Panda: salviamo la natura d'Italia

MAGAZINE
NUMERO 2
2017
PANDA
Poste italiane S.p.a. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, aut. gipa/C/Roma |Contiene i.R.
Parchi
UNA RIFORMA CONTRONATURA
Elefanti
GIGANTI DA SALVARE
SMS
PER IL LUPO
DONA AL
45524
DALL'8 AL 22 MAGGIO
SOS NATURA
D’ITALIA
Domenica 21 maggio torna la Giornata delle Oasi,
ma la biodiversità in Italia non se la passa bene

LA FOTO
SMS
PER IL LUPO
DONA AL
45524
DALL'8 AL 22 MAGGIO
2 I PANDA

SOS NATURA D’ITALIA
SMS PER IL LUPO:
DALL’8 AL 22 MAGGIO
Su una popolazione attuale
di circa 1.600 individui, sono
oltre 300 i lupi che ogni anno
muoiono a causa di lacci,
trappole, esche avvelenate,
colpi da arma da fuoco, o
finiscono investiti sulle strade.
Sul lupo non possiamo
abbassare la guardia, ecco
perché in questa primavera
il WWF rilancia la campagna
“SOS Natura d’Italia”,
dedicata in particolare ad
una delle specie simbolo. Il
lupo in Italia ha recuperato
gran parte del suo areale
originario, arrivando a contare
circa 1.600 esemplari, ma
la sua sopravvivenza è
ancora in pericolo a causa
del bracconaggio e degli
incidenti stradali, ma anche
dall’ibridazione con i cani
vaganti o randagi, fenomeno
che rischia di far perdere
l’identità genetica del lupo.
A ciò si è aggiunto proprio
quest’anno un nuovo Piano
di gestione che ci ha visti
lottare per mesi affinché
si stralciasse il ricorso agli
abbattimenti legali. La
raccolta fondi WWF tramite
SMS sosterrà tre degli ambiti
più critici per la tutela delle
specie selvatiche in Italia, con
particolare attenzione al lupo:
la riduzione del bracconaggio
e delle morti accidentali -
dotando le Guardie Volontarie
WWF dei mezzi più idonei
per le attività di controllo e
sorveglianza, fornendo 3 droni
e la formazione di almeno 10
Guardie Volontarie come piloti
riconosciuti dall’ENAC -,
la prevenzione dei danni
mediante cani da guardiania, il
miglioramento delle relazioni
uomo-lupo attraverso
incontri con gli allevatori e
coinvolgimento degli studenti
del progetto scuola lavoro.
www.wwf.it/soslupo
© Wild Wonders of Europe /Sergey Gorshkov / WWF
PANDA I 3

LA FOTO
4 I PANDA

SPECIE A RISCHIO
LE REGINE D’ASIA
IN LENTA RIPRESA
Raddoppiare il numero
delle tigri entro il 2022.
Era questo l’obiettivo
ambizioso stabilito da TX2,
il progetto approvato nel
2010 al Tiger Summit di San
Pietroburgo, dove i governi
dei Paesi in cui questa
specie è presente, avevano
deciso di adottare misure
comuni per la salvezza della
tigre, che aveva toccato
numeri allarmanti proprio
sette anni fa, con appena
3200 esemplari presenti
in natura. Dopo i primi sei
anni di lavoro, nel 2016 i
primi risultati hanno iniziato
a farsi vedere: il numero
di tigri sta ricominciando
a crescere, un incremento
che non si era mai visto
nell’ultimo secolo. Dietro
questo successo, un lavoro
strategico portato avanti
dal WWF insieme ai governi
locali, per la destinazione
di territori dedicati alla
conservazione della tigre. I
cosiddetti “TX2 landscape”
dove tutto l’ecosistema viene
protetto, incluse le prede
cruciali per la sopravvivenza
dei felini. E se il piano, che
punta a raggiungere le 20
aree protette entro i prossimi
cinque anni, ha un enorme
potenziale è vero però che la
battaglia contro l’estinzione
non è ancora vinta. Tra
le minacce principali il
bracconaggio: secondo le
ultime stime, tra il 2000 e il
2015, sono stati vittime del
traffico illegale almeno 1700
esemplari, una media di 2 a
settimana. Un trend che non
accenna a diminuire. Per la
tigre insomma c’è ancora
molto da fare.
−Ottavia Spaggiari
wwf.it/TigerProtector
© naturepl.com / Tony Heald / WWF
PANDA I 5

ATTUALITÀ ITALIA
EDITORIALE
WWF ITALIA ONG - ONLUS
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Anno L - n. 2 aprile/maggio
Questo numero è stato chiuso in tipografia
nel mese di aprile 2017
Il Panda è una Pubblicazione Bimestrale:
Autorizz. Tribunale di Roma n. 12132 del 24/4/68.
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PANDA è realizzato in collaborazione con (www.vita.it)
Coordinamento editoriale: Lucio Biancatelli
in redazione: Elisa Cozzarini, Ottavia Spaggiari
Progetto grafico: Antonio Mola
con la collaborazione di Marco Bertoncini
Stampa: Rotopress International, Bologna
In copertina:
Lupo nel Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise
© Foto di Giancarlo Mancori
PRODOTTO INTERAMENTE
STAMPATO SU CARTA FSC RECYCLE
CERTIFICATO RINA –COC-000002
© Earthhour.org
UN EARTH HOUR DA RECORD,
ORA DIFENDIAMO LA NATURA D’ITALIA
di Donatella Bianchi, Presidente WWF Italia
Un’altra edizione di Earth Hour è alle spalle, ed è stata un’edizione
da record: 187 Paesi hanno aderito, milioni di persone coinvolte
in centinaia di città, 3.000 icone mondiali sono rimaste al buio per
un’ora per dare un segnale sui cambiamenti climatici, dal Big Ben
al London Eye, dalla Tour Eiffel all’Empire State Building, insieme
a Colosseo, San Pietro e Arena di Verona. Dalla sua prima edizione
avvenuta nel 2007 nella sola città di Sydney, Earth Hour ha mobilitato
per il clima in questi 10 anni centinaia di milioni di persone di oltre
7.000 città. Dalle Filippine al Perù, dall’Australia all’Italia, non
importa dove si viva: il cambiamento climatico ci coinvolge tutti e
il record di partecipazione all’Ora della Terra di quest’anno è un
messaggio potente che dimostra quanto le persone, spesso colpite
direttamente dagli effetti del riscaldamento globale, vogliano
essere parte attiva della soluzione. Ormai la scienza ci dice che i
cambiamenti climatici ci stanno conducendo in un territorio ignoto,
mai visto da quando esiste la civiltà umana. Questo territorio ignoto
drammaticamente collegato con quella che il WWF ricorda essere la
sesta estinzione di massa della ricchezza della vita sulla terra. Earth
Hour è il nostro modo di chiedere a tutte le persone di mobilitarsi e
diventare parte attiva del cambiamento. Per accelerare gli impegni
verso una rapida decarbonizzazione delle nostre economie e per
limitare il riscaldamento secondo l’impegno assunto con l’Accordo
di Parigi: agli accordi e agli impegni, ora, devono seguire i fatti,
concreti e misurabili. Ma in questo inizio d’anno senza tregua, dal
globale al nazionale, il nostro impegno va alla salvaguardia del lupo
e dei parchi italiani, minacciati da una riforma sbagliata che stiamo
cercando con tutti i mezzi di fermare, per non ritrovarci indietro è
di 40 anni. Con uno Stato che rinuncia alla tutela dei suoi gioielli
naturali, che finirebbero ostaggio di localismi e interessi particolari.
#Sosnaturaditalia non è solo un hashtag su Twitter, dobbiamo
mobilitarci per difendere il nostro Balpaese, e la Giornata delle Oasi
che arriva domenica 21 maggio è l’occasione giusta per ritrovarci
ancora tutti assieme e rilanciare il messaggio: le aree protette non si
toccano, perché i parchi e la natura d’Italia sono il futuro e il valore di
questo Paese.
6 I PANDA

IL TESTIMONE
Syusy Blady: «Non chiudete
gli occhi davanti al bracconaggio»
Per la conduttrice, un viaggio in Sudafrica alla scoperta delle origini
dell’uomo si è trasformato in una missione per difendere gli animali selvatici
Elisa Cozzarini
partita per il Sudafrica con
un interesse antropologico, alla
«Sono
ricerca delle origini dell’uomo,
e sono tornata con l’obiettivo di far conoscere
la realtà brutale del bracconaggio.
Lo sento come un dovere», racconta
a Panda Maurizia Giusti, in arte Syusy
Blady, autrice e conduttrice televisiva,
famosa per la trasmissione “Turisti per
caso”.
Cosa l’ha portata a cambiare prospettiva
dopo il viaggio, concentrandosi
sulla difesa degli animali
selvatici?
Ho visitato il Parco Kruger, una delle
più grandi riserve africane e del mondo.
Vedere gli animali liberi è un’esperienza
bellissima, emozionante. Ma quello che
mi è saltato di più agli occhi è che, da
turista, non ti rendi conto dell’esistenza
del bracconaggio e della sua gravità. I
ranger mi hanno mostrato le foto delle
carcasse dei leoni a cui avevano levato le
zampe per prendere gli artigli o la testa
per i denti. È una cosa terribile. I rinoceronti
vengono addormentati, strappano
loro il corno e li lasciano in vita, non perché
li rispettino ma perché non hanno
interesse a ucciderli. Ho visto i filmati
del momento in cui i poveri animali si
risvegliano e girano come zombie. Sono
stata male di fronte a quelle immagini,
ho sentito una specie di identificazione.
Non riuscivo neanche ad addormentarmi.
Ciò che è più grave è che non sono
casi isolati, anzi. C’è una vera e propria
guerra tra ranger e bracconieri, con
morti da entrambe le parti.
Ci racconta l’incontro con i ranger?
È stato inaspettato: normalmente i
turisti non hanno accesso al luogo in
cui avviene la loro formazione. Ci ha
accompagnato un’amica, Enrica Narciso,
dell’agenzia Southafrican dream.
È stato bello conoscere questi ragazzi,
che provengono da situazioni di disagio
nelle township, i sobborghi poveri delle
città sudafricane. Sono un vero e proprio
esercito. A loro viene data questa
opportunità, che è anche una grande
responsabilità.
Quale messaggio darebbe a chi vuole
visitare il Parco Kruger?
Da turisti, dico di non chiudere gli occhi.
Non voglio fare paura, non c’è pericolo
per i visitatori. Dobbiamo sapere,
invece, che rinoceronti, leoni, elefanti,
sono a rischio perché i loro corni, gli artigli,
le zanne sono pagati a caro prezzo
al mercato nero per la medicina tradizionale
in Asia. Penso agli animali che ho
visto liberi. Li abbiamo chiusi dentro ai
confini di un parco, loro che sarebbero
i padroni del mondo. Adesso dobbiamo
rispettarli, per la loro bellezza, e sostenere
chi combatte per loro, come i ranger,
che rischiano la loro stessa vita. Serve
una risposta politica e io sono vicino al
WWF in questa battaglia.
Bolognese di nascita e
laureata in pedagogia
all’Alma Mater del
capoluogo emiliano, Syusy
Blady, pseudonimo di
Maurizia Giusti, ha iniziato
la carriera artistica negli
anni settanta, partecipando
ad alcuni dei programmi
di maggior successo, da
Drive In, alla TV delle
ragazze, arrivando negli
anni novanta alla creazione
del fortunatissimo format
Turisti per Caso (seguito
da “Velisti per caso”), con
il quale ha girato il mondo,
dall’India, all’Argentina, al
Giappone.
www.velistipercaso.it
PANDA I 7

COPERTINA
OASI, TESORI
DA DIFENDERE
A cinquant’anni dalla nascita della prima Oasi WWF,
un viaggio attraverso le aree protette che festeggeremo
il 21 maggio. Un patrimonio da tutelare e difendere
Antonio Canu
Sono più di cento le Oasi del WWF.
E nel corso dei cinquant’anni
dalla prima, quella del Lago di
Burano in Maremma, ne sono
state realizzate anche tante
altre, oggi assorbite da aree protette più
grandi o in gestione ad enti diversi. C’è
quindi molta storia della conservazione
della natura italiana in questa rete, c’è
un patrimonio di biodiversità che è
andato crescendo, c’è il successo di una
scelta strategica che ha dato un’identità
di concretezza al WWF italiano. Ci sono
molti modi per raccontare le Oasi. Dalla
grandezza, al tipo di ambiente, fino alla
posizione geografica. Quello che segue
è intanto il breve e incompleto racconto
8 I PANDA

IN NUMERI
LA BIODIVERSITÀ,
RICCHEZZA ITALIANA
Una penisola stretta e montuosa protesa al centro del Mediterraneo a far
da ponte fra l’Africa e l’Europa, un microcosmo dove convivono il papavero
artico del grande Nord e papiro dei Tropici, il pesce pappagallo delle
scogliere coralline e lo stambecco alpino, la pernice bianca dei ghiacciai
e la farfalla monarca dell’Africa, e poi il lupo, l’orso, la lince, il gipeto e la
foca monaca. Non esiste nazione europea che possa vantare la stessa
varietà di forme di vita. La fauna italiana conta più di 58.000 specie e
anche se la gran parte di esse appartiene al mondo degli invertebrati
(Insetti, Crostacei, Molluschi e via dicendo), sono numerosi i rappresentanti
delle classi superiori: 48 specie di ciclostomi e pesci ossei nelle acque
interne, 37 di anfibi, 49 di rettili, 110 di mammiferi e circa 500 di uccelli
di cui 250 sono regolarmente nidificanti. Una parte importante della vita
selvatica italiana è composta da specie ampiamente distribuite anche
in altre nazioni, ma una parte non trascurabile è invece rappresentata
da forme di vita endemiche, cioè esclusive del nostro Paese, come il
camoscio appenninico, la salamandrina dagli occhiali e l’abete dei Nebrodi
oppure da forme ormai rare e minacciate che fanno dell’Italia il solo Paese
dell’Europa occidentale che conservi tutte le componenti della grande
fauna che nel Paleolitico faceva compagnia ai primi esseri umani. Il teatro
in cui si esibiscono questi campioni della fauna è rappresentato dagli
ambienti naturali, veri e propri laboratori per lo studio della vita, dominati
dal mondo vegetale anch’esso ricco e diversificato con 8.100 specie di
piante autoctone (Bartolucci et al. 2017), di cui 1.460 endemiche valore
che fa dell’Italia il Paese con il più alto numero di specie vegetali in Europa.
In pochi anni l’Italia si è dotata di una legislazione moderna nel campo
della tutela delle risorse biologiche, ha creato un sistema di aree protette
che copre più del 10% del territorio nazionale. Ora si tratta di non fare passi
indietro, vedasi riforma in discussione in Parlamento. −Francesco Petretti
Una lontra fotografata nell’Oasi WWF di Persano,
in provincia di Salerno, sul fiume Sele
© C. Falanga
di animali, piante, luoghi, eventi, che
hanno procurato la nascita di un’oasi o
ne sono diventati il valore aggiunto.
I fenicotteri in Italia nidificano in
Sardegna e da qualche anno anche
in altre regioni. La prima volta nella
penisola è stata però nella Laguna di
Orbetello, nel 1994. Ancora oggi l’Oasi
WWF è uno dei luoghi migliori
per ammirare questo splendido
uccello. Sempre in Maremma, ma nel
Lago di Burano, già luogo di svernamento,
migrazione e sosta di migliaia
e migliaia di uccelli, ha fatto tappa
più volte una farfalla africana, la
monarca, parente di quella americana,
famosa per le lunghe migrazioni.
C’è un’Oasi sull’Appennino centrale,
quella di Lago Secco, al confine tra
Lazio e Marche, epicentro tra l’altro di
uno degli ultimi terremoti, che è nata
per tutelare due anfibi localizzati a queste
latitudini, il tritone alpestre e la rana
temporaria. L’Oasi di Monte Arcosu
in Sardegna è stata determinante nel
salvare il cervo sardo, una sottospecie
del cervo continentale, a rischio estinzione
e oggi in costante crescita in tutta
l’isola, tanto che c’è chi propone addirittura
di fare abbattimenti selettivi per
ridurne il numero. Dopo 200 anni d’assenza
la cicogna bianca è tornata a nidificare
nell’Oasi di Bolgheri, ancora in
Maremma. L’Oasi delle Steppe, in Sar-
PANDA I 9

COPERTINA
Se la lontra in Italia è
ancora presente e in
sospirata ripresa, lo si deve
anche alle Oasi del WWF
EFFETTO OASI: OGGI SAREBBE DIVERSO
Sette storie di aree salvate
da degrado, caccia o cemento.
Grazie alle Oasi del WWF
LAGO DI BURANO.
1. È la prima Oasi WWF.
Nasce con l’acquisizione
dei diritti di caccia da
parte del WWF, nel 1967.
Grazie all’Oasi si è salvata
un’importante area
umida, il paesaggio tipico
maremmano e 11 chilometri
di costa.
SICULIANA. Per proteggere
dalla specu-
2.
lazione edilizia uno dei
tratti più belli della costa
siciliana, il WWF decise
di sostenere un fondo per
l’acquisizione di circa 9
ettari di litorale. Oggi l’area
è una riserva molto più
vasta, di 740 ettari.
VALLE AVERTO.
5. Una valle da pesca
con molti uccelli acquatici
e, per questo, meta dei
cacciatori. La sensibilità
dell’ultimo proprietario, il
Conte Ancilotto, ha reso
possibile l’intervento del
WWF, creando così un’area
protetta in Laguna.
degna, è nata per proteggere una delle
ultime brigate di gallina prataiola, specie
ormai molto rara nel nostro Paese.
Così come l’Oasi alpina di Valtrigona,
che oltre a proteggere uccelli nobili
come il gallo cedrone e il gallo forcello,
dà rifugio alla pernice bianca, sempre
più minacciata dal clima che cambia.
Se la lontra in Italia è ancora presente
e in sospirata ripresa, lo si deve anche
alle Oasi del WWF. Dalla prima, quella
di Persano, sul fiume Sele, a quelle di
Policoro, in Metaponto, alle Cascate del
Verde in Abruzzo, alle Grotte del Bussento,
nel Cilento. Un piccolo anfibio,
il pelobate fosco, deve parte del suo
futuro proprio ad un’Oasi WWF, quella
della Baraggia di Bellinzago nel novarese.
Ci sono poi anche storie di piante.
Il fiordaliso del Sagittario vive soltanto
nelle Gole omonime, riserva naturale
gestita dal WWF. Così come è specie
endemica la calendula marittima, che
vive solo sulla spiaggia della Riserva
naturale delle Saline di Trapani. Sempre
nell’Oasi di Monte Arcosu ci sono
molti endemismi sardi: come l’elicriso
del Monte Linas, lo spillone del Sulcis
e la buglossa formosa. E ancora in Sardegna,
ma nell’Oasi di Scivu, si trovano
esemplari di altre specie endemiche
come Linaria flava e Anchusa crispa.
Si deve alle Oasi del WWF la tutela
delle abetine dell’Appennino centrale,
di foreste sempreverdi tra le più conservate
del Mediterraneo, di tratti dunali
con la vegetazione spontanea sempre
più rari, di alcuni degli ultimi boschi
planiziali del Nord, dei relitti di boschi
igrofili sopravvissuti alla devastazione
dei corsi d’acqua.
Si possono poi raccontare le 100 e
più aree del WWF, attraverso le persone.
Dai volontari, impagabili, che
hanno avuto l’intuizione e la passione
per la realizzazione di un’oasi. Al personale
di gestione che è stato reclutato
sul luogo, perché anche questo ha un
significato quando si fa conservazione
della natura. Dal cameriere di ristorante
al biologo marino, dall’obiettore
di coscienza al naturalista, dal geologo
al radio tecnico. Ai tanti giovani che si
sono riuniti in Cooperative, che hanno
sfidato il richiamo di trasferirsi altrove
per trovare lavoro e che hanno invece
raccolto il testimone delle generazioni
precedenti che su quel territorio sono
vissute e ne stavano perdendo il valore.
Perché mai come in questa fase storica,
così importante per le scelte future, il
ruolo delle aree protette come proposta
e strumento di sviluppo territoriale,
sia economico che sociale, è diventato
strategico. Sono tante le oasi che hanno
fatto conoscere e valorizzato territori
LAGO SECCO.
3. Quest’area, importante
per alcune specie
di anfibi, oggi parte del
parco nazionale del Gran
Sasso-Monti della Laga, fu
acquistata dal WWF negli
anni ‘80, per salvarla dal
taglio della faggeta e da
altre attività speculative.
LE CESINE. Una
6. Riserva di Caccia privata.
Nel 1979, dopo una
terribile mattanza di circa
5000 migratori, Le Cesine
divennero Oasi WWF e
nel 1980 furono dichiarate
Riserva Naturale
dello Stato con gestione
al WWF Italia.
7
1
4. MACCHIAGRANDE.
Inizia nel 1986 il
riscatto di questa terra,
oppressa dalle piste
dell’aeroporto di Fiumicino
e invasa da vandali,
cacciatori e pescatori abusivi.
Oggi è il cuore della
Riserva naturale statale
del Litorale Romano.
RISERVA NATURALE
7. DEGLI ORTI BOTTA-
GONE. Una preziosa testimonianza
delle paludi
della bassa val di Cornia,
eliminate dalle bonifiche,
l’Oasi è oggi l’habitat di
molte specie animali e
vegetali, in particolare di
molte specie di uccelli.
poco noti, se non sconosciuti. Ne hanno
fatto luoghi di richiamo, mete di visite
e soggiorni, opportunità di crescita
locale. Il cosiddetto indotto. Hanno
stimolato l’interesse delle comunità,
che in molti casi avevano perso il contatto
con queste realtà. Così il lago di
Alviano al confine tra Lazio e Umbria
o Le Cesine in Puglia; il Lago di Penne
in Abruzzo o le montagne di Guardiaregia
– Campochiaro in Molise; la Valpredina
nelle colline bergamasche o il
cratere degli Astroni a Napoli. Storie di
Oasi. Storie di cinquant’anni di Natura.
Storie di successo del WWF italiano.
wwf.it/giornataoasi
5
4
3
2
6
10 I PANDA

LI ABBIAMO AIUTATI A SALVARSI
Le Oasi del WWF ospitano e tutelano
popolazioni di specie animali e vegetali.
Tra queste, alcune sono state il motivo
per l’istituzione dell’Oasi e ne sono
diventate simbolo.
CON I CARABINIERI FORESTALI
SARÀ LA FESTA DELLA NATURA
Alla Giornata delle Oasi si affianca la
quinta edizione di “RiservAmica”: aperte
al pubblico 28 Riserve dello Stato
CERVO SARDO. Per cercare di salvare
il cervo dall’estinzione, negli anni
‘80, il WWF acquistò una foresta dove
resisteva uno degli ultimi branchi. Grazie
alla mobilitazione dei cittadini e al
contributo della Comunità europea
nasceva l’Oasi di Monte Arcosu dove
oggi i cervi sono più di mille.
LONTRA. Le Oasi WWF sono state a
lungo le uniche aree ad ospitare le
ultime lontre. Le oasi di Vulci, Burano,
Persano, Lago di San Giuliano, Gole
di Felitto, Grotte del Bussento, Bosco
Pantano di Policoro, Lago di Conza
hanno accolto buona parte della specie
in Italia. wwf.it/oasi/toscana/
LUPO. Grazie alle campagne del WWF
e del parco nazionale d’Abruzzo degli
anni che hanno favorito la tutela di
molte aree frequentate dal nucleo iniziale,
la popolazione è cresciuta. Tra
le chiavi del salvataggio anche le Oasi
WWF, soprattutto quelle appenniniche.
PELOBATE FOSCO. Le prime iniziative
di salvaguardia di questo piccolo anfibio
in via di estinzione negli anni ‘70,
risalgono al 1987 con la creazione di
Centri di allevamento: uno dei primi e
dei più importanti è sorto nell’Oasi di
Baraggia di Bellinzago, in Piemonte.
PERCHÈ SOS NATURA
L’immensa varietà di specie e habitat che
caratterizza il nostro Paese rappresenta
un capitale di risorse naturali che
assicura benefici indispensabili per la
nostra sopravvivenza (acqua potabile,
suoli fertili, cibo e materie prime). Tutto
cio’ è a rischio a causa di distruzione
degli habitat, bracconaggio e commercio
illegale di natura. Per questo nel 2017 il
WWF ha deciso di lanciare la campagna
SOS Natura d’Italia rivolta in particolare
a una delle specie simbolo: il lupo.
© Carabinieri
Lucio Biancatelli
Domenica 21 maggio si rinnova
l’appuntamento con la Giornata
delle Oasi del WWF. Quest’anno,
la grande novità è l’accordo con i
Carabinieri forestali. Oltre alle Oasi
saranno aperte al pubblico anche le
Riserve dello Stato, la cui gestione
è passata all’Arma dei Carabinieri.
Il 21 maggio dunque, sarà anche la
quinta edizione della Festa Nazionale
delle Riserve Naturali dello
Stato, “RiservAmica”.
Tra le 28 Riserve che apriranno
le porte al pubblico il 21 maggio,
citiamo le più significative e importanti
come la Riserva Naturale Statale
di Castel Volturno (CE), un polo
di natura e biodiversità strappato
alla criminalità; la foresta Naturale
Statale Foresta del Circeo (LT), che
tutela la parte più pregiata e intatta
dell’omonimo Parco Nazionale; la
Riserva naturale delle Murge Orientali,
la casa di oltre 400 essenze
vegetali tra cui il fragno, una rara
specie di quercia e ben 30 specie
di orchidee; la Foresta di Tarvisio,
regno della fauna alpina che
si estende per quasi 24.000 ettari
tra le Alpi Carniche e quelle Giulie,
ai confini con Austria e Slovenia;
le Riserve Naturali Casentinesi, a
cavallo tra Toscana ed Emilia Romagna.
L’obiettivo è far scoprire, conoscere
ed amare le Riserve gestite
dal Comando Unità per la Tutela
Forestale, Ambientale e Agroalimentare
(CUTFAA), come luoghi
speciali, ricchi di natura e biodiversità
dove è possibile immergersi in
ambienti naturali unici insieme al
personale forestale.
Le riserve naturali statali italiane
sono attualmente 146 di cui 130
gestite dall’Ufficio per la Biodiversità
del CUTFAA, per un totale di
90.000 ettari di territorio nazionale
protetto e gestito attraverso 28
Uffici territoriali per la biodiversità.
All’interno delle Riserve è ospitato
circa il 20% delle specie vegetali
considerate a rischio di conservazione
in Italia. Inoltre, dei 126 habitat
d’interesse europeo presenti in Italia,
ben 95 (il 75%) sono rappresentati
proprio all’interno delle Riserve
naturali statali.
Qui sono presenti tutte le 18 specie
di mammiferi che la Lista Rossa
nazionale classifica a rischio di conservazione
nell’Italia continentale,
escludendo i pipistrelli e le specie
marine. Tra queste specie di mammiferi
alcune sono d’importanza
prioritaria a livello europeo, come
l’orso, il lupo, la lontra.
wwf.it/giornataoasi
PANDA I 11

COPERTINA
Bracconaggio, clima e cemento:
i pericoli per le nostre Oasi
Oggi più che mai abbiamo bisogno del vostro sostegno
per contrastare nuove minacce alla natura e alle aree protette
Antonio Canu
Nonostante i tanti traguardi raggiunti
dalle Oasi del WWF, sia in
termini di conservazione che di
consenso e connessione con il territorio
circostante, permangono alcune
criticità storiche e se ne aggiungono altre,
più attuali o di prospettiva.
Cominciamo dal bracconaggio. Le
Oasi sono state una barriera per una
delle piaghe peggiori per il nostro patrimonio
naturale. Abbiamo impiegato
risorse e personale, affrontato vari momenti
critici, ma il risultato ne valeva
la pena. Purtroppo però non è finita. A
Monte Arcosu, in Sardegna, negli ultimi
tempi sono tornati i bracconieri che, a
dire il vero, sempre stati attivi nel comprensorio.
Non sono entrati nell’Oasi
ma i lacci posizionati lungo i margini
IL GINEPRO DELLE
TRAPPOLE RIMOSSE
Questo ramo di ginepro
ricoperto di trappole è il
simbolo dell’impegno delle
guardie e dei volontari
del WWF, che giorno dopo
giorno hanno appeso i lacci
rimossi durante i sopralluoghi
effettuati lungo i confini e
anche all‛interno dell’Oasi di
Monte Arcosu. È un simbolo
dedicato a tutti quegli splendidi
animali che fanno vivere la
foresta ma che, per mano dei
bracconieri, rischiano ogni
giorno di morire atrocemente
nelle trappole.
© A. Loddo/WWF Oasi
sono comunque un serio pericolo, non
solo per i cinghiali – primo obiettivo –
ma anche per i cervi. Senza contare le
trappole micidiali per i piccoli passeriformi.
Una tecnologia povera nei meccanismi,
quanto spietata nei risultati.
L’aggiramento delle leggi è avvenuto
anche di recente nell’Oasi di Rocconi
in Toscana, quando sono stati sorpresi
alcuni cacciatori che avevano le poste
per la caccia al cinghiale all’interno della
riserva naturale.
Alcune minacce sono invece più
complesse e con effetti diversificati nel
tempo. Prendiamo i cambiamenti climatici.
Negli ultimi anni alcuni eventi
meteorologici si sono abbattuti ripetutamente
in alcune aree.
L’Oasi di Alviano, per esempio, è stata
inondata più volte dal fiume Tevere
in piena. Nella Riserva di Ripa Bianca
di Jesi, le ripetute piene del fiume hanno
eroso lunghi tratti di rive. Anche la
siccità prolungata ha colpito con più
frequenza, mettendo a rischio alcuni
cervi nell’Oasi di Monte Arcosu e una
vegetazione già provata dagli incendi.
Ma la siccità, l’abbassamento delle falde,
l’ingresso del cuneo salino dal mare, ha
provocato seri danni ai boschi costieri,
come a Policoro. Il caldo prolungato è
poi causa dell’evaporazione di pozze e
acquitrini, luoghi privilegiati per gli anfibi,
uno dei gruppi animali più vulnerabili
al clima che cambia.
Nonostante le normative siano state
aggiornate a pianificazioni del territorio
più attente agli aspetti ambientali, non
mancano minacce di nuove costruzioni,
come l’apertura di nuove strade, la
localizzazione di impianti per la produzione
di energia elettrica, la realizzazione
di strutture turistiche fuori contesto
ambientale. Opere confinanti o vicine
che comunque creano impatti sulle oasi
in gestione. Non ultimo, il taglio dei
contributi da parte degli enti pubblici.
A parte il Ministero dell’Ambiente che
finanzia la gestione delle riserve statali
in affidamento, negli altri casi, il WWF
sostiene i costi di gestione con le proprie
forze o con il sostegno delle amministrazioni
regionali o provinciali. Le
politiche recenti di questi enti locali, in
controtendenza rispetto ai principi stessi
di pianificazione, prevedono sensibili riduzioni
nei capitoli di spesa dedicati alla
tutela del territorio. La gestione delle
Oasi è quindi un impegno e un investimento
che non conosce sosta, che si rinnova
e si manifesta in forme e criticità
diverse, che comporta una disponibilità
di risorse ed energie non sempre a portata
di mano. Ecco perché più che mai,
il progetto Oasi deve avere il sostegno
di tanti, di chi ha a cuore alcune tra le
più belle pagine del grande libro della
Natura italiana.
12 I PANDA

WWFforItaly
Aiutaci a salvare
la natura d’Italia!
Nel nostro Paese, negli ultimi 50 anni
sono stati consumati circa 10 m 2 di suolo
al secondo, attraverso la conversione
di spazi naturali in aree urbane... questo è solo
uno dei tanti dati di un’emergenza che richiede
urgentemente il tuo intervento al nostro fianco
per difendere la natura d’Italia!
A questo scopo sono nate le Oasi WWF: luoghi
speciali dove la biodiversità è viva e protetta in
circa 35.000 ettari di boschi, foreste, coste, fiumi,
laghi, montagne. Più di 100 riserve naturali dove
specie animali e vegetali hanno trovato rifugio,
salvandosi dall’estinzione.
per combattere contro il bracconaggio, per
fronteggiare le conseguenze di un clima al
collasso, per prevenire l’estinzione di meravigliosi
animali e la perdita di habitat a causa di una
dissennata urbanizzazione.
Il tuo aiuto è cruciale per consegnare intatta
ai nostri figli, alle nuove generazioni,
una ricchezza naturale unica in Europa.
Custodisci le Oasi WWF, custodisci
la bellezza della natura italiana!!
Le Oasi WWF: un patrimonio inestimabile
da difendere, vere e proprie Aree Protette
che sopravvivono grazie all’impegno
di tutti noi e grazie al tuo fondamentale
sostegno.
Il tuo contributo concreto è determinante
e importante per tutelare la biodiversità,
BASTA UN TUO CONTRIBUTO CONCRETO PER TUTELARE
LA STRAORDINARIA BELLEZZA DEL NOSTRO BEL PAESE!
©f.cianchi/WWF-Italy
35 euro
Partecipi all’acquisto di
materiale medico per curare gli
animali feriti.
60 euro
Acquisti 3 nidi per la
protezione degli uccelli.
© Global Warming Images / WWF
120 euro
Contribuisci alla creazione
di percorsi didattici e di
progetti di educazione
ambientale all’interno delle
Oasi.
360 euro
Contribuisci alla creazione
di capanni di vigilanza
all’interno delle Oasi per
combattere il bracconaggio.
© Greg Armfield / WWF-UK

COPERTINA
© J.M. Priaux / Fotolia
Parchi, una riforma
contronatura
In Parlamento una riforma delle aree protette, per il WWF
profondamente sbagliata, che rischia di consegnare i parchi
ai localismi, a discapito degli interessi generali
Dante Caserta
La riforma sulle aree protette in discussione
alla Camera è sbagliata,
fa male alle aree protette e alla natura
d’Italia. Con il “DDL Parchi”
non solo non ci sarà bisogno di competenze
specifiche per direttori e presidenti
di parco (sono sufficienti generiche
qualifiche di gestione amministrativa)
ma la governance delle Aree protette
viene spostata dallo Stato (come previsto
dalla Costituzione) verso il livello
locale; vengono coinvolti nella governance
portatori di interesse economici
specifici, indebolendo gravemente la tutela
degli interessi generali rappresentati
dallo Stato; le Aree marine protette
subiranno una maggiore frammentazione
e una ancor maggiore pressione
degli interessi locali. Inoltre aumenterà
la possibilità che vengano coinvolti i cacciatori
per gli abbattimenti selettivi.
Esempio lampante di questa rinuncia
dello Stato a gestire e tutelare i nostri
tesori naturali è il Delta del Po, uno dei
più complessi e problematici ecosistemi
italiani tra l’Emilia Romagna e il Veneto:
invece del parco nazionale oggi previsto,
ne viene riproposto uno interregionale
da realizzarsi in 6 mesi. Se, come già più
volte in passato, non dovesse costituirsi,
diventerebbe definitiva la situazione
attuale di due distinti parchi regionali
che si dividono un habitat da gestirsi
unitariamente.
Mentre il Legislatore del 1991 con la
Legge quadro (la 394) sulle Aree Protette
fu attento alle istanze che arrivavano
dall’allora nascente mondo dello
sviluppo e del turismo sostenibile, dalla
comunità scientifica e dal mondo ambientalista,
il Legislatore del 2017 si è
prestato ad un’operazione aperta solo ad
esigenze di palazzo che non solo non ha
tenuto conto delle osservazioni e delle
richieste di modifica che arrivavano dal
mondo delle associazioni, dalla comunità
scientifica e dalla società civile.
I parchi nazionali non possono essere
terreno di conquista per i partiti o di potentati
ma rappresentano un patrimonio
di tutti gli italiani che la legge di riforma
in discussione alla Camera mette in
gravissimo pericolo e che noi del WWF
faremo di tutto per tutelare.
Negli ultimi mesi la nostra Associazione,
insieme ad altre 15 grandi associazioni
nazionali e a un gran numero di
rappresentanti del mondo scientifico,
ha presentato osservazioni e proposte riassunte
nel documento “Aree protette,
tesoro italiano”, e ha lanciato la campagna
#sosnaturaditalia per coinvolgere la
società civile attraverso i social.
Leggi il documento su wwf.it/parchi
14 I PANDA

POLITICA AGRICOLA COMUNE
BIODIVERSITÀ
IL WWF PER UN’AGRICOLTURA AMICA DELLA NATURA
L’agricoltura resta una delle attività umane che ha maggiore impatto sugli ecosistemi
naturali; ma l’abbandono delle attività agricole e zootecniche tradizionali causa la perdita
di habitat e specie, in particolare nel nostro Paese dove importanti ecosistemi seminaturali
sono il risultato di millenarie attività agricole. Queste due facce dell’agricoltura,
l’intensificazione delle produzioni, basate su un utilizzo della chimica di sintesi, e
l’abbandono di pratiche tradizionali in territori rurali marginali, continuano a caratterizzare
l’impostazione della PAC (Politica Agricola Comune) dell’Unione Europea 2014 – 2020. La
PAC impegna il 38% del bilancio UE, ma resta una politica poco efficace e contraddittoria
rispetto agli obiettivi ambientali dichiarati. I dati recenti forniti dalla Rete Rurale Nazionale
confermano che attraverso i Programmi di Sviluppo Rurale continuano ad essere premiate
le aziende agricole che più inquinano, come quelle che praticano l’agricoltura integrata
con l’utilizzo del diserbante “Glifosato”, sotto accusa perché potenzialmente cancerogeno
e nocivo per gli ecosistemi d’acqua dolce, rispetto alle aziende che praticano l’agricoltura
biologica. Per questo WWF chiede una radicale riforma della PAC ed è impegnato su più
fronti nella promozione di un’agricoltura amica della natura. wwf.it/cambiamoagricoltura
PARCHI, DA QUELLI “LOCALI”
A QUELLI INTERROTTI,
ECCO IL DOSSIER DEL WWF
Tra criticità e buone pratiche un report scatta la fotografia
delle aree protette, da nord a sud della Penisola
Secondo il WWF, l’efficacia dell’attività degli
Enti di gestione dei Parchi Nazionali dipendono
da due principi fondamentali: la prevalenza
della rappresentanza degli interessi nazionali
e generali e la competenza delle persone che
assumono ruoli di governo negli Enti Parco.
Ma oggi il sistema di aree protette si sta squilibrando
verso interessi localistici.
Esempio lampante è il Parco nazionale dello
Stelvio, uno dei cinque parchi nazionali storici,
nato nel 1935. Una sottocategoria – si legge
nel documento WWF sulle aree protette - che
si potrebbe introdurre è quella dei parchi “interrotti”,
cioè di quelle aree protette che sono state
di fatto declassate (Stelvio) o sospese (Gennargentu)
o di cui è auspicata l’istituzione che non
si concretizza per ignavia (Parco del Delta del
Po) o a causa di inspiegabili interruzioni nell’iter
(Parco della Costa Teatina).
Pur tra le molte difficoltà “di sistema”, a livello
nazionale, il WWF ricorda quattro esperienze
trainanti: il Parco Nazionale del Gran Paradiso,
entrato nella Green List dello IUCN, la prima
certificazione che riconosce efficacia ed equità
della gestione dei Parchi, il Parco Nazionale
dei Monti Sibillini, che insieme al Gran Sasso e
alla Majella negli ultimi 10 anni ha reintrodotto
il camoscio appenninico nell’Italia centrale; lo
stesso Parco nazionale del Gran Sasso e Monti
della Laga che vanta il primato dei progetti LIFE
e il Parco Nazionale del Pollino, la più grande
area naturale protetta in Italia con oltre 190.000
ettari, capofila nelle buone pratiche per la tutela
della biodiversità.
Rapaci
IN SICILIA È LOTTA
AI BRACCONIERI
Un sistema di
telecamere nascoste,
rende la vita difficile ai
bracconieri che si calano
nei nidi di Aquila di
Bonelli, in Sicilia, per
rubare pulcini.
Le immagini sono infatti
inviate ad un gruppo di
pronto intervento. Un
passo avanti importante,
visto che, fino al 2010, il
mercato clandestino di
rapaci destinati alla
falconeria si era rifornito
qui, tanto da mettere a
rischio estinzione la
popolazione siciliana di
aquila che, in Italia,
nidifica appunto solo
sull’Isola. Per combattere
il bracconaggio, si è dato
vita ad un’attività di
sorveglianza di tutti i siti
di nidificazione noti.
Il WWF Italia è capofila
di LIFE Conservazione
Rapaci in Sicilia
(www.lifeconrasi.eu), un
progetto finanziato
dall’Unione Europea che
si concentra sulla tutela
e la conservazione di
Aquila di Bonelli, Lanario
e Capovaccaio in Sicilia.
Beneficiari associati
sono due dipartimenti
degli assessorati
Ambiente e Sviluppo
Rurale della Regione
Siciliana, oltre alla Ong
spagnola GREFA.
© F.Cianchi
© F.Cianchi
PANDA I 15

ATTUALITÀ COPERTINAITALIA
Teniamo in conto la natura d’Italia
Presentato il primo Rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia, WWF protagonista
Gianfranco Bologna
Sembra incredibile ma, ancora oggi,
il mondo politico ed economico sembra
relegare la natura, gli straordinari
ecosistemi e la ricchezza di vita che
la contraddistinguono, in una situazione
di inferiorità rispetto ai capitali monetari,
finanziari e infrastrutturali che sono
sempre stati prioritari e centrali
nelle politiche di tutti i Paesi del mondo.
Eppure, come sappiamo, la natura, la
complessa interrelazione di geni, specie
e ambienti che ci hanno prodotto come
Homo sapiens, costituisce la base dell’esistenza
umana, del suo sviluppo e del
suo benessere.
L’economia ha sin qui approfondito
molto la natura del valore, ma si è
completamente disinteressata del valore
della natura, come ha sottolineato
Pavan Sukhdev, economista indiano che
ha diretto il programma internazionale
The Economics of Ecosystems and Bio
diversity (TEEB, www.teebweb.org).
Come si può continuare a credere
che siano ancora possibili, per il futuro,
modelli di sviluppo basati sulla crescita
economica continua, quantitativa
e materiale, come se le risorse fossero
inesauribili, mentre invece si trovano in
un mondo dai chiari limiti biofisici ben
definiti?Il capitale naturale non può
quindi continuare ad essere “invisibile”
ai modelli economici, come avviene
attualmente, ma deve essere considerato
fondamentale per l’umanità. Ecco
perché oggi si cerca sempre più di individuare
le modalità per “mettere in
conto” la natura, cercare di fornirgli un
“valore”. Questo valore non deve e non
può essere individuato solo in termini
“monetari” perché i valori delle strutture,
dei processi, delle funzioni e dei servizi
dei sistemi naturali vanno ben oltre
ogni possibilità economica di mera rendicontazione
monetaria. In quest’ottica
è nato il “Primo Rapporto sullo Stato
del Capitale Naturale in Italia” realizzato
dall’omonimo comitato (fortemente
voluto dal WWF) nell’ambito
Il lago di Cristallo, Dolomiti Bellunesi
del Ministero dell’Ambiente, e istituito
con la legge n.221 del 2015. Il Rapporto
è un primo tentativo di fornire un quadro
sulla situazione attuale del capitale
naturale italiano, approfondendo anche
alcuni esempi di pressione che gravano
su di esso e alcuni tra i primi tentativi
di fornire, con tutti i limiti, un’ipotesi di
valutazione monetaria dei servizi offerti
dagli ecosistemi.
Il Rapporto mira finalmente a far
comprendere al mondo politico ed economico
la centralità del capitale naturale
senza il quale non è assolutamente
possibile pensare allo sviluppo e al benessere
degli italiani e a proporre ai decisori
politici di tenerne conto in ogni
programmazione economica sin dagli
inizi della stessa.
I gravi problemi degli attacchi inferti
ai nostri sistemi naturali derivano infatti
dalla falsa percezione che la natura debba
essere trasformata e asservita agli
interessi economici di breve termine,
provocando in concreto i gravissimi danni
che ormai ben conosciamo e che si
potrebbero evitare con una sana opera
di prevenzione. Il Rapporto è disponibile
sul sito del Ministero dell’Ambiente
(www.minambiente.it/archivio-comunicati-stampa)
e il WWF sta operando
per una larga diffusione dello stesso,
anche a livello locale, perché il concetto
di capitale naturale venga attentamente
considerato in tutte le regioni italiane
diventando oggetto di politiche concrete.
IN VACANZA NELLA
TERRA DI MEZZO
Dal sabato 17 giugno tornano i
Campi estivi “Nella Terra di Mezzo”.
Organizzati nella splendida cornice
del Casale Giannella, all’interno
dell’Oasi della Laguna di Orbetello,
i campi sono un’esperienza unica
per chi ama essere svegliato dal
canto degli uccelli. Disponibili, due
fasce d’età: 7-11 anni e 11-14 anni, per
un massimo di 24 partecipanti
a gruppo.
info@associazioneocchioinoasi.it
© M. Minolfo / WWF Italia
16 I PANDA

DYNAMO DONA IL SORRISO
L’Oasi Dynamo nella montagna pistoiese
nasce all’interno di un progetto tra i
più belli che abbiano coinvolto il WWF.
L’Oasi affiliata è infatti parte di un
progetto che ha visto nascere nel tempo il
Dynamo Camp, che ospita gratuitamente
bambini e ragazzi con patologie gravi e
croniche sia in terapia che in fase di post
ospedalizzazione, l’azienda agricola Oasi
Dynamo, che si occupa di gestire l’oasi
attraverso attività di agricoltura, ricerca
scientifica ed eco-turismo, e l’Academy
per attività formative ed esperienziali. Il
progetto a cui si sta lavorando ora è quello
di ampliare l’Oasi al resto del territorio,
connettendo altre aree naturali.
www.dynamocamp.org
© G. DeMatteis
I sette magnifici re della penisola
Grazie alla sua conformazione, l’Italia offre un habitat ospitale per diverse specie di serpenti
Fulco Pratesi
Basterebbe il detto “Parenti serpenti”
per dare la misura di quanto questi
bellissimi rettili siano amati. D’altra
parte, iniziò il Padreterno, dopo la disubbidienza
di Eva nel Paradiso terrestre,
a conferire al serpente una nomina
non troppo lusinghiera. Nella Genesi lo
condanna: “Sii maledetto fra tutti gli
animali e tutte le bestie della campagna;
striscerai sul tuo ventre e mangerai la
polvere per tutti i giorni della tua vita!”
E ancor oggi, a parte la festa in onore di
San Domenico a Cocullo, in Abruzzo - in
cui i serpenti giocano un ruolo importante
- per essi la vita non è facile. L’Italia,
grazie alla sua conformazione
geografica tra i ghiacciai alpini e le garighe
del Meridione, vanta una biodiversità
nella quale i serpenti figurano
egregiamente.
Uno dei più rari, scoperto recentemente
presso Licata in Sicilia, è il boa
delle sabbie Eryx jaculus, lungo fino a
60 centimetri, di abitudini crepuscolari.
Si ciba di lucertole, lumache e topi. Tra i
Viperidi, il più raro in assoluto è la vipera
dell’Orsini (Vipera ursinii, 60cm) che
sopravvive, in tutta Italia, solo in piccoli
ambienti montani a ginepro e graminacee
dell’Appennino centrale, nutrendosi
di ortotteri, lucertole e piccoli mammiferi
come l’arvicola delle nevi. E’ debolmente
velenosa.
Altre specie poco velenose, assai rare
perché confinate in ambienti esigui e
minacciati dall’espansione umana, sono
il colubro dal cappuccio (Macroprotodon
cucullatus, 65 cm) che vive solo nell’Isola
di Lampedusa, nutrendosi di lucertole
e gechi, e il serpente gatto (Telescopus
fallax), 75 cm il cui ambiente vitale è
ristretto nelle pietraie del Carso in provincia
di Trieste. Mangia lucertole, ma
a volte anche ramarri.
Una specie di serpente molto localizzata
è il colubro lacertino (Malpolon mospessulanum)
lungo fino a 2 metri, il cui
areale è diviso in due sottospecie, una
in Liguria e una a Lampedusa. Si ciba
di lucertole, piccoli serpenti e giovani
conigli. Il suo morso è velenoso.
Diffuso nella Sardegna meridionale
(anche nell’Oasi di Monte Arcosu) e
nell’Isola di Pantelleria è l’elegante colubro
ferro di cavallo (Hemorrhois hippocrepis,
150 cm), mentre la Basilicata e la
Puglia ospitano il colubro leopardino
(Zamenis situla, nella foto in alto,100
cm) il più bello e colorato tra i serpenti
rari d’Italia, presente anche nelle Oasi
WWF del Monte S.Elia e delle Cesine
dove è stata ripresa la foto. Tutte o quasi
queste specie sono protette dalla Convenzione
di Berna, dalla Direttiva Habitat
dell’Unione Europea e da normative
regionali e nazionali.
OASI DA PRIMATO
Monte Arcosu, in Sardegna, è l’oasi più
grande. 3.600 ettari (di proprietà). Le
cascate del Verde, in Abruzzo, sono
le cascate naturali più alte d’Italia,
vengono formate da un triplice salto che
complessivamente misura 200 metri.
PANDA I 17

MONDO
SPECIE A RISCHI0 I ELEFANTI
Elefante africano nel Marakele National Park,
in Sudafrica
I giganti da salvare,
vittime della corruzione
e della fame d’avorio
Fino a due secoli fa erano 5 milioni, ma oggi i pachidermi,
re della savana e delle foreste tropicali, sono appena 415mila.
Colpa di un habitat sempre più ridotto e del bracconaggio
Isabella Pratesi
C’è una dimensione della vita che
produce istintiva benevolenza e
ammutolito rispetto. È la dimensione
dei giganti. Penso alle enormi sequoie,
alle smisurate balenottere, agli
sproporzionati gorilla, alle altissime giraffe,
ma penso soprattutto ai grandissimi
elefanti. Rimaniamo a guardare con
sbalordito stupore questi giganti gentili,
di noi un pezzo più vicini al cielo.
Il loro corpo ci parla degli enormi spazi
africani, delle foreste, delle savane; di
un mondo sapiente che insieme a loro ci
ha generato e che abbiamo abbandonato
per poi tornare a saccheggiare.
Gli elefanti, i nostri fratelli, sono rimasti
lì ad aspettarci, immobili testimoni
del nostro scellerato progresso.
Le popolazioni di questo meraviglioso
pachiderma unico per carisma, per
intelligenza e per i servizi offerti nella
rigenerazione delle foreste (gli elefanti
sono cruciali per la germinazione e il
mantenimento delle foreste tropicali)
sono ormai ridotte al lumicino: rimane
in Africa solo il 10% degli incredibili
branchi che un tempo attraversavano
savane e foreste. Se infatti nell’800
veniva valutata l’esistenza di almeno 5
milioni di elefanti, oggi ne rimangono a
malapena 415.000. La competizione per
spazi e habitat ma soprattutto la fame
di avorio hanno trucidato generazioni
di elefanti, costringendoli a vivere confinati
in aree protette e avvicinando la
specie al collasso ecologico. Ma neanche
le aree protette riescono a garantire un
futuro agli elefanti: le stragi vengono
perpetuate da piccoli e grandi eserciti di
bracconieri capaci di attaccare dal cielo
con elicotteri e mitragliatrici e da terra
con fuoristrada, trappole e kalashnikov,
rifornite da un ricco mercato d’armi capace
di raggiungere qualunque luogo.
Una guerra dichiarata agli elefanti che
arricchisce ogni anno uno dei mercati
illegali più floridi al mondo (il commercio
di fauna selvatica ha un valore
di circa 23 miliardi di dollari l’anno) e
impoverisce drammaticamente Paesi e
comunità locali. Responsabili della tra-
18 I PANDA

I RISULTATI
CONSERVAZIONE, CINQUE STORIE DI SUCCESSO
© naturepl.com/Andy Rouse
Il declino delle specie animali a livello globale è allarmante:
secondo il Living Planet Report del WWF entro il 2020
potremmo perdere il 67% di specie tra pesci, uccelli,
mammiferi, anfibi e rettili, un peggioramento rispetto al
trend negativo del 58% di riduzione globale tra il 1970 e il
2012. Un caso su tutti è quello del rinoceronte: i numeri del
bracconaggio denunciano una media di 3 rinoceronti uccisi
al giorno. Il South African Department of Environmental
Affairs ha dichiarato che nel 2016 almeno 1.054 rinoceronti
sono stati uccisi nel Paese, una ripresa cruenta del
bracconaggio che impone sforzi ancora più intensi per
contrastare questo fenomeno criminale. La battaglia per
salvare specie e habitat però fa segnare anche storie di
successo, eccone alcune targate 2016.
TIGRE
Il numero di tigri è aumentato per la prima volta nella storia,
con 3.890 esemplari; nel 2010 erano appena 3.200. Gli
sforzi di protezione da parte delle comunità locali, i governi
e le Ong hanno prodotto un risultato eccezionale nella
storia della conservazione.
PANDA
Il simbolo del WWF esce dalla classifica degli animali
“in pericolo in modo critico”: l’aumento del 17% della
popolazione ha fatto “scendere” il grado di rischio, sebbene
la popolazione complessiva sia di appena 1.864 individui.
Sono cresciute le riserve e le aree protette che lo tutelano
(oggi sono 67). La sua sopravvivenza è fortemente legata
all’ambiente unico in cui vive, le foreste di bambù che a loro
volta subiscono gli effetti del cambiamento climatico.
PANGOLINO
Le otto specie di pangolino che sono tra le maggiori vittime
tra i mammiferi a causa del commercio illegale hanno
finalmente ottenuto la tutela grazie ad una risoluzione della
CITES del settembre scorso che ne bandisce qualunque
tipo di commercio.
SITI UNESCO
Qualche successo anche per i Siti Patrimonio Naturale
Mondiale Unesco: la barriera corallina del Belize, paradiso
di delfini e tartarughe marine, a ottobre è stata risparmiata
dalle prospezioni sismiche finalizzate alla ricerca di
idrocarburi; Il Parco di Coto Donana in Spagna, sito
importante per oltre 4.000 specie di piante e animali tra cui
il felino più raro, la lince iberica, dopo un’intensa Campagna
del WWF ha ottenuto la cancellazione di un progetto di
dragaggio.
AVORIO
La Cina ha annunciato la chiusura del mercato dell’avorio
entro il 2017: una decisione storica per quella che era
considerata la maggiore piazza mondiale “legale”.
L’annuncio è stato dato nel dicembre scorso, una scelta
che potrà così fermare la “domanda” di questo prodotto
e si spera possa anche rafforzare gli sforzi contro la piaga
del bracconaggio in Africa che uccide ogni anno 20.000
elefanti.
Scopri le specie a rischio e il nostro impegno
per difenderle su wwf.it/specie
gica fine degli elefanti non sono solo i
bracconieri ma anche un’estesa rete di
corruzione. In Tanzania, dove in pochissimi
anni è stato trucidato più del 50%
degli elefanti, la corruzione ha aperto le
porte ai bracconieri: gran parte di questi
animali è stato infatti ucciso all’interno
di due aree protette.
Secondo la Frankfurt Zoological Society
solo nel parco di Selous negli ultimi
4 anni è stato ucciso il 67% degli
elefanti trasformando il parco in un vero
e proprio campo di sterminio. L’aumento
del bracconaggio agli elefanti è stato
talmente crudo e intenso negli ultimi
anni (più di 30.000 elefanti uccisi ogni
anno) da far sorgere il dubbio che possa
essere legato unicamente alla richiesta
per beni di lusso e artigianato. Non a
caso un recente report dell’Ufficio Drugs
and Crime delle Nazioni Unite, ipotizza
che l’avorio possa esser diventato un bene
“rifugio” su cui investire e speculare a
prescindere dal suo immediato utilizzo.
Ogni grosso sequestro di avorio conferirebbe
drammaticamente ancora più
valore commerciale agli ultimi elefanti
rimasti.
Se questo fosse vero dovremmo trovare
al più presto nuovi strumenti e nuovi
alleati per combattere questa orribile
deriva della finanza globale. Nella battaglia
per proteggere gli ultimi giganti
del pianeta ogni gesto è importante, ma
conta soprattutto il tuo.
Vai su wwf.it/salvaglielefanti
AVORIO, IN CAMERUN TRE
TRAFFICANTI ARRESTATI
Tre trafficanti sono stati arrestati e 159
zanne sono state sequestrate nell’est del
Camerun. Un sequestro che arriva in un
momento in cui Camerun e altri Paesi del
bacino del Congo stanno intensificando
gli sforzi per salvare gli elefanti, il cui
numero è sceso del 62% tra il 2002 e il
2011. Dai censimenti del 2015 risulta
un calo fino al 75% della popolazione in
Camerun, mentre in Gabon, il Minkebe
National Park ha perso l’80% dei suoi
elefanti tra il 2002 e il 2014.
PANDA I 19

ITALIA
IL WWF PER IL CLIMA
7
2
4
1
8
6
5
3
© Illustrazione di Fulco Pratesi
Dalla desertificazione ai
rischi idrogeologici, fino
alle minacce ai campi
coltivati, il cambiamento
climatico rappresenta uno
dei principali pericoli per
l’ambiente. Ecco una serie
di azioni portate avanti dal
Panda per combattere il
climate change nel nostro
Paese.
1. ALLUVIONI.
Il WWF si batte per la
corretta applicazione delle
direttive europee sulle
Acque e la direttiva sulle
Alluvioni, che impongono la
difesa dei fiumi attraverso i
piani di bacino e la corretta
valutazione del rischio
idrogeologico.
2. PRECIPITAZIONI
INTENSE.
Le Oasi del WWF
proteggono un insieme
di piccoli e grandi
zone umide, capaci di
assorbire e distribuire
efficacemente l’aumento
delle precipitazioni dovuto al
cambiamento climatico.
3. DESERTIFICAZIONE.
Il WWF mette in sicurezza
tasselli cruciali di natura
con le proprie Oasi, e si
batte per la protezione di
ecosistemi indispensabili
per contrastare la
desertificazione, il
consumo del suolo e la
frammentazione degli
habitat.
4. RISCHIO
IDROGEOLOGICO (frane).
Il WWF si batte per Piani
urbanistici che prevedano la
conservazione di ecosistemi
utili per la nostra sicurezza e
porta avanti una campagna
contro il consumo di suolo e
si batte contro le costruzioni
in aree a rischio.
5. AUMENTO DEL LIVELLO
DEL MARE.
Il WWF con le proprie Oasi
protegge fondamentali
ecosistemi costieri cruciali
nel ridurre gli impatti
dell’aumento del livello
del mare. Da sempre
denuncia e contrasta azioni
di degrado e speculazione
costiera.
6. DIFFUSIONE DI
PATOGENI E MALATTIE.
Protegge gli animali
insettivori come le specie
di uccelli e i chirotteri,
rimedio naturale contro la
diffusione di insetti portatori
di zoonosi.
7. ONDATE DI CALORE.
Il WWF è impegnato nella
difesa di ambienti forestali
e dei boschi italiani veri
e propri “condizionatori”
per il nostro clima locale e
globale.
8. CAMPO COLTIVATO.
Il cambiamento climatico
avrà un impatto significativo
nelle produzioni agricole e
sulla sicurezza alimentare. Il
WWF si batte per mantenere
una ricca biodiversità
capace di compensare
gli effetti negativi del
cambiamento garantendo
cibo e risorse.
stopcarbone.wwf.it
20 I PANDA

VIAGGIO MONDO IN ITALIA WWF
MONDO WWF
Notizie, campagne, attivismo
© F. Mirabile
L’EVENTO
EARTH HOUR IN ITALIA,
È STATO UN SUCCESSO
Più di 100 eventi organizzati dai volontari in tutta Italia e
oltre 500 comuni che hanno aderito a Earth Hour, rispetto
ai circa 350 dello scorso anno, tra cui 16 capoluoghi di
regione su 20. Sono numeri da record quelli dell’edizione
2017 dell’Ora della Terra non solo a livello mondiale, ma
anche in Italia. Alcuni esempi tra le tantissime iniziative:
cene a lume di candela (Campobasso, Carpi), balli in
piazza, concerti all’aperto (Verona, Padova, Palermo),
banchetti e iniziative con i ragazzi e le scolaresche un po’
ovunque, come a Roma, Napoli e Vittoria (AG). A Caserta
gli spegnimenti e le iniziative sono state raccontate grazie
ad una diretta radiofonica organizzata dal WWF, mentre
a Padova è stato spento lo storico Caffè Pedrocchi. In
decine di città italiane e in alcune Oasi WWF si sono
svolti balli e serate di tango come in piazza Ferrarese a
Bari, piazza San Marco a Venezia, piazza Bra’ a Verona, a
Livorno o nell’Oasi Gole del Sagittario (Abruzzo), mentre
in Piazzale Michelangelo a Firenze la pioggia ha rovinato
il programma. Evento centrale a Roma, con flash mob e
balli pop e tango al Museo Nazionale delle Arti del XXI
Secolo, il MAXXI. www.oradellaterra.org
WWF E CARABINIERI
CONTRO GLI ECOREATI
Il Protocollo d’intesa siglato con
l’Arma punta a rafforzare protezione
ambientale e sensibilizzazione
Pagina 22
AL VIA LA STAGIONE
DELLE TARTARUGHE
Riunito per una due giorni
a Policoro il network tartarughe
marine del WWF Italia
Pagina 23
IN TOSCANA NELLE
PALUDI DI BOCCACCIO
Grazie al Panda, nell’Oasi WWF di
Focognano, rinascono gli stagni
descritti dall’autore nelle sue opere
Pagg. 24-25
PANDA I 21

MONDO WWF
GUARDIE WWF IN AZIONE.
PESCE SOSTENIBILE. Dal
CAMPANIA
Dal 22 aprile al 14 maggio
18 al 21 maggio il WWF
GENOVA
il campo antibracconaggio
parteciperà a Slow Fish,
TOSCANA
WWF a Ischia e costiera
sorrentina, a difesa dei
migratori. Nel prossimo
numero ampio articolo
salone Slow Food dedicato al
consumo sostenibile di pesce.
Scopri la nuova guida WWF
su: pescesostenibile.wwf.it
STRADE. Il Governo ferma
il progetto dell’Autostrada
tirrenica e pianifica la
realizzazione della messa
in sicurezza e dell’Aurelia.
Grande soddisfazione delle
associazioni
BATTAGLIE I LEGALITÀ
Unire le forze contro gli ecoreati
Per proteggere l’ambiente, arriva un Protocollo d’intesa tra WWF e l’Arma dei Carabinieri
Elisa Cozzarini
È
un Protocollo d’intesa dai
contenuti non scontati,
quello siglato lo scorso 9
marzo dal Comandante Generale
dell’Arma dei Carabinieri
Tullio Del Sette e dalla
presidente del WWF Italia
Donatella Bianchi. È infatti
centrato non solo sulla collaborazione
nell’ambito della
vigilanza ambientale, in particolare
con le Guardie volontarie
nella lotta agli ecoreati,
ma punta anche molto sulle
attività di promozione della
legalità e sulla sensibilizzazione,
la formazione e la comunicazione
del patrimonio
naturale. Su questo punto, le
Oasi WWF rappresentano un
riferimento importante in tutta
la penisola.
«La natura d’Italia ha bisogno
di politiche lungimiranti,
di coraggiose sinergie di sistema
e di un costante e capillare
impegno sul territorio», ha
dichiarato la presidente Bianchi,
commentando: «Si rafforza
così una collaborazione
proficua che già, nei fatti, esiste
da tempo». Questo Protocollo
è il riconoscimento del
ruolo chiave del mondo del
volontariato nella prevenzione
degli illeciti ambientali e
nasce in seguito al passaggio
del Corpo Forestale dello Stato
nell’Arma dei Carabinieri
dal 1° gennaio 2017.
Il nuovo Comando Unità
per la Tutela Forestale, Ambientale
e Agroalimentare
(CUTFAA) è composto appunto
dalle strutture e dal
personale dell’ex Corpo Forestale,
assieme al Comando
dei Carabinieri per la Tutela
dell’Ambiente e quello per le
Politiche Agricole e Alimentari.
Un esempio concreto del lavoro
coordinato tra i Carabinieri
e il WWF è quello storico
del campo antibracconaggio
primaverile a Ischia, a difesa
dei piccoli uccelli migratori,
27.745
È il numero dei reati
ambientali commessi
in Italia nel 2015 secondo
il rapporto Ecomafia 2016
di Legambiente
che ha portato, negli anni, al
sequestro di migliaia tra trappole
illegali, richiami acustici
e cartucce, oltre che decine
di armi clandestine. Grazie al
Protocollo, da ora esperienze
simili potranno moltiplicarsi
e diffondersi, attivando sinergie
a livello nazionale e
locale.
«Nella realizzazione delle
finalità del Protocollo, infatti,
oltre ai reparti speciali, sono
coinvolte tutte le articolazioni
territoriali dell’Arma dei
Carabinieri», sottolinea Patrizia
Fantilli, responsabile
dell’Ufficio legale del WWF
Italia, «e il fatto che a firmare
il documento sia proprio
la massima autorità dell’Arma,
ne ribadisce l’importanza.
Questo ci fa sentire meno
soli, nel presidio della natura,
anche in casi estremi come
quello della “terra dei fuochi”,
dove le nostre Guardie
volontarie sono specializzati
sugli illeciti in materia di rifiuti».
i
Campagna: Crimini di natura
Obiettivo: contrastare e denunciare le diverse
forme di illegalità ambientale, dal bracconaggio
all’inquinamento marino e terrestre anche
attraverso azioni legali.
wwf.it/furto_di_natura
22 I PANDA

NIDI DI RONDINE. Grazie
LONTRE. L’Austria non
TOSCANA
alla giornata di volontariato
è più un paese per lontre:
AUSTRIA
dedicata alle rondini di
firma la petizione
CAMPANIA
mare è stata raddoppiata
la superficie per i nidi
nell’Oasi WWF Laguna
di Orbetello
lanciata dal WWF
Austria per scongiurare
abbattimenti
wwf.at/fischotter-petition
ASTRONI. Grande
successo per i week end
della mostra Dinosauri
in carne e ossa all’Oasi
WWF Cratere degli
Astroni, migliaia i visitatori
dinosauri@wwfoasi.it
© L.Agresti / archivio WWF
MEDITERRANEO I ESPERTI A CONVEGNO
Al via la stagione delle tartarughe
Riunito a Policoro il network tartarughe marine del WWF Italia
Iweek end è iniziato con la liberazione della
tartaruga marina Valentina, soccorsa e curata
nel Centro di Recupero dell’Oasi WWF di
Policoro in Basilicata. Poi sono stati due giorni
di lavori sulla caretta caretta in Mediterraneo
da parte di biologi (Paolo Casale, coordinatore
del progetto), veterinari (Antonio Di Bello
dell’Università di Bari), ricercatori (Antonio
Mingozzi, Università della Calabria), e volontari
WWF come Pino Paolillo e Daniela Freggi,
del Centro recupero di Lampedusa.
È stata l’occasione per fare il punto sul
network tartarughe marine WWF, ormai prossimo
a partire con l’arrivo dei mesi caldi (e
delle prime nidificazioni), sulle strategie di
conservazione e il progetto LIFE Euroturtles.
«Questa due giorni ha dimostrato come l’azione
congiunta di chi fa ricerca, di chi si dedica
al recupero degli esemplari che incappano in
lenze e reti, di chi fa divulgazione e sensibilizzazione
verso il pubblico e i pescatori può portare
a grandi risultati di conservazione per la
caretta caretta in Mediterraneo» ha dichiarato
Isabella Pratesi, Direttore Conservazione del
WWF Italia presente a Policoro. «Ogni anno
centinaia di giovani e meno giovani partecipano
ai campi di sorveglianza dei nidi organizzati
dal WWF. Per questa specie l’impegno
dei volontari può davvero fare la differenza,
come quando si organizzano vere e proprie
staffette per portare gli animali in difficoltà
ai centri di recupero». Il Progetto Europeo
LIFE Euroturtles, di cui il WWF Italia è partner,
si propone di realizzare “azioni collettive
per implementare lo status di conservazione
della popolazione europea di tartarughe marine”,
e viene svolto in: Croazia, Cipro, Grecia,
Malta, Slovenia e Italia (Puglia, Basilicata e
Sicilia).
i
La liberazione di
una Caretta caretta
curata nel Centro
di Policoro
Campagna: Tartarughe marine
Obiettivo: Conservazione
della specie e sensibilizzazione
dei pescatori, monitoraggio
e tutela nidi.
wwf.it/tartarugamarina
Petizioni
LAVORI IN CORSO
Sono tre le petizioni
attive che vi invitiamo a
sostenere. La prima è
l’iniziativa dei cittadini
europei “Salvailsuolo”,
sostenuta dal WWF e da
oltre 400 organizzazioni
non governative di 26
Paesi europei, con
l’obiettivo di supportare
la proposta di una
Direttiva Europea sul
consumo del suolo che
stabilisca, una volta per
tutte, come questo sia
una risorsa strategica
per assicurare la
sicurezza alimentare, la
biodiversità e la
regolazione dei
cambiamenti climatici.
Se non l’avete già fatto
potete firmare su
wwf.it/people4soil.
L’altra azione che potete
sostenere on line è
#Stopglifosato, per
chiedere all’Unione
Europea di bandire il
pericoloso ma diffuso
erbicida. Infine non
dimentichiamo la
campagna #SOSLupo
perché la battaglia è
tutt’altro che conclusa.
Al momento in cui
andiamo in stampa non
è stata ancora fissata la
data della votazione del
Piano in conferenza
Stato-Regioni. Non
dobbiamo abbassare la
guardia:
vai su wwf.it/soslupo
PANDA I 23

ALLA SCOPERTA DELLE OASI
TOSCANA I L’OASI WWF STAGNI DI FOCOGNANO
Focognano, la palude rinata
A due passi da Firenze, tornano i paesaggi descritti da Boccaccio
Testi e foto di Carlo Scoccianti
Gli Stagni di Focognano sono al centro
della Piana Fiorentina, uno dei
territori maggiormente urbanizzati
di tutta la Nazione.
L’Oasi nasce dalla forte volontà del
WWF di ricreare gli antichi paesaggi
umidi tipici di questa pianura, ormai
scomparsi da molti decenni. Per questo
all’inizio degli anni ’90, in accordo con
il Comune di Campi Bisenzio, fu scelto
un luogo simbolico, situato presso l’incrocio
fra le autostrade A1 e A11, nelle
vicinanze delle due vaste zone industriali
‘Osmannoro’ e ‘Macrolotto’ che costituiscono
il sesto complesso industriale
nazionale.
Si trattava di un banale paesaggio di
periferia urbana, con campi coltivati
estensivamente, viottoli punteggiati da
discariche, baracche e appostamenti
da caccia in cemento costruiti abusivamente.
Storia di una rinascita
Il progetto conteneva in sé dunque il
carattere di una vera sfida: dimostrare
che era possibile creare dal ‘niente’ un
luogo dove potessero riesplodere nella
loro grande bellezza tutte le forme
di vita un tempo tipiche della pianura
e, allo stesso tempo, far sì che ogni cittadino
potesse di nuovo immergersi in
quei paesaggi storici di tipo palustre che
ormai si ritenevano perduti per sempre.
In poche parole volevamo ricostruire
le antiche paludi della nota favola del
Boccaccio “Chichibio e la Gru”.
Dopo anni e anni di lavoro oggi l’area
è ormai divenuta famosa e ospita centinaia
di uccelli: rapaci come falco di
palude, pellegrino, sparviero, poiana,
gheppio, etc.; anatre, come mestolone,
moriglione, fischione, codone, marzaiola,
alzavola, moretta e la rara moretta
tabaccata; limicoli, come pantana,
pittima, cavaliere d’Italia, combattente,
albastrello, corrieri, etc.; fenicotteri e
molte altre.
In particolare vi si è stabilita da anni
una grande garzaia di aironi ove nidifica
fra gli altri la rara sgarza ciuffetto. Attra-
24 I PANDA

UN GIOIELLO DELL’ECOLOGIA DEL PAESAGGIO
Focognano è un museo “vivente” del territorio, accuratamente progettato e
costruito per essere testimonianza concreta dell’antico paesaggio che caratterizzava
un tempo la Piana Fiorentina. È il frutto di un complesso insieme di interventi di
ecologia applicata al paesaggio secondo precisi indirizzi di tipo scientifico ed estetico
che ne fanno un particolare esempio di architettura contemporanea degli spazi
aperti. È la dimostrazione di come un territorio possa essere recuperato, valorizzato
e difeso, a prescindere dallo stato in cui versava e del contesto territoriale in cui
è immerso. Le strategie e le tecniche di ricostruzione e gestione del paesaggio
applicate in questo luogo costituiscono oggi un patrimonio scientifico di grande
valore. Focognano è, e vuole essere, un modello di intervento per altre aree simili
del nostro Paese: da anni questo progetto viene studiato come caso esemplare
in molte facoltà (Architettura, Ingegneria, Biologia, Scienze Naturali, Agraria,
Geografia, etc.) di varie università italiane e estere. Focognano è inoltre un caso
unico per ciò che riguarda l’interazione sociale e la partecipazione pubblica alla
vita di un’area naturale. Chiunque lo desideri può infatti prendere parte in prima
persona alla gestione dell’area, collaborando come volontario alle varie attività
organizzate dall’Associazione. La strategia di intervento applicata a Focognano
consta di una nuova forma di “consumo di suolo” di segno completamente
opposto a quello “classico” (inteso come aumento di volumi costruiti) perché
volto esclusivamente a far riemergere l’originario aspetto naturale dei luoghi.
Occupare e trasformare aree banali in luoghi di altissimo interesse paesaggistico
ed ecologico significa chiudere automaticamente la porta a altre possibili idee di
consumo di suolo con nuovo costruito.
Da sapere e da fare
Dove siamo
Oasi WWF Stagni di Focognano,
Comune di Campi Bisenzio. L’Oasi
dista 10 km sia dal centro di Firenze
che da quello di Prato. L’ingresso è
da Via del Ronco.
Giorni e orari di apertura al pubblico
Dal 15 settembre al 15 maggio.
Le visite sono guidate e si
effettuano ogni sabato e domenica:
Mattina: ore 10:00 e ore 11:30
Pomeriggio: ore 15:00 e ore 16:30
Scuole e gruppi organizzati: tutti i
giorni feriali (su prenotazione).
Le lezioni o i cicli di lezioni sono
organizzati per ogni tipo di scuola,
dalle materne alle superiori,
dai corsi universitari ai corsi di
specializzazione post-laurea.
Accessibilità
I sentieri dell’Oasi sono predisposti
per la fruizione da parte dei
diversamente abili di tipo motorio.
In basso a sinistra: visitatori
nell’osservatorio dell’Oasi.
A destra: mestolone e alzavola
e, sotto, spatole nell’Oasi
Stagni di Focognano
verso lo studio di queste e altre specie
utilizzate come bioindicatori, tutte le
scelte progettuali e gestionali vengono
monitorate nel tempo in modo da garantire
la più alta funzionalità ecologica di
tutti i nuovi habitat.
L’Oasi, che si estende su circa 100 ettari
di proprietà del Comune di Campi
Bisenzio, è stata riconosciuta come Zona
Speciale di Conservazione (ZSC) della
Rete Natura 2000 dell’Unione Europea.
Motore di riqualificazione
Se all’inizio questo progetto poteva
sembrare pura utopia, l’aggiungersi anno
dopo anno di nuovi laghi, acquitrini,
canneti, isole e boschi umidi, ha provocato
la nascita di un interesse così vivo
che un numero sempre maggiore di soggetti
pubblici e privati ha fatto ‘domanda’
per entrare in questo nuovo sistema
territoriale, mettendo a disposizione
ulteriori aree da riprogettare e tutelare.
Attorno a Focognano esiste così oggi
un ampio sistema, in costante aumento
di superficie, di paesaggi di straordinario
interesse ambientale ed estetico, veri
e propri nodi di una nuova rete ecologica
rinata al centro della pianura.
Volontariato
Focognano è un “campo di
volontariato aperto tutto l’anno”.
È un’occasione unica per tutti
coloro che vogliono attivarsi
concretamente a favore della
natura. Ogni settimana le attività
vengono svolte in una o più
giornate. La proposta è rivolta alle
persone che hanno raggiunto la
maggiore età.
Come raggiungere l’Oasi
– Con i mezzi pubblici:
da Firenze: LINEA (ATAF) n. 30
dalla Stazione FS Firenze S.M.N.:
la fermata Stagni di Focognano
è all’ingresso di Campi Bisenzio
(Prima fermata di via Buozzi);
da Prato: CAP - Linea C/F dalla
Stazione FS Centrale di Prato: la
fermata Stagni di Focognano è alla
fine di Campi Bisenzio (dir. Firenze).
– Con i mezzi privati:
Uscire allo svincolo Sesto Fiorentino
dell’A11, seguire per Campi Bisenzio
per 1,5 km: l’Oasi è presso
la rotonda di ingresso a Campi
Bisenzio
Contatti
Tel. 338 3994177
E-mail: oasiareafiorentina@wwf.it
PANDA I 25

MONDO WWF
LETTERE
PRIMAVERA, TEMPO DI RONDINI E RONDONI,
IL CIELO È UN NUOVO MONDO DA SCOPRIRE
Pubblichiamo stralci di un
articolo inviatoci da uno storico
Socio WWF calabrese
Dopo il deserto c’è il mare aperto.
Le rondini, i balestrucci e i
rondoni, dall’Africa giungono
fin sotto i nostri tetti, dopo un
lunghissimo e faticoso viaggio
fatto da innumerevoli pericoli.
Piccoli uccelli che sfidano
l’ignoto a ogni primavera,
passando sopra le nostre teste,
spesso senza che nemmeno ce ne
accorgiamo; qualcosa come 38
milioni di rondini, 31 milioni
di balestrucci e 10 milioni di
rondoni, raggiungeranno ogni
parte del continente europeo,
Italia compresa, il tempo di
generare altra vita e poi ripartire
per i luoghi di svernamento,
situati nei remoti angoli del
continente africano. Dopo la
vita, la migrazione degli uccelli è
forse il fenomeno più grande che
la natura potesse concepire. Nelle
zone montuose della Calabria
centrale, come anche in diversi
luoghi del Paese fin pure sulla
costa, c’è una piccola rondine
marroncina, la rondine montana
(Ptyonoprogne rupestris) che,
imperterrita, vive sfidando
anche le stagioni più fredde, non
seguendo perciò le orme delle
cugine rondini, già svernate oltre
l’orizzonte del Mediterraneo.
Questo misterioso uccello sulla
Sila calabrese porta a termine
due covate all’anno, la prima
in genere tra maggio e giugno
mentre la seconda può avvenire
già in agosto o anche a settembre
inoltrato. La specie realizza il
nido con una semi coppa, fatta
di fango impastato con la saliva,
rivestito all’interno con materiale
vegetale e piume. Il fantastico
mondo dell’ornitologia c’insegna,
qualora ce ne fosse bisogno, che
fuori dalla finestra di casa nostra
spesso c’è un mondo tutto da
scoprire e, se guardiamo in alto
nel cielo, tutto questo è ancora
più straordinario!”.
Gianluca Congi
www.gianlucacongi.it
LO SCAFFALE
Libro
In nome dell’orso
Non ho mai letto un libro sull’Orso delle Alpi
più bello di questo. E non perché sia scritto da
un guardaparco del Parco Regionale Adamello
Brenta, ultimo rifugio dell’orso alpino. Ma perché
questo contiene più di un secolo di battaglie ed
esperienze (in cui il WWF ha avuto una parte
rilevante) e decenni di osservazioni,
testimonianze ed episodi che ne
fanno un libro unico. −Fulco Pratesi
SOCIAL
Instagram
Pandini al Palazzetto
dello sport grazie
alla partnership con
Virtus Roma basket
per Earth Hour
Matteo Zeni,
In nome dell’orso
Ed Il Piviere, 396 pp, 20 euro
Seguici ogni giorno su Facebook WWF Italia e su Twitter @WWFItalia
SEI UN MITO
NORMAN MYERS, IL PRECURSORE CHE
HA INNOVATO IL DIBATTITO AMBIENTALE
Norman Myers
Quando iniziarono ad apparire i primi
dati globali sulla perdita delle foreste
tropicali, Norman Myers, classe 1934,
grande naturalista ed ecologo inglese,
è stato tra chi si è più impegnato in loro
difesa, fornendo un’analisi dettagliatissima
della deforestazione. È del 1980 il
rapporto “Conversion of Tropical Moist
Forests” commissionatogli dall’Accademia
Nazionale delle Scienze USA. Sempre in
quegli anni ha dimostrato la connessione
nelle foreste tropicali dell’America Latina,
tra l’incremento della zootecnia per il
commercio della carne nei paesi ricchi -
trasformata poi in hamburger nei fast-food
- e la scomparsa delle foreste, definita
“Hamburger connection”.
Myers ha vissuto a lungo in Africa orientale,
studiando la natura e le specie delle
savane del continente, regalandoci uno
splendido affresco nel suo libro del 1972
“The Long African Day” e indicando per la
prima volta le aree chiave per la tutela della
biodiversità del mondo.
Norman è stato inoltre tra i primi a inserire
nel dibattito internazionale temi dirompenti
per l’epoca, come la crescita dei Paesi
“nuovi consumatori”. −Gianfranco Bologna
26 I PANDA

MONDO WWF
AZIENDE I SOSTENIBILITÀ
Le shopper amiche del Panda
Da Auchan e Simply le borse della spesa riutilizzabili per aiutare il WWF e le sue Oasi
Da anni, nell’ambito della collaborazione con il
WWF Italia, gli ipermercati Auchan e i supermercati
Simply sono impegnate per informare
i propri clienti sul tema Ambiente, sviluppando
inoltre numerose attività a sostegno del WWF e
delle sue Oasi.
Simbolo della collaborazione sono le storiche
shopper riutilizzabili, dedicate
ogni anno a temi diversi: dalle
specie animali ritratte dalla
mano di Fulco Pratesi, passando
per le borse personalizzate
con i personaggi di fantasia dei
“Viveri e Vegeti” contro lo spreco
alimentare, arrivando infine
alla shopper dedicata al 50°
anniversario del WWF in Italia,
realizzata grazie al supporto
dell’artista neo-pop Willow.
Anche quest’anno, Auchan
e Simply lanceranno il 5 giugno
una nuova edizione speciale
a supporto dei progetti
WWF, mirata a diffondere il
tema dell’alimentazione sana
e sostenibile tra i propri clienti. L’edizione 2017 è
personalizzata dalla mano del fumettista Giacomo
Bevilacqua, autore di “A Panda Piace” (facebook.
com/pandapiace), da tempo amico del WWF.
Dalla creatività dell’autore sono nate le due
immagini che caratterizzano la nuova special
edition, in cui il personaggio più noto di Bevilacqua,
Panda, sarà portavoce per
un’alimentazione sana e sostenibile.
«Informare sul tema
dell’alimentazione è cruciale,
alla luce dei suoi impatti
sulla salute e sull’ambiente»,
afferma Eva Alessi, Responsabile
Sostenibilità del WWF
Italia. «Anche quest’anno la
collaborazione con Auchan e
Simply consentirà di raggiungere
milioni di cittadini, con
l’obiettivo di trasmettere – in
modo divertente e immediato
– alcune semplici azioni per
un’alimentazione sana e a misura
di Pianeta».
wwf.it/imprese_partner
ELISABETTA DAMI, IL PANDA INCONTRA GERONIMO STILTON
Ai primi di marzo Elisabetta
Dami, la creatrice
di Geronimo Stilton, ha
incontrato presso la sede del
WWF Italia a Roma la Presidente
Donatella Bianchi e il
Presidente onorario, Fulco
Pratesi. Elisabetta Dami, editrice
e autrice, ha “inventato”
il personaggio di Geronimo
Stilton ed ha pubblicato circa
400 libri che sono tradotti
in tutte le lingue e venduti in
tutto il mondo. Geronimo è
molto amato dai bambini e
dai ragazzi: gli ingredienti
principali delle sue storie sono
le avventure mozzafiato, i
valori etici che, alla fine vincono
sempre, il concetto di
speranza che lascia ai lettori
e un tratto leggero e umoristico.
Elisabetta ha voluto
conoscere la storia dell’educazione
promossa dal WWF:
dalla strategia ai materiali,
dai campi alle attività con le
scuole, dal volontariato ai
Panda Club. «Il mio lavoro
è sempre stato nella direzione
non di insegnare quanto
piuttosto di condividere un’esperienza
con i ragazzi – ha
detto Elisabetta – e, parlando
con il cuore, Geronimo
è diventato un beniamino
che, come il WWF, ama molto
la natura, in particolare
le balene: una delle storie
è dedicata proprio a questi
magnifici mammiferi marini
e alla protezione ambientale
in generale». A suggello
di questo nuovo incontro di
intenti e di assonanze, Elisabetta
Dami ha deciso di sostenere
il WWF in particolare
la campagna mare attraverso
la sua Elisabetta Dami Onlus
(www.elisabettadamionlus.
org) che sostiene alcune
associazioni meritevoli nel
campo del supporto all’infanzia.
PANDA I 27

Corso di Visual and Innovation Design
Art Direction for ADV
Docente: Mario Rullo
A.A. 2016/2017
Art Direction for ADV
Docente:Prof. Mario Rullo
A.A. 2016/2017
Art Direction for ADV
Docente:Prof. Mario Rullo
A.A. 2016/2017
Lasciti testamentari al WWF
Gruppo: Le ipermetropi
Studentesse: Camilla Geusa e Federica Roberti
Proposta Albero Genealogico
Studente: Giorgia Lopane
Studente: Fabrizio Rossi
Proposta Firma
Studente:Giorgia Lopane
Studente: Fabrizio Rossi
ATTUALITÀ ITALIA
MONDO WWF
Includere il WWF nel proprio testamento
LASCITI I IL MESSAGGIO
è un modo per scrivere il proprio nome
nella bellezza della Natura, che continuerà
a vivere dopo di noi, per sempre.
EREDITÀ E LASCITI, LA SFIDA DEI CREATIVI
Fai della tua assenza una presenza importante.
Con un lascito al WWF sarai ricordato e garantirai
un futuro all’ambiente.
Scopri come su wwf.it/lasciti/
Il tuo erede, Naturale.
Lasciti WWF. Tu sei l’inizio
di un nuovo domani.
La storia di ogni famiglia è differente. Nella nostra potresti
essere tu a fare la differenza. Con un lascito testamentario
al WWF oggi, donerai una speranza alla natura di domani.
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Corso di Visual e Innovation Design
Campagna Lasciti WWF
La tua firma sul domani.
Dal tuo nome nasce il futuro della Natura.
Per qualunque creativo, affrontare il tema dell’eredità, del ricordo
che si lascia di sé, è una vera e propria sfida. Anche perché la
modalità del lascito solidale non è molto conosciuta nel nostro
Paese e, seppur in aumento, la percentuale di coloro che scelgono
di redigere un testamento è ancora molto bassa se paragonata
ad altri paesi europei. E infine perché si crede, erroneamente, che
per fare un lascito ad un’associazione si debba necessariamente
disporre di grandi somme. Bisogna quindi scardinare dei luoghi
comuni e fornire informazioni corrette. La sfida è stata raccolta
quest’anno dagli studenti del corso di Visual and Innovation Design
di Rufa_ Rome University of Fine Arts.
Coordinati da Mario Rullo, docente di Art Direction for ADV,
gli studenti hanno lavorato alla campagna sui lasciti al WWF,
confrontandosi con un tema che hanno conosciuto grazie al WWF,
e interpretato attraverso numerosi approcci creativi e linguaggi di
comunicazione. Un tema così delicato si è trasformato quindi in
una campagna sulla speranza, sull’amore per la vita, sul desiderio
di lasciare una traccia positiva per il futuro dell’ambiente e per le
prossime generazioni.
I giovani creativi hanno dedicato tutto il loro talento e intelligenza
al messaggio del WWF che, ne siamo sicuri, raggiungerà importanti
risultati. In questa pagina possiamo vedere in anteprima alcuni
layout che, ancora in corso di lavorazione, diventeranno presto la
nuova campagna lasciti della nostra associazione.
Corso di Visual e Innovation Design
Campagna Lasciti WWF
Quando una vita tramonta,
comincia una nuova alba.
Un lascito al WWF regala alla natura un nuovo giorno.
Tutti i giorni sembrano uguali, ma sono i gesti a cambiarli.
Con un lascito testamentario al WWF difenderai la natura da deforestazione,
cambiamento climatico e dall’estinzione delle specie animali.
Perchè i colori del tramonto saranno quelli di un nuovo inizio.
www.wwf.it/lasciti
LA STORIA DI CARLA
Un’amicizia durata per 30 anni, quella tra Carla Maria Edmondson
e il WWF: un’amicizia fatta di numerosi gesti di sostegno, che
in tutti questi anni ci hanno consentito di portare avanti tante
nostre attività di tutela della natura. Fino all’ultima, inestimabile,
dimostrazione di fiducia: il lascito che la signora Carla ha voluto
destinare al WWF nelle sue ultime volontà e che si è trasformato
in natura protetta che continuerà a vivere per tanti anni ancora,
grazie alla nostra appassionata amica.
Per informazioni compili e spedisca questo coupon a WWF Italia, via Po 25/c – 00198 Roma, all’attenzione di Ufficio Lasciti e Grandi
donazioni oppure lo invii via fax al n° 06/84497236. Se preferisce chiami i numeri 06/84497390 (Silvia Fischetti) oppure 06/84497317
(Barbara Franco) o ci contatti via mail: lasciti@wwf.it
Nome _______________________ Cognome ___________________________________Via _____________________________________ n° _______
Cap ______________ Località _______________________________________ Pr _____ Tel. _______________________________________________
Luogo e data di nascita ___________________________________________________ email _____________________________________________
I dati personali saranno trattati con assoluta riservatezza e nel rispetto del D. Lgs. n.196 Del 30/06/2003 Testo unico sulla Privacy
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© Zig Koch / WWF
28 I PANDA

MONDO WWF
VOLONTARIATO I STRETTO DI MESSINA
Migliaia di volatili in rotta verso nord
Torna il campo internazionale per la protezione dei rapaci e delle cicogne in migrazione
Nel cuore della primavera e della migrazione
verso nord, lo Stretto di
Messina è un luogo fantastico per
osservare la migrazione dei rapaci diurni
e delle cicogne. È la rotta migratoria
primaverile più importante del Paleartico
occidentale, dove si concentrano
migliaia di rapaci (nel 2015, 45.000!)
provenienti dall’Africa dove hanno svernato,
diretti verso l’Europa e l’oriente,
per riprodursi: un appuntamento con
migliaia di uccelli che compiono con
coraggio e forza il loro viaggio straordinario.
Da 34 anni, per tutelare questi splendidi
migratori, la MAN (Associazione
Mediterranea per la Natura), in collaborazione
con il WWF e la NABU (Nature
And Biodiversity Conservation
Union), una delle principali organizzazioni
tedesche, allestisce un campo di
osservazione e difesa dei rapaci, in cui
si incontrano appassionati provenienti
da tutta Europa. Osservare e presidiare
è sempre necessario, poiché anche nel
© G. Bonnet
2016 alcune fucilate hanno interrotto il
viaggio dei falchi pecchiaioli (foto), la
specie più comune, che a volte passa anche
con 7/8 mila individui in un giorno.
Il Campo è una straordinaria occasione
per osservare e fotografare diverse
specie di rapaci (falco pecchiaiolo, albanella
pallida, falco di palude, falco
cuculo, oltre ad aquile anatraie minori,
grifoni e capovaccai...) nonché Cicogne
sia bianche che nere ed altri veleggiatori,
per un totale di ben 33 specie diverse,
alcune accidentali, altre rare ma regolari,
altre invece più comuni. Durante il
campo, chi è meno esperto ha la possibilità
di imparare a riconoscere i rapaci in
volo e di affinare le proprie conoscenze
sulle specie più particolari e spesso si
incontrano esperti di tutta Europa con
cui scambiare pareri ed informazioni di
tipo ornitologico ed ambientale. Oltre
alle attività legate alla migrazione organizziamo
gite turistiche, tour enogastronomici
ed escursioni naturalistiche
personalizzate e per piccoli gruppi, sia
giornaliere (Etna, Nebrodi, Vulcano,
Vendicari) che di più giorni su tutto
il territorio regionale. Partecipare al
Campo e alle nostre escursioni consente
un’immersione nella natura di una terra
di straordinaria bellezza e forti contrasti
ambientali ed antropologici. La guida è
certificata.
−Anna Giordano
ONLINE
Info www.man-onlus.it o pagine FB
Prenotazioni infocampoman@gmail.com
TURISMO: LA DANZA DELLE MANTE PER SNORKELERS E SUBACQUEI
Maldive: un progetto di Citizen
Science dedicato allo splendido
reef di quest’isola e alle creature
più emblematiche dei mari: le mante!
Dall’8 al 16 luglio ci sarà la possibilità
di partecipare a questo viaggio unico,
per vivere l’esperienza di un corso di
biologia marina rivolto a Snorkelers,
Subacquei e a tutti gli appassionati del
mare. Base delle attività sarà la zona di
Dharavandhoo e la vicina laguna di Hanifaru,
diventato Parco Marino protetto
e zona di interesse biologico del Unesco,
dove grazie agli effetti del monsone di
sud-ovest la concentrazione di plancton
attira l’attenzione di numerosissimi
esemplari di mante.
Le dinamiche di questa aggregazione
sono ancora oggetto di studio, e nella
nostra settimana il “lavoro di campo” ci
permetterà di partecipare a un progetto
di fotoidentificazione portato avanti
dall’importante Ong MantaTrust.
Immersioni e snorkeling finalizzati
all’osservazione naturalistica saranno
accompagnate dai biologi dell’ISM (Istituto
per gli Studi sul Mare) che guideranno
il gruppo alla conoscenza della
biologia del reef grazie ad osservazioni
dirette. Raccolte fotografiche, campionamenti
di plancton e osservazioni
strumentali trasformeranno questa spedizione
in una nutrita occasione di scoperta
e conoscenza del mare e dei suoi
prestigiosi abitanti.
Attraverso brevi incontri quotidiani
sarà possibile entrare in contatto con il
lavoro di fotoidentificazione realizzato
dagli esperti: tutto ciò contribuirà ad
ampliare la conoscenza sulle mante e su
queste meravigliose aggregazioni.
ONLINE
Scopri tutti i dettagli su
www.viaggiwwfnature.it
© J. Freund
30 I PANDA

FULCO DOCET
La nostra espansione urbana,
che inesorabilmente
invade le aree
sopravvissute al cemento
e all’asfalto, si accompagna
a una turba di ospiti
non graditi, tra i quali i topi
occupano un posto di rilievo.
Tutti questi, sia i topolini delle
case, sia i più grandi e schifosi
ratti, sono oggetto di proteste,
estese campagne di derattizzazione,
denunce e interventi
pubblici.
I topi, soprattutto declinati
come ratti:ratto nero (Rattus
rattus) e ratto di fogna (surmolotto,
pantegana, zoccola
-Rattus norvegicus-) sono effettivamente
dannosi, invadenti
e orrendi.
Soprattutto per la loro schifosa
coda, un particolare veramente
repellente. (Ma se al
posto di quella lubrica appendice
ci fosse una piumosa coda
da scoiattolo lo schifo sarebbe
sicuramente minore).
Fatto sta che mentre queste
creature sono ovunque perseguitate
e odiate, i loro più
stretti congiunti godono della
massima simpatia. Pensate a
quanti topi ci hanno deliziato
nell’infanzia dagli schermi o
dai fumetti. A iniziare da Topolino,
Speedy Gonzales, Tom
e Jerry, Geronimo Stilton, Topo
Gigio, Remy del film Ratatouille,
e tanti altri, non credo
esista mammifero più amato e
diffuso nella cultura infantile.
Molto più dei cani, gatti, canarini,
coniglietti e pesciolini.
Anche perché questi animali,
intelligentissimi e furbi,
sono dotati di una fisionomia
Da Topolino a Speedy Gonzales, sono i topi gli animali più
amati dai bambini, ma un destino molto diverso è quello
dei loro cugini nel mondo reale...
accattivante, a parte, come ho
detto, la coda (in cauda venenum).
Da ragazzo ho posseduto
un ratto, che ho salvato
dalla sperimentazione animale.
Ho convissuto con lui fino
alla sua morte. Era un compagno
mite e sensibile, tranquillo
e di buona compagnia,
amato anche da mia madre
che gli animali, pure topi, pipistrelli
e scimmie, li amava
tutti.
Una recente esperienza, tra
le tante con cui ho convissuto
nelle case di campagna, spessissimo
colonizzate da questi
invadenti ospiti, l’ho avuta con
un ratto nero.
Dopo una caccia condotta
inutilmente con i più spietati
e pericolosi mezzi consigliati
dai vicini, un bel ratto cadde
nella classica trappola a gabbietta.
Ma il suo aspetto, il
suo musetto simpatico e implorante
ci commosse. Così,
riempito di semi di girasole,
lo esiliammo in un bosco lontano
un chilometro da dove,
pensavamo, non sarebbe più
tornato.
Non ci crederete: la mattina
dopo, lo stesso topo era tornato
e si era rifugiato in un divano.
Il trambusto sollevato
nella casa fu tale che decise di
andarsene. Non è più tornato.
— Fulco Pratesi
PANDA I 31

Ci sono regali
che cambiano la vita!
Hai un amico o un’amica molto speciale, un bimbo o una bimba che come te
può salvare il mondo, difendere i più deboli, proteggere il pianeta? Allora non
aspettare, per il suo compleanno o per rendere un’occasione davvero unica, regalagli
un’imperdibile opportunità...
Libera i suoi superpoteri, grazie a te diventerà
un eroe della natura, un Socio Junior WWF!
Regala un nuovo amico
o una nuova amica al nostro
pianeta, regala un’iscrizione
Socio junior WWF!
Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, Aut. N 16/MBPA/C/RM/OTTOBRE 2016/ROC
Elefanti africani:
giganti dal passo felpato
L’orso polare: l’arte
della sopravvivenza
La lontra,
una provetta nuotatrice
Il 21 maggio vi
aspettiamo nelle Oasi!
Per informazioni
wwf.it/sociojunior
scrivi a junior@wwf.it.
oppure chiama il
numero verde 800.99.00.99