Le Terme di Caracalla
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<strong>Le</strong> <strong>Terme</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Caracalla</strong>
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•<br />
<strong>Le</strong> <strong>Terme</strong> <strong>di</strong> <strong>Caracalla</strong> o Antoniniane<br />
(in latino: Thermae Antoninianae, dal<br />
nome completo dell'imperatore<br />
<strong>Caracalla</strong>, appartenente alla <strong>di</strong>nastia<br />
dei Severi) costituiscono uno dei più<br />
gran<strong>di</strong>osi esempi <strong>di</strong> terme imperiali a<br />
Roma, ancora conservate per gran<br />
parte della loro struttura e libere da<br />
e<strong>di</strong>fici moderni. Furono fatte costruire<br />
dall'imperatore sul Piccolo Aventino<br />
tra il 212 ed il 216 d.C. (come<br />
<strong>di</strong>mostrano i bolli laterizi) in un'area<br />
a<strong>di</strong>acente al tratto iniziale della via<br />
Appia, circa 400 m al <strong>di</strong> fuori<br />
dell'antica Porta Capena e poco a Sud
La Storia<br />
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•<br />
Secondo un'ipotesi criticata, la costruzione del complesso fu avviata<br />
nel 206 da Settimio Severo, capostipite della <strong>di</strong>nastia dei Severi; le<br />
terme furono inaugurate nel 216 da suo figlio <strong>Caracalla</strong>, salito al<br />
trono nel 211, senza che i lavori fossero del tutto ultimati: i<br />
successori Eliogabalo (218-222) ed Alessandro Severo (222-235) si<br />
interessarono alla costruzione e decorazione del recinto esterno<br />
dell'e<strong>di</strong>ficio.<br />
•<br />
Per l'approvvigionamento idrico delle terme nel 212 fu creata una<br />
<strong>di</strong>ramazione dell'Acqua Marcia, chiamata aqua Antoniniana, che<br />
valicava la via Appia appoggiandosi sul preesistente Arco <strong>di</strong> Druso.<br />
Per la realizzazione del complesso fu necessario abbattere gli<br />
e<strong>di</strong>fici preesistenti e sbancare un ampio settore della collina,<br />
colmando con la terra <strong>di</strong> risulta il lato opposto fronteggiante la via<br />
Appia. L'accesso al gran<strong>di</strong>oso complesso fu garantito dalla via<br />
Nova, ampia strada probabilmente alberata.<br />
•<br />
Vari lavori <strong>di</strong> restauro furono realizzati da Aureliano, Diocleziano,<br />
Teodosio e in ultimo dal re goto Teoderico (493-526). Polemio<br />
Silvio, nel V secolo, le citava come una delle sette meraviglie <strong>di</strong><br />
Roma, famose per la ricchezza della loro decorazione e delle opere<br />
che le abbellivano. Durante la Guerra gotica (535-553), in seguito al<br />
taglio degli acquedotti ad opera <strong>di</strong> Vitige, re dei Goti, dal 537 le<br />
terme cessarono <strong>di</strong> funzionare.
La Struttura<br />
•<br />
Il corpo centrale è un blocco rettangolare <strong>di</strong> ambienti a pianta <strong>di</strong>versa; un<br />
avancorpo semicircolare sporgeva dal lato Sud-Ovest. La pianta riprendeva<br />
quella delle altre terme imperiali, in particolare quelle <strong>di</strong> Traiano, con le sale<br />
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da bagno lungo l'asse centrale e le altre duplicate e <strong>di</strong>sposte<br />
simmetricamente.L'accesso avveniva tramite quattro porte sul lato Nord-Est:<br />
due immettevano nei portici che fiancheggiavano sui lati brevi la grande<br />
piscina, la natatio, decorata da quattro enormi colonne monolitiche in granito<br />
(l'unica colonna superstite si trova, dal 1563, nella piazza <strong>di</strong> Santa Trinità a<br />
Firenze); la controfacciata presenta gruppi <strong>di</strong> tre nicchie sovrapposte su due<br />
piani, che contenevano statue; le altre due aperture verso l'esterno,<br />
presumibilmente gli ingressi principali, introducevano nei gran<strong>di</strong> vestiboli da<br />
cui si accedeva <strong>di</strong>rettamente agli spogliatoi (al plurale apodyteria), posti nello<br />
spazio compreso tra i vestiboli e la natatio. Gli apodyteria, che conservano<br />
eleganti mosaici, erano su due piani collegati da una scala. <strong>Le</strong> due gran<strong>di</strong><br />
palestre, poste simmetricamente lungo i lati brevi e accessibili sia dai<br />
vestiboli che dagli spogliatoi, hanno un cortile centrale (50x20 metri)<br />
originariamente chiuso su tre lati da un portico con colonne in giallo antico e<br />
copertura a volta. Sul lato interno il portico si apriva in un emiciclo con sei<br />
colonne sulla fronte che dava accesso al frigidarium; il lato opposto <strong>di</strong><br />
ciascuna palestra, verso il recinto, mostra un grande ambiente centrale con<br />
abside, probabilmente destinato agli esercizi al coperto. Al <strong>di</strong> sopra dei portici<br />
delle palestre correvano gran<strong>di</strong> corridoi pavimentati a mosaico. Dal lato<br />
opposto delle palestre rispetto ai vestiboli si accedeva ad una sequenza <strong>di</strong><br />
stanze riscaldate, tra cui la maggiore, affacciata a Sud e con le pareti<br />
concave, fungeva quasi certamente da laconicum (sauna). Al termine della<br />
sequenza si giungeva al maestoso calidarium finestrato (parzialmente<br />
conservato), a pianta circolare con <strong>di</strong>ametro <strong>di</strong> 34 metri e con molteplici<br />
vasche, coperto da una cupola sorretta da 8 poderosi pilastri, che fuoriusciva<br />
dal corpo centrale del complesso per permettere alla maggiore quantità <strong>di</strong><br />
luce solare <strong>di</strong> penetrare all'interno.Nell'area centrale del corpo <strong>di</strong> fabbrica<br />
erano altri ambienti muniti <strong>di</strong> vasche: il frigidarium, parallelo alla natatio e a<br />
pianta basilicale <strong>di</strong> 58x24 metri, coperto da tre gran<strong>di</strong> volte a crociera<br />
poggianti su otto pilastri fronteggiati da colonne <strong>di</strong> granito, era munito <strong>di</strong><br />
vasche per l'acqua fredda (in parte conservate) e svolgeva anche una<br />
funzione <strong>di</strong> raccordo tra i vari settori delle terme, mettendo in comunicazione<br />
le due palestre, i portici che fiancheggiavano la natatio ed il tepidarium. Da<br />
qui provengono le due vasche <strong>di</strong> granito che furono riutilizzate per le fontane<br />
<strong>di</strong> piazza Farnese. Il tepidarium era un ambiente più piccolo e temperato, <strong>di</strong><br />
forma irregolare e contenente ai lati due vasche. <strong>Le</strong> terme erano dotate <strong>di</strong> un<br />
complesso reticolo <strong>di</strong> ambienti sotterranei, dove si trovavano le stanze <strong>di</strong>
Il Recinto<br />
• Il recinto esterno in corrispondenza della facciata Nord-Est (lato verso<br />
l'attuale viale delle <strong>Terme</strong> <strong>di</strong> <strong>Caracalla</strong>) era preceduto da un portico, <strong>di</strong><br />
cui si conservano scarsissimi resti, <strong>di</strong>etro il quale si aprivano una serie<br />
<strong>di</strong> concamerazioni (celle comunicanti tra loro, parzialmente visibili)<br />
<strong>di</strong>sposte su due piani a sostegno del terrapieno sul quale sorgeva il<br />
complesso. Tutta la parte anteriore del recinto, assieme a brevi tratti dei<br />
lati minori, era pertanto a<strong>di</strong>bita a scopi commerciali e aperta verso<br />
l'esterno. Al centro della facciata Nord-Est doveva trovarsi un accesso<br />
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monumentale provvisto <strong>di</strong> scalinata per introdurre i visitatori al piano del<br />
giar<strong>di</strong>no.Nei due lati minori del recinto, Nord-Ovest e Sud-Est, due<br />
gran<strong>di</strong>ose esedre simmetriche contengono ciascuna una grande sala<br />
absidata, accessibile dal giar<strong>di</strong>no tramite un colonnato, da cui si<br />
accedeva a due ambienti minori <strong>di</strong> forma <strong>di</strong>versa: il primo verso Ovest a<br />
forma <strong>di</strong> basilica absidata riscaldata con ipocausto e l'altro verso Est<br />
ottagonale, polilobato e coperto da una cupola su pennacchi non<br />
conservata. La funzione delle tre sale incluse in ciascuna delle esedre<br />
non è accertata.Sul lato <strong>di</strong> fondo verso Sud-Ovest, dalla parte<br />
dell'attuale viale Guido Baccelli, il terreno era sostenuto da 64 celle<br />
comunicanti tra loro e su due piani, che costituivano una enorme<br />
cisterna d'acqua con una capacità massima <strong>di</strong> 80.000 litri, collocata nel<br />
punto terminale dell'aqua Antoniniana; davanti alla cisterna, al centro <strong>di</strong><br />
questo lato si apre un'esedra rettangolare, munita <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>nate, alla cui<br />
base si svolgevano gare atletiche e agoni teatrali. Ai lati <strong>di</strong> tale sorta <strong>di</strong><br />
mezzo sta<strong>di</strong>o vi erano due sale absidate a<strong>di</strong>bite probabilmente a<br />
biblioteche, delle quali si conserva solo quella <strong>di</strong> destra. Una<br />
passeggiata sopraelevata era addossata al recinto sul lato interno ed<br />
era probabilmente porticata.Lo spazio compreso tra il recinto ed il corpo<br />
centrale era occupato, come oggi, dalle aree ver<strong>di</strong> comprendenti un<br />
lungo xystus (camminamento coperto probabilmente da un pergolato),<br />
secondo il gusto dell'epoca.
Opere d’Arte<br />
•<br />
Numerose opere d'arte furono<br />
rinvenute nel corso degli scavi<br />
avvenuti in varie epoche, ma<br />
soprattutto nel XVI secolo: le tre<br />
gigantesche sculture Farnese, il<br />
Toro, la Flora e l'Ercole, ora al<br />
Museo archeologico nazionale<br />
<strong>di</strong> Napoli; il mosaico policromo<br />
con ventotto figure <strong>di</strong> atleti,<br />
scoperto nel 1824 nell'emiciclo<br />
<strong>di</strong> una delle palestre, ora ai<br />
Musei Vaticani. E inoltre busti<br />
degli Antonini, statue <strong>di</strong><br />
Minerva, <strong>di</strong> Venere, una<br />
vestale, una baccante, e altre<br />
opere minori.Oltre alle già citate<br />
vasche <strong>di</strong> piazza Farnese, altre<br />
vasche recuperate dal<br />
complesso si trovano ora nel<br />
cortile del Belvedere (Musei<br />
Vaticani); a Firenze la Colonna<br />
della Giustizia proviene dalla<br />
natatio delle <strong>Terme</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Caracalla</strong>.<br />
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