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Panda: salviamo la natura d'Italia

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COPERTINA<br />

Bracconaggio, clima e cemento:<br />

i pericoli per le nostre Oasi<br />

Oggi più che mai abbiamo bisogno del vostro sostegno<br />

per contrastare nuove minacce al<strong>la</strong> <strong>natura</strong> e alle aree protette<br />

Antonio Canu<br />

Nonostante i tanti traguardi raggiunti<br />

dalle Oasi del WWF, sia in<br />

termini di conservazione che di<br />

consenso e connessione con il territorio<br />

circostante, permangono alcune<br />

criticità storiche e se ne aggiungono altre,<br />

più attuali o di prospettiva.<br />

Cominciamo dal bracconaggio. Le<br />

Oasi sono state una barriera per una<br />

delle piaghe peggiori per il nostro patrimonio<br />

<strong>natura</strong>le. Abbiamo impiegato<br />

risorse e personale, affrontato vari momenti<br />

critici, ma il risultato ne valeva<br />

<strong>la</strong> pena. Purtroppo però non è finita. A<br />

Monte Arcosu, in Sardegna, negli ultimi<br />

tempi sono tornati i bracconieri che, a<br />

dire il vero, sempre stati attivi nel comprensorio.<br />

Non sono entrati nell’Oasi<br />

ma i <strong>la</strong>cci posizionati lungo i margini<br />

IL GINEPRO DELLE<br />

TRAPPOLE RIMOSSE<br />

Questo ramo di ginepro<br />

ricoperto di trappole è il<br />

simbolo dell’impegno delle<br />

guardie e dei volontari<br />

del WWF, che giorno dopo<br />

giorno hanno appeso i <strong>la</strong>cci<br />

rimossi durante i sopralluoghi<br />

effettuati lungo i confini e<br />

anche all‛interno dell’Oasi di<br />

Monte Arcosu. È un simbolo<br />

dedicato a tutti quegli splendidi<br />

animali che fanno vivere <strong>la</strong><br />

foresta ma che, per mano dei<br />

bracconieri, rischiano ogni<br />

giorno di morire atrocemente<br />

nelle trappole.<br />

© A. Loddo/WWF Oasi<br />

sono comunque un serio pericolo, non<br />

solo per i cinghiali – primo obiettivo –<br />

ma anche per i cervi. Senza contare le<br />

trappole micidiali per i piccoli passeriformi.<br />

Una tecnologia povera nei meccanismi,<br />

quanto spietata nei risultati.<br />

L’aggiramento delle leggi è avvenuto<br />

anche di recente nell’Oasi di Rocconi<br />

in Toscana, quando sono stati sorpresi<br />

alcuni cacciatori che avevano le poste<br />

per <strong>la</strong> caccia al cinghiale all’interno del<strong>la</strong><br />

riserva <strong>natura</strong>le.<br />

Alcune minacce sono invece più<br />

complesse e con effetti diversificati nel<br />

tempo. Prendiamo i cambiamenti climatici.<br />

Negli ultimi anni alcuni eventi<br />

meteorologici si sono abbattuti ripetutamente<br />

in alcune aree.<br />

L’Oasi di Alviano, per esempio, è stata<br />

inondata più volte dal fiume Tevere<br />

in piena. Nel<strong>la</strong> Riserva di Ripa Bianca<br />

di Jesi, le ripetute piene del fiume hanno<br />

eroso lunghi tratti di rive. Anche <strong>la</strong><br />

siccità prolungata ha colpito con più<br />

frequenza, mettendo a rischio alcuni<br />

cervi nell’Oasi di Monte Arcosu e una<br />

vegetazione già provata dagli incendi.<br />

Ma <strong>la</strong> siccità, l’abbassamento delle falde,<br />

l’ingresso del cuneo salino dal mare, ha<br />

provocato seri danni ai boschi costieri,<br />

come a Policoro. Il caldo prolungato è<br />

poi causa dell’evaporazione di pozze e<br />

acquitrini, luoghi privilegiati per gli anfibi,<br />

uno dei gruppi animali più vulnerabili<br />

al clima che cambia.<br />

Nonostante le normative siano state<br />

aggiornate a pianificazioni del territorio<br />

più attente agli aspetti ambientali, non<br />

mancano minacce di nuove costruzioni,<br />

come l’apertura di nuove strade, <strong>la</strong><br />

localizzazione di impianti per <strong>la</strong> produzione<br />

di energia elettrica, <strong>la</strong> realizzazione<br />

di strutture turistiche fuori contesto<br />

ambientale. Opere confinanti o vicine<br />

che comunque creano impatti sulle oasi<br />

in gestione. Non ultimo, il taglio dei<br />

contributi da parte degli enti pubblici.<br />

A parte il Ministero dell’Ambiente che<br />

finanzia <strong>la</strong> gestione delle riserve statali<br />

in affidamento, negli altri casi, il WWF<br />

sostiene i costi di gestione con le proprie<br />

forze o con il sostegno delle amministrazioni<br />

regionali o provinciali. Le<br />

politiche recenti di questi enti locali, in<br />

controtendenza rispetto ai principi stessi<br />

di pianificazione, prevedono sensibili riduzioni<br />

nei capitoli di spesa dedicati al<strong>la</strong><br />

tute<strong>la</strong> del territorio. La gestione delle<br />

Oasi è quindi un impegno e un investimento<br />

che non conosce sosta, che si rinnova<br />

e si manifesta in forme e criticità<br />

diverse, che comporta una disponibilità<br />

di risorse ed energie non sempre a portata<br />

di mano. Ecco perché più che mai,<br />

il progetto Oasi deve avere il sostegno<br />

di tanti, di chi ha a cuore alcune tra le<br />

più belle pagine del grande libro del<strong>la</strong><br />

Natura italiana.<br />

12 I PANDA

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