4 Creare contenuti per il web - Andrea Giachetti
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Gli elementi definiscono <strong>il</strong> “significato” da attribuire alle varie sezioni del testo (ad esempio che<br />
una parte corrisponde a un titolo, una a una tabella, ecc.). Ogni elemento è contraddistinto da un<br />
cosiddetto “tag” di a<strong>per</strong>tura, con <strong>il</strong> nome dell'elemento circondato dai simboli < e >, ad esempio<br />
e da un corrispondente tag di chiusura, identico a parte <strong>il</strong> simbolo “/”, es. .<br />
Tutto ciò che è compreso tra i due tag (testo o altri elementi) viene interpretato come facente<br />
parte della struttura indicata dal nome.<br />
All'interno del tag di a<strong>per</strong>tura, si possono indicare eventuali attributi e valori che possono<br />
caratterizzare l'elemento (es. dimensione di una tabella, indirizzo di un collegamento<br />
i<strong>per</strong>testuale, URL di un immagine da inserire, ecc.). Vedremo meglio in seguito la sintassi, ma<br />
in pratica ogni elemento è caratterizzato da un insieme ben definito di attributi che possono<br />
assumere soltanto determinati valori.<br />
Non tutti gli elementi da marcare, <strong>per</strong>ò, implicano la presenza di testo o altri elementi<br />
all'interno, esistono anche i cosiddetti “elementi vuoti”, come <strong>per</strong> esempio “img”, che contiene<br />
attributi e valori che indicano f<strong>il</strong>e e formattazione di un immagine da inserire e non include<br />
testo:<br />
<br />
Nel primo HTML gli elementi vuoti avevano solo <strong>il</strong> tag di a<strong>per</strong>tura e non quello di chiusura. In<br />
XHTML la chiusura dei tag è invece obbligatoria, e deve essere effettuata scrivendo<br />
esplicitamente <strong>il</strong> tag di chiusura () o ut<strong>il</strong>izzando la forma abbreviata<br />
equivalente , come nell'esempio sopra.<br />
Un altra regola resa più rigorosa in XHTML è quella relativa all'annidamento: teoricamente se<br />
un tag si apre all'interno di un altro, vuol dire che è in relazione di discendenza da esso<br />
(“figlio”) e deve essere del tutto contenuto in esso, quindi <strong>il</strong> tag di chiusura del figlio deve<br />
essere inserito prima di quello del padre. HTML tuttavia tollerava annidamenti scorretti, del<br />
tutto proibiti in XHTML. Altre differenze tra HTML e XHTML sono l'obbligo in XHTML di<br />
ut<strong>il</strong>izzare le lettere minuscole <strong>per</strong> i nomi degli attributi (, non !), l'obbligo<br />
delle virgolette <strong>per</strong> i valori degli attributi, l'obbligo di inserire un valore <strong>per</strong> ogni attributo (cosa<br />
non necessaria in HTML, ove si potevano avere casi come test).<br />
Al di là delle lievi variazioni e della differente rigidità sintattica, l'ut<strong>il</strong>izzo dei principali<br />
elementi è sostanzialmente invariato nelle ultime versioni di HTML e XHTML.<br />
Gli elementi di (X)HTML possono essere inline o block-level. Gli elementi inline denotano<br />
oggetti che si inseriscono all'interno del flusso del testo (senza andare a capo) e devono quindi<br />
contenere all'interno solo testo od altri elementi inline, come (testo enfatizzato) e<br />
<strong>il</strong> già visto :<br />
...pippo......<br />
Gli elementi block-level invece denotano oggetti a sé stanti, separati dal flusso del testo, che in<br />
assenza di opzioni di posizionamento vengono separati andando a capo prima e dopo, es.:<br />
(paragrafo), (divisione di testo), (tabella)<br />
ecc. Una categoria a parte di elementi riguarda le liste, che si comportano in modo particolare e