità. Le foglie sono lunghe e<br />
affusolate verso la punta. I frutti pesano 1-2 kg con una polpa<br />
di colore giallo-dorato. Ha un valore di zuccheri contenuto (10-<br />
12° Bx) e una bassa acidità. Buon produttore di polloni e slices.<br />
Questa cultivar è suscettibile ai nematodi e al degradamento<br />
della polpa.<br />
N/18
Standard di commercializzazione dell’ANANAS<br />
Per valutare la qualità dei frutti ci si basa sull’Unece Standard DDP-<br />
28, riguardante il controllo della qualità commerciale e di marketing<br />
dell’<strong>ananas</strong> essiccato.<br />
1. DEFINIZIONE DEL PRODOTTO<br />
Questo standard si applica all’<strong>ananas</strong> essiccato ottenuto da varietà<br />
cresciute da Ananas comosus (L.) Merr., destinato al consumo diretto<br />
o inteso come alimento quando vi è l’intenzione di miscelarlo con altri<br />
prodotti per il consumo diretto senza ulteriori lavorazioni.<br />
Questo standard non si applica ad <strong>ananas</strong> essiccato zuccherato, aromatizzato<br />
o per la lavorazione industriale.<br />
L’<strong>ananas</strong> essiccato può presentarsi in uno dei seguenti stili:<br />
a Fette intere – consistono di fette circolari uniformemente tagliate o<br />
anelli tagliati attraverso l’asse del cilindro dell’<strong>ananas</strong> pelato e privo<br />
di torsolo;<br />
b Fette mezze – consistono di mezze fette approssimativamente circolari,<br />
uniformemente tagliate;<br />
c Fette rotte – consistono di porzioni di forma arcuata che non richiedono<br />
uniformità nelle dimensioni e/o forme;<br />
d Spicchi longitudinali (spear) – consistono di sezioni sottili tagliate<br />
radialmente e longitudinalmente dal cilindro dell’<strong>ananas</strong> pelato e<br />
privo di torsolo;<br />
e Bocconcini – consistono di sezioni a forma di cuneo ragionevolmente<br />
uniformi tagliate da fette o porzioni di queste.<br />
f Pezzi – consistono di unità piccole e spesse, tagliate da fette e/o<br />
dall’<strong>ananas</strong> pelato e senza torsolo;<br />
g Cubetti – consistono di unità a forma di cubo ragionevolmente uniformi.<br />
2. DISPOSIZIONI RELATIVE ALLA QUALITÀ<br />
Lo scopo dello standard è quello di definire i requisiti di qualità dell’<strong>ananas</strong><br />
essiccato allo stadio di controllo in esportazione dopo la preparazione<br />
e il confezionamento.<br />
Requisiti minimi<br />
In tutte le categorie soggette alle disposizioni speciali per ogni classe<br />
e alle tolleranze ammesse, l’<strong>ananas</strong> essiccato deve mostrare le seguenti<br />
caratteristiche:<br />
• intatto (solo per fette intere); tuttavia, angoli leggermente strappati,<br />
danni superficiali lievi e piccoli graffi non sono considerati come<br />
difetti;<br />
• sano; un prodotto affetto da decomposizione o deterioramento tale<br />
da renderlo inadeguato al consumo umano è escluso;<br />
• pulito; praticamente privo di ogni materiale estraneo visibile;<br />
• sufficientemente maturo;<br />
• privo di parassiti vivi, qualunque sia il loro stadio di sviluppo;<br />
• privo di danni causati da parassiti, inclusa la presenza di insetti e/o<br />
acari morti, loro resti o escrementi;<br />
• privo di imperfezioni, aree di discolorazione o macchie diffuse in<br />
netto contrasto con il resto del prodotto che interessano complessivamente<br />
più del 20 per cento della superficie del prodotto;<br />
• privo di filamenti di muffa visibili a occhio nudo;<br />
• privo di fermentazione;<br />
• privo di umidità esterna anormale;<br />
• privo di odori e/o sapori estranei eccetto per un lieve sapore salato<br />
di cloruro di sodio e/o cloruro di calcio e un leggero odore di conservanti/additivi,<br />
inclusa l’anidride solforosa.<br />
La condizione dell’<strong>ananas</strong> essiccato deve essere tale da garantirgli di:<br />
• sopportare il trasporto e il maneggiamento,<br />
• arrivare in condizioni soddisfacenti al luogo di destinazione.<br />
Contenuto d’umidità<br />
L’<strong>ananas</strong> essiccato deve avere un contenuto di umidita come segue:<br />
• non superiore al 20.0 per cento per <strong>ananas</strong> essiccato non trattato;<br />
• sopra al 20.0 per cento ma non superiore al 44.0 per cento per<br />
<strong>ananas</strong> essiccato trattato con conservanti o conservato con altri<br />
mezzi (es. pastorizzazione). Prodotti tra 26.0 e 44.0 per cento dovrebbero<br />
essere etichettati come frutta morbida/umidità elevata.<br />
Classificazione<br />
In conformità con i difetti permessi nella sezione “4. Disposizioni relative<br />
alle tolleranze”, l’<strong>ananas</strong> essiccato è catalogato nelle seguenti<br />
classi: Classe “Extra”, Classe I, Classe II.<br />
I difetti permessi non devono interessare l’aspetto generale del prodotto<br />
per quanto riguarda la qualità, il mantenimento della qualità e la<br />
presentazione nella confezione.<br />
3. DISPOSIZIONI RELATIVE ALLA CALIBRAZIONE<br />
La dimensione dell’<strong>ananas</strong> essiccato è opzionale.<br />
4. DISPOSIZIONI RELATIVE ALLE TOLLERANZE<br />
In tutte le fasi della commercializzazione, tolleranze nella qualità e dimensione<br />
devono essere ammesse in ogni lotto per prodotti che non<br />
soddisfano i requisiti minimi delle classi indicate.<br />
Tolleranze nella qualità<br />
Difetti ammessi<br />
Tolleranze ammesse,<br />
percentuale di prodotti difettosi,<br />
per numero o peso<br />
Classe Extra Classe I Classe II<br />
a Tolleranze per prodotti che non<br />
soddisfano i requisiti minimi<br />
10 15 20<br />
di cui non più di:<br />
Danni causati dal calore<br />
durante l’essiccazione che<br />
5 8 10<br />
influenzano il sapore<br />
Ammuffito 0 0.5 1.0<br />
Fermentazione 0.5 1 2<br />
Decomposizione 0 0.5 1<br />
Danni da parassiti 2 2 6<br />
Parassiti vivi 0 0 0<br />
b Tolleranze nelle dimensioni<br />
(se calibrato)<br />
Per prodotti che non si<br />
adeguano alla dimensione 10 10 10<br />
indicata, in totale<br />
Presenza di altri stili tra quelli<br />
indicati (per peso)<br />
2 7 13<br />
c Tolleranze per altri difetti<br />
Materiali estranei di origine<br />
organica come torsolo e<br />
frammenti di buccia<br />
1 2 3<br />
(pezzi per kilo)<br />
Materiali estranei di origine<br />
minerale (per peso)<br />
0.025 0.025 0.025<br />
5. DISPOSIZIONI RELATIVE ALLA PRESENTAZIONE<br />
Uniformità<br />
Il contenuto di ogni confezione deve essere uniforme e contenere solo<br />
<strong>ananas</strong> essiccato della stessa origine, qualità, stile e dimensione (se<br />
il prodotto è calibrato).<br />
La parte visibile del contenuto della confezione deve essere rappresentativa<br />
dell’intero contenuto.<br />
Confezionamento<br />
L’<strong>ananas</strong> essiccato deve essere confezionato in maniera tale da proteggere<br />
correttamente il prodotto.<br />
Il materiale usato all’interno della confezione deve essere pulito e di<br />
una qualità tale da evitare di causare alcun danno esterno o interno al<br />
prodotto. L’uso di materiali, in particolare di carta e timbri contenenti<br />
le specifiche commerciali, è ammesso, purché la stampa e l’etichettatura<br />
siano state fatte con inchiostro o colla non tossici.<br />
Le confezioni devono essere prive di qualsiasi materiale estraneo in<br />
conformità con la tabella delle tolleranze nella sezione “4. Disposizioni<br />
relative alle tolleranze”.
AVVERSITÀ<br />
Insetti<br />
È fondamentale conoscere a fondo i vari tipi di infestanti e parassiti<br />
che possono dar luogo a patologie per la pianta di Ananas<br />
che spesso viene attaccata in tempi differenti del proprio ciclo<br />
vitale, con impatti conseguentemente variabili.<br />
Attacchi fungini<br />
Marciume nero<br />
Il marciume nero è una patologia dell’<strong>ananas</strong> causata<br />
da un fungo, C. paradoxa, diffuso nelle zone tropicali.<br />
Colpisce anche altre coltivazioni, come cocco, canna da<br />
zucchero e banana. I sintomi sono marciume molle e annerimento<br />
della parte basale del tessuto staminale della parte vegetativa<br />
che, se tenuta umida, può promuovere il progresso dell’infezione<br />
fino a colpire l’intera pianta e le adiacenti.<br />
Alcuni marciumi che colpiscono gli <strong>ananas</strong> possono essere causati<br />
da varie specie di Phytophthora e Pythium che attaccano e<br />
distruggono l’apparato radicale.<br />
I sintomi includono una riduzione della crescita delle piante, lo<br />
sviluppo di foglie rossastre, imbrunimento dei margini delle foglie<br />
e il declino delle piante fino alla morte. È consigliabile utilizzare<br />
sementi sane ed evitare lunghi periodi di eccessiva umidità del<br />
suolo. Questi organismi possono diffondersi attraverso il fusto<br />
principale e infettare anche i frutti in via di sviluppo.<br />
Il marciume nero può essere controllato con la raccolta<br />
in un clima atmosferico secco e curando le<br />
piante madri in zone con condizioni strategiche.<br />
La Red Spanish è una cultivar più resistente a questa<br />
patologia rispetto alla Smooth Cayenne, ma anche le cultivar<br />
ibride hanno mostrato una grande sensibilità.<br />
Il marciume del cuore è causato da Phytophthora cinnamomi e<br />
da P. parasitica nelle zone calde. Le loro zoospore sono chimicamente<br />
trasferite ai tricomi e penetrano all’interno delle cellule<br />
delle giovani foglie.<br />
Marciume secco<br />
Il marciume secco è causato dal fungo Fusariumsubglutinans.<br />
In Brasile questo patogeno ha<br />
provocato gravi perdite nelle tre principali cultivar:<br />
Perola, Jupi e Smooth Cayenne, con livelli di infezione variabili<br />
dal 2% al 30%. Le infezioni allo stelo si verificano alla base<br />
della foglia, causando rosette e la curvatura della pianta. I terreni<br />
possono rimanere infetti per diversi mesi in quanto il fungo può<br />
sopravvivere per 6-13 settimane a seconda dell’umidità e della<br />
temperatura. La diffusione del patogeno è promossa principalmente<br />
dagli insetti ma anche dal vento.<br />
Cocciniglie<br />
Le cocciniglie sono insetti fitofagi molto comuni a livello globale.<br />
Un controllo insufficiente di questi infestanti può<br />
condurre alla perdita di intere coltivazioni di piante<br />
di <strong>ananas</strong>. Gli adulti di cocciniglie sono bianchi, di forma ovale,<br />
con pelle morbida dai filamenti cerosi di varie lunghezze. Sebbene<br />
mobili, questi insetti sono normalmente quiescenti e vivono<br />
in gruppi di oltre 20 individui. Il primo stadio larvale è la fase più<br />
attiva, dove si muovono sulla pianta ospite alla ricerca di una zona<br />
dove stabilirsi e alimentarsi. Le cocciniglie si nutrono della linfa<br />
delle piante ospiti, secernendo poi una melata, un liquido dolce<br />
e appiccicoso di cui spesso si nutrono colonie di formiche, loro<br />
simbionti.<br />
I danni provocati dalle cocciniglie si mostrano come un deperimento<br />
dei bordi delle foglie, a partire dalle punte, con la creazione<br />
di zone giallo-rossastre, per poi accentuarsi con un arresto della<br />
crescita delle radici e l’eventuale collasso della pianta. È fondamentale<br />
l’utilizzo di sementi sane per evitare l’intaccamento in<br />
impianti appena nati; perciò è essenziale il monitoraggio<br />
costante delle piante madri, in particolare nella pagina<br />
inferiore delle foglie, per valutare la presenza<br />
di cocciniglie. È consigliabile quindi sottostare a un periodo di<br />
quarantena prima di procedere con la semina.<br />
Diaspis Bromelia (Scales)<br />
Questo parassita spesso si accumula sulla corona,<br />
durante lo sviluppo dei frutti e al momento del raccolto,<br />
oppure sulla parte superiore della foglia, sviluppando<br />
delle macchie gialle simili a vesciche. Una grossa infestazione<br />
da Scales può portare a ingrigimento della pianta oltre che a<br />
fogliame danneggiato. Questo parassita può essere limitato o con<br />
controlli chimici o tramite i suoi naturali nemici: vespe, coccinelle,<br />
coleotteri. Gli esemplari femminili di Scales non sono mobili, a parte<br />
nella fase larvale, indispensabile per la dispersione dell’insetto.<br />
Gli Scales maschili hanno le ali ma volano solo per individuare<br />
femmine con cui accoppiarsi. A scopo preventivo, utilizzare sementi<br />
il più pulite possibile e un terreno sano per l’avvio di nuovi<br />
impianti, controllando spesso le piante. L’impatto che ha sull’<strong>ananas</strong><br />
è variabile, in Australia ad esempio non limita la produzione di<br />
frutta ma ne pregiudica l’aspetto, diminuendone il valore di mercato.<br />
In altri luoghi, come il Sud Africa e le Hawaii, un’alta densità<br />
di questo infestante può portare invece alla morte della pianta.<br />
Acari<br />
Diverse specie di acari possono infestare l’<strong>ananas</strong><br />
tra i quali il più frequente è il Pineapple Red Mite<br />
N/20
(Dolichotetranychus), ben visibile per via del suo colore rosso-arancione<br />
e lungo circa 0.3-0.4 mm. Si ritrova nella porzione<br />
basale delle foglie, in particolare sulla corona, dove si nutre. L’acaro<br />
rosso può diventare un problema solo se il seme dovesse<br />
essere conservato in un ambiente asciutto. L’acaro blister<br />
(Phyllocoptrutasamurae), invece, è il più piccolo, lungo 0.1 mm<br />
e di colore gessoso, rilevato principalmente sulle <strong>ananas</strong> delle<br />
Hawaii. L’acaro blister può essere tenuto sotto controllo mediante<br />
immersione del materiale di semina in un acaricida approvato<br />
come l’endosulfan. Il Pineapple Mite (Schizotetranychus<br />
asparagi) può recare gravi danni soprattutto in un nuovo impianto,<br />
dove le piante che sono infestate nelle prime fasi ri<strong>mango</strong>no<br />
piccole e i frutti che producono sono ridotti o inesistenti; nei<br />
casi più gravi la pianta può morire prima di produrre frutta. L’acaro<br />
Pineapple Tarsonemid Mite, anche conosciuto come<br />
“acaro dell’<strong>ananas</strong>”, può essere ritrovato come infestante<br />
anche nelle ultime fasi di crescita fenologica della pianta.<br />
Nematodi<br />
Il periodo di inattività di un terreno tra una cultura<br />
e l’altra è un periodo importante per il controllo<br />
dei parassiti: l’aratura del terreno deve essere accurata ed effettuata<br />
con frequenza tale da inibire la loro crescita, in quanto<br />
sono favoriti dalla decomposizione della cultura precedente. Si<br />
possono conteggiare anche fino a 100.000 nematodi per cm 3 di<br />
terreno. Quattro specie di nematodi sono state associate ai danni<br />
alle piante di <strong>ananas</strong>:<br />
Root-knot nematodes (Meloidogynejavanica e Meloidogyne<br />
incognita)<br />
Reniform nematode (Rotylenchulusreniformis)<br />
Root-lesion nematode (Pratylenchusbrachyurus).<br />
Il sintomo più evidente del Root-knot nematode è la comparsa<br />
di galle: rigonfiamenti irregolari sulle radici, in questo caso a forma<br />
di clava. Sintomi meno evidenti prevedono l’arresto della crescita<br />
della pianta, stress idrico, danneggiamento delle radici che causa<br />
la perdita della capacità di ancorarsi al suolo. Le femmine infettano<br />
la radice, vi si insediano in modo stabile e cominciano ad<br />
alimentarsi, diventando gonfie e producendo le uova.<br />
Il Reniform nematode, provoca anch’esso l’arresto della crescita<br />
delle piante, con sintomi gravi che possono causare il crollo totale<br />
e la morte delle piante. Le piante affette da questo nematode ri<strong>mango</strong>no<br />
ben ancorate al terreno e sulle radici infette compaiono<br />
dei noduli: spesso un agglomerato di terreno e matrice femminile.<br />
I sintomi di infezione del Root-lesion nematode, invece, sono<br />
caratterizzati da una lesione nera che avanza lungo la radice, in<br />
base a dove si dirigono i nematodi per alimentarsi.<br />
A scopo preventivo, occorre cercare i segni di alimentazione<br />
nematode sulle radici delle piante madri prima di utilizzarne le<br />
sementi. È bene che il terreno riposi per sei mesi di modo che<br />
nematodi possano essere eliminati.<br />
Sinfili<br />
I Sinfili sono miriapodi lunghi circa 4 mm che, nutrendosi di radici,<br />
possono danneggiare le piantagioni di <strong>ananas</strong>. In seguito all’infezione<br />
l’intero sistema radicale viene ridimensionato e diventa<br />
oggetto di attacchi fungini che causano l’arresto della crescita<br />
della pianta.<br />
La temperatura del suolo influenza i movimenti dei sinfili, così<br />
come l’umidità ne limita la crescita; anche se a volte potrebbe<br />
rivelarsi l’habitat ideale per la loro riproduzione e sopravvivenza,<br />
difatti questi organismi proliferano nei terreni ben aerati, con un<br />
alto contenuto di materia organica ma possono sopravvivere fino<br />
a 4 mesi senza alimentarsi, se l’umidità del terreno è adatta.<br />
Altri insetti<br />
Altri organismi attratti dalla decomposizione della cultura precedente<br />
sono gli scarabei di piccole dimensioni e i coleotteri, tra cui<br />
Carpophilushumeralis, Carpophilushemipterus e Haptoncusocularis.<br />
Le femmine fertili di questi insetti depongono più di 1.400<br />
uova e il ciclo vitale che conduce esse da uovo ad adulto dura<br />
circa 21 giorni.<br />
Le larve si nutrono della polpa fruttifera ormai decomposta delle<br />
coltivazioni precedenti, mentre gli adulti possono attaccare le<br />
piante di <strong>ananas</strong> ad ogni stadio di crescita, per fortuna non provocando<br />
un impatto visibile sulle piantagioni.<br />
Gli studiosi Chang e Jensen (1974) hanno identificato questo tipo<br />
di insetti come possibili vettori del fungo Chalaraparadoxa e Thielaviopsisparadoxa,<br />
che causa il marciume nero.<br />
Altre piaghe che affliggono la cultura di <strong>ananas</strong> sono i moscerini<br />
della frutta, la falena Licus Castnia e la farfalla Basilide Tecla. Da<br />
non dimenticare la Melanoloma Viatrix, una mosca che depone le<br />
uova all’interno dei frutti e le cui larve si nutrono della polpa degli<br />
<strong>ananas</strong> causando danni alla qualità e alla produzione.<br />
Erbe infestanti<br />
La gestione delle erbe infestanti è fondamentale perché competono<br />
con la pianta per l’acqua, i nutrienti e la luce; inoltre possono<br />
ospitare parassiti e virus.<br />
Un rischio legato all’eliminazione delle erbe infestanti, però, potrebbe<br />
essere un’erosione eccessiva del suolo: l’<strong>ananas</strong> infatti è<br />
tendenzialmente lenta nella sua crescita, ritardando così la copertura<br />
totale del suolo.<br />
Procioni, scoiattoli e opossum a volte si nutrono di <strong>ananas</strong><br />
maturi. Per evitare ciò, è consigliabile coprire la frutta con un sacchetto<br />
di carta o un giornale.<br />
N/21
CURIOSITÀ<br />
L’<strong>ananas</strong> è un’ottima fonte di fibra di grande qualità data: la sua<br />
consistenza, la sua lunghezza, la sua capacità di trattenere grandi<br />
quantità di acqua e colorante, la sua resistenza alla salsedine<br />
e alla trazione.<br />
In alcuni Paesi le fibre di <strong>ananas</strong> vengono utilizzate nell’industria<br />
dell’abbigliamento (data la sua consistenza simile alla seta) e<br />
nell’industria cartaria (la fibra d’<strong>ananas</strong> viene utilizzata per produrre<br />
lastre sottili e flessibili di carta).<br />
L’utilizzo dei sottoprodotti delle lavorazioni delle piante di <strong>ananas</strong><br />
sono stati incoraggiati per la produzione di mangimi zootecnici.<br />
Le foglie possono essere utilizzate in tre forme: fresche, essiccate<br />
e insilate. I cuori e le bucce, uniti alla melassa, sono impiegati per<br />
l’alimentazione animale.<br />
Un uso alternativo del frutto prevede il suo utilizzo<br />
nell’industria farmaceutica, grazie a una sostanza estratta<br />
dal gambo dell’<strong>ananas</strong> tramite tecnica di precipitazione: la bromelina,<br />
un enzima utilizzato da almeno dieci anni e prodotto tradizionalmente<br />
alle Hawaii, ma che attualmente è stato estratto in<br />
altri Paesi come Taiwan, Tailandia, Brasile e Porto Rico. I suoi<br />
effetti sono molteplici: facilita il processo digestivo,<br />
controlla l’evoluzione di stati infiammatori e aiuta la<br />
ripresa da traumi sportivi.<br />
La bromelina viene utilizzata anche nell’industria alimentare, in<br />
quanto è in grado di rendere più tenera la carne, ma viene anche<br />
usata come additivo nella birra per renderla più chiara; nella solubilizzazione<br />
delle proteine; nel trattamento dei rifiuti di pesce.<br />
Viene anche impiegata nella produzione di proteine idrolizzate,<br />
aumentando la solubilità della gelatina.<br />
L’<strong>ananas</strong> contiene circa l’80-85% di acqua e l’’81-87% di umidità,<br />
il 13-19% di solidi totali, mentre la fibra può arrivare al 2-3%. Fra<br />
gli acidi organici, l’acido citrico è il più importante.<br />
La polpa ha un basso tenore di ceneri, composti azotati e lipidi<br />
(0,1%). Dal 25 al 30% dei composti azotati sono proteine.<br />
L’<strong>ananas</strong> fresco contiene sali minerali come calcio, potassio, fosforo<br />
e sodio, oltre a essere una ricca fonte di vitamina C.<br />
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA<br />
Kenneth G. Rohrbach and Marshall W. Johnson, CAB International<br />
The Pineapple: Botany, Production and Uses, Plant and Environmental<br />
Protection Sciences, Chapter 9 Pests, Diseases and<br />
Weeds, CTAHR, University of Hawaii at Manoa, Honolulu, USA,<br />
2003.<br />
J. De La Cruz Medina, H.S. García, Pineapple: Post-harvest Operations,<br />
Danilo Mejía, PhD - Agricultural and Food Engineering Technologies<br />
Service, 2005.<br />
Johnna Svenneling, Constructing a solar dryer for drying of pineapples,<br />
Implementing a solar dryer for sustainable development in<br />
Ghana, Karlstads University, 2012.<br />
Jonathan H. Crane, Pineapple Growing in the Florida Home Landscape,<br />
U.S. Department of Agriculture, UF/IFAS Extension Service,<br />
University of Florida, 2006.<br />
Aremu, M. O., Rafiu M. A., Adedeji, K. K., Pulp and paper production<br />
from Nigerian Pineapple leaves and corn straw as substitute to<br />
wood source, International Research Journal of Engineering and<br />
Technology, 2015.<br />
Julia F. Morton, Pineapple. p. 18–28. In: Fruits of warm climates,<br />
Miami FL, 1987 .<br />
USDA,Shipping Point and Market Inspection Instructions for Pineapples<br />
, 2008<br />
USDA, United States Standards for Grades of Pineapples, 2008<br />
http://entnemdept.ufl.edu/creatures/FRUIT/MEALYBUGS/pineapple_mealybug.htm<br />
www.fao.org/nr/water/cropinfo_pineapple.html<br />
www.lepiantedafrutto.it/frutti-esotici/coltivazione-dell<strong>ananas</strong>/<br />
www.my-personaltrainer.it/fitoterapia/<strong>ananas</strong>-indicazioni-terapeutiche.html<br />
www.my-personaltrainer.it/integratori/bromelina.html<br />
www.evergreens.co.za/pineapples/375-queen-pineapple.html<br />
http://fructidor.it/newsdetail.aspx?idn=31259&title=Il-successo-dell’<strong>ananas</strong>-MD2-ne-incrementer%C3%A0-la-coltivazione<br />
www.piante.it/<strong>ananas</strong>/<br />
www.disi.unige.it/person/RibaudoM/didattica/stan/progetti/tropicali/Ananas+.html<br />
N/22
N/23
MANGO<br />
Una bontà dalla storia millenaria.<br />
Nome inglese: Mango<br />
Nome scientifico: Mangifera Indica<br />
Classificazione botanica<br />
Classe: Magnoliopsida<br />
Ordine: Sapindales<br />
Famiglia: Anacardiaceae<br />
Genere: Mangifera<br />
Specie: Mangifera Indica<br />
INFORMAZIONI NUTRIZIONALI<br />
valori medi per 100 g di prodotto<br />
Calorie: kcal 64<br />
Energia: kJ 269<br />
Proteine: g 0.8<br />
Carboidrati: g 15.0<br />
di cui zuccheri: g 13.7<br />
Grassi: g 0.4<br />
di cui saturi: g 0.1<br />
Fibre alimentari: g 1.6<br />
Sale: g 0.00<br />
Minerali Vitamine<br />
Aminoacidi Grassi<br />
Calcio mg 11<br />
Ferro mg 0.16<br />
Magnesio mg 10<br />
Fosforo mg 14<br />
Potassio mg 168<br />
Sodio mg 1<br />
Zinco mg 0.09<br />
Rame mg 0.111<br />
Manganese mg 0.063<br />
Selenio µg 0.6<br />
Ac. Ascorbico mg 36.4<br />
Tiamina mg 0.028<br />
Riboflavina mg 0.038<br />
Niacina mg 0.669<br />
Ac. Pantotenico mg 0.197<br />
Vitamina B6 mg 0.119<br />
Folati µg 43<br />
Vitamina B12 µg 0.00<br />
Vitamina A IU IU 1082<br />
Vitamina A, RE µg 54<br />
Vitamina E, αTe mg 0.9<br />
Triptofano* g 0.013<br />
Treonina* g 0.031<br />
Isoleucina* g 0.029<br />
Leucina* g 0.05<br />
Lisina* g 0.066<br />
Metionina* g 0.008<br />
Fenilalanina* g 0.027<br />
Tirosina g 0.016<br />
Valina* g 0.042<br />
Arginina g 0.031<br />
Istidina* g 0.019<br />
Alanina g 0.082<br />
Ac. Aspartico g 0.068<br />
Ac. glutammico g 0.096<br />
Glicina g 0.034<br />
Prolina g 0.029<br />
Serina g 0.035<br />
A. grassi saturi g 0.092<br />
4:0 g 0.000<br />
6:0 g 0.000<br />
8:0 g 0.000<br />
10:0 g 0.000<br />
12:0 g 0.001<br />
14:0 g 0.013<br />
16:0 g 0.072<br />
18:0 g 0.004<br />
A. grassi monoinsaturi g 0.140<br />
16:1 g 0.067<br />
18:1 g 0.075<br />
20:1 g 0.000<br />
22:1 g 0.000<br />
A. grassi polinsaturi g 0.071<br />
18:2 g 0.019<br />
18:3 g 0.051<br />
18:4 g 0.000<br />
20:4 g 0.000<br />
20:5 n-3 g 0.000<br />
22:5 n-3 g 0.000<br />
22:6 n-3 g 0.000<br />
Colesterolo g 0<br />
* aminoacidi essenziali<br />
N/24<br />
Fonte: USDA National Nutrient Database for Standard Reference
ORIGINI E CENNI BOTANICI<br />
Il <strong>mango</strong> ha origine ai piedi dell’Himalaya, sul versante<br />
indiano. Appartiene al genere Mangifera, che è composto<br />
da circa 30 specie di alberi da frutto tropicali della famiglia delle<br />
Anacardiaceae. India e Cina attualmente sono i maggiori<br />
produttori mondiali. In Italia si trova qualche coltivazione<br />
nel meridione, in particolare in Sicilia. È un frutto molto antico, si<br />
presume che venisse coltivato già 6000 anni fa. La sua esistenza<br />
è documentata negli scritti indù risalenti al 4000 a.C., in particolare<br />
dai monaci buddisti che erano dediti alla sua coltivazione. Il<br />
<strong>mango</strong> è considerato da quelle popolazioni del sud-est asiatico<br />
un frutto sacro, perché si diceva che il Buddha stesso meditasse<br />
sotto un albero di <strong>mango</strong>. I suoi semi viaggiarono a partire circa<br />
dal 300 o 400 d.C.<br />
I portoghesi, sbarcati a Calcutta nel 1498, furono i primi a stabilire<br />
un commercio di <strong>mango</strong>, mentre gli esploratori spagnoli portarono<br />
questo frutto in Sud America e Messico nel 1600. Il Mango,<br />
oggi, è un ingrediente fondamentale nelle cucine di tutti i paesi<br />
tropicali e subtropicali.<br />
L’albero del Mangifera Indica è un sempreverde vigoroso che può<br />
raggiungere dimensioni elevate (arriva fino a 40 metri, in clima<br />
tropicale), con un apparato radicale importante che permette un<br />
ancoraggio ottimale anche in terreni particolarmente siccitosi.<br />
La corteccia è liscia, di color grigiastro, rugosa e ricca di canali<br />
resiniferi. Nella zona apicale dei rami si possono trovare le foglie,<br />
che sono perenni, lunghe dagli 8 ai 40 cm con forma oblunga o<br />
lanceolata munita di lamina coriacea con le due estremità acute.<br />
Le foglie sono di un colore verde intenso nella pagina superiore e<br />
verde pallido in quella inferiore, il peziolo è lungo 1 - 1,5 cm.<br />
Generalmente sono le gemme terminali dello stelo a dar luogo<br />
all’infiorescenza, ma talvolta capita che siano anche le gemme<br />
ascellari. L’infiorescenza, che ha una forma a pannocchia situata<br />
in posizione apicale, dà luogo a numerosi fiori (sono centinaia<br />
per pannocchia), i quali sono costituiti ciascuno da 5 sepali<br />
e 5 petali. Coesistono contemporaneamente sia fiori ermafroditi<br />
(con 4-5 stami) che fiori seminiferi (il cui stame funzionante è uno),<br />
con una predominanza di fiori maschili, anche se ciò varia molto<br />
a seconda della cultivar.<br />
Fiore ermafrodita: è piccolo (circa 5 - 10 mm di diametro),<br />
pentamero, con i petali di colore bianco-rosati, e i sepali di colore<br />
verde. Possiede un solo stimma funzionale, quattro stami e un<br />
ovario unicellulare collegato al disco nettario.<br />
Fiore maschile: È strutturalmente simile al fiore ermafrodita,<br />
con l’assenza dell’ovario.<br />
Fiore femminile: Il gineceo (apparato sessuale femminile) è<br />
composto da un ovario con una sola cellula e da uno stilo curvo.<br />
I numerosi fiori raggiungono lo stadio completo dopo 25-30 giorni<br />
dall’inizio della fioritura, ma solo pochi diverranno frutti maturi.<br />
Pur essendo una pianta auto-fertile, quindi in grado di produrre<br />
frutti senza impollinazione incrociata, quest’ultima è favorita da<br />
alcuni insetti pronubi. L’impollinazione è di tipo entomofila.<br />
Il frutto è una drupa ovoidale rotonda o oblunga, con un mesocarpo<br />
carnoso e succoso.<br />
Possiede un solo seme, che si presenta come un grosso nocciolo<br />
tondeggiante, che può essere monoembrionico o poliembionico,<br />
racchiuso in un endocarpo duro, con fibre che si estendono nella<br />
polpa. Il seme separato dal frutto mantiene la sua germinabilità<br />
per non più di due settimane. Per quanto riguarda il frutto, esiste<br />
una certa variabilità dal punto di vista del colore, della forma e<br />
dimensione in base alla cultivar. L’epicarpo (lo strato più esterno) è<br />
di colore verde – amaranto prima della maturazione per poi virare<br />
sul giallo e verde mentre il mesocarpo può avere diverse tonalità<br />
di giallo che si avvicinano spesso al giallo intenso. La polpa è particolarmente<br />
carnosa, con la consistenza simile a quella di una<br />
pesca, con presenza di filamenti dati dalle fibre che partono dal<br />
nocciolo, ove la quantità dipende sia dal tipo di cultivar sia dalla<br />
qualità delle acqua d’irrigazione.<br />
PAESI PRODUTTORI<br />
Il <strong>mango</strong> è coltivato nella maggior parte dei paesi<br />
con climi subtropicali e tropicali, quindi dove c’è un<br />
clima più caldo e al riparo dal gelo.<br />
N/25
Nel 2005 la produzione mondiale di <strong>mango</strong> si attestava attorno<br />
a 28,51 milioni di tonnellate con una crescita anche delle importazioni<br />
in Europa. Nel 2009 la FAO ha pubblicato una classifica<br />
dove il <strong>mango</strong> risultava il secondo frutto tropicale maggiormente<br />
prodotto al mondo, dopo la banana.<br />
Paesi<br />
Tonnellate<br />
produzione è la Cina. Produttori minori sono la Thailandia,<br />
l’Indonesia, il Bangladesh e la Corea del Sud, un altro grande fornitore<br />
è l’America con il 13% della produzione mondiale: i coltivatori<br />
comprendono Florida, Coachella Valley in California, Caraibi,<br />
Hawaii, Messico. Il mercato americano, principalmente quello del<br />
Nord America, si rifornisce da Messico, Perù, Ecuador e Haiti.<br />
India<br />
Cina<br />
Thailandia<br />
Indonesia<br />
Pakistan<br />
Messico<br />
Brasile<br />
Bangladesh<br />
Nigeria<br />
15˙188˙000<br />
4˙350˙000<br />
2˙600˙000<br />
2˙131˙139<br />
1˙888˙449<br />
1˙827˙314<br />
1˙249˙521<br />
889˙176<br />
850˙000<br />
Per quanto riguarda l’Europa, gli Stati dove il <strong>mango</strong> è coltivato<br />
sono: Spagna (principalmente Andalusia, nella provincia di Málaga),<br />
che con il suo clima subtropicale è uno dei pochi posti in<br />
Europa continentale che permette la crescita di piante tropicali.<br />
Anche le Isole Canarie sono un esempio di coltivazione spagnola.<br />
Segue la Grecia e in minima parte l’Italia con la Sicilia. Il <strong>mango</strong><br />
prodotto in Sicilia ha trovato il suo mercato oltre che nelle aree<br />
locali, dove è consumato principalmente da minoranze etniche<br />
indiane e pakistane, anche su poche piattaforme della G.D.O.<br />
d’oltralpe.<br />
Filippine<br />
800˙551<br />
Fonte: FAOSTAT database, 2014 (http://www.unescap.org)<br />
L’Asia rende a livello mondiale il 77% di <strong>mango</strong>, quasi la metà<br />
dei manghi di tutto il mondo sono coltivati in India<br />
(che, insieme al Pakistan, riesce a soddisfare anche la richiesta<br />
del mercato asiatico), e il secondo paese in termini di<br />
I maggiori compratori europei di <strong>mango</strong> sono: Regno Unito, seguito<br />
dalla Francia e dalla Germania che ha subito un incremento<br />
del 26% dal 2002 al 2006. Anche l’Olanda ha importato 88.300 t<br />
di <strong>mango</strong> (10.6% UE) sempre nel 2006. L’Europa soddisfa la sua<br />
domanda interna principalmente grazie al Brasile, seguito dall’Asia<br />
e da alcuni Paesi dell’America e dell’Africa, detenente il 9%<br />
della produzione mondiale, che ha luogo soprattutto in Nigeria.<br />
Tonnellate<br />
≤ 847<br />
≤ 11310<br />
≤ 41911<br />
≤ 303063<br />
> 303063<br />
N/26
L’INFIORESCENZA<br />
IL FRUTTO<br />
ESIGENZE CLIMATICHE<br />
E CICLO VEGETATIVO<br />
Il <strong>mango</strong> è una specie versatile, come dimostra la sua produzione<br />
diffusa nel mondo. Ama il clima tropicale, ma riesce a vivere anche<br />
in ambienti subtropicali.<br />
Può essere coltivata ad un’altitudine massima di<br />
4.000 metri, anche se le produzioni migliori si verificano al di<br />
sotto dei 2.000 metri in quanto un allontanamento dall’habitat<br />
naturale può determinare produzioni tardive e taglie minori della<br />
pianta.<br />
La temperatura ottimale di crescita si aggira intorno<br />
i 24 - 27° C, in ogni caso tollera bene il calore (è stato verificato<br />
che le piante riescono a sopravvivere anche a temperature superiori<br />
ai 48°, presentando tuttavia danni ai frutti). È fondamentale<br />
invece che le temperature non scendano mai al di sotto degli 0° C.<br />
La pianta è in grado di resistere a terreni contraddistinti da siccità,<br />
e allo stesso tempo crescere in zone con forti piovosità. La cascola<br />
(così viene chiamata la caduta anormale e prematura di fiori<br />
e frutti), così come la dimensione e la qualità del frutto, possono<br />
essere influenzate da una buona irrigazione durante la fase di<br />
sviluppo del frutto.<br />
Il suolo ideale è quello alluvionale, ma può crescere anche<br />
in condizioni di aridità purché il terreno abbia la capacità di<br />
trattenere l’umidità e renderla disponibile per le piante in periodi<br />
più secchi: i terreni poco drenanti sono inadatti alla crescita del<br />
<strong>mango</strong>. Visto l’ingombrante apparato radicale (lo spessore delle<br />
radici varia sempre a seconda della cultivar) il <strong>mango</strong> necessita di<br />
un suolo profondo, le radici difatti si estendono particolarmente<br />
in terreni con tessitura media: fino a 1,5 mt dal fusto per arrivare a<br />
2,5 mt in quelli con tessitura sabbiosa. È ottimale un suolo poco<br />
compatto, fragile, friabile: la presenza di uno strato di terreno indurito,<br />
o un’alternanza di strati diversi, fanno sì che le radici penetrino<br />
con più difficoltà, senza contare che le strutture compatte<br />
impedirebbero le infiltrazioni d’acqua. I terreni con un contenuto<br />
di argilla inferiore al 15% o superiore al 30% non saranno in grado<br />
di fornire umidità sufficiente per le piante. È fondamentale che il<br />
suolo abbia un adeguato periodo di riposo, ossia che si asciughi<br />
per 2 o 3 mesi prima della fase di fioritura, per promuovere una<br />
buona formazione dei fiori: di solito ciò è indotto nelle aree subtropicali<br />
dalle basse temperature o di siccità, nei tropici. Questo<br />
fenomeno è attribuito a una stimolazione simultanea di sviluppo<br />
vegetativo durante i mesi autunnali, che, a sua volta, influenza la<br />
formazione di fiori in primavera.<br />
Il vento è un reale problema quando soffia impietoso, caldo e<br />
asciutto al momento della fioritura e dell’allegagione (fase iniziale<br />
dello sviluppo dei frutti successiva alla fioritura) per cui i frangivento<br />
e i ripari morti alle piantine sono necessari.<br />
Gli alberi di questa specie crescono meglio in terreni con pH<br />
compreso tra 6 e 7,2. La Mangifera Indica è sensibile agli accumuli<br />
di calcare, infatti se il pH del suolo dovesse superare il 7,5<br />
si ritroverebbero nelle foglie i segni di una carenza di ferro. Valori<br />
di pH inferiori o superiori a 7,2 sono invece causa di carenza<br />
di oligoelementi, in particolare fosfato e potassio. È richiesto un<br />
contenuto minimo di calcio di 200 ppm, un contenuto minimo<br />
di fosfato di 20 ppm e il potassio ideale invece va da 80 a 200<br />
ppm. Attenzione anche ai livelli di alluminio nel suolo: se non è<br />
superiore a 30 ppm, possono essere utilizzati terreni con un pH<br />
di 5,5 o superiore.<br />
N/27
Le fasi fenologiche<br />
Fase 1 Fase 2 Fase 3 Fase 4 Fase 5 Fase 6<br />
FASI FENOLOGICHE SECONDO LA SCALA BBCH:<br />
La scala BBCH (Biologische Bundesanstalt Bundessortenamt<br />
and Chemical industry) è un sistema di codifica che permette di<br />
descrivere gli stadi fenologici di alcune piante, mono e dicotiledoni,<br />
suddividendoli in stadi principali e secondari.<br />
La fase vegetativa del <strong>mango</strong> di solito dura dall’autunno<br />
all’estate.<br />
Fase 5 – Sviluppo dei frutti<br />
Gli stili sono ancora visibili quando il frutto comincia a ingrandirsi.<br />
Nell’arco di tempo in cui il frutto si trova tra il 10% e il 30% della<br />
sua dimensione finale avviene la cascola (fenomeno per cui, in<br />
condizioni sfavorevoli, vi è caduta anormale e prematura dei frutti).<br />
Il frutto raggiunge poi la dimensione standard, mantenendo<br />
una colorazione verde.<br />
Fase 1 – Sviluppo delle gemme<br />
Questa prima fase si sviluppa a partire da uno stadio di dormienza,<br />
dove le gemme si presentano chiuse e coperte da scaglie di<br />
colore verde – brunastro. Le gemme iniziano poi a ingrossarsi,<br />
con le scaglie che si separano man mano, e si ha infine il viraggio<br />
delle gemme dal verde chiaro al marrone-ramato scuro, con le<br />
punte dei germogli chiaramente visibili.<br />
Fase 2 – Sviluppo delle foglie<br />
Le punte delle foglie sono visibili oltre 10 mm dalle scaglie della<br />
gemma; le prime foglie si distendono e poco per volta si allontanano<br />
dal germoglio. La fase si conclude con tutte le foglie distese<br />
e chiaramente visibili.<br />
Fase 3 – Sviluppo del germoglio<br />
Si ha il germogliamento, in cui il singolo germoglio si sviluppa<br />
crescendo fino alla dimensione finale.<br />
Fase 4 – Sviluppo dell’infiorescenza<br />
In questa fase i boccioli, dapprima chiusi e ricoperti di squame<br />
verdi o marroni, si ingrossano e cominciano ad aprirsi. Si ha quindi<br />
la sbocciatura, in cui i primi fiori sono visibili e inizia lo sviluppo<br />
della pannocchia. Si allunga costantemente l’asse principale della<br />
pannocchia, mentre i fiori sono visibilmente separati gli uni dagli<br />
altri e parte lo sviluppo degli assi secondari della pannocchia, che<br />
andranno a virare dal verde al color cremisi.<br />
Qui le gemme dei fiori sono rigonfie e le punte dei petali sono<br />
visibili. Infine gli assi secondari si sono sviluppati completamente,<br />
con molti fiori color cremisi con le punte dei petali visibili e un<br />
po’ aperte; le foglie sono completamente sviluppate, nel caso di<br />
pannocchie miste.<br />
Avviene ora l’apertura dei primi fiori e si può determinare una<br />
prima fioritura precoce quando sono aperti il 30% dei fiori della<br />
pannocchia e la piena fioritura quando la percentuale sale oltre<br />
il 50%. Si registra la fine della fioritura quando tutti i petali sono<br />
secchi o caduti e inizia lo sviluppo dei frutti (allegagione).<br />
Fase 6 – Maturazione dei frutti<br />
In quest’ultima fase avviene la maturità fisiologica del frutto:<br />
completamente sviluppato con la polpa all’interno di colore giallo<br />
pallido. L’esocarpo (buccia) inizia il cambiamento di colore fino a<br />
raggiungere il punto di maturazione ottimale per la raccolta: buona<br />
consistenza e sapore tipico. La fase termina con l’inizio della<br />
senescenza del frutto.<br />
TECNICHE COLTURALI<br />
Circa 6 settimane prima del trapianto di una piantina, o di un<br />
albero innestato, il fittone (ossia l’asse primario della radice) deve<br />
essere tagliato di circa 30 cm per incentivare lo sviluppo delle<br />
radici nel terreno. Una settimana prima dell’impianto, le piante<br />
andrebbero esposte al sole per alcune ore.<br />
Per quanto riguarda il sesto d’impianto, poiché questi alberi variano<br />
per quanto riguarda le dimensioni laterali, la spaziatura dipende<br />
dalla cultivar e del tipo di terreno e può variare da 10,5 a<br />
18 m tra gli alberi. Una distanza di 10,5 x 10,5 m permetterebbe<br />
35 alberi per acro (86 per ettaro); 15,2 x 15.2 m invece permette<br />
solo la presenza di 18 alberi per acro (44,5 per ettaro).<br />
Occorre fare attenzione che i filari dove le piante sono più vicine<br />
tra loro nel sesto siano orientati nord-sud, ciò è importante perché<br />
il <strong>mango</strong> richiede un’omogenea distribuzione della radiazione<br />
della luce da entrambi i lati “di produzione”. Proprio per questo<br />
motivo a una latitudine come quella italiana, ad esempio, occorre<br />
scegliere sesti rettangolari e non quadrati.<br />
Gli alberi più giovani dovrebbero essere collocati in fori preparati<br />
ed arricchiti di almeno 60 cm di profondità e larghezza.<br />
A seconda della tessitura riscontrata nel profilo del terreno, va effettuata<br />
una lavorazione profonda (definita scasso) che può andare<br />
da una aratura di 50-60 cm di profondità fino a un rivoltamento<br />
del terreno con l’ausilio di ruspe fino ad 1 metro di profondità.<br />
Lo scasso del terreno andrebbe effettuato preferibilmente a settembre-ottobre<br />
in modo tale da consentire al terreno un certo<br />
immagazzinamento delle acque meteoriche e un relativo asse-<br />
N/28
stamento del terreno stesso. L’impianto è invece consigliabile<br />
effettuarlo verso fine marzo-aprile, poichè in questo periodo le<br />
temperature cominciano a innalzarsi e le piante di <strong>mango</strong> hanno<br />
tutto il tempo per sviluppare il loro apparato radicale.<br />
Ogni giovane pianta andrà poi tutorata con un paletto di castagno<br />
con apposita rete ovina supportata da altri due paletti in castagno<br />
e rivestita da rete ombreggiante verde al 50%.<br />
Irrigazione<br />
Come anticipato precedentemente, la scarsa capacità di drenaggio<br />
di un terreno rappresenta il limite assoluto per la coltivazione<br />
del <strong>mango</strong>.<br />
Nei terreni a tessitura franco-argillosa (ossia con all’interno una<br />
grossa percentuale di argilla) è consigliabile la realizzazione di<br />
ampie porche (strisce di terreno sopraelevate e comprese tra due<br />
solchi) lungo i filari prima della messa a dimora delle piante, al fine<br />
di migliorarne la capacità drenante.<br />
In terreni leggeri (quali i sabbiosi), la frequenza di irrigazione dovrà<br />
essere maggiore rispetto a terreni pesanti (come quelli argillosi),<br />
anche se il terreno più esigente dal punto di vista idrico è quello<br />
ghiaioso-terroso.<br />
Il fabbisogno d’acqua varia da 50 a 400 litri/giorno<br />
per pianta, a seconda di vari fattori: tipo di terreno, condizioni<br />
climatiche, densità di impianto, varietà, fase fenologica (il fabbisogno<br />
d’acqua aumenta durante lo sviluppo del frutto), infine dimensioni<br />
ed età degli alberi (la richiesta aumenta con l’aumento<br />
della età, e diventa costante quando l’intera chioma si sarà sviluppata<br />
dopo circa 20/25 anni). In un nuovo impianto, gli alberi<br />
devono essere irrigati durante tutto l’anno, compresi i periodi di<br />
siccità che si verificano durante la stagione delle piogge, così da<br />
permettere un rapido sviluppo della pianta.<br />
cambiamenti chimici dell’acqua utilizzata.<br />
• Microclimatizzazione: Ha il compito di aumentare, nella<br />
zona della chioma, l’umidità relativa del sistema cercando di ricreare<br />
la condizione micro-climatica della pianta del suo areale<br />
geografico originario. Una maggiore umidità in prossimità degli<br />
stomi permetterà al sistema di massimizzare l’irrigazione a goccia,<br />
aumentandone l’efficienza di un ulteriore 5%. L’obiettivo di questo<br />
secondo impianto non deve essere quello di bagnare il terreno,<br />
ma di incrementare le molecole di acqua in sospensione nell’ambiente<br />
sotto forma di vapore, abbassando di qualche grado la<br />
temperatura e incrementando anche l’efficienza fotosintetica.<br />
Composizione chimica del terreno e fertilizzazione<br />
In fase preliminare occorre prevedere un’analisi del terreno, che<br />
verifichi:<br />
• Salinità: espressa in conducibilità elettrica, dell’estratto della<br />
pasta saturata. Valori di salinità superiori a 300 ppm porterebbero<br />
sicuramente danni alle foglie e alle radici.<br />
• Contenuto di sodio: la presenza di sodio in rapporto alla<br />
C.S.C. (Capacità di Scambio Cationico) non deve superare un<br />
valore di ESP (Exchange Sodium Percentage) di 10 come limite<br />
massimo.<br />
• Calcare totale: che deve essere assente, o presente solo<br />
in tracce.<br />
Il pH è molto importante per la buona riuscita della coltivazione:<br />
occorre che si attesti tra 6,0 e 7,5, con un optimum fra 5,5 e 6,5.<br />
Il sistema d’irrigazione studiato per il <strong>mango</strong> si potrebbe<br />
dividere in due parti:<br />
• Sistema a goccia: viene detta irrigazione localizzata, perché<br />
l’erogazione di acqua e fertilizzante viene concentrata nell’area di<br />
terreno con la maggior concentrazione di radici. Sono necessari<br />
dei filtri a disco o a rete da 120 mesh, adeguatamente dimensionati<br />
alla portata idrica del settore, in quanto salvaguardano la tecnologia<br />
“goccia a goccia” da pericolose occlusioni. L’impianto a<br />
goccia crea un regime di stress idrico controllato, mantenendo le<br />
radici della pianta sempre nelle condizioni ottimali di umettazione,<br />
in modo da favorire la giusta proporzione tra umidità e ossigeno.<br />
Oltretutto è un buon sistema di fertirrigazione, grazie alla possibilità<br />
dell’iniezione proporzionale di almeno due fertilizzanti più un<br />
acido. Tale dispositivo deve essere molto flessibile per permettere<br />
all’operatore di modificare le ricette irrigue settore per settore,<br />
a seconda delle condizioni fenologiche della coltivazione e dei<br />
N/29
Se il valore fosse inferiore o superiore, le piante non sarebbero<br />
in grado di assorbire dal terreno i nutrienti necessari allo svolgimento<br />
di tutte le loro funzioni fisiologiche e biologiche, anche se<br />
fossero presenti abbondanti quantitativi di N, P, K e Ca.<br />
Per quanto riguarda la fertilizzazione, l’azoto è in stretta correlazione<br />
con la presenza di sostanza organica nel terreno, che<br />
dovrebbe attestarsi su valori intorno a 2 – 3%, utile al rilascio di<br />
azoto tramite il meccanismo della degradazione, migliorando la<br />
capacità di scambio cationico, l’umidità e la presenza di microrganismi<br />
nel terreno. Specialmente nei primi anni, qualora la quantità<br />
di azoto fosse insufficiente, occorre ampliarla grazie all’uso<br />
di un fertilizzante applicato 2- 4 volte l’anno in un mix 5-8-10 di<br />
fertilizzante al ritmo di 454 g per anno di età. La formula varia comunque<br />
a seconda del terreno da trattare, ad esempio su suolo<br />
organico (letame o torba) l’azoto può essere omesso del tutto. I<br />
fertilizzanti a terra sono integrati da zinco, manganese e rame,<br />
utili alla pianta, mentre le carenze di ferro possono essere colmate<br />
con piccole applicazioni di ferro chelato. Il fosforo, secondo<br />
alcuni autori, dovrebbe essere presente nel terreno con valori<br />
compresi tra 30 e 40 mg/kg (P2O5) pertanto, prima del trapianto<br />
basta cospargere al fondo di ciascuna buca circa 500 g di perfosfato<br />
triplo 46% da mescolare con la terra.<br />
Porta innesto<br />
Generalmente si innesta per approssimazione, a corona o a<br />
spacco. L’innesto su piante già innestate ha mostrato caratteristiche<br />
nanizzanti. È possibile innestare diverse varietà su un’unica<br />
pianta ma, per quanto possa essere coltivata con cura, può accadere<br />
che l’innesto della varietà più vigorosa prenda il sopravvento<br />
sugli altri innesti, che regrediscono e muoiono. L’utilizzo di<br />
portainnesti selvatici ottenuti da seme porta a una grande variabilità<br />
nello sviluppo dell’innesto.<br />
Punti di taglio<br />
Potatura<br />
I primi obiettivi che occorrerà perseguire con la potatura sono:<br />
Realizzazione di una struttura con 3 - 4 branche principali (ossia<br />
quelle che si dipartono dal tronco) ben distribuite nello spazio.<br />
Forma e dimensione della chioma, tali da anticipare il più presto<br />
possibile la produzione, già a partire dal 3-4° anno.<br />
Struttura della chioma delle piante, tale da non determinare sconcamenti<br />
delle branche principali.<br />
La struttura finale mira a essere una pianta alta al massimo 2,5 -<br />
3 metri, con la chioma a forma di piramide e libera dal suolo per<br />
almeno 60 cm. È fondamentale valutare la zona di taglio, perché<br />
una potatura mal riuscita potrebbe far sì che la pianta non riesca<br />
più a sopportare i pesi dei frutti oppure che non riesca più a ricevere<br />
i fitofarmaci in maniera ottimale, qualora si verificasse una<br />
condizione di malattia.<br />
I tagli effettuati vicino alla punta o sotto un nodo determinano la<br />
crescita di 3-4 germogli laterali provenienti da gemme ascellari<br />
più vicine alla corona. Mentre i tagli, effettuati al di sopra di un<br />
nodo determinano la crescita di 6–10 germogli laterali (vedi cerchi<br />
rossi nella foto affianco).<br />
Sotto la corona di gemme, le foglie risultano più distanziate tra<br />
loro e poste a raggiera nello spazio. Poiché alla base di ogni foglia<br />
è presente una gemma dormiente che potrà dare origine a un<br />
germoglio, tagliando sotto il primo nodo a partire dalla cima della<br />
pianta giovane, si “sveglieranno” le unità internodali. L’obiettivo<br />
da conseguire con la potatura delle cimature è stimolare<br />
il rapido sviluppo di nuovi germogli e, quindi, il<br />
numero di nuove ramificazioni, al fine di creare più velocemente<br />
possibile la forma della chioma desiderata nelle piante giovani.<br />
VARIETÀ E CLASSIFICAZIONE<br />
Al mondo esistono moltissime varietà di <strong>mango</strong> diverse: secondo<br />
la letteratura arriverebbero perfino a un centinaio, anche se quelle<br />
maggiormente commercializzate sono: Honey, Francis, Haden,<br />
Keitt, Kent, Tommy Atkins e Palmer.<br />
Le varietà più comuni per il consumo fresco sono<br />
Kent e Keith, molto apprezzate in Europa, così come<br />
l’Osteen. Portogallo e Spagna acquistano volentieri anche la<br />
varietà Palmer.<br />
Negli Stati Uniti, la varietà maggiormente prodotta e commercializzato<br />
è la Tommy Atkins, che è però molto fibrosa e commercializzata<br />
a buon mercato, anche grazie all’ottima resistenza. Segue<br />
la varietà Ataulfo, oggi conosciuta come Honey: una specie<br />
sudamericana anch’essa molto apprezzata negli Stati Uniti.<br />
Nei paesi asiatici come il Pakistan, invece, viene coltivato un tipo<br />
di <strong>mango</strong> esteticamente diverso dagli altri (come il Sindhri e il<br />
Chaunsa) ma che non ha nulla da invidiare alle altre varietà più<br />
N/30
Alcune delle varietà più importanti<br />
Alampur<br />
Benishan<br />
Alice Alphonso Anderson Bombay<br />
Chaunsa<br />
Francis Glenn Haden Honey o Ataulfo Keitt<br />
Kent Osteen Palmer Sindhri Tommy Atkins Valencia Pride<br />
dolci: i <strong>mango</strong> pakistani sono infatti considerati tra<br />
le migliori varietà attualmente presenti sul mercato<br />
mondiale.<br />
Di seguito sono descritte alcune delle varietà più importanti.<br />
Alampur Benishan: Varietà originaria dell’India. Questo <strong>mango</strong><br />
è un frutto di media grandezza, con colorazione che va dal<br />
verde al giallo. La polpa del frutto maturo varia dal colore giallo al<br />
giallo-oro o giallo-arancione. La maggior parte dei ceppi indiani<br />
ri<strong>mango</strong>no verdi anche a fine maturazione, benché un lieve ingiallimento<br />
o rossore è spesso notato nei pressi del fusto. La polpa<br />
ha un sapore leggermente aspro con toni di cannella. È una cultivar<br />
molto antica e pregiata che talvolta è conosciuta come Seeri<br />
nel sud dell'India.<br />
Alice: Varietà originaria della Florida. Ha l’esocarpo liscio che<br />
vira dal giallo all’arancio in maturità con alcune zone rosse. L'apice<br />
è arrotondato. La polpa ha un forte aroma, non è fibroso<br />
con un sapore ricco e dolce. Contiene un seme monoembrionale.<br />
In Florida il frutto di solito matura da fine giugno a luglio.<br />
Alphonso: La sua consistenza è tenera, cremosa, con un basso<br />
contenuto di fibre e una polpa delicata e cremosa. La buccia<br />
matura diventa giallo dorata brillante con una sfumatura di rosso<br />
che si estende attraverso la parte superiore del frutto. La polpa<br />
del frutto è di colore zafferano dorato.<br />
Anderson: Questa varietà è di grandi dimensioni, in media supera<br />
il chilo di peso. La sua forma è lunga e sottile, con un piccolo<br />
becco laterale. La buccia è spessa, composta di 3 colori: verde<br />
con sfumature di colore giallo con un po' di rosso cremisi. La<br />
polpa è di colore giallo, acidula e dolce, senza fibre e contenente<br />
semi. Matura da luglio ad agosto in Florida.<br />
Bombay: Il frutto maturo raggiunge il mezzo chilo di peso. In<br />
genere il pericarpo rimane per lo più verde, con po' di ombra rossa.<br />
La polpa è di colore arancione scuro, con pochissima fibra. Il<br />
sapore è ricco e speziato.<br />
N/31
Chaunsa: Varietà originaria di Rahim Yar Khan e Multan, nella<br />
regione Punjab del Pakistan. Questa cultivar, come molti <strong>mango</strong><br />
asiatici, ha la buccia di un colore giallo pallido opaco quando<br />
giunge a maturazione. È morbido, quasi senza fibra e ha un sapore<br />
dolce, piacevole e aromatico. Il gusto unico e la ricchezza<br />
nel suo sapore lo rende uno dei preferiti in tutto il mondo. Nel<br />
complesso è considerato il miglior <strong>mango</strong> in termini di aroma,<br />
sapore dolce, polpa succosa e alto valore nutrizionale. Il frutto è<br />
disponibile da giugno ai primi di settembre.<br />
Francis: Il Francis viene coltivato in piccole aziende distribuite<br />
in tutta Haiti ed è disponibile da aprile a giugno. È dotato di una<br />
caratteristica forma a S, il colore della buccia è giallo-brillante<br />
con riflessi verdi, ma quando il frutto giunge a maturazione le<br />
sfumature verdi diminuiscono e il giallo diventa dorato. La polpa<br />
è morbida, succosa, con fibre, dal sapore ricco, dolce e piccante.<br />
ha un alto contenuto di zucchero (15 grammi per porzione da<br />
100 g) ed è ricco di vitamina C e fibre.<br />
Keitt: Questa varietà è relativamente grande, può raggiungere<br />
fino a parecchi chili di peso. I frutti sono di forma ovoidale, con<br />
apice arrotondato senza becco, mentre il colore della buccia è<br />
tipicamente verde con qualche rossore. Il colore verde persiste<br />
anche quando il frutto è maturo, per cui occorre tastarlo delicatamente.<br />
La polpa è relativamente poco fibrosa, dal sapore deciso,<br />
piccante e dolce, con all’interno un seme mono-embrionale.<br />
È una cultivar popolare nelle culture asiatiche, dov’è apprezzata<br />
anche se dotata di buccia di colore verde, tanto da venire conservata<br />
persino sottaceto. Pur avendo una qualità inferiore rispetto<br />
ad altre cultivar, ha trovato un’ottima collocazione di mercato<br />
in virtù della sua maturazione tardiva. Attualmente le fonti<br />
primarie sono il Messico e gli Stati Uniti, mentre la disponibilità<br />
del frutto è da luglio a settembre.<br />
Glenn: Varietà tipica degli USA e dell’Italia, è una cultivar molto<br />
apprezzata con un ottimo riscontro economico. Il frutto è ovale<br />
di forma oblunga, con una base arrotondata e l’apice appuntito,<br />
senza becco. Il peso è di 300-600 g. Ha un esocarpo sottile ma<br />
resistente che diventa di colore giallo brillante quando giunge a<br />
maturazione. Il frutto svilupperà un arancio che vira al rosso per<br />
il 25-50% della sua superficie quando esposto al sole, mentre<br />
rimane completamente giallo se maturato all’ombra. Ha un sapore<br />
ricco e dolce con una polpa senza fibre, contenente un<br />
seme mono-embrionale. L’aroma è gradevole<br />
Haden: La coltivazione di Haden ha avuto inizio nel 1910, dando<br />
luogo a un’industria su larga scala nel sud della Florida, che<br />
da allora si è ridotta a causa dello sviluppo crescente e degli<br />
uragani che hanno colpito queste zone negli anni. La forma del<br />
frutto è rotonda e medio-grande. La buccia è di un colore rosso<br />
brillante con riflessi verdi e gialli, con piccoli puntini bianchi: a<br />
maturazione, le zone verdi della buccia diventano gialle. La polpa<br />
è soda a causa delle fibre sottili e il sapore di questa varietà è<br />
ricco, con sfumature aromatiche. La fonte primaria è il Messico<br />
mentre la disponibilità è da marzo a maggio.<br />
Honey o Ataulfo: È una cultivar di <strong>mango</strong> proveniente dal<br />
Messico che frutta da marzo a giugno. Generalmente pesa tra<br />
170 e 280 g, con una forma oblunga appiattita e la buccia di<br />
colore giallo vibrante, che diventa giallo dorato quando il frutto<br />
raggiunge la piena maturazione, con delle piccole rughe in superficie.<br />
All’interno è dotata di un seme piccolo, a favore di una<br />
grossa porzione di polpa che è burrosa, ma non fibrosa, di colore<br />
giallo intenso e un sapore ricco e dolce. A livello nutrizionale<br />
Kent: È una cultivar che ha avuto origine nel sud della Florida<br />
nel 1940, da alberi moderatamente vigorosi, che fanno maturare<br />
i frutti in gennaio, febbraio, giugno- agosto e dicembre. I Kent<br />
sono una varietà di <strong>mango</strong> ideale per la spremitura e l’essicazione.<br />
I frutti sono dotati di grandi dimensioni, dalla forma ovoidale<br />
con polpa dal sapore dolce e ricco, completamente liscia, senza<br />
fibra. La qualità è eccellente con un sapore ricco e dolce, tale da<br />
sembrare una crema. La buccia è giallo-verdastra con una macchia<br />
rossa che cresce con il suo sviluppo. Al momento della maturazione,<br />
il frutto assume un sottotono giallo generale o in certi<br />
punti. Il peso del frutto varia dai 470 ai 550 grammi. All’interno ha<br />
un seme mono embrionico, di dimensioni piccole. A sfavore di<br />
questa cultivar c’è però il fatto che il colore della buccia in certi<br />
casi rimane tendenzialmente verde scuro: così solo una piccola<br />
percentuale di frutti coltivati, quelli che si colorano di rosso, preferiti<br />
dal mercato, vengono selezionati per l’esportazione. Le fonti<br />
primarie sono il Messico, l’Ecuador e il Perù.<br />
Osteen: È un frutto dalla forma oblunga e dal colore viola della<br />
buccia. Il peso medio è di circa 525 g, con un piccolo seme<br />
all’interno. Ha un basso contenuto di fibra, che lo rende adatto al<br />
consumo al cucchiaio.<br />
Palmer: Varietà originaria della Florida, dove viene ampiamente<br />
coltivata, anche se attualmente le fonti principali sono Brasile e<br />
Porto Rico. Il frutto ha piccole dimensioni, dalla forma oblunga<br />
con le estremità appuntite ed è facilmente riconoscibile per via<br />
del colore della buccia che vira dal rosso al viola. La polpa è<br />
leggermente dolce, liscia, poco fibrosa. È disponibile soprattutto<br />
da gennaio a marzo.<br />
N/32
Sindhri: Originaria del Mirpur Khas, è la più famosa varietà di<br />
<strong>mango</strong> pakistana, chiamato anche “Honey Mango”, il frutto nazionale<br />
in Pakistan. È un frutto estremamente delicato, dalla forma<br />
allungata, curva e appuntita, con una buccia sottile di colore<br />
giallo scuro leggermente raggrinzita. La polpa è giallo intenso,<br />
anche se quando il frutto è particolarmente maturo potrebbe virare<br />
leggermente all’arancione, e morbida. Il frutto è disponibile in<br />
giugno-luglio in Pakistan.<br />
Tommy Atkins: Cultivar anch’essa originaria della Florida, viene<br />
ampiamente coltivata ad oggi negli Stati Uniti. Il frutto è mediogrande,<br />
di circa 500-550 g, di forma ovale e oblunga. Il colore è<br />
costituto da una macchia rossa che ricopre la maggior parte del<br />
frutto, con accenni di verde e giallo-arancio. La polpa è soda, fibrosa,<br />
dal sapore moderato e dolce. Le fonti primarie sono: Messico,<br />
Guatemala, Brasile, Ecuador e Perù. La disponibilità è da<br />
marzo a luglio e da settembre-ottobre.<br />
Valencia Pride: Originario degli USA. Il frutto ha una forma lunga,<br />
sottile, con la base e un grande becco apicale. È abbastanza<br />
grande e in media supera il chilo di peso. La buccia è di colore<br />
giallo, tipicamente coperta di spruzzi rosso cremisi. Anche la polpa<br />
è di colore giallo, quasi senza fibra. È una cultivar soda e succosa,<br />
con un sapore dolce. Contiene un seme mono-embrionale<br />
in una buccia di forma allungata.<br />
PROCESSO PRODUTTIVO E RACCOLTA<br />
Cultivar<br />
Periodo di raccolta<br />
Glenn<br />
fine luglio - 1/2 agosto - fine agosto<br />
Van Dyke fine luglio - 1/2 agosto - fine agosto<br />
Tommy Atkins 1/2 agosto - fine agosto - primi settembre<br />
Kensington Pride fine agosto - 1/2 settembre - fine settembre<br />
Osteen<br />
1/2 settembre - 1/2 ottobre<br />
Maya<br />
1/2 settembre - 1/2 ottobre<br />
Kent<br />
1/2 ottobre - 1/2 novembre<br />
Il primo fattore da tenere in considerazione per la qualità finale<br />
del prodotto è la maturazione dei frutti al momento della raccolta,<br />
che avviene solitamente dai 100 ai 150 giorni dopo la fase di fioritura.<br />
Alcuni coltivatori effettuano la raccolta quando il colore della<br />
buccia comincia a cambiare, da verde al colore tipico della cultivar<br />
e poi lasciano maturare i frutti in un luogo fresco e ventilato.<br />
Altri aspettano la maturazione per iniziare a raccogliere, considerando<br />
che la selezione del frutto maturo può essere basata su diversi<br />
parametri: forma, colore della buccia, tessitura della buccia,<br />
consistenza della polpa (il <strong>mango</strong> maturo risulta morbido al tatto)<br />
e il colore della polpa (l’uniformità del colore dei frutti è indice di<br />
maturità). La maturazione può avvenire a temperature comprese<br />
tra 15 e 30 ° C, ma l’optimum che garantisce la migliore combinazione<br />
di colore, consistenza e sapore è tra i 20 e i 22 ° C.<br />
Il passo successivo è agitare l’albero in maniera delicata di modo<br />
da non causare danni ai rami e all’apparato radicale e rimuovere<br />
i frutti. In alternativa all’agitazione si possono colpire i rami con<br />
una corda per evitare danni all’albero, oppure raccogliere a mano<br />
i frutti. Caduto il frutto, dovrà essere maneggiato con delicatez-<br />
Keitt<br />
fine ottobre - 1/2 novembre<br />
za per evitare danni fisici. In condizioni ideali il frutteto dovrebbe<br />
essere situato a breve distanza dall’impianto di confezionamento,<br />
ma se il trasporto di frutta dovesse richiedere un lungo viaggio, i<br />
produttori devono minimizzare gli effetti negativi sulla qualità durante<br />
il trasporto:<br />
• proteggendo i frutti dalla luce del sole<br />
• selezionando un metodo di trasporto che permetta la ventilazione<br />
dei frutti<br />
• effettuando la spedizione durante le ore più fresche della giornata<br />
• effettuando un controllo scrupoloso della temperatura.<br />
La gestione della temperatura gioca, infatti, un ruolo fondamentale<br />
per garantire frutti di alta qualità: le temperature ottimali per il<br />
trasporto riducono al minimo la perdita di acqua dal frutto e rallentano<br />
la crescita dei microrganismi. Sono da evitare le temperature<br />
superiori alla soglia di sicurezza, che andrebbero ad aumentare<br />
il metabolismo del <strong>mango</strong>, accelerandone la senescenza e<br />
incrementando la proliferazione batterica.<br />
Per un’esposizione a lungo termine sono consigliati i 12°C, considerando<br />
che più il <strong>mango</strong> è maturo, più riesce a tollerare temperature<br />
basse. Tuttavia, vi è un limite all’utilizzo di basse temperature<br />
poiché si potrebbero creare danni da ghiaccio, che si<br />
tradurrebbero in perdita di sapore e difetti di superficie (lenticelle,<br />
scottature, butteratura), oltre che l’inibizione della maturazione.<br />
Prima di entrare nell’impianto di confezionamento, viene effettuato<br />
un campionamento dei manghi tagliando delle fette fino al<br />
seme. Successivamente vengono stoccati in un luogo grande e<br />
aperto, per proteggere e mantenere ventilati i frutti e permettere<br />
l’ottenimento di un campionamento più rappresentativo.<br />
Una volta entrati in azienda, i manghi sono sottoposti a quarantena<br />
e immersi in acqua calda (che riduce il numero di microrganismi<br />
vitali sulla superficie), poi vengono trasferiti con un sistema di<br />
trasporto ad acqua alle linee di dimensionamento.<br />
N/33
Standard di commercializzazione DEL MANGO<br />
Per valutare la qualità dei frutti ci si basa sull’Unece Standard DDP-<br />
25, riguardante il controllo della qualità commerciale e di marketing<br />
del <strong>mango</strong> essiccato.<br />
1. DEFINIZIONE DEL PRODOTTO<br />
Questo standard si applica al <strong>mango</strong> essiccato ottenuto da varietà<br />
(cultivar) cresciute da Mangiferia indica, destinato al consumo diretto<br />
o inteso come alimento quando vi è l’intenzione di miscelarlo con altri<br />
prodotti per il consumo diretto senza ulteriori lavorazioni. Non si applica<br />
al <strong>mango</strong> per la lavorazione industriale.<br />
Il <strong>mango</strong> essiccato può presentarsi in uno dei seguenti stili:<br />
a Mezzi<br />
b A fette<br />
c A pezzi<br />
2. DISPOSIZIONI RELATIVE ALLA QUALITÀ<br />
Lo scopo dello standard è definire i requisiti di qualità del <strong>mango</strong> essiccato<br />
allo stadio di controllo in esportazione, dopo la preparazione<br />
e il confezionamento.<br />
Tuttavia, se applicato a stadi successivi all’esportazione, il detentore/<br />
venditore sarà responsabile dell’osservazione dei requisiti dello standard.<br />
Il detentore/venditore dei prodotti non in conformità con questo<br />
standard non può mostrare tali prodotti o offrirli in vendita, spedirli o<br />
commercializzarli in qualsiasi altra maniera.<br />
Requisiti minimi<br />
In tutte le categorie soggette alle disposizioni speciali per ogni classe<br />
e alle tolleranze ammesse, il <strong>mango</strong> essiccato deve mostrare le seguenti<br />
caratteristiche:<br />
• intatto (solo per mezzi); tuttavia, angoli leggermente strappati, danni<br />
superficiali lievi e piccoli graffi non sono considerati come difetti;<br />
• sano; un prodotto affetto da decomposizione o deterioramento tale<br />
da renderlo inadeguato al consumo umano è escluso;<br />
• pulito; praticamente privo di ogni materiale estraneo visibile;<br />
• sufficientemente maturo;<br />
• privo di parassiti vivi, qualunque sia il loro stadio di sviluppo;<br />
• privo di danni causati da parassiti, inclusa la presenza di insetti e/o<br />
acari morti, loro resti o escrementi;<br />
• privo di imperfezioni, aree di discolorazione o macchie diffuse in<br />
netto contrasto con il resto del prodotto che interessano complessivamente<br />
più del 20 per cento della superficie del prodotto;<br />
• privo di filamenti di muffa visibili a occhio nudo;<br />
• privo di fermentazione;<br />
• privo di umidità esterna anormale;<br />
• privo di odori e/o sapori estranei, eccetto per un lieve sapore salato<br />
di cloruro di sodio e/o cloruro di calcio e un leggero odore di conservanti/additivi,<br />
inclusa l’anidride solforosa.<br />
La condizione del <strong>mango</strong> essiccato deve essere tale da garantirgli di:<br />
• sopportare il trasporto e il maneggiamento,<br />
• arrivare in condizioni soddisfacenti al luogo di destinazione.<br />
Contenuto d’umidità<br />
Il <strong>mango</strong> essiccato deve avere un contenuto d’umidità:<br />
• non superiore al 15.0 per cento per <strong>mango</strong> essiccato non trattato;<br />
• sopra al 15.0 per cento ma non superiore al 35.0 per cento per<br />
<strong>mango</strong> essiccato trattato con conservanti o conservato con altri<br />
mezzi (es. pastorizzazione). Prodotti tra 30.0 e 35.0 per cento dovrebbero<br />
essere etichettati come frutta morbida/umidità elevata.<br />
Classificazione<br />
In conformità con i difetti permessi nella sezione “4. Disposizioni relative<br />
alle tolleranze”, il <strong>mango</strong> essiccato è catalogato nelle seguenti<br />
classi: Classe “Extra”, Classe I, Classe II.<br />
I difetti permessi non devono interessare l’aspetto generale del prodotto<br />
per quanto riguarda la qualità, il mantenimento della qualità e la<br />
presentazione nella confezione.<br />
3. DISPOSIZIONI RELATIVE ALLA CALIBRAZIONE<br />
La dimensione del <strong>mango</strong> essiccato è opzionale. Tuttavia, quando calibrato,<br />
la dimensione è determinata dal diametro della parte più larga.<br />
4. DISPOSIZIONI RELATIVE ALLE TOLLERANZE<br />
In tutte le fasi della commercializzazione, tolleranze nella qualità e dimensione<br />
devono essere ammesse in ogni lotto per prodotti che non<br />
soddisfano i requisiti minimi delle classi indicate.<br />
Tolleranze nella qualità<br />
Difetti ammessi<br />
Tolleranze ammesse,<br />
percentuale di prodotti difettosi,<br />
per numero o peso<br />
Classe Extra Classe I Classe II<br />
a Tolleranze per prodotti che non<br />
soddisfano i requisiti minimi<br />
10 15 20<br />
di cui non più di:<br />
Lesioni, calli e danni causati dal<br />
calore durante l’essiccazione<br />
5 8 10<br />
Ammuffito e chiazze di muffa 0.5 4.5 9<br />
di cui ammuffito non più di 0 0.5 1.0<br />
Fermentazione 0.5 1 2<br />
Decomposizione 0 0.5 1<br />
Danni da parassiti 2 2 6<br />
Parassiti vivi 0 0 0<br />
b Tolleranze nelle dimensioni<br />
(se calibrato)<br />
Per prodotti che non si<br />
adeguano alla dimensione 10 10 10<br />
indicata, in totale<br />
c Tolleranze per altri difetti<br />
Manghi essiccati appartenenti<br />
a varietà diverse da quella<br />
10 10 10<br />
indicata<br />
Presenza di pezzi tra le fette<br />
di <strong>mango</strong> mezze (per peso)<br />
2 7 13<br />
Materiali estranei, gambi<br />
sciolti, frammenti di nocciolo,<br />
frammenti di buccia (pezzi<br />
3 7 10<br />
per kilo)<br />
Materiali estranei di origine<br />
minerale (per peso)<br />
0.25 0.25 0.25<br />
5. DISPOSIZIONI RELATIVE ALLA PRESENTAZIONE<br />
Uniformità<br />
Il contenuto di ogni confezione deve essere uniforme e contenere solo<br />
<strong>mango</strong> essiccato della stessa origine, qualità, stile, dimensione (se il<br />
prodotto è calibrato) e varietà (se indicata).<br />
La parte visibile del contenuto della confezione deve essere rappresentativa<br />
dell’intero contenuto.<br />
Confezionamento<br />
Il <strong>mango</strong> essiccato deve essere confezionato in maniera tale da proteggere<br />
correttamente il prodotto.<br />
Il materiale usato all’interno della confezione deve essere pulito e di<br />
una qualità tale da evitare di causare alcun danno esterno o interno al<br />
prodotto. L’uso di materiali, in particolare di carta e timbri contenenti<br />
le specifiche commerciali, è ammesso, purché la stampa e l’etichettatura<br />
siano state fatte con inchiostro o colla non tossici.<br />
Le confezioni devono essere prive di qualsiasi materiale estraneo in<br />
conformità con la tabella delle tolleranze nella sezione “4. Disposizioni<br />
relative alle tolleranze”.
Tabelle ufficiali USDA relative alla descrizione dei danni sul <strong>mango</strong><br />
AVVERSITÀ<br />
Le due principali malattie del <strong>mango</strong> sono l’antracnosi e la<br />
macchia nera batterica.<br />
Attacchi fungini<br />
Attualmente in commercio sono presenti numerosi agro farmaci<br />
che agiscono efficacemente contro i principali patogeni fungini,<br />
tuttavia il loro impiego sulla coltura non è ancora consentito in<br />
Italia. Validi risultati possono sortire, invece, razionali trattamenti<br />
coprenti a base di prodotti rameici, in grado di limitare nuove infezioni<br />
di patogeni batterici e fungini.<br />
Antracnosi (Colletotrichum gloeosporioides)<br />
È una malattia causata dal fungo Colletotrichum gloeosporioides,<br />
la più diffusa e dannosa a livello mondiale. Tale malattia può colpire<br />
anche il 100% dei frutti prodotti in ambienti da clima umido a<br />
molto umido e le varie cultivar possono essere più o meno sensibili.<br />
Le spore del fungo vengono prodotte in abbondanza in acervuli<br />
provenienti da tessuti morti (rametti e foglie soprattutto, ma<br />
anche infiorescenze mummificate e sepali dei fiori) poi vengono<br />
trasportati dalle piogge durante l’anno e così facendo infettano<br />
tutti i tessuti dell’ospite, sia la struttura della pianta che le foglie<br />
ma in particolare infiorescenze e frutti.<br />
Le foglie più giovani vengono attaccate portando a defogliazione.<br />
Sul fogliame, inizialmente appaiono piccole macchie scure che<br />
poi si fondono insieme andando a formare una chiazza irregolare,<br />
con lesioni secche.<br />
L’infezione dei fiori invece dipende da temperatura e umidità superficiale.<br />
L’infezione si manifesta anche qui con macchie nere ad<br />
aree irregolari, che riducono le funzioni vitali della pianta. In caso<br />
di pioggia durante la fioritura, l’antracnosi provoca gravi segni di<br />
ruggine sul fiore che può distruggere le infiorescenze (pannocchie<br />
di fiori).<br />
Sul frutto, la malattia rimane dormiente durante la stagione di<br />
crescita (al massimo possono comparire piccole macchie brune<br />
sui frutti ancora verdi, in prossimità del peduncolo) poi quando il<br />
<strong>mango</strong> comincia a maturare si formano macchie a livello superficiale<br />
che si ingrandiscono mano a mano, diventando infossate.<br />
Pertanto, i frutti apparentemente sani o con piccole lesioni al momento<br />
della raccolta, possono sviluppare gravi infezioni durante le<br />
fasi di conservazione e commercializzazione. Successivamente,<br />
macchie di spore crescono sul tessuto infetto, con colori variabili<br />
dal rosa salmone al marrone scuro: l’umidità elevata è un fattore<br />
predisponente a tale condizione. In certi casi, i tessuti carnosi<br />
in corrispondenza delle lesioni possono sviluppare un marciume<br />
molle. I trattamenti in campo con sali cuprici e acuprici, soprattutto<br />
in condizioni di elevata umidità, devono essere condotti in<br />
modo da assicurare una copertura quasi costante dalla fioritura,<br />
fino a poche settimane prima della raccolta. Inoltre i trattamenti<br />
con fungicidi benzimidazolici ad attività eradicante (Benomyl o<br />
Tiobendazolo), ove le legislazioni lo consentano, risultano efficaci<br />
anche contro Lasiodiplodia teobromae, agente del Stem–end rot<br />
del <strong>mango</strong>.<br />
Dopo la raccolta si può invece intervenire mediante immersione<br />
dei frutti in acqua calda e, se consentito, in soluzioni di fungicidi<br />
impiegati anche in pre-raccolta, ad azione protettiva ed eradicanti<br />
(Prochloraz). Per i trattamenti post raccolta non bisogna in<br />
generale mai superare i 55°C per 5 minuti, consigliati 50-55°C<br />
per 3-15 minuti.<br />
N/35
Oidio (Oidio mangiferae)<br />
È una malattia trofica causata da funghi Ascomycota. È comune<br />
nella maggior parte delle zone di coltivazione in India, ma anche<br />
in Florida dove compare a marzo-aprile: gli attacchi più gravi<br />
si verificano comunque durante le annate più fresche e asciutte.<br />
Le foglie, quando vengono ricoperte dalle strutture miceliali<br />
del patogeno, mostrano i primi sintomi sulla faccia superiore in<br />
quanto tende a deformarsi, nel frattempo appaiono efflorescenze<br />
di colore bianco cenere. Anche i fiori vengono colpiti, compromettendo<br />
la produzione, e i giovani frutti che assumono colore<br />
violaceo-bruno. Può provocare anche la cascola dei manghi, arrivando<br />
a provocare la perdita fino al 20% del raccolto. Allo scopo<br />
di contenere i danni, oltre che l’impiego di cultivar più resistenti<br />
al patogeno, si consigliano trattamenti a base di polvere di zolfo.<br />
Marciume nero (Aspergiullius niger)<br />
La malattia, diffusa nelle Filippine e in India, è caratterizzata dalla<br />
comparsa di piccole macchie sui frutti, di colore marrone chiaro<br />
o grigiastre, che confluiscono a formare ampie lesioni mollicce,<br />
infossate, di colore nero o marrone. Con il progredire della malattia,<br />
le lesioni tendono a ricoprirsi di una massa polverulenta di<br />
spore nere. In alcuni casi sono presenti piccoli sclerozi di colore<br />
marrone scuro che rappresentano gli organi di sopravvivenza<br />
del fungo. L’agente eziologico è l’A. niger che produce spore in<br />
grande quantità, trasportate dal vento. La maggior parte delle<br />
infezioni si realizzano al momento o dopo la raccolta attraverso la<br />
superficie di taglio del peduncolo o attraverso ferite di varia natura.<br />
I trattamenti in campo con i fungicidi possono aiutare a ridurre<br />
l’incidenza delle infezioni latenti. Dove la legislazione lo consente<br />
si può intervenire con trattamenti chimici post-raccolta.<br />
Batteri<br />
Macchia batterica nera<br />
Malattia causata dalla Xanthomonas campestris pv. mangiferaeindicae.<br />
Può essere potenzialmente più dannoso per i fiori rispetto<br />
l’antracnosi. Le lesioni delle foglie consistono in zone nere<br />
a livello degli angoli, limitate dalle vene e spesso circondate da un<br />
bordo giallo. Dei cancri staminali allungati compaiono sulla corteccia<br />
e possono causare deperimento terminale. Lesioni al frutto<br />
sono costituite da fessure singole o multiple a forma di stella.<br />
A differenza della antracnosi, le lesioni batteriche fortunatamente<br />
non si espandono sul frutto maturo. Il batterio entra attraverso<br />
stomi, le foglie e abrasioni sul frutto, cicatrici fogliari, e all’apice di<br />
rami nella pannocchia. Negli alberi giovani la malattia può causare<br />
moria di rami.<br />
Insetti<br />
Diverse specie di insetti si nutrono di <strong>mango</strong>. Sia adulti che ninfe<br />
(stadi giovanili) si inseriscono grazie al loro apparato boccale<br />
aghiforme nei tessuti giovani, provocando deperimento e appassimento.<br />
Pseudotheraptus way<br />
I manghi danneggiati mostrano rientranze marroni o grigio scure<br />
sulla pelle e normalmente cadono. Le uova sono deposte in maniera<br />
sparsa sulla frutta, sui piccoli ramoscelli, sui fiori e steli. Normalmente<br />
queste cimici sono marrone chiaro con lunghe antenne.<br />
Curvipes Anoplocnemis<br />
Sono insetti grandi (lunghi circa 2,5 cm) di colore marrone scuro.<br />
Le zampe posteriori del maschio sono ingrandite. Sia i giovani<br />
che gli adulti si nutrono di insetti giovani.<br />
Si nutrono anche di giovani foglie o steli dei fiori, causando avvizzimento<br />
e successiva morte.<br />
Helopeltis schoutedeni<br />
Sono lunghi circa 7-10 mm e hanno corpi snelli e gambe lunghe e<br />
sono muniti di antenne. Gli adulti e i giovani insetti (ninfe) si nutrono<br />
di frutta e germogli. Nutrendosi di frutta provocano lesioni di<br />
colore scuro con il centro di colore marrone scuro. I germogli più<br />
giovani muoiono precocemente, con conseguente ramificazione<br />
secondaria vigorosa. Questi insetti sono difficili da controllare dal<br />
momento che di solito nutrono di una vasta gamma di piante e<br />
sono molto mobili.<br />
Antracnosi<br />
Oidio<br />
Marciume nero<br />
N/36
N/37
CURIOSITÀ<br />
Il <strong>mango</strong> è ritenuto tra i frutti più famosi al mondo, conquistandosi<br />
il nome di “Re dei frutti” e tante tradizioni da ogni parte del mondo<br />
sono legate a esso. Può essere consumato crudo, essendo un<br />
frutto molto dolce, o trasformato in vari modi: affettato e inscatolato<br />
oppure trattato per ottenerne succhi di frutta, marmellate e<br />
conserve. A volte invece viene semplicemente condito con sale,<br />
peperoncino o salsa di soia. Da acerbo è utilizzato come sottaceto<br />
per realizzare diversi contorni. La polpa può anche essere<br />
trasformata in gelatina oppure cucinata con lenticchie rosse e<br />
peperoncini verdi e serviti insieme al riso cotto.<br />
Il <strong>mango</strong> è particolarmente presente nella cucina indiana, dove<br />
un modo popolare per mangiarlo è spappolarlo e addensarlo con<br />
latte o panna per creare una salsa da accompagnare con dischi<br />
fritti di pane soffiato. Un’altra preparazione con questo frutto è<br />
il Lassi, una bevanda popolare che viene preparata mescolando<br />
manghi maturi (o polpa di <strong>mango</strong>) con il latticello e zucchero.<br />
Un’altra specialità prevede che i manghi acerbi vengano tagliati,<br />
essiccati e ridotti in polvere, ottenendo così l’amchoor, una preparazione<br />
tradizionale indiana usata per cucinare: grazie al suo<br />
sapore particolare conferisce acidità e freschezza ai piatti. Oltretutto<br />
c’è anche un altro tipo di farina derivante da semi di <strong>mango</strong>.<br />
I semi sono anche mangiati durante i periodi di scarsità di cibo,<br />
purtroppo frequente in certe zone.<br />
A Sidney, Australia, ogni anno a Dicembre ha luogo l’“Australian<br />
Mangoes Mess-tival”, un festival del <strong>mango</strong> dove gli appassionati<br />
e produttori si riuniscono per celebrare questo frutto attraverso<br />
giochi, assaggi, confronti e sfide basate su chi mangia più <strong>mango</strong><br />
davanti al pubblico.<br />
In Thailandia, uno dei dolci locali più famosi è il Mango Sticky<br />
Rice: cioè riso, <strong>mango</strong> a fette e latte di cocco dolce.<br />
Il <strong>mango</strong> è comunemente venduto da venditori ambulanti su carretti<br />
tradizionali.<br />
Studi su attività anti-ossidante e ipoglicemica<br />
È noto come le specie reattive dell’ossigeno (ROS) abbiano un<br />
forte effetto ossidante e inducano danni alle molecole biologiche:<br />
proteine, lipidi e DNA, con i cambiamenti concomitanti nella loro<br />
struttura e funzione. I principali antiossidanti, come vitamina E,<br />
vitamina C e il β-carotene possono agire proprio in difesa contro<br />
i ROS ed essere utili nel prevenire diverse malattie croniche. Alcuni<br />
tipi sono presenti anche all’interno del <strong>mango</strong>, il cui estratto<br />
viene spesso utilizzato in medicina ayurvedica. Tali molecole hanno<br />
un’attività di scavenging (che letteralmente significa “spazzare<br />
via”: si intende una sostanza chimica aggiunta a una soluzione<br />
allo scopo di rimuovere impurità indesiderate nei prodotti di reazione)<br />
dei radicali idrossilici. Inoltre agiscono come chelanti del<br />
ferro: quest’ultimo occorre che sia eliminato dall’organismo in<br />
quanto, al di sopra di una certa dose, le sue proprietà ossidanti<br />
danneggerebbero i tessuti.<br />
Uno studio del 2002, condotto da alcuni ricercatori cubani, si è<br />
concluso con la creazione di un integratore alimentare di nome<br />
Vimang, derivante dall’isolamento e dall’analisi quantitativa dei<br />
composti fenolici, polioli, acidi grassi e zuccheri liberi nell’estratto<br />
di Mangifera indica. La soluzione di Vimang contiene un’alta percentuale<br />
di polifenoli, che può arrivare anche al 45% a seconda<br />
delle stagioni, della maturazione dei frutti e della raccolta: circa<br />
il 25% di questi polifenoli è rappresentato dal glucosilxantone,<br />
chiamato comunemente mangiferina.<br />
L’attività antiossidante dei polifenoli è attribuita alla loro capacità<br />
di rilasciate atomi di idrogeno, attraverso i quali neutralizzano i<br />
radicali liberi. I risultati ottenuti nel corso di questo studio, hanno<br />
dimostrato che la soluzione alcolica di mangiferina può inibire<br />
efficacemente la formazione di dieni coniugati e la produzione<br />
di prodotti secondari, come la perossidazione lipidica, a diverse<br />
temperature: questo comportamento può essere attribuito alla<br />
capacità della mangiferina di chelare il radicale superossido. La<br />
capacità di inibire l’azione dei radicali idrossilici è risultata migliore<br />
di quella di quercetina a entrambe le temperature testate.<br />
Attraverso uno studio, è stato analizzato come un estratto etanolico<br />
al 50% delle foglie di Mangifera Indica produca un significativo<br />
effetto ipoglicemico nella dose di 250 mg/kg, sia in topi<br />
normalmente diabetici che in quelli in cui lo stato diabetico è stato<br />
indotto tramite la somministrazione di streptozotocina. La stimolazione<br />
di cellule beta per il rilascio dell’insulina è considerata<br />
parte del meccanismo di azione. I diversi componenti biochimici<br />
della pianta, in particolare: polifenoli, flavonoidi, triterpenoidi e<br />
mangiferina, possono essere coinvolti nella risposta antinfiammatoria<br />
e analgesica osservata, nonché sugli effetti ipoglicemizzanti<br />
dell’estratto, che potrebbero essere dovuti a una riduzione<br />
intestinale dell’assorbimento del glucosio. I risultati di questa ricerca<br />
suggeriscono che la farina di <strong>mango</strong> può eventualmente<br />
aiutare nel trattamento del diabete.<br />
Altri usi delle parti dell’albero del <strong>mango</strong> e del frutto<br />
I semi di <strong>mango</strong> dopo opportuna immersione in acqua e successiva<br />
essiccazione, che mira a ottenere un contenuto di umidità<br />
del 10%, sono impiegati per l’alimentazione degli avicoli.<br />
Il legno della pianta è grigio o verdastro-marrone, facile da lavorare:<br />
viene essiccato in forno o stagionato con l’acqua salata.<br />
In India, dopo i trattamenti di conservazione, è utilizzato per travi,<br />
travetti, telai per finestre, pavimenti, attrezzi agricoli, barche,<br />
N/38
N/39
compensati, tacchi e scatole, casse per il trasporto dei barattoli.<br />
È ottimo da usare come carbone.<br />
La corteccia possiede dal 16% al 20% di tannini ed è impiegata<br />
per tingere le pelli durante la concia.<br />
La gomma è una sostanza resinosa estratta dal tronco dell’albero<br />
di <strong>mango</strong>. Si presenta in pezzi, è molto appiccicosa e il colore<br />
è simile a quello dell’ambra con riflessi gialli-rossi-marroni. In Africa<br />
tropicale viene utilizzata dagli artigiani per riparare le stoviglie,<br />
mentre in India viene sostituita alla gomma arabica, con vari usi<br />
a partire da quello alimentare (per evitare la cristallizzazione degli<br />
zuccheri), a quello di collante per carta fino ad arrivare al lucido<br />
da scarpe.<br />
BIBLIOGRAFIA E SITOGRAFIA<br />
P.M. Hernández Delgado Et.al. Phenological growth stages of <strong>mango</strong><br />
(Mangifera indica L.) according to the BBCH scale. 2011. Scientia<br />
Horticulturae 130 (2011) 536–540.<br />
UNECE Standard FFV-45 concerning the marketing and commercial<br />
quality control of <strong>mango</strong>es, 2012 edition, United Nations.<br />
Report by university of Forida: MANGO, post harvest, best managmnet,<br />
practices manual.<br />
L.C. Raymundo, M. T. Ombico and T.M de Villa, Fruit processing,<br />
University of the Philippines Los Baños, Laguna, the Philippines.<br />
CAB International 2009. The Mango, 2nd Edition: Botany, Production<br />
and Uses. Ed. R.E. Litz.<br />
Stilova, I., Jirovetz, L., Stoyanova, A., Krastanov, A., Gargova, S.,<br />
Ho, L., Antioxidant activity of the polyphenol mangiferin, EJEAFChe,<br />
2008.<br />
Uwe Meier, Growth stages of mono-and dicotyledonous plants,<br />
BBCH Monograph, 2001.<br />
Sarkar, A., Sreenivasan, Y., Ramesh, G. T., Manna, S., β-D-Glucoside<br />
Suppresses Tumor Necrosis Factor-induced Activation of<br />
Nuclear Transcription Factor kB but Potentiates Apoptosis, The<br />
Journal of Biological Chemistry, 2004.<br />
Martınez, G., Delgado, R., Perez, G., Garrido G., Nunez Selle, A.J.,<br />
Leon, O. S., Evaluation of the in vitro Antioxidant Activityof Mangifera<br />
indica L. Extract (Vimang), Phytotherapy Research, 2000.<br />
G. E. Stovolder, Et.al. Blight diseases in <strong>mango</strong>es. 2004. Agnote.<br />
Wayne Nishijima. Mango disease and their control. Department of<br />
Plant Pathology. University of Hawaii and Manoa.<br />
La coltivazione del <strong>mango</strong> in Sicilia. Opuscolo divulgativo. Claudio<br />
Monfalcone.<br />
Edward Evans. Recent Trends in World and U.S. Mango Production,<br />
Trade, and Consumption 1. 2008.<br />
UNNExT Workshop on, Agricultural trade facilitation and business<br />
process analysis in Bangladesh, 2015.<br />
Irrigation mode for better <strong>mango</strong> fruits, Inpapermagazine, 2011.<br />
K. A. Shah, Et.al. Mangifera Indica (Mango). Pharmacogn. Rev.<br />
2010 Jan-Jun; 4(7): 42–48.<br />
Nunez Selles, A.J. Velez Castro, H.T., Aguero- Aguero, J., Gonzalez-Gonzales,<br />
J., Naddeo, F., De Simone, F., Rastrelli, L., Isolation<br />
and Quantitative Analysis of Phenolic Antioxidants Free Sugar, and<br />
Polyols from Mango (Mangifera indica L.) Stem Bark Aqueous Decoction<br />
Used in Cuba as a Nutritional Supplement, The Journal of<br />
Biological Chemistry, 2002.<br />
Morton, J. 1987. Mango. p. 221–239. In: Fruits of warm climates.<br />
Julia F. Morton, Miami, FL.<br />
Nelson, S.C., Mango Anthracnose (Colletotrichum gloesporioides),<br />
College of Tropical Agricolture, University of Hawaii and Manoa,<br />
2008.<br />
Fernandez- Ponce, M. T., Casas L., Mantell C., Martinez de la Ossa,<br />
E. J., Potential Use of Mango Leaves Extracts Obtained by High<br />
Pressure Technologies in Cosmetic, Pharmaceutics and Food Industries,<br />
AIDIC, 2013.<br />
A Basic Guide to Drying Fruits and Vegetables. Donald G. Mercer,<br />
Ph.D., P.Eng. Department of Food Science University of Guelph<br />
Ontario, Canada. September 2012.<br />
Evans, E., Recent Trends In World and U.S. Mango Production,<br />
Trade and Consumption 1, University of Florida, 2008.<br />
www.agraria.org/coltivazioniarboree/<strong>mango</strong>.htm<br />
www.agnet.org/library.php?func=view&id=20110708005249<br />
www.<strong>mango</strong>.org/en/Landing-Page/Mangos-Around-the-World<br />
https://ndb.nal.usda.gov/ndb/foods/show/2271?fgcd=&manu=&lfac<br />
et=&format=&count=&max=35&offset=&sort=&qlookup=Mango.<br />
www.vimang.it<br />
www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3249901/<br />
www.extento.hawaii.edu/kbase/crop/crops/i_<strong>mango</strong>.htm<br />
http://rachel.golearn.us/modules/en-infonet/export/print$ct$124<br />
$crops.html<br />
www.<strong>mango</strong>maven.com/kents-and-more-kents/<br />
www.ams.usda.gov/grades-standards/<strong>mango</strong>-grades-andstandards<br />
www.dawn.com/news/607736/irrigation-mode-for-better-<strong>mango</strong>fruits<br />
www.ams.usda.gov/grades-standards/<strong>mango</strong>-grades-andstandards<br />
www.freshplaza.it/article/52423/Claudio-Gorini-(AL.MA.)-Lavarieta-di-<strong>mango</strong>-Kent-e-la-piu-gustosa,-ma-la-Tommy-e-quellapiu-venduta-in-Italia<br />
www.viverosbrokaw.com/<strong>mango</strong>_variedades_en.html<br />
https://en.wikipedia.org/wiki/Kent_(<strong>mango</strong>)<br />
www.<strong>mango</strong>.org/en/About-Mangos/Mango-Varieties<br />
http://goodfruitguide.co.uk/product/sindhri/<br />
http://goodfruitguide.co.uk/product/chaunsa/<br />
N/40
N/41
Andamento delle vendite nella grande distribuzione<br />
Ad aprile 2017.<br />
In questo numero vengono illustrati i dati della categoria Frutta<br />
Secca raccolti sul nuovo universo Iri “Infoscan Census”, che include<br />
tutti i punti vendita a libero servizio con dimensione superiore ai 100<br />
mq; i dati fanno riferimento all’anno terminante Aprile 2017 rilevati<br />
sui canali Ipermercati, Supermercati, Libero servizio piccolo.<br />
Il mercato della Frutta Secca sviluppa un fatturato di 828 Mio di<br />
Euro in crescita +10,7% rispetto all’anno precedente, mentre a<br />
volume genera 73.384 (tons) con un trend del +8,5%.<br />
La categoria si sta spostando verso i segmenti con un posizionamento<br />
di prezzo medio piu` alto rispetto alla media della categoria.<br />
In generale si mantengono ottime performance di crescita per le<br />
varie categorie, mentre si evidenzia una sofferenza su Pistacchi,<br />
Arachidi, Noci, Prugne, Semi di Zucca, Datteri e Fichi.<br />
Si registra un aumento del prezzo medio su tutti i prinicpali segmenti,<br />
aumento che non coinvolge Mandorle con e senza guscio<br />
e Pinoli senza guscio.<br />
L’assortimento a scaffale nell’intero comparto della Frutta Secca<br />
è in continua crescita: nel totale Iper+Super+LSP il numero medio<br />
di referenze è di circa 128, in crescita (+12 Ref.) rispetto all’anno<br />
precedente.<br />
Trend<br />
Totale Italia Iper+Super+LSP (da 100 a 399 mq) - Anno terminante Aprile 2017<br />
Frutta<br />
essicata /<br />
esotica /<br />
altri<br />
Mandorle<br />
(senza guscio)<br />
Nocciole<br />
(senza guscio)<br />
Mandorle<br />
(con guscio)<br />
Frutta<br />
secca<br />
8,5<br />
10,7<br />
Pistacchi<br />
(tostati e Arachidi<br />
semi tostati) (con guscio)<br />
2,1<br />
4,9 4,7<br />
3,8<br />
Semi<br />
di zucca<br />
Arachidi<br />
(tostati e<br />
(tostate e<br />
semi tostati)<br />
semi tostate)<br />
6,8 7,1<br />
5,7<br />
3,2<br />
Noci<br />
(con guscio)<br />
10,5 10,8<br />
Pinoli<br />
(senza guscio)<br />
Prugne<br />
3,0<br />
1,6<br />
12,0<br />
19,7<br />
13,9<br />
5,8<br />
19,9<br />
18,2<br />
22,3<br />
20,7<br />
Datteri<br />
e fichi<br />
3,0<br />
5,8<br />
-2,8<br />
-7,5<br />
Var % Volume<br />
Var % Valore<br />
N/42
Peso a volume<br />
Totale Italia Iper+Super+LSP (da 100 a 399 mq)<br />
Anno terminante Aprile 2017<br />
Datteri e fichi<br />
7,6%<br />
Nocciole senza guscio<br />
0,8%<br />
Mandorle senza guscio<br />
7%<br />
Mandorle<br />
con guscio<br />
0,7%<br />
Frutta essicata /<br />
esotica / altri<br />
12,5%<br />
Prugne<br />
10%<br />
Pinoli senza guscio<br />
1,2%<br />
Pistacchi tostati -<br />
semi tostati<br />
4,1%<br />
Arachidi<br />
con guscio<br />
9,5%<br />
Noci con guscio<br />
16,4%<br />
Arachidi<br />
tostate -<br />
semi tostate<br />
12,6%<br />
Semi<br />
di zucca<br />
1,9%<br />
Peso a valore<br />
Totale Italia Iper+Super+LSP (da 100 a 399 mq)<br />
Anno terminante Aprile 2017<br />
Datteri e fichi<br />
4,9%<br />
Nocciole senza guscio<br />
1,6%<br />
Mandorle<br />
senza guscio<br />
11,8%<br />
Mandorle<br />
con guscio<br />
0,6%<br />
Frutta essicata /<br />
esotica / altri<br />
13,5%<br />
Prugne<br />
8,4%<br />
Pistacchi tostati -<br />
semi tostati<br />
7%<br />
Arachidi<br />
con guscio<br />
5,2%<br />
Pinoli<br />
senza guscio<br />
6,9%<br />
Arachidi<br />
tostate -<br />
semi tostate<br />
6,5%<br />
Semi<br />
di zucca<br />
1,8%<br />
Noci<br />
con guscio<br />
11%<br />
Analyzer Report<br />
Totale Italia Iper+super+LSP (da 100 a 399 mq) - Anno terminante Aprile 2017<br />
Valore Vendite % Variazione percentuale<br />
Tot Ctg Frutta secca 828.035.672 10,7<br />
Pistacchi tostati - semi tostati 57.568.295 4,9<br />
Arachidi con guscio 43.252.856 4,7<br />
Arachidi tostate - semi tostate 53.499.971 6,8<br />
Semi di zucca tostati - semi tostati 14.942.853 7,1<br />
Noci con guscio 90.905.113 10,8<br />
Pinoli senza guscio 57.412.446 -7,5<br />
Prugne 69.320.447 3,0<br />
Frutta essicata / esotica / altri 112.009.857 19,7<br />
Mandorle con guscio 5.168.081 5,8<br />
Mandorle senza guscio 97.979.133 18,2<br />
Nocciole senza guscio 12.904.746 22,3<br />
Datteri e fichi 40.753.305 5,8<br />
Analyzer Report<br />
Totale Italia Iper+super+LSP (da 100 a 399 mq) - Anno terminante Aprile 2017<br />
Volume Vendite % Variazione percentuale<br />
Tot Ctg Frutta secca 73.384.820 8,5<br />
Pistacchi tostati - semi tostati 3.039.559 2,1<br />
Arachidi con guscio 6.967.468 3,8<br />
Arachidi tostate - semi tostate 9.212.254 5,7<br />
Semi di zucca tostati - semi tostati 1.407.187 3,2<br />
Noci con guscio 12.023.488 10,5<br />
Pinoli senza guscio 899.866 -2,8<br />
Prugne 7.322.622 1,6<br />
Frutta essicata / esotica / altri 9.163.558 12,0<br />
Mandorle con guscio 515.402 13,9<br />
Mandorle senza guscio 5.133.921 19,9<br />
Nocciole senza guscio 579.077 20,7<br />
Datteri e fichi 5.592.877 3,0<br />
N/43
NEI DINTORNI:<br />
a tavola con il vino.<br />
Frutti esotici per antonomasia l’<strong>ananas</strong> e il <strong>mango</strong> possono essere<br />
utilizzati per preparare piatti gustosissimi, dall’antipasto al<br />
dolce, senza dimenticare i primi e i secondi.<br />
Combinati con verdure di stagione e condimenti di ottima qualità,<br />
il <strong>mango</strong> e l’<strong>ananas</strong> offrono la possibilità di creare pietanze<br />
non solo saporite, ma anche sane e in grado di soddisfare palati<br />
diversi.<br />
Il nostro chef ha abbinato a ogni piatto un vino specifico, per<br />
esaltarne maggiormente il sapore:<br />
BIO Cabernet Veneto IGT Anno Domini 47, vino dal sapore intenso<br />
e dalle note di vegetale fresco e frutti rossi; Chianti DOCG<br />
Bio Farm Ragaggiolo, ottenuto con uve Sangiovese, Canaiolo,<br />
Malvasia e Trebbiano; Prosecco Extra Dry Doc Treviso Giol,<br />
gradevole e armonico, delicatamente secco; Moscato D’Asti<br />
Le Lucciole Organic Wine TOSTI, il cui profumo è un delizioso<br />
mix di uva di moscato, salvia, miele e pesca.<br />
Riso nero con rucola, fiori di zucca<br />
e scaglie di <strong>ananas</strong>.<br />
Carote e pastinaca al forno<br />
con gomasio alle alghe, <strong>mango</strong><br />
e tzatziki.<br />
In abbinamento un ottimo Chianti, ottenuto<br />
con uve Sangiovese, Canaiolo, Malvasia e<br />
Trebbiano, dal colore rosso rubino intenso<br />
e caratterizzato da tipici sentori di ciliegia.<br />
Al palato è morbido ed elegante, ottimo per<br />
esaltare il piatto con carote e pastinaca,<br />
sapido e profumato, con note dolci ma<br />
molto strutturato e al riso nero, sapido<br />
e profumato, dove il sapore rotondo è<br />
mitigato dalle note amare e acide di aceto<br />
e dal sapore esotico dell’<strong>ananas</strong>.<br />
Chianti DOCG<br />
Bio Farm Ragaggiolo<br />
Crema fredda di rucola e spinaci,<br />
fiocchi di formaggio di soia,<br />
<strong>ananas</strong>, pane di segale<br />
e mandorle salate.<br />
Spaghetti DAI- ZUC-CAR<br />
con succo di pomodoro Camone,<br />
basilico e <strong>mango</strong>.<br />
Vino con un colore intenso, profondo, rosso<br />
con gradevoli riflessi violacei, con marcate<br />
note di vegetale fresco e di frutti rossi.<br />
Al palato risulta pieno, sapido, di ottima<br />
persistenza e si sposa perfettamente agli<br />
spaghetti DAI-ZUC-CAR, un piatto raw dal<br />
sapore fresco ed evanescente, così come<br />
alla crema fredda di rucola e spinaci, piatto<br />
molto aromatico e persistete con note acide<br />
e pungenti date dall’abbinamento con<br />
il crostino con formaggio di soia e fiocchi<br />
di <strong>ananas</strong>.<br />
BIO Cabernet Veneto IGT<br />
Anno Domini 47<br />
Insalata esotica con pesche noce,<br />
<strong>ananas</strong> e papaia alla griglia.<br />
Noodles gluten free ai funghi<br />
con crauti rossi fermentati<br />
e foglie di <strong>mango</strong>.<br />
Vino dal profumo fruttato, di buona<br />
intensità, con note di frutta a polpa bianca<br />
e con note floreali che si completa con<br />
sentori di scorza di pane e lievito. Il gusto è<br />
caratterizzato da un sapore gradevolmente<br />
acidulo, buona struttura, gradevole e<br />
armonico, delicatamente secco.<br />
Si accosta piacevolmente a primi piatti,<br />
antipasti di verdure e alla pasticceria;<br />
secco, quindi ottimo in abbinamento<br />
ai noodles dove la nota sapida del piatto<br />
si amalgama alla dolcezza del <strong>mango</strong><br />
e all’insalata esotica, fresca e aromatica,<br />
caratterizzata da note acide e fruttate.<br />
Prosecco Extra Dry Doc Treviso<br />
Giol<br />
Plum cake in barattolo<br />
con <strong>ananas</strong> e ciliegie<br />
e la loro composta in abbinamento.<br />
Cremino fondente alle arachidi<br />
briciole di <strong>mango</strong> e arachidi salate.<br />
Vino dal colore giallo intenso, corposo in cui<br />
il naturale profumo dell’uva di moscato si<br />
arricchisce di note aromatiche di salvia, miele<br />
e pesca. L’iniziale dolcezza iniziale lascia<br />
spazio a un finale equilibrato e appagante e<br />
inaspettatamente lungo.<br />
Ben si abbina al cremino fondente, piatto<br />
goloso con note salate ed esotiche che si<br />
rincorrono nelle glassature e al plum cake,<br />
corposo e soffice, aromatico e con una<br />
spiccata nota di acidità data dalla composta.<br />
Moscato D’Asti Le Lucciole<br />
Organic Wine<br />
TOSTI<br />
N/45
LE RICETTE CREATIVE,<br />
INTERPRETATE DA CHEF DELLA SCUOLA ARTUSIANA<br />
OTTO PIATTI DA GUSTARE E COLLEZIONARE.<br />
I piatti da collezionare, presentati di seguito, continuano ad arricchire<br />
l’originale ricettario dedicato alla frutta secca.<br />
Ogni ricetta può essere staccata e collezionata nel raccoglitore,<br />
suddiviso idealmente in antipasti, primi piatti, secondi e dessert.<br />
Il risultato è un assortimento di sapori sfiziosi e unici, caratterizzati<br />
dall’originale presenza della frutta secca. Le deliziose proposte<br />
sono espressioni di cucina creativa che uniscono la tradizione<br />
culinaria di Pellegrino Artusi con l’innovativa presenza del gusto<br />
della frutta secca. L’Istituto professionale per i Servizi Alberghieri e<br />
della Ristorazione “Pellegrino Artusi” di Forlimpopoli è stato, infatti,<br />
teatro dell’elaborazione delle ricette presentate nelle prossime<br />
pagine, ideate dalla creatività del cuoco Luca Zannoni, insegnante<br />
di cucina proprio in questa scuola.<br />
Dopo aver lavorato nei ristoranti dei più prestigiosi hotel quattro<br />
stelle della Riviera romagnola, oggi è chef di cucina e consulente<br />
esterno al Centro Sportivo Federale di Coverciano. Nel 2008 ha<br />
rivestito il prestigioso incarico di Executive chef alle Olimpiadi di<br />
Pechino, presso Casa Italia e, nel 2009, ha seguito la Nazionale<br />
italiana di calcio in trasferta in Sud Africa per la Confederation<br />
Cup. Insegna all’Istituto Pellegrino Artusi e tiene corsi di pasticceria<br />
e cucina per le principali associazioni di categoria.<br />
Lo chef Luca Zannoni vanta un’esperienza di quasi 20 anni,<br />
avendo avuto la vocazione fin dalla più tenera età. Con esperienze<br />
internazionali, tra cui spicca l’incarico all’Harris Bar di Londra, è<br />
stato il più giovane “capo partita” del Grand Hotel di Rimini.<br />
L’Istituto Professionale per i Servizi Alberghieri e della<br />
Ristorazione “Pellegrino Artusi” sorge nella città natale<br />
dell’Artusi e di questi promuove il pensiero e l’attitudine “dell’arte<br />
di mangiare bene”. La fama della scuola supera i confini locali e ad<br />
oggi è frequentata da centinaia di studenti.<br />
Sopra, il gruppo di lavoro in cucina.<br />
N/46
ANANAS<br />
Riso nero con rucola, fiori di zucca e scaglie di <strong>ananas</strong>.<br />
INGREDIENTI<br />
PER 4 PERSONE:<br />
• 20 gr <strong>ananas</strong> disidratato<br />
• 240 gr riso nero biologico<br />
• 2 mazzi di rucola<br />
• 4 fiori di zucca<br />
• 4 pomodori Camone<br />
• 60 gr crauti rossi fermentati<br />
• 20 gr cavolo cappuccio affettato<br />
• aceto balsamico tradizionale<br />
• 2 cucchiai di salsa di soia<br />
• sale, pepe, olio e.v.o.<br />
TEMPO RICHIESTO:<br />
1 ora e 30’ circa<br />
DIFFICOLTÀ: media<br />
SVOLGIMENTO DELLA RICETTA:<br />
Preparazione: bollire il riso in acqua leggermente salata per circa<br />
1 ora facendo interamente assorbire il liquido di cottura.<br />
Lavare e mondare la rucola, frullarne un mazzo senza aggiungere<br />
acqua e regolare di sapore. Mondare i fiori di zucca togliendo il pistillo,<br />
appassirli in padella con poco olio e.v.o. e sale.<br />
Condire il riso ancora caldo con la salsa di soia, il mazzetto di rucola<br />
rimasto tritato grossolanamente, il pomodoro, i crauti e le scaglie di<br />
<strong>ananas</strong>.<br />
Lasciare riposare 4-5’ per far amalgamare i sapori, servire tiepido con<br />
il fiore di zucca appassito, gocce di salsa rucola e di balsamico.<br />
Abbinamento gastronomico cibo-vino:<br />
Queste ricette sono state realizzate con i prodotti<br />
, dalla scuola Artusiana di Forlimpopoli.<br />
Chianti DOCG<br />
Bio Farm Ragaggiolo<br />
N/47
ANANAS<br />
Crema fredda di rucola e spinaci, fiocchi di formaggio di soia,<br />
<strong>ananas</strong>, pane di segale e mandorle salate.<br />
INGREDIENTI PER 4 PERSONE:<br />
• 20 gr <strong>ananas</strong> disidratato<br />
• 400 gr spinaci freschi<br />
• 100 gr rucola selvatica<br />
• 4 fette pane di segale<br />
• 120 gr fiocchi di formaggio di soia<br />
• 20 mandorle<br />
• erbe aromatiche<br />
• sale, pepe, olio e.v.o.<br />
TEMPO RICHIESTO: 1 ora<br />
DIFFICOLTÀ: semplice<br />
SVOLGIMENTO DELLA RICETTA:<br />
Preparazione: lavare e mondare rucola e spinaci, realizzare una<br />
crema frullando il tutto da crudo, regolare di sapore e versare in un<br />
piatto fondo.<br />
Preparare i crostini spalmando il pane di segale leggermente tostato<br />
con i fiocchi formaggio di soia e ricoprire il tutto con <strong>ananas</strong> tritato ed<br />
erbette aromatiche a piacere.<br />
Per le mandorle salate: passare le mandorle nel latte di soia, salarle e<br />
poi tostarle in forno a 90°C per circa 30’. Terminare la preparazione<br />
lucidandole con olio e.v.o.<br />
Posizionare il crostino sul bordo del piatto e terminare con mandorle<br />
tritate e <strong>ananas</strong> a scaglie all’interno della crema, servire il piatto freddo.<br />
Abbinamento gastronomico cibo-vino:<br />
Queste ricette sono state realizzate con i prodotti<br />
, dalla scuola Artusiana di Forlimpopoli.<br />
BIO Cabernet Veneto IGT<br />
Anno Domini 47<br />
N/48
ANANAS<br />
Insalata esotica con pesche noce, <strong>ananas</strong> e papaia alla griglia.<br />
INGREDIENTI PER 4 PERSONE:<br />
• 20 gr <strong>ananas</strong> disidratato<br />
• 2 pesche noci<br />
• 1 papaia<br />
• 40 gr formaggio di riso<br />
• 100 gr spinaci freschi<br />
• 50 gr rucola<br />
• 1 cipollotto di Tropea<br />
• finocchio selvatico q.b.<br />
• 20 mandorle salate<br />
• sale, pepe, olio e.v.o.<br />
TEMPO RICHIESTO: 30’ circa<br />
DIFFICOLTÀ: semplice<br />
SVOLGIMENTO DELLA RICETTA:<br />
Preparazione: lavare e mondare frutta e verdura, tagliare a fette<br />
grossolane la frutta e affettare sottilmente il cipollotto.<br />
Rosolare pesche e papaia in padella anti aderente o sulla griglia, salare<br />
leggermente.<br />
Affettare il formaggio di riso e comporre il piatto intercalando le foglie<br />
verdi con la frutta, il formaggio.<br />
Finire con le mandorle salate, le erbe aromatiche, e il cipollotto; condire<br />
leggermente con olio e.v.o., sale e pepe nero a piacere.<br />
Abbinamento gastronomico cibo-vino:<br />
Queste ricette sono state realizzate con i prodotti<br />
, dalla scuola Artusiana di Forlimpopoli.<br />
Prosecco Extra Dry Doc Treviso<br />
Giol<br />
N/49
ANANAS<br />
Plum cake in barattolo con <strong>ananas</strong> e ciliegie<br />
e la loro composta in abbinamento.<br />
INGREDIENTI PER 4 PERSONE:<br />
• 30 gr <strong>ananas</strong> disidratato<br />
• 500 gr burro di soia<br />
• 300 gr zucchero<br />
• 200 gr sciroppo d’acero<br />
• 40 gr alcol alla vaniglia 70% vol<br />
• 500 gr yogurt di soia<br />
• 500 gr farina<br />
• 20 gr baking<br />
• 100 gr ciliegie disossate e tagliate a metà<br />
• 30 gr zucchero di canna integrale<br />
• aromi a piacere<br />
• 4 vasi di vetro monoporzione<br />
a chiusura ermetica<br />
TEMPO RICHIESTO: 60’<br />
DIFFICOLTÀ: media<br />
SVOLGIMENTO DELLA RICETTA:<br />
Preparazione: ammorbidire il burro e miscelarlo allo zucchero,<br />
unire il resto degli ingredienti fino ad ottenere un composto liscio e<br />
omogeneo. Colare in ogni vasetto circa 100 gr di composto, inserire<br />
3-4 pezzetti di ciliegie e qualche briciola di <strong>ananas</strong> disidratato, cuocere<br />
a 170°C in forno per circa 20 minuti lasciando i vasetti aperti.<br />
Estrarre dal forno, chiudere da caldo e capovolgere. Lasciar raffreddare<br />
e conservare a temperatura ambiente: se non viene aperto il prodotto<br />
così trattato si mantiene per almeno 2 mesi.<br />
Consumare abbinato alla composta di frutta, ottenuta passando le<br />
ciliegie rimaste con lo zucchero e l’<strong>ananas</strong> tritato grossolanamente in<br />
padella con gr 50 di acqua.<br />
Abbinamento gastronomico cibo-vino:<br />
Queste ricette sono state realizzate con i prodotti<br />
, dalla scuola Artusiana di Forlimpopoli.<br />
Moscato D’Asti Le Lucciole Organic Wine<br />
TOSTI<br />
N/50
MANGO<br />
Carote e pastinaca al forno con gomasio alle alghe,<br />
<strong>mango</strong> e tzatziki.<br />
INGREDIENTI<br />
PER 4 PERSONE:<br />
• 20 gr <strong>mango</strong> disidratato<br />
• 4 pastinache<br />
• 4 carote gialle<br />
• 4 carote rosse<br />
• 40 gr gomasio alle alghe<br />
• 160 gr tzatziki<br />
per il tzatziki:<br />
• 1 cetriolo medio<br />
• 250 gr yogurt magro di soia<br />
• 10 gr cipollotto tritato<br />
• 4 foglie di menta<br />
• finocchietto q.b.<br />
• erbette aromatiche q.b.<br />
• sale, pepe bianco, olio e.v.o.<br />
TEMPO RICHIESTO:<br />
1 ora circa<br />
DIFFICOLTÀ: media<br />
SVOLGIMENTO DELLA RICETTA:<br />
Preparazione: per preparare lo tzatziki, spellare e tagliare i cetrioli<br />
in brunoise, strizzarli bene in un canovaccio per fare uscire il liquido<br />
amaro, unire lo yogurt di soia, il cipollotto tritato, il finocchietto e la<br />
menta, regolare di sapore aggiungendo olio e.v.o., sale e pepe bianco<br />
e lasciar riposare per almeno 5 ore in frigo.<br />
Lavare e mondare le carote e la pastinaca cuocendole in forno intere<br />
con poco olio e.v.o. e sale fino a renderle morbide e rosolate.<br />
Impiattarle aggiungendo la salsa tzatziki, il gomasio e i pezzetti di<br />
<strong>mango</strong> disidratato.<br />
Abbinamento gastronomico cibo-vino:<br />
Queste ricette sono state realizzate con i prodotti<br />
, dalla scuola Artusiana di Forlimpopoli.<br />
Chianti DOCG<br />
Bio Farm Ragaggiolo<br />
N/51
MANGO<br />
Spaghetti DAI- ZUC-CAR con succo di pomodoro Camone,<br />
basilico e <strong>mango</strong>.<br />
INGREDIENTI PER 4 PERSONE:<br />
• 20 gr <strong>mango</strong> disidratato<br />
• 2 carote<br />
• 2 zucchine<br />
• 1/4 daikon<br />
• 500 gr pomodori Camone<br />
• 8 foglie basilico<br />
• sale, pepe, olio e.v.o.<br />
TEMPO RICHIESTO: 1 ora circa<br />
DIFFICOLTÀ: semplice<br />
SVOLGIMENTO DELLA RICETTA:<br />
Preparazione: lavare e mondare le carote e le zucchine, sbucciare<br />
il daikon e realizzare degli spaghetti con l’apposita macchina o con il<br />
pelapatate. Condire leggermente le verdure con olio e.v.o. e poco sale<br />
in modo da ammorbidirle, unire il <strong>mango</strong> tritato.<br />
Nel frattempo lavare i pomodori – tenendone due da parte - e frullarli<br />
con 4 foglie di basilico; passare il succo così ottenuto al setaccio fine<br />
e regolarlo di sapore.<br />
Servire gli spaghetti ben arrotolati con il succo di pomodoro, fettine<br />
di pomodoro, il basilico ed il <strong>mango</strong> a pezzetti, terminare con un filo<br />
di olio e.v.o.<br />
Abbinamento gastronomico cibo-vino:<br />
Queste ricette sono state realizzate con i prodotti<br />
, dalla scuola Artusiana di Forlimpopoli.<br />
BIO Cabernet Veneto IGT<br />
Anno Domini 47<br />
N/52
MANGO<br />
Noodles gluten free ai funghi con crauti rossi fermentati<br />
e foglie di <strong>mango</strong>.<br />
INGREDIENTI<br />
PER 4 PERSONE:<br />
• 20 gr <strong>mango</strong> disidratato<br />
• 240 gr di noodles<br />
con farina di Konjac<br />
• 100 gr funghi chiodini<br />
• 60 gr carote<br />
• 60 gr zucchine<br />
• 40 gr di germogli di soia<br />
• 20 gr crauti rossi fermentati<br />
• semi di sesamo<br />
• salsa di soia<br />
• erba cipollina<br />
• peperoncino in polvere<br />
• sale, pepe, olio e.v.o.<br />
TEMPO RICHIESTO: 45’<br />
DIFFICOLTÀ: semplice<br />
SVOLGIMENTO DELLA RICETTA:<br />
Preparazione: lavare e mondare funghi e verdure, affettare<br />
sottilmente carote e zucchine. In padella rovente appassire le verdure<br />
ed i funghi, unire i noodles dopo averli lessati in acqua bollente e<br />
salata, aggiungere i germogli, i crauti ed il <strong>mango</strong> tritato, saltare il<br />
tutto e regolare di sapore con la salsa di soia.<br />
Servire caldi decorando a piacere con erba cipollina e <strong>mango</strong>.<br />
Abbinamento gastronomico cibo-vino:<br />
Queste ricette sono state realizzate con i prodotti<br />
, dalla scuola Artusiana di Forlimpopoli.<br />
Prosecco Extra Dry Doc Treviso<br />
Giol<br />
N/53
MANGO<br />
Cremino fondente alle arachidi, briciole di <strong>mango</strong> e arachidi salate.<br />
INGREDIENTI PER 4 PERSONE:<br />
• 125 gr cioccolato fondente 72%<br />
• 75 gr pasta o crema di arachidi bio<br />
per glassare:<br />
• cioccolato fondente 70%<br />
• 20 gr arachidi salate<br />
• 20 gr <strong>mango</strong> disidratato<br />
TEMPO RICHIESTO:<br />
2 ore per la preparazione e 12 per raffreddare<br />
DIFFICOLTÀ: media<br />
SVOLGIMENTO DELLA RICETTA:<br />
Preparazione: sciogliere al microonde il cioccolato fondente<br />
avendo cura di non superare i 45°C , aggiungere la pasta di arachidi<br />
e miscelare bene.<br />
Colare l’impasto ottenuto in stampi rettangolari ricoperti con<br />
carta oleata o pellicola e lasciar rapprendere per almeno 12 ore a<br />
temperatura ambiente.<br />
Sformare, tagliare della forma voluta e glassare con cioccolato<br />
fondente temperato, briciole di <strong>mango</strong> e arachidi salate.<br />
Abbinamento gastronomico cibo-vino:<br />
Queste ricette sono state realizzate con i prodotti<br />
, dalla scuola Artusiana di Forlimpopoli.<br />
Moscato D’Asti Le Lucciole Organic Wine<br />
TOSTI<br />
N/54
Tutta la bontà genuina della frutta, senza zuccheri aggiunti,<br />
per un gusto veramente naturale.<br />
I prodotti della linea “Semplicemente Frutta” rappresentano uno snack leggero e pratico che permette<br />
di assaporare il gusto e la genuinità della frutta. Grazie al mantenimento del gusto e dell’aroma<br />
tipici della frutta fresca, sono adatti al consumo in ogni momento della giornata.