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PREGI E DIFETTI<br />
DEL PEPERONCINO<br />
Con la fine dell’estate e l’inizio<br />
dell’autunno, le piante<br />
di peperoncino danno i<br />
migliori frutti ed è relativamente<br />
facile trovarli sul<br />
mercato e possono essere<br />
consumati freschi. La pianta<br />
è originaria del continente<br />
americano ed è stato<br />
Cristoforo Colombo a portarla<br />
in Europa e da qui si è<br />
diffusa nel resto del<br />
mondo. Il suo impiego però<br />
è legato alla presenza di<br />
capsaicina che è la sostanza<br />
naturale responsabile<br />
della piccantezza. Proprio<br />
in funzione del contenuto<br />
di capsaicina i peperoncini<br />
vengono classificati secondo<br />
la scala di Scoville che<br />
parte da zero per il comune<br />
peperone ed arriva anche<br />
ad oltre 1 milione per i più<br />
piccanti Habanero. La proprietà<br />
piccante è legata al<br />
fatto che la capsaicina reagisce<br />
con i centri nervosi<br />
termorecettori provocando<br />
un senso di calore<br />
Al peperoncino sono attribuite diverse attività<br />
benefiche dovute alle diverse sostanze in esso<br />
contenute ( vitamine, sali minerali, ecc.). In<br />
particolare ha proprietà antiossidanti, una<br />
modica attività antibatterica. Degli studi condotti<br />
in vitro fanno ritenere che possa essere<br />
utile nella prevenzione di alcuni tipi di tumore.<br />
Molti ritengono che il peperoncino possieda<br />
proprietà afrodisiache, ma questo non è scientificamente<br />
provato.<br />
Il consumo di peperoncino è sconsigliato a chi<br />
ha problemi gastrici o intestinali quali le ulcere<br />
o il riflesso esofageo. Tuttavia alcuni ritengono<br />
che il consumo regolare di peperoncino possa<br />
contribuire a prevenire la comparsa di ulcere<br />
gastriche.<br />
Indipendentemente dagli aspetti salutistici e<br />
farmacologici, rimane il fatto che il peperoncino<br />
è un ottimo ingrediente di diverse specialità<br />
alimentari soprattutto del nostro meridione<br />
(n’duja, vari formaggi e salumi, prodotti da<br />
forno ed addirittura dei dolci).<br />
E’ anche un condimento di uso comune nella<br />
nostra cucina tradizionale nella preparazione di<br />
piatti particolarmente saporiti; in questi casi<br />
l’effetto positivo è quello di sostituire, almeno in<br />
parte, il sale.<br />
Il peperoncino si può facilmente conservare<br />
essiccato, sotto forma di salse, sotto olio o<br />
anche congelato. La conservazione è favorita<br />
dalla modesta attività antibiotica naturale che<br />
riduce il possibile sviluppo di batteri e funghi. In<br />
ogni caso, almeno per la conservazione sotto<br />
olio è buona norma un trattamento termico o<br />
l’aggiunta di aceto per eliminare il rischio della<br />
produzione di tossina butulinica.<br />
Le modalità di conservazione sopra riportate<br />
mantengono inalterata la capsaicina e quindi la<br />
“piccantezza; nel peperoncino essiccato c’è<br />
addirittura un aumento dovuto alla maggiore<br />
concentrazione della stessa capsaicina.<br />
E se abbiamo esagerato con il peperoncino? In<br />
questi casi l’”antidoto” è quello di bere latte o<br />
mangiare formaggi freschi o yogurt che almeno<br />
in parte assorbono la capsaicina.<br />
Insomma mangiare alimenti conditi con il<br />
peperoncino è piacevole e può anche fare bene<br />
alla salute; l’importante è non eccedere!<br />
di Agostino Macrì<br />
Altra azione molto importante è quella rubefacente,<br />
ovvero un effetto vasodilatatore e<br />
congestionante sui tessuti con cui viene a<br />
contatto.<br />
Nella medicina tradizionale pomate o soluzioni<br />
oleose di peperoncino venivano usate applicandole<br />
sulle zone cutanee colpite tra traumi o<br />
nelle forme reumatiche ed artrosiche.<br />
L’effetto rubefacente si ottiene anche a carico<br />
delle mucose dell’apparato digerente che viene<br />
“stimolato” ad una maggiore attività.<br />
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N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu