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Il Sinni<br />
(anticamente chiamato Siris,<br />
Σίρις in greco) è un importante<br />
fiume <strong>del</strong>la Basilicata. Lungo<br />
94 km, è uno dei principali corsi<br />
d’acqua <strong>del</strong>la regione, insieme<br />
all’Agri, per ricchezza d’acque.<br />
Nasce a quota 1.380 metri dalla<br />
cima Serra <strong>del</strong>la Giumenta, sul<br />
versante orientale <strong>del</strong> massiccio<br />
<strong>del</strong> monte Sirino, più propria-<br />
mente afferente al monte Papa,<br />
in territorio di Lauria.<br />
Percorre da ovest a est l’estremo<br />
settore meridionale <strong>del</strong>la<br />
Basilicata, ricevendo l’apporto<br />
di svariati affluenti: da sinistra il<br />
Cogliandrino, da destra il torrente<br />
Peschiera-Frido e il torrente<br />
Rubbio. Giunto presso il comune<br />
di Senise il fiume riceve da sinistra<br />
il torrente Serrapotamo, il<br />
cui corso è sbarrato da una diga<br />
in terra battuta (la più grande<br />
2<br />
Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.
d’Europa). Costruita tra il 1970<br />
e il 1982, forma il Lago di Monte<br />
Cotugno, uno dei più grossi<br />
invasi artificiali d’Italia che, con<br />
una capacità di 530 milioni di<br />
m³, soddisfa buona parte <strong>del</strong>la<br />
richiesta d’acqua di Basilicata e<br />
Puglia.<br />
Più a valle il fiume riprende a<br />
scorrere con portata regolata<br />
confluendo poi, nei pressi <strong>del</strong><br />
comune di Val<strong>sinni</strong>, con il Sarmento,<br />
suo principale affluente<br />
di destra, la cui portata è mediamente<br />
1/10 di quella <strong>del</strong> Sinni<br />
(1,5 m/s rispetto a 15 m/s).<br />
Da questo punto in poi, l’alveo<br />
<strong>del</strong> fiume si allarga notevolmente<br />
raggiungendo anche il km di<br />
larghezza e compiendo un’ampia<br />
curva verso est. Presso Policoro<br />
entra nella Piana di Metaponto<br />
andando a sfociare nel<br />
Mar Ionio.<br />
Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare. 3
Lagonegro<br />
Situata sull’antica via Popilia,<br />
Lagonegro già in epoca romana,<br />
fu centro importante, luogo<br />
di sosta per tutti i viaggiatori. Il<br />
nome Lacus Niger, italianizzato<br />
in LAGONEGRO, compare il<br />
1079 nella Bolla di Mons. Alfano,<br />
Arcivescovo di Salerno. Dal<br />
1297 al 1551, Lagonegro fu sotto<br />
la dominazione feudale. I Lagonegresi<br />
con Paolo Marsicano<br />
si ribellarono e nel 1556 acquisirono<br />
la libertà e passarono al<br />
Regio Demanio. Con Cristoforo<br />
Grossi a Napoli la città aderì alla<br />
Repubblica <strong>Parte</strong>nopea. Successivamente<br />
Lagonegro fu sede di<br />
Sottointendenza, Capoluogo<br />
di distretto e Capoluogo di circondario.<br />
Per più di un secolo<br />
fu anche sede di Sottoprefettura.<br />
La sua posizione geografica<br />
posta alle falde nord <strong>del</strong> Monte<br />
Sirino ha sempre rappresentato<br />
un importante nodo stradale<br />
per la viabilità <strong>del</strong>l’area sud<br />
<strong>del</strong>la regione. Su un piccolo<br />
promontorio non distante dal<br />
centro urbano, sorge il borgo<br />
6 Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.
medievale - il Castello - al quale<br />
si accede attraverso una lunga<br />
scalinata. Oggi Piazza Grande è<br />
con la sua fontana ottocentesca<br />
il cuore <strong>del</strong>la città. Abbastanza<br />
ampia ed in leggera pendenza<br />
è perimetrata da filari di alberi<br />
ed edifici <strong>del</strong> 1700 e 1800 - tra<br />
i quali merita particolare citazione<br />
la Chiesa <strong>del</strong>la Trinità, ovvero<br />
la Concattedrale. L’interno<br />
<strong>del</strong>la Chiesa a un’unica navata,<br />
conserva due serie di cappelle a<br />
volta e presenta l’altare maggiore<br />
di marmo e i due altari laterali<br />
ospitanti S. Nicola, Patrono <strong>del</strong>-<br />
la Città e S. Maria <strong>del</strong>la Neve,<br />
Protettrice <strong>del</strong>la città. Alla Madonna<br />
<strong>del</strong>la neve è dedicato il<br />
Santuario sulla cima <strong>del</strong> Monte<br />
Sirino. Nel centro storico sono<br />
presenti molti palazzi di particolare<br />
imponenza, tra i quali spicca<br />
per la sua bellezza Palazzo<br />
Corrado, con il suo monumentale<br />
portale, Lagonegro è stata<br />
considerata nel corso degli anni<br />
città <strong>del</strong>le cento Chiese. Alcune<br />
sono visitabili ancora oggi ed<br />
offrono al visitatore una serie interessante<br />
di opere. Nell’antica<br />
Chiesa di S. Nicola, sul Castello<br />
Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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si può ammirare un gran dipinto<br />
raffigurante la Crocifissione e<br />
statue lignee interessanti. Molto<br />
bella la statua lignea <strong>del</strong>la Vergine,<br />
custodita nella Chiesa <strong>del</strong><br />
Rosario, la cui facciata è completamente<br />
affrescata. C’è poi da<br />
visitare la Chiesa di S. Anna, monumento<br />
nazionale al cui interno<br />
era conservato un ostensorio<br />
con una <strong>del</strong>le Spine <strong>del</strong>la Corona<br />
di Cristo che attualmente si<br />
trova nella Concattedrale. Molto<br />
vaste sono le aree forestali <strong>del</strong><br />
territorio di Lagonegro e tutte di<br />
particolare fascino. Tra queste il<br />
Lago Laudemio (m.1525 s.l.m.)<br />
che dista solo 18 Km dal nucleo<br />
urbano. La località sciistica <strong>del</strong><br />
Lago Laudemio è considerata<br />
dagli esperti di sport invernali<br />
la migliore <strong>del</strong>la Basilicata per<br />
qualità <strong>del</strong>la neve e degli impianti.<br />
A quota più bassa, a tre<br />
Km dall’abitato, v’è un pianoro<br />
fitto di ontani, faggi, castagni<br />
che ospita il Monastero di S.<br />
Maria degli Angeli, fondato dai<br />
Frati Benedettini nel IX secolo e<br />
successivamente occupato dai<br />
frati Cappuccini che ne curarano<br />
dal 1536 il rifacimento <strong>del</strong>le<br />
stanze e l’ampliamento. Lagonegro<br />
per la sua varietà geologica<br />
e la configurazione deve la sua<br />
straordinaria ricchezza forestale<br />
alla varia vegetazione costituita<br />
da faggi, castagni, querce, cerri,<br />
agrifogli, e soprattutto funghi<br />
di ottima qualità. Tutto ciò fa di<br />
Lagonegro un naturale grande e<br />
polivalente museo vivente, che<br />
offre a qualunque visitatore, oltre<br />
a paesaggi incantevoli suggestivi<br />
stimoli di ricerca.<br />
8 Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.
Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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10 Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.
Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Lauria<br />
Naturale centro di riferimento di<br />
un territorio molto ampio, corrispondente<br />
alla regione storica<br />
<strong>del</strong>la Lucania sud–occidentale,<br />
Lauria è il maggiore e più popoloso<br />
centro <strong>del</strong> versante tirrenico<br />
<strong>del</strong>la regione Basilicata.<br />
La sua posizione geografica, in<br />
una ristretta zona di transito tra<br />
Campania e Calabria, ne favorisce<br />
gli scambi commerciali e i<br />
flussi migratori attraverso il terri-<br />
torio. Fu, nel Medioevo, contea<br />
e sede vescovile de facto, con<br />
un’evoluzione demografico-istituzionale<br />
simile, per molti aspetti,<br />
a quella di Matera. La città<br />
ebbe una drammatica battuta<br />
d’arresto nel corso <strong>del</strong>la sua storia<br />
con il massacro di Lauria <strong>del</strong><br />
1806, dovuto a una sfortunata<br />
vicenda che portò Lauria, sede<br />
<strong>del</strong> potere costituito, a divenire<br />
luogo di un’ostinata resistenza<br />
borbonica contro l’avanzata<br />
napoleonica. Le conseguenze<br />
di questa sanguinosa repres-<br />
12 Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.
sione furono gravi per la città:<br />
oltre al devastante incendio e<br />
alla perdita <strong>del</strong>l’archivo cittadino,<br />
si operò il trasferimento di<br />
tutti i presidi statali (l’ospedale,<br />
il tribunale e le forze <strong>del</strong>l’ordine)<br />
verso i centri limitrofi minori<br />
(Lagonegro e Trecchina). Tuttavia,<br />
grazie alle caratteristiche<br />
geografiche <strong>del</strong>la città, alle sue<br />
dimensioni territoriali, ad una<br />
lunga e stimata tradizione di<br />
commercio, imprenditoria e manodopera,<br />
all’inevitabile lenta<br />
ripresa di alcune funzioni statali<br />
territoriali, è oggi il centro più<br />
popoloso <strong>del</strong>l’area. La presenza<br />
di un numero cospicuo di abitanti<br />
nel territorio rurale, molto<br />
più popolato rispetto al centro<br />
cittadino, rende l’intero territorio<br />
comunale quasi totalmente<br />
antropizzato.<br />
Il centro abitato è suddiviso in<br />
due rioni, separati dall’antico<br />
quartiere Ravita: quello superiore,<br />
tradizionalmente denominato<br />
il Castello (Castiddu), e<br />
quello inferiore, chiamato altrimenti<br />
il Borgo (Burgu), facenti<br />
Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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capo alle rispettive parrocchie<br />
di san Nicola di Bari e san Giacomo<br />
apostolo i cui santi patroni<br />
sono festeggiati il 9 maggio<br />
e il 25 luglio; dal 25 febbraio<br />
2000 il riconoscimento di patrono<br />
<strong>del</strong>l’intera comunità religiosa<br />
è stato assegnato al beato Domenico<br />
Lentini, sacerdote <strong>del</strong><br />
luogo morto nello stesso giorno<br />
<strong>del</strong>l’anno 1828.<br />
Simbolo <strong>del</strong> comune di Lauria è<br />
il basilisco aggrappato ad una<br />
pianta di lauro che ostenta il<br />
motto Noli me tangere (“Non mi<br />
toccare”), il cui significato tende<br />
ad enfatizzare la temibilità e intoccabilità<br />
dei suoi abitanti.<br />
Nel centro storico, che rivela segni<br />
tipici <strong>del</strong>l’epoca medievale,<br />
con le abitazioni aggrappate<br />
alla collina, si aprono angoli caratteristici<br />
ed intricate viuzze e<br />
stradine, che s’inerpicano dando<br />
vita ad archi, sottopassi, portici<br />
e motivi architettonici caldi<br />
ed armoniosi. Il territorio lauriota,<br />
uno dei più grandi <strong>del</strong>la<br />
Basilicata, offre un susseguirsi di<br />
paesaggi pittoreschi ad agresti,<br />
naturali ed artificiali: le vette <strong>del</strong><br />
massiccio <strong>del</strong> Sirino (la più alta,<br />
quella <strong>del</strong> monte Papa, raggiunge<br />
i 2005 metri), innevate per<br />
buona parte <strong>del</strong>l’anno; il lago<br />
artificiale di Cogliandrino; il lago<br />
Rotonda; le fresche sorgenti <strong>del</strong><br />
Sinni e di Fiumicello; il pino loricato<br />
<strong>del</strong> monte Serra la Spina; il<br />
castello di Seluci (latino: Seleuci)<br />
nella contrada dove sono stati<br />
riportati alla luce reperti archeologici<br />
e individuati giacimenti<br />
petroliferi.<br />
Nel 1998 ha ricevuto ufficialmente<br />
dalla Presidenza <strong>del</strong>la<br />
Repubblica Italiana il riconoscimento<br />
e la dignità di “città”.<br />
Degni di nota sono: il rudere <strong>del</strong><br />
medievale castello di Ruggiero<br />
e la restaurata casa natia con<br />
le reliquie <strong>del</strong> beato Domenico<br />
Lentini, entrambi nel quartiere<br />
Cafaro. Le numerose opere artistiche<br />
di varie epoche si concentrano<br />
prevalentemente nei<br />
luoghi di culto religioso.<br />
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Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Latronico<br />
Il centro è posizionato a 888 m<br />
s.l.m all’entrata <strong>del</strong>la valle <strong>del</strong><br />
Sinni, nella parte sud-occidentale<br />
<strong>del</strong>la provincia, e sorge ai<br />
piedi <strong>del</strong> monte Alpi, un’imponente<br />
montagna <strong>del</strong>l’Appennino<br />
meridionale, costituito da tre<br />
cime denominate Santa Croce<br />
(1893 m s.l.m.), Punta <strong>del</strong> Corvo<br />
(1880 m s.l.m.) e Pizzo Falcone<br />
(1900 m s.l.m.). Ha una superficie<br />
di 75,98 km² prevalentemente<br />
montuoso ed è attraversato<br />
dal fiume Sinni e dal torrente<br />
Fiumitello, entrambi a regime<br />
torrentizio. Il paese nasce inizial-<br />
mente attorno alla parte alta per<br />
poi svilupparsi successivamente<br />
nelle zone sottostanti. Lo si può<br />
notare guardando la struttura<br />
urbanistica: è sostanzialmente<br />
a “macchia d’olio” e si può distinguere<br />
una parte, dove sorge<br />
il centro storico, denominata<br />
Capadavutu e una parte bassa<br />
detta Capabbasciu. Nella zona<br />
denominata dagli abitanti Munisterio<br />
in tempi antichi sorgeva<br />
un convento di Gesuiti. Il territorio<br />
fu abitato in epoche remote,<br />
come è dimostrato dal ritrovamento,<br />
in una caverna, di oggetti<br />
litici e ceramiche risalenti<br />
all’età <strong>del</strong> bronzo, conservati nel<br />
museo di Potenza.<br />
Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Degne di nota sono la chiesa di<br />
Sant’Egidio Abate, protettore<br />
<strong>del</strong> paese, che conserva una statua<br />
<strong>del</strong> Santo <strong>del</strong> 1570 in alabastro,<br />
una croce <strong>del</strong> 1500 ed un<br />
ostensorio <strong>del</strong> 1766 e la chiesa<br />
di San Nicola <strong>del</strong> XV sec. con<br />
portale di grande interesse artistico.<br />
I molti palazzi nobiliari <strong>del</strong><br />
paese (Palazzo Comunale, Palazzo<br />
Gioia, Palazzo Arcieri) conservano<br />
portali di grande pregio<br />
artistico. Il paese è noto per lo<br />
stabilimento termale.<br />
Altro vanto per Latronico è la<br />
lavorazione artigianale <strong>del</strong>la<br />
pietra, grazie alla presenza, sul<br />
Monte Alpi, di giacimenti di<br />
pirite, marmo, quarzo, talco e<br />
24 Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.
alabastro bianco. Quest’ultimo,<br />
conosciuto per la forte resistenza<br />
e levigatezza, è noto come<br />
Marmo di Latronico. Una bella<br />
attrattiva <strong>del</strong>le zone limitrofe al<br />
paese è la Grotta di Latronico,<br />
con stalattiti e stalagmiti, al di<br />
sotto <strong>del</strong>la quale vi sono altre<br />
piccole Grotte Sepolcrali.<br />
All’interno <strong>del</strong>la zona verde <strong>del</strong><br />
complesso termale in località<br />
Calda è stata realizzata dall’artista<br />
Anish Kapoor un’opera d’arte<br />
dal titolo “Earth Cinema” ossia<br />
“cinema di terra”.
Episcopia<br />
Quello di Episcopia è un borgo<br />
piccolo e accogliente, all’interno<br />
<strong>del</strong> Parco Nazionale <strong>del</strong> Pollino,<br />
nel cui centro storico spicca la<br />
sagoma <strong>del</strong> castello edificato dai<br />
normanni.<br />
I vicoli, i palazzi storici, le chiese e<br />
il verde circostante rendono questo<br />
posto incantevole e assolutamente<br />
da visitare.<br />
Di particolare fascino è il santuario<br />
<strong>del</strong>la Madonna <strong>del</strong> Piano, fondato<br />
tra i vigneti dai cistercensi su<br />
un precedente insediamento basiliano,<br />
all’interno <strong>del</strong> quale ogni<br />
anno nel corso di un suggestivo<br />
pellegrinaggio si vivono intense<br />
emozioni.<br />
Il fatto che dal paese si domini<br />
l’intera valle <strong>del</strong> Sinni è scolpito<br />
anche nel nome i Episcopia da<br />
“Epis Kopia”, “vedetta”.<br />
Nel tempo il paese è stato feudo<br />
di vari signori fino a quando<br />
i Sanseverino lo cedono ai Della<br />
Porta, che a loro volta lo vendono<br />
alla famiglia Brancalassi. Di tutte<br />
le dominazioni che hanno interessato<br />
Episcopia è simbolo il suo<br />
castello, chiuso fra due torrioni<br />
cilindrici, con alcuni affreschi <strong>del</strong><br />
XVI secolo.<br />
Il primo impatto, nel centro storico<br />
di Episcopia, si ha con il castello,<br />
<strong>del</strong> quale sono subito evidenti<br />
due torrioni contrapposti, uno di<br />
forma cilindrica e l’altro di forma<br />
quadrangolare.<br />
L’originaria costruzione <strong>del</strong> fabbricato<br />
si può far risalire all’epoca<br />
longobarda. Per la sua posizione,<br />
posto su un elevato sperone roccioso,<br />
il maniero regala al visitatore<br />
un’ottima veduta su tutta la<br />
valle sottostante.<br />
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Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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30 Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.
Ai tempi di Federico II di Svevia<br />
il castello ha subito, tra gli altri,<br />
interventi di modifica che hanno<br />
portato al riutilizzo di una torre<br />
e alla ricostruzione <strong>del</strong>l’altra, ma<br />
il complesso ha subito interventi<br />
anche per volere degli angioini.<br />
All’ingresso <strong>del</strong>la struttura, che<br />
poggia su un camminamento<br />
costituito da un’ampia gradinata<br />
a sua volta sorretta da una struttura<br />
ad arcate, sul maestoso portale<br />
si lasciano ammirare affreschi<br />
raffiguranti uno stemma, composto<br />
da un guerriero ed un rettile,<br />
mentre proprio in cima alla stessa<br />
gradinata, ai lati <strong>del</strong> grande portone,<br />
si distinguono i supporti <strong>del</strong><br />
ponte levatoio.<br />
La cucina che si può provare ad<br />
Episcopia è tradizionale e genuina<br />
con la predominanza di pasta<br />
fatta in casa e gustose carni cucinate<br />
per lo più alla brace. Gli<br />
amanti dei gusti più decisi possono<br />
provare anche gli “gnommarieddi”,<br />
involtini di interiora di<br />
agnello e capretto arrosto. Molto<br />
apprezzati sono anche i dolci tipici<br />
di Episcopia tra i quali si distingue<br />
la tradizionale “cicerata” natalizia.<br />
Episcopia ricade nel versante lucano<br />
<strong>del</strong> Parco Nazionale <strong>del</strong> Pollino<br />
che, diviso tra la Basilicata e<br />
la Calabria, con i suoi 192.000 ettari,<br />
è il più esteso d’Italia.<br />
Lungo itinerari e percorsi accattivanti<br />
ci si inoltra in fitti boschi<br />
di faggio, abeti e castagni e altipiani<br />
erbosi, fino ad “incontrare”<br />
sinuosi, fieri e secolari, i Pini Loricati,<br />
simbolo <strong>del</strong> parco, visibili<br />
soprattutto sulla cima di Serra di<br />
Crispo, denominata il “Giardino<br />
degli Dei” proprio perché considerata<br />
uno dei santuari di questa<br />
rara specie arborea dal tronco<br />
contorto.<br />
Tra queste distese si aggirano<br />
esemplari di lupo appenninico,<br />
cinghiali e caprioli, scoiattoli, istrici<br />
e lontre, ma anche picchi e gufi<br />
reali. Caratterizzato dalle vette più<br />
alte <strong>del</strong>l’intero arco appenninico<br />
meridionale, sorvolate da aquile<br />
reali, falchi pellegrini e gheppi,<br />
senz’altro va menzionata Serra<br />
Dolcedorme, “tetto” <strong>del</strong> parco.<br />
Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Chiaromonte<br />
Il territorio <strong>del</strong> paese è ricchissimo<br />
di reperti archeologici e sepolture<br />
contenenti oggetti metallici provenienti<br />
da produzione etrusca e<br />
greca, fra cui un tesoro appartenente<br />
ad una principessa.<br />
Fu fondato probabilmente nel<br />
VI sec. a.C. da profughi greci.<br />
Dopo essere stato distrutto dalle<br />
continue invasioni dei Visigoti,<br />
il paese subì numerosi danni<br />
durante il terremoto <strong>del</strong> IX sec.<br />
e venne ricostruito nel X sec.<br />
Molti studiosi fanno risalire il suo<br />
nome al termine “Mons Clarus”<br />
(Monte Luminoso), denomina-<br />
zione dovuta certamente alla<br />
sua posizione geografica.<br />
Caratteristica storico-culturale<br />
<strong>del</strong> paese è la presenza di molti<br />
palazzi gentilizi quali palazzo<br />
Dolcetti, palazzo Lauria, palazzo<br />
Donadio e palazzo Di Giura.<br />
Molto interessante è la chiesa di<br />
San Giovanni (XII-XIII sec.), che<br />
conserva all’interno alcune bellissime<br />
sculture lignee.<br />
Non lontano dall’abitato vi era<br />
l’abbazia cistercense di Santa<br />
Maria <strong>del</strong> Saggittario, costruita<br />
nel XII sec. e soppressa all’inizio<br />
<strong>del</strong> secolo scorso.<br />
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Far<strong>del</strong>la<br />
Questo piccolissimo comune <strong>del</strong>la<br />
provincia di Potenza sorge in<br />
una vallata <strong>del</strong> Parco Nazionale<br />
<strong>del</strong> Pollino.<br />
Il suo <strong>del</strong>izioso abitato è circondato<br />
da ricchissime aree boschive<br />
ricche di vegetazione, come<br />
bosco di Serra Cerrone, bosco di<br />
Mesole e bosco Piano di Molinaro,<br />
menntre all’uscita <strong>del</strong> paese<br />
è situato il “Parco Barbattavio”,<br />
centro sportivo dotato di strutture<br />
polifunzionali.<br />
zi storici e la chiesa madre (1703)<br />
dedicata a Sant’Antonio di Padova,<br />
peraltro protettore <strong>del</strong> paese.<br />
Sorto intorno alla fine <strong>del</strong> XVI secolo,<br />
Far<strong>del</strong>la è stato luogo fortificato<br />
normanno e poi feudo <strong>del</strong>la<br />
contea di Chiaromonte, sotto i<br />
Sanseverino.<br />
Altri sostengono il paese sia di<br />
fondazione longobarda, da cui<br />
deriverebbe anche il nome, che<br />
secondo altre tesi si deve invece<br />
ad una famiglia originaria <strong>del</strong>la<br />
Germania, arrivata in Italia con gli<br />
Svevi.<br />
Nel centro storico di Far<strong>del</strong>la si<br />
possono ammirare diversi palaz-<br />
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Francavilla<br />
in Sinni<br />
Il paese è situato sulla sponda<br />
<strong>del</strong> fiume Sinni.<br />
L’abitato sorse nel XV sec. e nel<br />
1420 la regina Giovanna II consentì<br />
ai monaci <strong>del</strong>la Certosa di<br />
costruire alloggi per i coloni che<br />
furono affrancati dal pagamento<br />
dei tributi, e pare che il nome<br />
<strong>del</strong> paese abbia avuto origine<br />
proprio da questo evento.<br />
Di notevole interesse artistico<br />
sono la chiesa Madre <strong>del</strong> paese,<br />
dedicata ai Santi Felice e Policarpo,<br />
la chiesa di Sant’Antonio<br />
e la chiesa di San Giuseppe.<br />
Nelle campagne circostanti si<br />
possono ammirare ancora i resti<br />
<strong>del</strong>l’imponente costruzione <strong>del</strong><br />
Convento di San Nicola ed i ruderi<br />
<strong>del</strong> Convento <strong>del</strong> Ventrile.<br />
L’abitato, che fa parte <strong>del</strong> Parco<br />
Nazionale <strong>del</strong> Pollino, è circondato<br />
da un territorio ricco di vegetazione<br />
con boschi di faggi,<br />
abeti e cerri.<br />
Caratteristiche <strong>del</strong> luogo sono<br />
“Pietra Sasso”, una particolare formazione<br />
rocciosa visibile da ogni<br />
parte <strong>del</strong> Parco, “Timpa <strong>del</strong>le Murge”,<br />
costituita da rocce magmatiche<br />
formatesi sui fondali marini che<br />
nei corsi dei secoli sono stati sollevati<br />
da movimenti tettonici e una<br />
sorgente di acqua sulfurea situata<br />
nel bosco <strong>del</strong>l’Avena.<br />
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Il patrimonio architettonico ed artistico<br />
di Francavilla è costituito<br />
dal Santuario <strong>del</strong>la Madonna di<br />
Pompei <strong>del</strong> XIX sec., festeggiata la<br />
quarta domenica di agosto;<br />
La Chiesa Parrocchiale di S. Felice e<br />
S. Policarpo (protettori <strong>del</strong> paese).<br />
Si tratta di un edificio <strong>del</strong> XIX sec.,<br />
restaurato nel 1957, che custodisce<br />
una grande tela raffigurante la presentazione<br />
al Tempio <strong>del</strong> XVIII sec.,<br />
una tela raffigurante la Madonna in<br />
trono e Santi, un altare maggiore<br />
ed altari secondari in legno dipinto<br />
ad imitazione <strong>del</strong> marmo intarsiato<br />
<strong>del</strong> XVIII sec.;<br />
La Cappella di S. Antonio <strong>del</strong> XIX<br />
sec.;<br />
La Cappella di S. Giuseppe <strong>del</strong> XIX<br />
sec. con una tela raffigurante la Madonna<br />
<strong>del</strong>l’Assunta;<br />
La Cappella <strong>del</strong>l’Assunta <strong>del</strong> XIX<br />
sec.;<br />
La Villa Comunale posta al centro<br />
<strong>del</strong> paese “costruita nel 1956” dal<br />
Sindaco <strong>del</strong>l’epoca Avv. Mario Ferrara.<br />
“Castello Viceconte”, costruito nel<br />
1886 con centro di azienda agricola<br />
e abitazione privata;<br />
La Certosa di S. Nicola, dedicata al<br />
Santo di Bari.<br />
Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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Senise<br />
Una vecchia tradizione narra<br />
che il paese fosse posto più in<br />
basso, verso la confluenza <strong>del</strong><br />
Serrapotamo col Sinni, ma per<br />
la mortifera malaria fu abbandonato<br />
ed edificato nel punto<br />
dov’è attualmente collocato.<br />
La tradizione avrebbe un fondamento<br />
nel significato <strong>del</strong> toponimo<br />
Senise, che vorrebbe<br />
significare “luogo <strong>del</strong> Sinni” e<br />
non “colonia di Siena”. La gente<br />
<strong>del</strong> luogo, favoleggia che un<br />
cavalier di Siena, un Senese, errando<br />
verso le Crociate, avrebbe<br />
fondato il paese omonimo.<br />
E siccome Siena, fondata Senio<br />
e Ascanio, figli di Remo, ha per<br />
emblema una lupa che allatta<br />
un bambino, anche Senise volle<br />
assumer questo simbolo, ma<br />
la critica, a base di documenti,<br />
ha dimostrato che Senise è anteriore<br />
alle Crociate. Infatti, Senise<br />
sorse già in epoca romana<br />
52 Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.
imperiale come dimostrano i resti<br />
di una villa ritrovati in località<br />
San Filippo. Mentre il fortunato<br />
ritrovamento degli Ori di Senise,<br />
attualmente custoditi nel Museo<br />
Nazionale di Napoli, testimonia<br />
la presenza a Senise dei Longobardi<br />
(VII). Lo stemma si ammira<br />
in un libro <strong>del</strong> censimento <strong>del</strong><br />
1753 (Catasto generale <strong>del</strong>la<br />
Terra di Senise in Basilicata), importante<br />
documento conservato<br />
in quell’Archivio Municipale. La<br />
fondazione <strong>del</strong>l’attuale centro<br />
abitato di Senise è da farsi risalire<br />
al periodo normanno quando<br />
fu edificato un primitivo castello,<br />
dipendente dalla contea di<br />
Chiaromonte, parte di un complesso<br />
sistema difensivo creato<br />
a difesa <strong>del</strong>la valle sottostante.<br />
Intorno a tale baluardo difensivo<br />
andò a costituirsi il primo<br />
nucleo abitato. Dopo l’arrivo<br />
degli Angioini venne edificato<br />
il Convento e la Chiesa di San<br />
Francesco (1270) e si spostò il<br />
castello in posizione più elevata,<br />
Un viaggio sul fiume Sinni. Le attività e le bellezze da visitare.<br />
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il tessuto urbano si espanderà<br />
fino ad occupare l’intera collina<br />
a forma di triangolo, definita a<br />
valle <strong>del</strong> torrente Serrapotamo,<br />
ed ai lati da due profondi valloni<br />
che costituiranno una vera e<br />
propria difesa naturale. All’interno<br />
di tale triangolo, successivamente<br />
chiuso da cinta muraria e<br />
dominato dalle emergenze <strong>del</strong><br />
castello, dal convento (che rappresenterà<br />
per secoli il punto di<br />
riferimento religioso e culturale<br />
<strong>del</strong>la comunità) e dalle chiese,<br />
il tessuto edificato si svilupperà<br />
assecondando la morfologia <strong>del</strong><br />
suolo, cioè con gli isolati disposti<br />
a terrazze collegate da una<br />
fitta trama di percorsi ortogonalmente<br />
alle curve di livello stesse.<br />
Sostanzialmente, dalla metà <strong>del</strong><br />
Cinquecento alla fine <strong>del</strong>l’Ottocento,<br />
l’impianto urbanistico di<br />
Senise rimarrà pressoché inalterato,<br />
tutto compreso nella cerchia<br />
<strong>del</strong>le mura, registrandosi<br />
semplicemente una crescita su<br />
sé stesso <strong>del</strong> centro urbano, con<br />
operazioni di sostituzioni edilizia<br />
o di accorpamento di più edifici,<br />
per la realizzazione, a partire<br />
dal XVIII secolo, dei palazzi no-<br />
biliari-signorili <strong>del</strong>la borghesia<br />
agraria nata dal disfacimento e<br />
dall’abolizione dei privilegi feudali.<br />
Quindi per tutto il XIX secolo e<br />
parte <strong>del</strong> XX secolo l’immagine<br />
urbana risulterà caratterizzata,<br />
oltre che dalla mole <strong>del</strong> castello<br />
e <strong>del</strong> convento francescano,<br />
simboli di un potere laico e religioso<br />
ormai in decadenza, da<br />
un consistente numero di edifici<br />
signorili contornati da un’edilizia<br />
minore, in qualche misura legata<br />
al palazzo signorile stesso, che<br />
rifletteranno in maniera evidente<br />
i rapporti gerarchici di natura<br />
socio-economica esistenti all’interno<br />
<strong>del</strong>la comunità senisese.<br />
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Testi e foto: Wikipedia; APT Basilicata; Basilicata Turistica.<br />
Finito di stampare nel mese di Maggio <strong>2017</strong><br />
per conto <strong>del</strong>la MP s.r.l. - Senise (Pz) da:<br />
Vietata la riproduzione totale o parziale di loghi, testi e foto.<br />
Tutti i diritti sono riservati.<br />
Impaginazione e grafica a cura di:<br />
Marco Deodati - Arti Visive<br />
via dei Gladioli, 27 - 85042 Lagonegro (Pz)<br />
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