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Alessandro Di Vicino Gaudio: Ego, Jump, a dive into the future

Catalogo della mostra di Alessandro Di Vicino Gaudio alla Galleria Schubert di Milano 20017

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effetti uno sceicco d’Arabia. Aveva un’aria civettuola<br />

e flirtava con il ricco petroliere come aveva<br />

flirtato per lui nel sogno, suadente e spudorata.<br />

Ora sembrava più professionale, ma la realtà ha<br />

spesso il vizio di camuffare le cose, rispetto alla<br />

fantasia. Ernest si avvicinò al tornello senza staccarle<br />

gli occhi di dosso. Avvicinando il badge al<br />

sensore, rimase piantato su di lei e sul corteggiamento<br />

che stava avvenendo davanti ai suoi occhi.<br />

Per un attimo si bloccò del tutto, quando vide<br />

una mano dello sceicco passare dietro la schiena<br />

di Jasmina e lei ridacchiare il suo consenso.<br />

Poi qualcuno della fila lo spinse bruscamente da<br />

dietro ed Ernest proseguì triste il suo percorso.<br />

Ventiduesimo piano.<br />

Nel sogno non c’era nessuno nel salone dei computer,<br />

soltanto bugigattoli di cartone separati<br />

come in un call-center. I programmatori lavoravano<br />

senza sosta all’applicazione, e quello delle barricate<br />

tra un posto e l’altro era un buon modo per<br />

disincentivare inutili chiacchierate. Anche questa<br />

un’idea di Mike. Ma se durante la notte quel salone<br />

era tranquillo e quieto, adesso <strong>into</strong>rno a Er-<br />

14<br />

nest c’erano<br />

almeno<br />

cinquanta<br />

p e r s o n e<br />

che confab<br />

u l a v a n o<br />

tra loro in<br />

una cacofonia<br />

di<br />

inutili facezie.<br />

L’argomento<br />

della<br />

mattinata<br />

sembravano<br />

essere<br />

“le vacanze<br />

estive”, un<br />

tema che a<br />

Ernest destava<br />

particolare<br />

disagio<br />

sulla<br />

base degli<br />

avvenimenti<br />

della<br />

nottata. «A<br />

spendere i<br />

soldi guadagnati<br />

sui<br />

tavoli da giochi e con donnine di facili costumi!»<br />

si vantò uno dei tanti bulli da ufficio che sempre<br />

esistono e resisteranno negli ambienti di lavoro.<br />

Ernest si diresse a capo chino alla sua postazione,<br />

prendendovi posto insieme al solito succo di<br />

frutta e al frutto di metà mattinata. Non fece tempo<br />

ad accendere il computer che Jim si affacciò a<br />

salutarlo da sopra la parete.<br />

Jim, quindici anni da collega vissuti come una<br />

battaglia navale. Voleva bene a quel faccione rubicondo,<br />

almeno finché non incominciava a parlare.<br />

«Hey, Ern, che faccia di merda che hai!» lo accolse<br />

infatti quello. «Che cos’hai fatto stanotte?<br />

Per caso hai fatto sesso con tua moglie?»<br />

«Per l’amor del cielo, no» rispose sicuro Ernest,<br />

«e nemmeno con la tua, se ci tieni a saperlo».<br />

«Che ti è successo?» riprovò Jim.<br />

«Mike mi ha costretto a lavorare alla app di capodanno.<br />

Ho passato la nottata a sognare questo<br />

posto di merda».<br />

«Eh, quello ti ha preso di punta, amico. Non do-

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