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IL CONSU n 250-FINALE

Il Giornale del Consumatore - n. 250

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UN CEREALE DIGERIB<strong>IL</strong>E<br />

ANCHE PER CHI È<br />

INTOLLERANTE AL GLUTINE<br />

Ricercatori dell’Isa-Cnr<br />

e Ibp-Cnr hanno dimostrato<br />

che il piccolo farro contiene<br />

un glutine più digeribile<br />

rispetto al grano tenero<br />

e potrebbe essere adatto<br />

per soggetti sensibili<br />

a questa sostanza<br />

Il grano monococco, ossia il Triticum<br />

monocccum, anche noto come piccolo farro,<br />

pur essendo un cereale che contiene glutine,<br />

cioè la sostanza proteica che in soggetti geneticamente<br />

predisposti scatena allergie e intolleranze,<br />

potrebbe essere un alimento adatto a<br />

prevenire la celiachia. Sembra una contraddizione,<br />

si tratta invece della conclusione a cui è<br />

giunto un team di ricercatori del Consiglio<br />

nazionale delle ricerche coordinati da<br />

Gianfranco Mamone dell’Istituto di scienze dell’alimentazione<br />

(Isa-Cnr) di Avellino e da<br />

Carmen Gianfrani dell’Istituto di biochimica<br />

delle proteine (Ibp-Cnr) di Napoli con un articolo<br />

pubblicato sulla rivista Molecular Nutrition<br />

16<br />

and Food Research.<br />

“Il monococco, le cui origini risalgono a diecimila<br />

anni fa, è un frumento con un genoma più<br />

semplice rispetto agli altri cereali e ha costituito<br />

la base della dieta delle popolazioni agricole per<br />

migliaia di anni, sostituito poi in gran parte dal<br />

grano tenero e duro, più produttivi e di facile<br />

trebbiatura”, spiega Mamone. “Con il nostro<br />

studio abbiamo scoperto che varietà antiche di<br />

questo cereale contengono un glutine più fragile<br />

e dunque più digeribile e meno tossico rispetto<br />

al grano tenero (Triticum aestivum). La<br />

riproduzione in vitro del processo di digestione<br />

gastrointestinale, seguita dall’analisi proteomica<br />

e dalla valutazione della tossicità immunologica<br />

su biopsie intestinali e cellule linfocitarie<br />

prelevate da soggetti celiaci, ha dimostrato che<br />

la parte proteica del glutine, dannosa per i celiaci,<br />

è in gran parte distrutta durante il processo<br />

di digestione del grano monococco, contrariamente<br />

a quanto succede per il glutine del grano<br />

tenero”.<br />

Una notizia positiva dunque, solo però in termini<br />

di prevenzione. “Seppur notevolmente meno<br />

dannoso, il monococco non è comunque idoneo<br />

per pazienti che hanno già manifestato la<br />

celiachia”, puntualizza Gianfrani. “Invece,<br />

potrebbe avere effetti benefici sullo sviluppo<br />

della malattia in soggetti ad alto rischio di celiachia.<br />

Infatti, dal momento che esiste una stretta<br />

correlazione tra la quantità di glutine assunta<br />

e la soglia per scatenare la reazione infiammatoria<br />

avversa, un’azione preventiva potrebbe<br />

essere quella di utilizzare grani con minor contenuto<br />

di glutine. Pertanto un grano come il<br />

monococco che contiene un glutine più digeribile,<br />

e dunque meno nocivo, potrebbe essere<br />

un valido strumento per la prevenzione di questa<br />

patologia”.<br />

A beneficiare di un dieta a base di piccolo farro<br />

sarebbero, secondo i ricercatori, anche i soggetti<br />

con sensibilità al glutine. “Oggi sappiamo che<br />

gli alimenti a base di grano monococco sono<br />

ben tollerati anche da chi soffre di questo disturbo<br />

alimentare, che ha caratteristiche diverse<br />

dalla celiachia. Quindi, il prossimo passo della<br />

ricerca sarà eseguire gli esperimenti direttamente<br />

sui soggetti intolleranti per avere la conferma<br />

della minore tossicità del monococco e<br />

riportare sulla nostra tavola un grano antico”,<br />

concludono i ricercatori.<br />

di C. S. - teatroNaturale.it<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu

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