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Le compagnie promettono riduzioni<br />
del premio Rc auto per chi installa le<br />
"black box", ma dal 2012 manca<br />
ancora il regolamento attuativo<br />
dell'IVASS che, con la diffusione<br />
massiva delle scatole nere, doveva<br />
garantire una serie di tutele agli automobilisti.<br />
Non ultima quella contro<br />
possibili rischi di hackeraggio. Intanto<br />
negli USA ingegneri informatici<br />
dimostrano come sia possibile<br />
"bucare" le tecnologie delle vetture,<br />
assumendone anche il controllo<br />
32<br />
POLIZZE AUTO: MENO<br />
CARE INSTALLANDO<br />
LA “SCATOLA NERA”,<br />
MA AUMENTANO I<br />
RISCHI PER LA PRIVACY<br />
Se vi dovesse capitare di vedere la vostra auto<br />
che aziona da sola i tergicristallo, accende<br />
l'aria condizionata e lo stereo, mentre dà<br />
anche un colpetto di clacson e sgassa sull'acceleratore<br />
per farvi fretta, non vi stupite, non avete<br />
comprato a vostra insaputa la mitica "KITT" del<br />
serial "Supercar", inseparabile compagna di<br />
David Hasselhoff negli anni '80: potrebbero<br />
invece essere stati gli hacker, sfruttando le vulnerabilità<br />
dei sistemi tecnologici della vostra<br />
vettura. Per quanto possa sembrare incredibile,<br />
questo è quanto hanno dimostrato due ingegneri<br />
informatici americani, riuscendo a manovrare<br />
a loro piacimento un'automobile in un<br />
parcheggio, e tutto ciò attraverso un comune<br />
smartphone. E la questione è apparsa talmente<br />
delicata che negli Stati Uniti è stato tempestivamente<br />
preparato un disegno di legge "ad hoc"<br />
per definire precisi standard di sicurezza informatici<br />
ed un sistema di valutazione del livello di<br />
protezione delle auto, mentre per lo stesso<br />
motivo FCA ha deciso di richiamare cautelativamente<br />
dal mercato circa 1,4 milioni di veicoli<br />
nuovi. Non altrettanto solerte pare invece sia il<br />
sistema politico italiano nel garantire la privacy<br />
e la sicurezza degli automobilisti.<br />
Infatti, sebbene una stima dell'ANIA indichi che<br />
sono già circa tre milioni le auto italiane in circolazione<br />
su cui sono installate le famigerate<br />
"scatole nere", le tutele sulla privacy a cui<br />
hanno diritto gli automobilisti che acconsentono<br />
ad installare l'apparecchio sulla propria vettura<br />
in cambio di un significativo sconto sulla<br />
polizza Rc, pare siano cadute nel dimenticatoio.<br />
Sembra infatti che dal 2012, qualcosa non<br />
abbia funzionato a dovere nei passaggi necessari<br />
per rendere operativo il "Decreto<br />
Liberalizzazioni" (DL 1/2012), che insieme alle<br />
riduzioni del premio, prevedeva anche l'emanazione<br />
di un regolamento attuativo da parte<br />
dell’ISVAP (oggi IVASS). Ad evidenziarlo, è il giurista<br />
e già Garante della Privacy, Francesco<br />
Pizzetti, che spiega:<br />
"Nell'intento di proteggere e tutelare la parte più<br />
debole, cioè l'assicurato, il quadro giuridico<br />
delineava in questa materia una disciplina<br />
estremamente minuziosa, che se attuata e<br />
rispettata avrebbe potuto trovare risposta convincente<br />
e chiara ai mille problemi che comporta<br />
l’utilizzo della scatola nera su un autoveicolo<br />
rispetto alla protezione dei dati personali,<br />
ai rischi di intercettazioni, e ancor più oggi,<br />
anche a quelli di hackeraggio. La mancata<br />
attuazione non è dovuta però al Ministero dei<br />
Trasporti, che tempestivamente emanò il regolamento<br />
di sua competenza relativo agli aspetti<br />
tecnici - sottolinea Pizzetti - ma all’inspiegabile<br />
inerzia dell’Ivass. Questa Autorità, infatti, predispose<br />
a suo tempo, con la collaborazione del<br />
Garante, lo schema di regolamento e lo mise<br />
anche in consultazione pubblica nel marzo<br />
2013. Tuttavia il procedimento non si concluse<br />
e il regolamento non fu mai emanato. A mia<br />
conoscenza non è mai stato spiegato perché."<br />
A proposito dei pericoli dovuti alle vulnerabilità<br />
delle tecnologie delle vetture, comprese le scatole<br />
nere, a lanciare un altro allarme è Nicola<br />
Bernardi, presidente di Federprivacy:<br />
"Quello delle intrusioni nelle nostre auto da<br />
parte degli hacker non è un affatto un pericolo<br />
remoto. Individui senza scrupoli potrebbero a<br />
nostra insaputa sabotare i freni della nostra<br />
auto interferendo da un semplice smartphone.<br />
Ma non solo - spiega Bernardi - in assenza di<br />
certezza dell'adozione di idonee misure di sicurezza,<br />
non sappiamo chi effettivamente accede<br />
ad informazioni sensibili che spesso riguardano<br />
la nostra sfera privata, potendo conoscere esattamente<br />
dove siamo e a che ora attraverso il<br />
sistema gps."<br />
Alla luce della confusione che si è venuta a creare<br />
circa l'impiego delle scatole nere sulle automobili,<br />
sta di fatto che attualmente la privacy di<br />
tre milioni di automobilisti che hanno installato<br />
tali dispositivi non è affatto garantita, e sebbene<br />
la norma del Decreto Liberalizzazioni<br />
sembra non sia ancora stata legittimamente<br />
resa operativa, le compagnie continuano a proporre<br />
sconti, a volte neppure troppo vantaggiosi,<br />
a chi accetta di essere monitorato 24 ore su<br />
24 senza però ricevere in cambio le tutele che<br />
sarebbero riconosciute per legge.<br />
Per informazioni:<br />
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N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu