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IL CONSU n 250-FINALE

Il Giornale del Consumatore - n. 250

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PREGI E DIFETTI<br />

DEL PEPERONCINO<br />

Con la fine dell’estate e l’inizio<br />

dell’autunno, le piante<br />

di peperoncino danno i<br />

migliori frutti ed è relativamente<br />

facile trovarli sul<br />

mercato e possono essere<br />

consumati freschi. La pianta<br />

è originaria del continente<br />

americano ed è stato<br />

Cristoforo Colombo a portarla<br />

in Europa e da qui si è<br />

diffusa nel resto del<br />

mondo. Il suo impiego però<br />

è legato alla presenza di<br />

capsaicina che è la sostanza<br />

naturale responsabile<br />

della piccantezza. Proprio<br />

in funzione del contenuto<br />

di capsaicina i peperoncini<br />

vengono classificati secondo<br />

la scala di Scoville che<br />

parte da zero per il comune<br />

peperone ed arriva anche<br />

ad oltre 1 milione per i più<br />

piccanti Habanero. La proprietà<br />

piccante è legata al<br />

fatto che la capsaicina reagisce<br />

con i centri nervosi<br />

termorecettori provocando<br />

un senso di calore<br />

Al peperoncino sono attribuite diverse attività<br />

benefiche dovute alle diverse sostanze in esso<br />

contenute ( vitamine, sali minerali, ecc.). In<br />

particolare ha proprietà antiossidanti, una<br />

modica attività antibatterica. Degli studi condotti<br />

in vitro fanno ritenere che possa essere<br />

utile nella prevenzione di alcuni tipi di tumore.<br />

Molti ritengono che il peperoncino possieda<br />

proprietà afrodisiache, ma questo non è scientificamente<br />

provato.<br />

Il consumo di peperoncino è sconsigliato a chi<br />

ha problemi gastrici o intestinali quali le ulcere<br />

o il riflesso esofageo. Tuttavia alcuni ritengono<br />

che il consumo regolare di peperoncino possa<br />

contribuire a prevenire la comparsa di ulcere<br />

gastriche.<br />

Indipendentemente dagli aspetti salutistici e<br />

farmacologici, rimane il fatto che il peperoncino<br />

è un ottimo ingrediente di diverse specialità<br />

alimentari soprattutto del nostro meridione<br />

(n’duja, vari formaggi e salumi, prodotti da<br />

forno ed addirittura dei dolci).<br />

E’ anche un condimento di uso comune nella<br />

nostra cucina tradizionale nella preparazione di<br />

piatti particolarmente saporiti; in questi casi<br />

l’effetto positivo è quello di sostituire, almeno in<br />

parte, il sale.<br />

Il peperoncino si può facilmente conservare<br />

essiccato, sotto forma di salse, sotto olio o<br />

anche congelato. La conservazione è favorita<br />

dalla modesta attività antibiotica naturale che<br />

riduce il possibile sviluppo di batteri e funghi. In<br />

ogni caso, almeno per la conservazione sotto<br />

olio è buona norma un trattamento termico o<br />

l’aggiunta di aceto per eliminare il rischio della<br />

produzione di tossina butulinica.<br />

Le modalità di conservazione sopra riportate<br />

mantengono inalterata la capsaicina e quindi la<br />

“piccantezza; nel peperoncino essiccato c’è<br />

addirittura un aumento dovuto alla maggiore<br />

concentrazione della stessa capsaicina.<br />

E se abbiamo esagerato con il peperoncino? In<br />

questi casi l’”antidoto” è quello di bere latte o<br />

mangiare formaggi freschi o yogurt che almeno<br />

in parte assorbono la capsaicina.<br />

Insomma mangiare alimenti conditi con il<br />

peperoncino è piacevole e può anche fare bene<br />

alla salute; l’importante è non eccedere!<br />

di Agostino Macrì<br />

Altra azione molto importante è quella rubefacente,<br />

ovvero un effetto vasodilatatore e<br />

congestionante sui tessuti con cui viene a<br />

contatto.<br />

Nella medicina tradizionale pomate o soluzioni<br />

oleose di peperoncino venivano usate applicandole<br />

sulle zone cutanee colpite tra traumi o<br />

nelle forme reumatiche ed artrosiche.<br />

L’effetto rubefacente si ottiene anche a carico<br />

delle mucose dell’apparato digerente che viene<br />

“stimolato” ad una maggiore attività.<br />

10<br />

N° <strong>250</strong> - SETTEMBRE/OTTOBRE 2015 www.ilconsumatore.eu

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