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Panda: salviamo la natura d'Italia

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POLITICA AGRICOLA COMUNE<br />

BIODIVERSITÀ<br />

IL WWF PER UN’AGRICOLTURA AMICA DELLA NATURA<br />

L’agricoltura resta una delle attività umane che ha maggiore impatto sugli ecosistemi<br />

<strong>natura</strong>li; ma l’abbandono delle attività agricole e zootecniche tradizionali causa <strong>la</strong> perdita<br />

di habitat e specie, in partico<strong>la</strong>re nel nostro Paese dove importanti ecosistemi semi<strong>natura</strong>li<br />

sono il risultato di millenarie attività agricole. Queste due facce dell’agricoltura,<br />

l’intensificazione delle produzioni, basate su un utilizzo del<strong>la</strong> chimica di sintesi, e<br />

l’abbandono di pratiche tradizionali in territori rurali marginali, continuano a caratterizzare<br />

l’impostazione del<strong>la</strong> PAC (Politica Agrico<strong>la</strong> Comune) dell’Unione Europea 2014 – 2020. La<br />

PAC impegna il 38% del bi<strong>la</strong>ncio UE, ma resta una politica poco efficace e contraddittoria<br />

rispetto agli obiettivi ambientali dichiarati. I dati recenti forniti dal<strong>la</strong> Rete Rurale Nazionale<br />

confermano che attraverso i Programmi di Sviluppo Rurale continuano ad essere premiate<br />

le aziende agricole che più inquinano, come quelle che praticano l’agricoltura integrata<br />

con l’utilizzo del diserbante “Glifosato”, sotto accusa perché potenzialmente cancerogeno<br />

e nocivo per gli ecosistemi d’acqua dolce, rispetto alle aziende che praticano l’agricoltura<br />

biologica. Per questo WWF chiede una radicale riforma del<strong>la</strong> PAC ed è impegnato su più<br />

fronti nel<strong>la</strong> promozione di un’agricoltura amica del<strong>la</strong> <strong>natura</strong>. wwf.it/cambiamoagricoltura<br />

PARCHI, DA QUELLI “LOCALI”<br />

A QUELLI INTERROTTI,<br />

ECCO IL DOSSIER DEL WWF<br />

Tra criticità e buone pratiche un report scatta <strong>la</strong> fotografia<br />

delle aree protette, da nord a sud del<strong>la</strong> Peniso<strong>la</strong><br />

Secondo il WWF, l’efficacia dell’attività degli<br />

Enti di gestione dei Parchi Nazionali dipendono<br />

da due principi fondamentali: <strong>la</strong> prevalenza<br />

del<strong>la</strong> rappresentanza degli interessi nazionali<br />

e generali e <strong>la</strong> competenza delle persone che<br />

assumono ruoli di governo negli Enti Parco.<br />

Ma oggi il sistema di aree protette si sta squilibrando<br />

verso interessi localistici.<br />

Esempio <strong>la</strong>mpante è il Parco nazionale dello<br />

Stelvio, uno dei cinque parchi nazionali storici,<br />

nato nel 1935. Una sottocategoria – si legge<br />

nel documento WWF sulle aree protette - che<br />

si potrebbe introdurre è quel<strong>la</strong> dei parchi “interrotti”,<br />

cioè di quelle aree protette che sono state<br />

di fatto dec<strong>la</strong>ssate (Stelvio) o sospese (Gennargentu)<br />

o di cui è auspicata l’istituzione che non<br />

si concretizza per ignavia (Parco del Delta del<br />

Po) o a causa di inspiegabili interruzioni nell’iter<br />

(Parco del<strong>la</strong> Costa Teatina).<br />

Pur tra le molte difficoltà “di sistema”, a livello<br />

nazionale, il WWF ricorda quattro esperienze<br />

trainanti: il Parco Nazionale del Gran Paradiso,<br />

entrato nel<strong>la</strong> Green List dello IUCN, <strong>la</strong> prima<br />

certificazione che riconosce efficacia ed equità<br />

del<strong>la</strong> gestione dei Parchi, il Parco Nazionale<br />

dei Monti Sibillini, che insieme al Gran Sasso e<br />

al<strong>la</strong> Majel<strong>la</strong> negli ultimi 10 anni ha reintrodotto<br />

il camoscio appenninico nell’Italia centrale; lo<br />

stesso Parco nazionale del Gran Sasso e Monti<br />

del<strong>la</strong> Laga che vanta il primato dei progetti LIFE<br />

e il Parco Nazionale del Pollino, <strong>la</strong> più grande<br />

area <strong>natura</strong>le protetta in Italia con oltre 190.000<br />

ettari, capofi<strong>la</strong> nelle buone pratiche per <strong>la</strong> tute<strong>la</strong><br />

del<strong>la</strong> biodiversità.<br />

Rapaci<br />

IN SICILIA È LOTTA<br />

AI BRACCONIERI<br />

Un sistema di<br />

telecamere nascoste,<br />

rende <strong>la</strong> vita difficile ai<br />

bracconieri che si ca<strong>la</strong>no<br />

nei nidi di Aqui<strong>la</strong> di<br />

Bonelli, in Sicilia, per<br />

rubare pulcini.<br />

Le immagini sono infatti<br />

inviate ad un gruppo di<br />

pronto intervento. Un<br />

passo avanti importante,<br />

visto che, fino al 2010, il<br />

mercato c<strong>la</strong>ndestino di<br />

rapaci destinati al<strong>la</strong><br />

falconeria si era rifornito<br />

qui, tanto da mettere a<br />

rischio estinzione <strong>la</strong><br />

popo<strong>la</strong>zione siciliana di<br />

aqui<strong>la</strong> che, in Italia,<br />

nidifica appunto solo<br />

sull’Iso<strong>la</strong>. Per combattere<br />

il bracconaggio, si è dato<br />

vita ad un’attività di<br />

sorveglianza di tutti i siti<br />

di nidificazione noti.<br />

Il WWF Italia è capofi<strong>la</strong><br />

di LIFE Conservazione<br />

Rapaci in Sicilia<br />

(www.lifeconrasi.eu), un<br />

progetto finanziato<br />

dall’Unione Europea che<br />

si concentra sul<strong>la</strong> tute<strong>la</strong><br />

e <strong>la</strong> conservazione di<br />

Aqui<strong>la</strong> di Bonelli, Lanario<br />

e Capovaccaio in Sicilia.<br />

Beneficiari associati<br />

sono due dipartimenti<br />

degli assessorati<br />

Ambiente e Sviluppo<br />

Rurale del<strong>la</strong> Regione<br />

Siciliana, oltre al<strong>la</strong> Ong<br />

spagno<strong>la</strong> GREFA.<br />

© F.Cianchi<br />

© F.Cianchi<br />

PANDA I 15

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