Panda: emergenza Clima - 1 numero 2017

MAGAZINE
NUMERO 1
2017
PANDA
#SOSLupo
LA CAMPAGNA WWF CONTINUA
Poste italiane S.p.a. – Spedizione in abbonamento postale – D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, aut. gipa/C/Roma |Contiene i.R.
LA PUNTA
DELL’ICEBERG
L’orso polare è il simbolo delle migliaia di specie
minacciate dal cambiamento climatico. Umani compresi
EARTH HOUR 2017
25 MARZO - ORE 20.30

LA FOTO
2 I PANDA

Emergenza ghiacci
NEVE ARTIFICIALE
PER SALVARE
I CUCCIOLI DI FOCA
Hanno lavorato per giorni, i
volontari di WWF Finlandia,
per costruire banchi di
neve artificiale nel lago di
Saimaa, dove vive uno dei
mammiferi marini più rari al
mondo, la foca di Saimaa,
sottospecie della foca degli
anelli. In collaborazione con
i ricercatori della University
of Eastern Finland, i volontari
hanno infatti cercato di
offrire una soluzione al
problema delle scarse
precipitazioni degli ultimi
inverni che non hanno
reso disponibile a questi
mammiferi la quantità di neve
necessaria per costruirsi
tane abbastanza profonde,
un requisito essenziale per
la sopravvivenza dei cuccioli
appena nati. Un’azione
importante, dunque, ma
che, come ha dichiarato
Liisa Rohweder, Ceo di
WWF Finlandia, risponde
solo temporaneamente ad
un’emergenza che minaccia
altre parti dell’Artico, dove
le temperature record degli
ultimi tre anni continuano
a provocare la fusione dei
ghiacci. A causa della caccia
incontrollata, all’inizio degli
anni ’80, il numero delle
foche di Saimaa è stato
ridotto a soli 120 individui e
solo oggi ha ricominciato a
crescere raggiungendo i 360
esemplari.
www.panda.org/arctic
→
© Juha-Taskinen / WWF-Finland → © Petteri Tolvanen / WWF
PANDA I 3

LA FOTO
4 I PANDA

Allarme bracconaggio
IN FUGA DALLE
DOPPIETTE
Si chiude un altro anno nero
per la caccia. È quanto si
legge dal bilancio presentato
dal WWF in occasione della
chiusura della stagione
venatoria. Se infatti da un
lato molte regioni reiterano
calendari venatori e leggi
contrarie alle norme europee,
dall’altro, ad aggravare la
situazione, pesa un controllo
del territorio sempre più
indebolito, soprattutto a
causa dell’abolizione delle
province, un fenomeno che
si è tradotto nella perdita
di decine tra i migliori
agenti e ufficiali della
Polizia provinciale. Rimane
inoltre d’attualità la piaga
del bracconaggio. L’ultimo
episodio di cronaca riporta
150 animali sequestrati a
5 cacciatori in azione nelle
lagune venete del Delta
del Po: il bottino era tutto
protetto, con oche selvatiche,
volpoche, oche lombardelle e
altre specie acquatiche.
Nella foto: avocetta in primo
piano, stormo di combattenti
in volo fotografati ai pantani
del Circeo.
3.625
Gli animali selvatici curati
dal CRAS del WWF Oasi
Bosco di Vanzago nel 2016,
277 in più rispetto al 2015
440
Gli esemplari di avifauna
accolti dal CRAS WWF
di Valpredina nel 2016,
sequestrati dalle Polizie
provinciali, dalle Guardie
WWF e dal CFS
© Giancarlo Mancori
PANDA I 5

ATTUALITÀ ITALIA
EDITORIALE
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Roberto Danovaro
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Domenico De Masi
Alberto Di Fazio
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24 euro
Socio ordinario
30 euro
Socio sostenitore
60 euro
Socio famiglia
60 euro
Socio famiglia sostenitore 90 euro
Panda Club
25 euro
Millennium Club
360 euro
6 I PANDA
Antonio Di Natale
Almo Farina
Vincenzo Ferrara
Ireneo Ferrari
Andrea Filpa
Silvano Focardi
Fulvio Fraticelli
Marco Frey
Silvana Galassi
Marino Gatto
Domenico Gaudioso
Mario Giampietro
Enrico Giovannini
Silvio Greco
Franco La Cecla
Alessandro Lanza
Sandro Lovari
Sergio Malcevschi
Ezio Manzini
Marco Marchetti
Eleonora Masini
Bruno Massa
Andrea Masullo
Luca Mercalli
Fiorenza Micheli
Franco Miglietta
Alessandro Montemaggiori
Norman Myers
Antonio Navarra
Giuseppe Notarbartolo di Sciara
Franco Pedrotti
Francesco Petretti
Bernardino Romano
Wolfgang Sachs
Valerio Sbordoni
Giuseppe Scarascia-Mugnozza
Bartolomeo Schirone
Andrea Segrè
Fernando Spina
Mariachiara Tallachini
Ezio Todini
Mario Tozzi
Sergio Ulgiati
Riccardo Valentini
Augusto Vigna-Taglianti
Sergio Zerunian
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dal loro reddito le donazioni per un importo non superiore
al 2% del reddito complessivo dichiarato.
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Anno L - n. 1 febbraio/marzo
Questo numero è stato chiuso in tipografia
nel mese di febbraio 2017
Il Panda è una Pubblicazione Bimestrale:
Autorizz. Tribunale di Roma n. 12132 del 24/4/68.
Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L.
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Direttore responsabile: Fulco Pratesi
Responsabile comunicazione: Federica Penna
PANDA è realizzato in collaborazione con (www.vita.it)
Coordinamento editoriale: Lucio Biancatelli
in redazione: Elisa Cozzarini, Ottavia Spaggiari
Progetto grafico: Antonio Mola
con la collaborazione di Marco Bertoncini
Stampa: Rotopress International, Bologna
In copertina:
Orso polare su un blocco di ghiaccio, Svalbard (Norvegia)
© Foto Florian Schulz
PRODOTTO INTERAMENTE
STAMPATO SU CARTA FSC RECYCLE
CERTIFICATO RINA –COC-000002
DAL CLIMA AL LUPO,
INSIEME È POSSIBILE
di Donatella Bianchi, Presidente WWF Italia
Abbiamo chiuso il 2016, l’anno del cinquantesimo del WWF in Italia,
come anno più caldo della storia secondo i più autorevoli centri
di ricerca internazionali. Abbiamo iniziato il 2017 uniti contro la
possibilità che il lupo torni ad essere abbattuto legalmente in Italia,
seppure con tutti i distinguo caso per caso. Una campagna che ha
dato un primo, importante risultato: il rinvio dell’approvazione del
Piano da parte della Conferenza Stato-Regioni lo scorso 2 febbraio,
grazie anche ai pareri negativi di molte regioni. Continueremo a
vigilare, ovviamente, convinti come siamo che sarebbe un pessimo
ritorno al passato: convivere con il lupo è possibile.
Abbiamo iniziato questo 2017 anche lanciando un’iniziativa che
ci sta particolarmente a cuore: si chiama WWF YOUng, e riunisce
tutte le realtà giovanili della nostra associazione, da Nord a Sud.
Molti di loro hanno alle spalle già anni di volontariato o importanti
esperienze scientifiche, sono competenti e determinati, altri sono
semplici soci o amanti della natura. Insieme, in questo spazio WWF
YOUng, daranno vita ad un movimento per condividere esperienze,
problemi e proposte in difesa del nostro, anzi del loro capitale
naturale, per affermare stili di vita sostenibili, per far nascere
un’economia realmente green e amica dell’ambiente. WWF YOUng
è una iniezione di nuove energie che serve all’ambientalismo e serve
all’Italia che deve cominciare ad investire con iniziative e politiche
mirate sui propri giovani.
Ma riprendiamo da dove avevamo iniziato, dai dati sempre più
allarmanti legati al clima, come raccontiamo anche in questo
Panda. Il 25 marzo torna Earth Hour, il più grande evento globale
sui cambiamenti climatici, giunto alla sua decima edizione
(undicesima, se si conta anche la prima edizione, 2007, che si
svolse però solo a Sidney). Earth Hour è un grande palcoscenico
mediatico, e noi tutti ne siamo gli attori: dobbiamo far sentire forte
la nostra voce per affermare la sostenibilità, promuovere azioni
collettive per il nostro pianeta, far pressioni sui governi per attuare
politiche di contrasto alle emissioni inquinanti, incentivare la
mobilità sostenibile. Insieme si può, together possible, perché questa
terra è l’unica che abbiamo.
© WWF YOUng / A.Barone

IL TESTIMONE
Jacquet: «Vi spiego come il
cinema può aiutare la natura»
Il regista-biologo Luc Jacquet torna in Antartide per il sequel de “La marcia
dei pinguini”: «Avvicino gli uomini alla natura unendo scienza ed emozioni».
Elisa Cozzarini
Il grande amore per i ghiacci dell’Antartide
ha spinto il regista francese Luc
Jacquet a realizzare il sequel del film
“La marcia dei pinguini”, appena uscito
in Italia.
Luc Jacquet, lei è tornato in Antartide
a distanza di dodici anni, per
raccontare di nuovo l’universo dei
pinguini imperatori, che esperienza
è stata?
Straordinaria. È stato incredibile sentire
di nuovo la magia di essere accanto a
loro. Mi considero un privilegiato, anche
perché non è stato facile organizzare
la spedizione, per le difficoltà di finanziamento,
ma avevo il rimpianto di non
averli filmati sott’acqua nel primo film,
ora ce l’ho fatta.
Dopo aver studiato biologia, ha
scelto di dedicarsi al cinema, raccontando
la natura e gli animali: da
dove nasce questa passione?
Fa parte di me. Sono nato tra le montagne,
i miei nonni erano agricoltori.
Ero libero di muovermi nella natura e
questo mi piaceva più di ogni altra cosa.
Sono andato per la prima volta in
Antartide nel 1991, come biologo, ma
durante quel viaggio mi hanno proposto
di girare alcune immagini. Mi è piaciuto
così tanto che ho deciso di cambiare
mestiere, ho scelto il cinema per cercare
di mettere in relazione le persone con
il mondo naturale. Si approvano leggi,
si fanno campagne di comunicazione
in difesa dell’ambiente, ma le cose non
migliorano, anzi, il pianeta si degrada
sempre più. Penso che il cinema possa
servire a far sentire le persone vicine alla
natura, unendo il linguaggio della scienza
a quello delle emozioni.
Ha notato cambiamenti in Antartide
nel suo ultimo viaggio?
© National Geographic Creative / Jan Vermeer
Ho percepito poco, ma conta quello
che dice la scienza: tutto sta cambiando
molto rapidamente. Negli ultimi quattro
anni, per esempio, solo una volta i piccoli
dei pinguini imperatori sono riusciti
a partire per l’oceano, gli altri tre anni
sono stati catastrofici, tutti i cuccioli sono
morti a causa del cambiamento nel
regime della banchisa antartica, per la
fusione dei ghiacci. Le minacce sono
molto forti in questo angolo del mondo.
Un fenomeno nuovo è la comparsa
della pioggia, catastrofica per i pulcini
perché nei primi mesi di vita le loro piume
non sono impermeabili e, quando si
bagnano, muoiono congelati, a quelle
temperature.
Qual è, da regista, la sua relazione
con gli attori, i pinguini?
Con loro lavoro con la telecamera e costruisco
le inquadrature proprio come se
avessi davanti veri attori, hanno la stessa
silhouette, gli stessi atteggiamenti degli
uomini, eppure sono animali selvatici.
E non hanno paura, ti puoi avvicinare
moltissimo, sono unici.
Luc Jacquet. Nato in Francia nel
1957, dopo gli studi in biologia
si dedica al cinema. “La marcia
dei pinguini”, premio Oscar 2006
come miglior documentario,
è un successo planetario, con
25 milioni di spettatori in
tutto il mondo. Nel 2010 fonda
l’associazione Wild-Touch per
tutelare la natura attraverso le
immagini.Il 23 febbraio è uscito
in Italia “La marcia dei pinguini
– Il richiamo”, distribuito da
Notorious con la partnership
del WWF.
www.wild-touch.org
PANDA I 7

COPERTINA
ITALIA, PAESE FRAGILE
Elisa Cozzarini
Cambiamenti climatici,
dissesto idrogeologico
e un territorio abusato per
troppo tempo: il Belpaese
non è mai stato così a
rischio. Ecco perché
l’unica grande opera di
cui abbiamo bisogno è la
messa in sicurezza della
nostra terra.
Negli ultimi cinquant’anni in Italia
la cementificazione è cresciuta
ovunque, anche nelle zone a massimo
rischio sismico. Lo ha dimostrato
il gruppo di ricerca dell’Università
dell’Aquila sul consumo di suolo,
guidato da Bernardino Romano, in
collaborazione con il WWF Italia. Sugli
Appennini, tra gli anni 50 e i primi del
2000, proprio nei comuni a massimo
rischio, l’urbanizzazione è triplicata.
In zona 1, la più pericolosa, sono spuntati
diecimila nuovi edifici all’anno e un
milione sono stati costruiti in zona 2, al
ritmo medio di 18mila ogni anno.
Eppure gli ambientalisti, inascoltati,
lo ripetono da decenni: l’unica grande
opera di cui l’Italia ha bisogno è la messa
in sicurezza del territorio. Oggi il WWF
lancia una proposta concreta: il cambiamento
può iniziare dall’Abruzzo, la
regione più colpita dai disastri che derivano
da una gestione del territorio in
cui ha prevalso la logica del consumo di
risorse naturali. Bisogna rinaturalizzare
i corsi d’acqua, ristrutturare gli edifici a
rischio sismico, a cominciare dalle scuole,
potenziare il trasporto ferroviario,
valorizzare il turismo sostenibile, predisporre
piani di emergenza con strutture
e mezzi sempre in efficienza.
«Sembra quasi che finora le amministrazioni,
a tutti i livelli, abbiano dimenticato
di considerare il pericolo,
8 I PANDA

© G. Stilo AFP / Getty Images
Il 14 febbraio
del 2010 la
collina che
sovrasta il
piccolo centro
di S. Fratello,
alle pendici dei
monti Nebrodi,
nel messinese,
è franata
travolgendo
il paese. Oltre
2.000 persone
hanno dovuto
abbandonare le
loro abitazioni
L’IMPEGNO
I VOLONTARI WWF
NELL’ITALIA CENTRALE
COLPITA DAL TERREMOTO
L’impegno delle Guardie e dei volontari del WWF per le
popolazioni del centro Italia colpite dal terremoto e dalle
eccezionali nevicate non è mancato. A cinque mesi dalla
prima scossa del 24 agosto, le Guardie volontarie del nucleo
di Terni e i volontari del WWF Umbria hanno realizzato 62
viaggi e percorso, circa 24.000 km. Sono state consegnate
6 stufe a legna per le abitazioni prive di corrente elettrica,
7 stufe a liquido combustibile, 9 stufe elettriche ad aria,
185 scatoloni di vestiario e 15 scatoloni di prodotti igienici.
Per gli animali in questi 5 mesi sono state distribuite 7.500
scatolette di umido e 4.500 chili di crocchette per cani e
gatti, 250 quintali di alimenti per animali da reddito, 100 balle
di fieno da 25 kg l’una. I volontari del WWF concentrano i
loro sforzi nelle frazioni più isolate di Amatrice e Arquata
del Tronto, muovendosi grazie ad una Fiat campagnola in
grado di raggiungere località dove pochi mezzi sono in
grado di circolare. «Negli ultimi giorni abbiamo consegnato
ad allevatori ed agricoltori quasi 20 quintali di alimenti per
animali, per sostenere cavalli, mucche, maiali, galline ma
anche cani e gatti», spiega Giampaolo Oddi, Coordinatore
Nazionale delle Guardie WWF, intervistato il 20 gennaio. «La
situazione purtroppo è drammatica, abbiamo lasciato quelle
zone con mezzo metro di neve e ora ne abbiamo trovata
fino a 2,5 – 3 metri. Gli animali stanno morendo di fame e
di freddo e con loro sosteniamo agricoltori e allevatori in
ginocchio anche con stufe a legna, abbigliamento adatto
(scarponi, pantaloni da neve) e moduli per la costruzione di
ricoveri temporanei per gli animali». (L.B.)
anche nelle ristrutturazioni dei centri
storici», commenta Romano. «Il motivo
è che nell’opinione pubblica la percezione
del rischio, rispetto agli eventi
naturali come il terremoto o un’alluvione,
è proporzionale al danno provocato
e inversamente proporzionale all’arco
temporale tra un evento catastrofico e
l’altro». In pratica, se passano molti anni
da un disastro all’altro, la percezione del
rischio si abbassa.
«Dal terremoto dell’Aquila a oggi
abbiamo vissuto tre eventi sismici importanti,
con una media di cento morti
all’anno. Qui per esempio, il cambiamento
già si osserva nella compravendita
immobiliare, dove per la prima volta
la qualità statica degli edifici è diventata
una caratteristica determinante nella
scelta della casa». Il rischio sismico è lo
stesso, ma la sua percezione è cambiata
radicalmente.
Una territorio a rischio
E di fronte al dissesto idrogeologico, come
è stato gestito il suolo in Italia? «È
più difficile valutare la crescita dell’urbanizzazione
nelle aree a rischio idrogeologico,
perché manca un dato
omogeneo nazionale», spiega Romano,
«in Veneto per esempio le aree definite
come di “divagazione dei corsi d’acqua”
hanno un tasso di copertura del suolo
prossimo al 15%, non lontano dal 20%
delle aree più intensamente urbanizzate».
Se n’è occupato anche un team di ricercatori
dell’Università di Padova, che
ha studiato l’interazione tra inondazioni,
fattori climatici e consumo di suolo in
Veneto negli ultimi cento anni. «Accanto
a un continuo processo di urbanizzazione,
gli eventi climatici sono caratterizzati
da piogge giornaliere più intense
rispetto al passato», spiega il coordinatore
Paolo Tarolli. «La combinazione dei
due fattori ha contribuito a un aumento
dell’aggressività delle piene e del numero
di località colpite dalle inondazioni.
Nelle aree urbane, poi, si verifica spesso
un’incapacità strutturale delle storiche
PANDA I 9

COPERTINA
reti idriche di drenare efficacemente
eventi meteorici sempre più intensi».
Sempre secondo l’Università dell’Aquila
e WWF, ci sono in Italia 350 metri
quadrati di superfici urbanizzate per abitante,
un deserto di cemento che annulla
la capacità di adattamento e di resilienza
dei sistemi naturali.
«Un territorio più
leggero, meno fortemente
antropizzato, diminuisce
l’esposizione al rischio
e quindi la vulnerabilità»
Obiettivo resilienza
Il WWF, assieme ad altre 400 Ong di 26
Paesi europei, sostiene l’iniziativa “Salvailsuolo”
per proporre una direttiva
Ue sulla tutela del suolo come risorsa
strategica per la sicurezza alimentare,
la conservazione della biodiversità, la
regolazione dei cambiamenti climatici
e il contenimento del rischio idrogeologico.
L’obiettivo è far sentire a Bruxelles
la voce dei cittadini europei, con un milione
di firme entro l’11 settembre 2017.
Intanto, nella Strategia europea di
adattamento ai cambiamenti climatici,
si legge che l’impatto del clima su ambiente,
economia e società costerà almeno
cento miliardi di euro nel 2020 e
250 nel 2050, se non si prenderanno le
necessarie misure. L’Italia, già nel 2014,
si è dotata di una Strategia nazionale
di adattamento, che attende di essere
attuata con un apposito piano. La Regione
Lombardia ha approvato lo scorso
dicembre un documento di azione regionale
per l’adattamento, in cui si legge:
«La presenza di suolo libero aumenta in
generale la resilienza, la capacità adattativa,
la flessibilità. Un territorio più
leggero, meno antropizzato, diminuisce
l’esposizione al rischio e quindi la
vulnerabilità. Per contro ogni struttura
o infrastruttura costruita sul territorio
aumenta drasticamente il valore esposto
e i relativi costi per la propria messa in
sicurezza». Insomma, non sono più solo
gli ambientalisti a chiedere una diversa
gestione del suolo. Ma dalle parole, ora,
è il momento di passare ai fatti.
Per firmare la petizione contro il
consumo di suolo: wwf.it/people4soil.cfm
INFOGRAFICA
L’IMPATTO DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO SUGLI HABITAT NATURALI
CIRCOLO VIZIOSO
Acidificazione
degli oceani
Crescita
livello del mare
TEMPERATURE
2016, L’ANNO PIÙ CALDO
DELLA STORIA
Il Goddard Institute for Space Studies
(GISS) della NASA, insieme alla NOAA
(National Oceanic and Atmospheric
Administration), il centro di ricerca
climatologica che raccoglie e registra
le temperature medie della superficie
terrestre da quando esistono
rilevamenti meteorologici affidabili,
cioè dal 1880, ha documentato che
il 2016 è stato l’anno più caldo nella
CAMBIAMENTO CLIMATICO
Altera le condizioni ambientali necessarie per le specie
Ritiro dei ghiacciai
HABITAT NATURALI
Altera la biodiversità
SPECIE
Estinzione o adattamento
Eventi estremi: tifoni,
alluvioni, siccità, incendi
Nell’infografica sono descritti gli effetti più evidenti dei cambiamenti
climatici e il loro impatto su habitat e specie. Animali e vegetali possono
rispondere a questi cambiamenti (che avvengono repentinamente, e
dunque le risposte sono particolarmente difficili) con le loro capacità
di resilienza, attraverso un vero e proprio adattamento (ad esempio
spostandosi in aree dove il cambiamento è meno evidente) o, nella
peggiore delle ipotesi, con l’estinzione.
I cambiamenti della biodiversità possono avere a loro volta impatti sul clima
WWF 2015. Impact of Climate Change on Species
storia, battendo il record precedente,
che era stato stabilito proprio l’anno
prima, il 2015. Secondo il Centro
Euromediterraneo per i Cambiamenti
Climatici (CMCC), in Italia, se la
situazione rimanesse invariata e
le emissioni costanti, l’aumento
della temperatura media potrebbe
raggiungere i circa 6°C entro la fine del
secolo.
10 I PANDA

ALPI
GHIACCIAI IN RITIRATA
© Nimbus.it
Anche nel periodo 2008-
2016 è continuato il ritiro
dei ghiacciai alpini, come
indica il report di Nimbus.it,
il portale italiano di
meteorologia e clima. Le
masse dei ghiacciai hanno
perso fino a 2-3 metri di
spessore entro i 3.000 metri
di altitudine. Nel ghiacciaio
del Sabbione, in alta Val
Formazza, nonostante la
favorevole esposizione
Nord orientale le perdite
di spessore glaciale sono
state pari a 7,5 metri a quota
2.800 tra il 2011 e il 2016.
Ecco come siamo arrivati
a renderci più vulnerabili
La denuncia del climatologo Luca Mercalli: «Un tempo il suolo veniva
rispettato, oggi dovremmo tornare a preservarlo dalla cementificazione».
Cambiamento climatico e dissesto idrogeologico sono collegati?
Cosa dovremmo fare per una migliore gestione del
territorio? Risponde Luca Mercalli, climatologo, noto al
pubblico per la sua partecipazione ai programmi tv “Che tempo
che fa”, “Scala Mercalli” e ora su Rainews24, presidente
della Società Meteorologica Italiana e membro del Comitato
Scientifico del WWF.
C’è un legame tra l’ondata di gelo che ha colpito il Centro
e Sud Italia a inizio anno e il cambiamento
climatico?
No, il collegamento diretto non è del
tutto appropriato. Il dato significativo è
il riscaldamento globale: questo momento
storico mostra la temperatura globale
più alta mai registrata da circa 150 anni.
Episodi come una forte nevicata sull’Appennino
o la mancanza di neve sulle Alpi,
invece, si sono già verificati. Tuttavia, se nel sistema atmosferico
la temperatura è aumentata di 1°C in un secolo, è ovvio
che tutto sta cambiando.
E i fenomeni meteorologici estremi sono sempre più
frequenti...
Bisogna capire cosa si intende per estremo. Le ondate di
«Manca una buona
gestione del territorio,
a prescindere dai
cambiamenti climatici»
calore, sempre più frequenti, sono chiaramente attribuibili al
riscaldamento globale. Nel caso delle precipitazioni, invece, vi
sono sfumature più complesse, anche per le interazioni con il
costruito. Per esempio, se la valanga non avesse colpito l’hotel
Rigopiano, della nevicata di gennaio si sarebbe parlato meno.
Alcuni fenomeni potrebbero non essere estremi, ma il danno
che provocano è estremo, perché c’è più cemento, ci sono più
opere da distruggere. Quello che manca è una buona gestione
del territorio, a prescindere dai cambiamenti climatici. Tutto
è più drammatico perché noi stessi abbiamo
aumentato la nostra vulnerabilità.
Ci sono segnali in controtendenza?
Alcuni: la Protezione civile, ad esempio, a
dispetto delle chiacchiere, è un sistema che
negli ultimi vent’anni è molto migliorato.
Non si è fatto nulla, invece, per prevenire il
dissesto idrogeologico, che è assolutamente
sottovalutato in Italia, e in molti casi peggiora.
Si costruisce togliendo spazio ai fiumi, creando interferenze
ai processi naturali. Così ci saranno più danni alla
prossima alluvione. Un tempo il suolo era molto rispettato,
perché veniva coltivato ed era la base della vita. Anche oggi
andrebbe salvaguardato, risparmiato dalla cementificazione,
perchè non è rinnovabile. — E.Co.
PANDA I 11

COPERTINA
Orso Polare
(Ursus maritimus)
sul limitare di una
sottile banchisa
di ghiaccio: Isole
Svalbard (Norvegia)
© Steve Morello / WWF
Orso polare: un grido d’allarme
dai silenzi dell’Artico
Isabella Pratesi
La sua sopravvivenza,
legata indissolubilmente
a quella dei ghiacci, è messa
in pericolo dall’aumento
delle temperature e oggi
la sua salvezza dipende
soprattutto dall’uomo.
L’
Artico è di una struggente bellezza.
La sua immensità, i suoi silenzi, la
sua energia fatta di luci, di venti, di
correnti, sovrastano la capacità di sentire
e di capire, definendo il senso della
nostra fragilità.
È questo il più grande territorio selvaggio
del globo terrestre: un immenso
cuore di ghiaccio da cui dipendono il
clima e la vita del Pianeta.
Le gelide acque artiche regolano la
vita di ecosistemi lontani e le infinite
distese di ghiaccio stabilizzano le temperature
di un pianeta sempre più caldo.
In questo luogo magico, di notti che
non finiscono e di soli che non tramontano,
vive uno straordinario mammifero:
l’orso polare. Animale artico a tutti gli
effetti, la vita dell’orso polare è indissolubilmente
legata a quella dei ghiacci. La
banchisa è il suo territorio di caccia (un
orso adulto ha bisogno per sopravvivere
di circa 2 chili di grasso di foca al giorno)
ma anche di riproduzione e di vita.
Il ghiaccio è l’habitat per cui si è specializzato
in decine di migliaia di anni ed è
l’unico ambiente, tanto inaccessibile ad
altri, che lo può accogliere e proteggere.
Una minaccia per l’orso
Purtroppo proprio in questo ombelico di
ghiacci, solo apparentemente così lontano
dall’azione nefasta dell’uomo, gli effetti
beffardi del riscaldamento globale
raggiungono il loro culmine: nell’ Artico
l’aumento delle temperature è due volte
quello registrato nel resto del pianeta.
Più la banchisa artica si restringe, più
la caccia dell’orso diventa difficile, costringendo
i nostri amici a lunghissime
12 I PANDA

ed estenuanti nuotate, spesso mortali
per i più piccoli che nei primi anni di
vita si affidano alla madre, senza mai
abbandonarla. La ricerca di cibo, la voglia
di sopravvivere conduce anche gli
orsi ad avvicinarsi alle terre frequentate
dagli uomini, aumentando i conflitti e i
rischi di necessari abbattimenti. I ghiacci
si fondono, gli spazi si restringono;
delicati equilibri che per millenni hanno
regolato i cicli e le leggi della terra dei
ghiacci si piegano scricchiolando, avvicinandosi
drammaticamente a un punto
di non ritorno.
Ecco allora che dai silenzi dell’ Artico,
dalla solitudine della terra dei ghiacci, la
vita dell’orso parla ai nostri cuori. Siamo
noi la sua unica, anche se non richiesta,
arma di salvezza. Inconsapevole testimone
della nostra azione scellerata sulla
biosfera, l’orso polare è destinato, senza
un nostro intervento, ad essere la prima
specie a estinguersi per il cambiamento
del clima.
Il ruolo dell’uomo
Noi, grandi scimmie ottuse e arroganti,
abbiamo in mano tutti, ma proprio tutti,
L’orso polare è
destinato, senza un
nostro intervento, ad
essere la prima specie
ad estinguersi per il
cambiamento climatico
I NUMERI
SOS ORSI
CAMBIAMENTI CLIMATICI, UNA MINACCIA
PER LA VITA SUL PIANETA
Il cambiamento climatico “è stato fortemente sottostimato” ed è oggi la minaccia
principale per oltre 700 specie inserite nella Red List degli animali a rischio:
i decisori politici devono agire urgentemente per minimizzarne gli impatti. È
quanto denuncia lo studio “Species’ traits influenced their response to recent
climate change” realizzato da un’equipe di studiosi internazionale tra cui alcuni
ricercatori dell’Università La Sapienza di Roma e pubblicato su Nature Climate
Change. Secondo questa analisi quasi la metà (47%) dei mammiferi e circa un
quarto (24,4%) degli uccelli presenti nella Lista Rossa delle specie minacciate
di estinzione, redatta dall’Unione Internazionale per la Conservazione della
Natura (IUCN), subiscono gli impatti negativi del cambiamento climatico. Nella
precedente analisi erano appena (rispettivamente) il 7% e il 4%. Secondo
il rapporto 2015 “Biodiversità e cambiamenti climatici” del WWF (http://bit.
ly/2leSuU3) circa il 50% della calotta artica si sta riducendo in maniera drastica
e, se il riscaldamento globale dovesse continuare con il trend attuale, gli
esperti prevedono che, prima della metà del secolo, il mare Artico potrebbe
essere praticamente privo di ghiacci nei mesi estivi. Sono proprio gli ambienti
estremi quelli maggiormente minacciati dai cambiamenti climatici. La riduzione
dei ghiacciai e dei periodi di innevamento su tutto il pianeta sta minacciando
molte specie alpine sulle montagne di tutto il mondo. «Con la banchisa che
si sta riducendo a ritmi vertiginosi nell’Artico, nel 2050 i due terzi degli orsi
polari esistenti potrebbero scomparire per sempre», si legge nel rapporto. La
riduzione della banchisa artica nel periodo di massima alimentazione degli orsi
polari spinge, inoltre, questi grandi animali ad avvicinarsi, in cerca di cibo, ai
centri abitati, con conseguenze spesso spiacevoli. In Antartide sono i pinguini
di Adelia e reali a soffrire dell’aumento delle temperature (sempre più spesso le
precipitazioni sono sotto forma di pioggia anziché di neve), che influisce sulle
dinamiche riproduttive e alimentari di queste specie.
Lucio Biancatelli
http://sostieni.wwf.it/specie.html
gli strumenti per decidere del suo destino.
Basterebbe un gesto collegiale di
umiltà, rispetto e compassione di fronte
alla grande, unica e irripetibile meraviglia
della vita nel nostro universo. Sia
che abbia il naso lucido e il pelo bianco
e si chiami orso polare, sia che abbia radici
nodose e i rami avvolti di muschi e
si chiami foresta, sia che sfrecci nei cieli
sia che nuoti negli abissi: non c’è pittura,
non c’è basilica, non c’è poema non
c’è sinfonia che possa gareggiare con la
bellezza della natura.
La sfida del WWF è custodire questa
meraviglia. Cerchiamo di farlo passo per
passo, tassello per tassello, azione dopo
azione. Cerchiamo di farlo per la dignità
della nostra generazione, per quella dei
nostri figli e per donare un futuro diverso
anche all’orso polare.
Leonore Nadeau, Ufficio Educazione WWF Canada e Nick Lunn, Canadian Wildlife Service/
Environment mettono un collare satellitare a un orso polare (Wapusk National Park, Manitoba)
© K. Moynihan / WWF Canada
PANDA I 13

COPERTINA
Brandon, il custode dei ghiacci
in difesa dell’Artico
Brandon Laforest, Senior Specialist di specie ed ecosistemi artici del WWF Canada,
spiega perché quella dell’Artico è una sfida che non possiamo perdere
A cura di WWF Germania, traduzione dall’inglese di Silvia Delli Zotti
nell’Artico canadese, e il
mio contatto con la popolazione
locale è quotidiano. Gli abi-
«Vivo
tanti sono i partner più importanti per
qualsiasi progetto ambientale». Brandon
Laforest vive a Iqaluit, la capitale del
territorio di Nunavut, si occupa dei programmi
di conservazione per il WWF
Canada delle sei specie prioritarie
nell’Artico: orsi polari, trichechi, balene
della Groenlandia, narvali, beluga e renne.
Ha partecipato a progetti sull’ecologia
alimentare degli orsi della Baia di
Hudson, a programmi di cattura e a censimenti
aerei.
Cosa fa il WWF in Artico?
Come unica ENGO (Organizzazione
Non Governativa Ambientale, n.d.t) con
presenza permanente nell’Artico canadese,
il WWF garantisce un contributo
esclusivo per le problematiche ambientali
del Nord. Un’area chiave è il contatto
con i ricercatori per identificare i
progetti che aderiscono agli obiettivi del
WWF per la salvaguardia ambientale,
come “chippare” i narvali vicino a percorsi
navali trafficati o cercare di arginare
gli effetti dello sviluppo minerario
su animali come le renne.
Cosa la affascina di più del suo lavoro?
Le cose che ancora non conosciamo.
Ad esempio, non siamo sicuri al 100%
del perché il narvalo abbia quella zanna,
non sappiamo nulla sugli orsi polari che
vivono nell’area più settentrionale del
loro habitat e conosciamo ancora molto
poco del luogo in cui le balene dell’Artico
danno alla luce i propri piccoli ma
siamo sempre più consapevoli delle conseguenze
che il cambiamento climatico
Al lavoro nell’Artico. Brandon Laforest,
Senior Specialist di WWF Canada
e lo sviluppo industriale avranno su
aspetti come questo. C’è molto lavoro
da fare!
Ha mai affrontato situazioni pericolose
lavorando sul campo?
Cerchiamo di prendere ogni precauzione
possibile. È stato molto emozionante
vedere una balena della
Groenlandia salire in superficie proprio
accanto alla nostra barca per controllare
chi fossimo e ammirare gli orsi polari
a distanza, nella tundra. Ma in nessun
caso mi sono trovato in pericolo.
Cosa desidera per questo progetto?
Spero che continueremo a implementare
la nostra conoscenza su questi magnifici
animali, in modo da poter
prendere le giuste decisioni per salvaguardare
il loro futuro e quello dell’uomo,
che dipende da essi. Certe aree
© WWF Arctitc Program
sensibili, come quelle in cui renne e balene
vanno a partorire o gli habitat in
cui gli orsi hanno le proprie tane, devono
rimanere indisturbati per permettere
alle popolazioni di rimanere forti o,
in qualche caso, di crescere.
Perché è così importante il lavoro
del WWF in Artico?
L’Artico è la casa di alcuni degli animali
più spettacolari del mondo eppure
si sta riscaldando a una velocità due volte
superiore alla media. I cambiamenti
senza precedenti causati dal riscaldamento
globale stanno minacciando gli
habitat di queste specie. La maggior
parte dei narvali, beluga, balene della
Groenlandia, orsi polari e renne di tutto
il mondo si trovano in Canada. Come
unica ENGO nell’Artico canadese, il
WWF ha in mano l’opportunità unica di
contribuire alla conservazione di queste
e di altre specie del Nord.
http://arctic.blogs.panda.org/
IL WWF IN ARTICO
Impegnato in Artico da circa 40 anni, il
WWF protegge gli habitat strategici per
l’orso polare; supporta la ricerca per la
conservazione della specie; collabora
con le comunità locali per prevenire il
conflitto tra uomini e animali e si batte
a livello globale contro il cambiamento
climatico, per la riduzione delle
emissioni di anidride carbonica e altri
gas climalteranti, con l’obiettivo di
mantenere l’aumento della temperatura
globale entro 1,5 gradi.
www.wwf.it/orsobianco/
14 I PANDA

Dalla calotta artica agli orsi polari, dai pinguini fino al futuro dell’uomo…
IL CLIMA: un’emergenza che
non ammette più attese!
I
dati sono allarmanti e ci raccontano di
un’emergenza globale che, per nostra
responsabilità e per il massiccio utilizzo
di combustibili fossili minaccia fortemente
il nostro pianeta. Il cambiamento climatico,
con i suoi devastanti effetti, esige una risposta
immediata, un concreto intervento per arginare
le irreparabili conseguenze, incompatibili con
ogni forma di vita, anche la nostra!
© Florian Schulz / visionsofthewild.com
Sono migliaia le specie animali minacciate dal
cambiamento climatico. I più esposti sono gli
orsi polari e i pinguini, i meravigliosi abitanti
dell’Artico e dell’Antartico, habitat oramai al
collasso.
Il riscaldamento globale sta sconvolgendo la terra,
sta distruggendo ogni equilibrio idro-geologico e
mettendo a repentaglio il futuro di tutti, nessuno
escluso.
Abbiamo bisogno di te per fronteggiare
l’emergenza clima, per salvare il pianeta e per
salvarci, per restituire un futuro agli orsi polari,
ai pinguini, all’intero genere umano e a tutte le
generazioni che verranno.
Intervieni al nostro fianco, ora. Perché insieme a
te e grazie a un tuo contributo concreto possiamo
continuare a difendere l’Artico e l’Antartico, zone
in cui il WWF lavora da anni per la salvaguardia
delle specie, la tutela degli ecosistemi, la
conservazione dei ghiacci più resistenti e preziosi
per il nostro pianeta.
INTERVIENI ORA, DIFENDI LA VITA DEL NOSTRO PIANETA, LA NOSTRA VITA!
40 euro
contribuisci all’acquisto di collari
satellitari per gli orsi polari che
aiutino gli scienziati a tenere
traccia dei loro spostamenti
e monitorino gli impatti del
cambiamento climatico.
© Jon Aars / Norwegian Polar
© naturepl.com / David Tipling / WWF
80 euro
partecipi all’acquisto di
attrezzature e abbigliamento
protettivo per i ricercatori,
per il monitoraggio dei
pinguini.
© Tanya Petersen / WWF
135 euro
doni una radio marina VHF
che permetta ai ricercatori di
rimanere in contatto ed essere
raggiungibili, anche nei più grandi
spazi antartici.
360 euro
contribuisci all’acquisto di una
telecamera satellitare (critter
cam) che filmi ciò che vedono
gli orsi polari e che consenta
ai ricercatori di studiare i loro
comportamenti.
© WWF-US / Elisabeth Kruger

COPERTINA
Dallo spazio. L’appello di Samantha Cristoforetti per agire contro il climate change
Earth hour, al buio
per difendere la terra
Il mondo spegne le luci nell’evento globale del 25 marzo
per chiedere misure concrete contro il cambiamento climatico
Elisa Cozzarini
Èil più grande evento ambientalista
globale dal basso: l’Ora della Terra
riunisce milioni di persone che, insieme
al WWF, chiedono di agire subito
per fermare il cambiamento climatico e
salvare il pianeta. Quest’anno l’appuntamento
è per il 25 marzo alle 20:30, ora
locale. Migliaia di luci si spegneranno
per sessanta minuti, a indicare un impegno
verso una riduzione delle proprie
emissioni, partendo dai gesti quotidiani.
Se la sfida è cambiare, il cambiamento
parte da ognuno di noi.
Nel 2016, sono rimasti al buio 12.700
monumenti e luoghi simbolici nelle città
di tutto il mondo e quasi 2,5 milioni
di eventi hanno composto il mosaico di
questo straordinario movimento per il
clima. Tutto è iniziato nel 2007 da una
città, Sydney, e in dieci anni l’Ora della
Terra si è allargata a 178 Paesi. È anche
grazie alla spinta della mobilitazione
civile che i leader mondiali hanno firmato
nel 2015 l’Accordo di Parigi, con
l’obiettivo di non far aumentare la temperatura
oltre 1,5°C rispetto ai valori
dell’era preindustriale.Il 2016 è stato
l’anno più caldo della storia: la febbre
del pianeta è cresciuta di 1,1°C, con un
preoccupante balzo in avanti. La natura
ovunque sta dando segnali di allarme:
dal ritmo accelerato della fusione dei
ghiacciai in Artico e Antartico alle siccità,
dagli incendi alle alluvioni. Con
l’Ora della Terra, ciascuno può lanciare
il proprio messaggio, a suo modo, con
gli amici, in famiglia, al lavoro, ed essere
parte attiva del cambiamento.
LA ROAD MAP
LASCIARE IL CARBONE
SI PUÒ, IL WWF
VI SPIEGA COME
L’impiego del carbone nella
generazione termoelettrica non è
compatibile con l’obiettivo fissato
dall’Accordo di Parigi, cioè limitare il
riscaldamento globale sotto la soglia
dei 2°C, puntando a rimanere entro
1,5°C, rispetto al periodo preindustriale.
In Italia il carbone rappresenta una
larga fetta delle emissioni di CO 2 del
settore. L’ex Presidente del Consiglio,
Matteo Renzi, si era impegnato a
chiudere le centrali a carbone, ma non
sono seguiti atti concreti. Per questo, il
WWF ha redatto uno studio
(http://bit.ly/2eqGjja ) sulle “Politiche e
misure per accelerare la transizione
energetica e l’uscita dall’uso del
carbone nel settore elettrico”. Lo
studio propone tre possibili strumenti
tra loro complementari: l’introduzione
di strumenti fiscali per garantire il
principio del “chi inquina paga”
almeno sino a quando la direttiva ETS
non tornerà a dare segnali di prezzo
significativi sui mercati; la
programmazione della chiusura delle
centrali, garantendo un’equa
transizione anche per i lavoratori che
vi sono impiegati; l’introduzione di
nuove regole per gli investimenti, in
linea con l’Accordo di Parigi.
L’attuazione di queste politiche a
livello nazionale, incrociate con il
Pacchetto Energia e Clima al 2030
dell’Unione Europea, potrebbe portare
enormi benefici dal punto di vista non
solo climatico, ma per la salute della
popolazione e l’ambiente, nonché per
molte attività produttive
(dall’agricoltura al turismo).
— Mariagrazia Midulla
APPUNTAMENTO SABATO 25 MARZO, ORE 20,30
Nel 2016, per l’Ora della Terra, sono rimasti al buio per un’ora le principali icone mondiali
come San Pietro, l’Opera house di Sydney, il Cristo Redentore di Rio, la Torre Eiffel, il
Ponte sul Bosforo. L’edizione 2017 sarà dedicata al pianeta animale a rischio clima.
In Italia l’appuntamento centrale sarà a Roma. Come lo scorso anno si rinnova la
partnership con Altromercato, che realizzerà un Menù dedicato all’Ora della Terra.
Per saperne di più e partecipare: www.oradellaterra.org
16 I PANDA

GRANDANGOLO
© I. Hudson / WWF © F. Cianchi
→ Mari
ABISSI DA PROTEGGERE
Parte dall’Italia la proposta di un
trattato che tuteli gli abissi degli oceani.
Sviluppata da un gruppo di ricercatori
coordinati da Roberto Danovaro,
presidente della Stazione Zoologica
Anton Dohrn di Napoli e consigliere
nazionale del WWF, la proposta prevede
che il trattato sia messo a punto da
un’organizzazione internazionale per gli
ambienti marini profondi, che includa
anche l’Onu. Ad oggi, infatti, manca una
concreta pianificazione sovranazionale
per regolamentare queste aree, tra le
più ricche di biodiversità.
© WWF Mexico
→ Specie a rischio
VAQUITA, ULTIMA CHIAMATA
È allarme rosso per la vaquita, la
più piccola focena del mondo. L’sos
arriva dal Comitato Internazionale per
il Recupero della vaquita, secondo
il quale ne resterebbero appena 30
individui in natura. Endemica del
Nord del Golfo della California, la
vaquita è minacciata dalle catture
accidentali nelle reti, che ne provocano
l’annegamento, essendo un cetaceo
che necessita di tornare in superficie
per respirare. Tra le più nocive, le reti
illegali utilizzate per catturare il totoaba,
pesce inserito tra le specie in pericolo
e pescato nonostante i divieti. Poiché la
vescica natatoria è considerata uno dei
più potenti afrodisiaci naturali, infatti il
totoaba è commerciato illegalmente
dal Messico fino in Cina, attraverso gli
Stati Uniti.
→ Clima
AREE UMIDE, LA NOSTRA DIFESA
CONTRO I DISASTRI CLIMATICI
Riducono il rischio idrogeologico, raccogliendo le acque
durante le piene, diluendo inquinanti e limitando il rischio
di alluvioni. Le zone umide sono veri e propri “depuratori
naturali”, in grado di creare condizioni favorevoli per la
decomposizione delle sostanze organiche. Il “capitale
naturale” di questi scrigni di biodiversità è stimato fino
a 104.000 dollari/ettaro/anno. La quindicesima Giornata
mondiale delle zone umide (il 2 febbraio) è stata dedicata
alla riduzione del rischio da calamità, per sensibilizzare ed
evidenziare il ruolo vitale di queste aree nel ridurre gli impatti
di eventi estremi, come inondazioni, siccità e cicloni, e nel
favorire il ripristino di una naturale resilienza del territorio.
www.wwf.it/news
© J. Freund / WWF
→ Sostenibilità
LA RICCHEZZA DEGLI OCEANI
Le risorse marine dell’Oceano Indiano
Occidentale “valgono” circa 333,8
miliardi di dollari, una ricchezza
minacciata dall’assenza di interventi
di conservazione. È quanto emerge
dal report Reviving the Western
Indian Ocean Economy: Actions for
a Sustainable Future (Ripristinare
l’economia dell’Oceano Indiano
Occidentale: azioni per un futuro
sostenibile) realizzato dal Boston
Consulting Group (BCG), da CORDIO
East Africa e dal WWF. Secondo il
rapporto infatti, i beni più importanti
della regione sono l’industria ittica, le
foreste di mangrovie, le praterie marine
e le barriere coralline.
http://bit.ly/2k7nZjG
PANDA I 17

ATTUALITÀ ITALIA
#SOSLupo.
Una serie di
studi pubblicati
dal Journal of
Mammology
confermano:
uccidere i grandi
predatori per ridurre
i conflitti con le
attività umane
è inefficace. È
meglio la via della
convivenza.
Qui un lupo nel
Parco Nazionale
d’Abruzzo, Lazio e
Molise fotografato da
Giancarlo Mancori
SUCCESSI I LA MOBILITAZIONE ONLINE
#SOSLupo: un milione
di tweet per
salvare la pelle al lupo
Migliaia di italiani insieme al WWF sono riusciti a rinviare
il Piano che avrebbe consentito di rendere legale
l’abbattimento dei lupi nel nostro Paese
Franco Ferroni
Con una grande mobilitazione attraverso
i social network ed in piazza a
Roma, sotto la sede della Conferenza
Stato – Regioni, il WWF ha ottenuto
il rinvio dell’approvazione del Piano che
avrebbe consentito di abbattere legalmente
i lupi nel nostro Paese. Insieme
al WWF si sono mobilitati oltre un milione
di persone, ed è sceso nelle piazze
virtuali del web anche il disegnatore
Silver, il padre di Lupo Alberto, con una
vignetta inedita creata per la campagna
dell’Associazione.
La Conferenza Stato – Regioni era
pronta ad approvare, dopo oltre un anno
di discussioni e polemiche nel comitato
tecnico, un controverso “Piano per la
conservazione e gestione del lupo in Italia”
redatto dal ministero dell’Ambiente,
con il supporto scientifico dell’Unione
Zoologica Italiana e dell’ISPRA (Istituto
Superiore Protezione e Ricerca Ambientale).
Un documento corposo che
prevedeva ventuno azioni condivisibili
per la ricerca scientifica ed il monitoraggio
della specie nel nostro Paese, per la
prevenzione dei danni alla zootecnia, il
contrasto del bracconaggio e del randagismo
canino, ma anche una ventiduesima
azione, mortale per il lupo.
Un coro di no
Il Piano in approvazione avrebbe consentito
infatti l’applicazione della deroga
alla tutela della specie prevista
dalla Direttiva europea “Habitat” con
la possibilità di realizzare abbattimenti
legali del lupo anche nel nostro Paese
(come già avviato in Francia, Slovenia
e Svezia), dopo 46 anni di protezione
integrale. Era il 1971 quando il lupo
da specie cacciabile, perseguitato con
fucili, tagliole e veleno, diventò specie
protetta, un primo grande successo per
la conservazione della natura nel no-
18 I PANDA

PARTECIPAZIONE
DA CECINA L’ULULATO DEGLI
STUDENTI AMICI DEL LUPO
L’impegno dei ragazzi di una scuola superiore
di Cecina per divulgare le informazioni sui
metodi di convivenza tra allevatori e lupi
IL PROGETTO
MISSIONE MEDWOLF:
FAR COESISTERE UOMINI E LUPI
Lanciato in Italia e Portogallo, Life MedWolf
punta a sviluppare nuovi metodi per ridurre
i danni della predazione e il bracconaggio
Siamo un gruppo di ragazzi che frequentano il triennio
dell’ITA C. Cattaneo di Cecina (LI) e ci occupiamo di un
progetto che abbiamo intitolato “Attenti al lupo... living
together”, prendendo spunto dalla famosa canzone di Lucio
Dalla per riassumere il senso del nostro lavoro: convivenza
con il lupo in sicurezza, senza abbattimenti. A novembre
abbiamo vissuto l’emozione di sederci ad un tavolo di
lavoro con Maria Antonietta Quadrelli e Franco Ferroni
nella sede del WWF Italia a Roma, e abbiamo intrapreso un
percorso comune e condiviso. Grazie ai loro input, è iniziata
un’attività entusiasmante, fatta di ricerca, raccolta ed analisi
di dati statistici nel nostro territorio, creazione di database,
creatività volta alla divulgazione delle informazioni sui metodi
di convivenza fra allevatori e lupi. Abbiamo twittato, abbiamo
condiviso link su Facebook, abbiamo coinvolto amici e
famiglie, portato all’attenzione del pubblico il problema degli
ibridi attraverso l’allestimento di uno spettacolo ed ospitato
la mostra MedWolf. Oggi incrociamo le dita per la revisione
del Piano lupo e collaboriamo alla ricerca di soluzioni basate
su un semplice concetto: per difenderti da un avversario lo
devi conoscere e se lo impari a conoscere troverai la strada
giusta per conviverci. Per noi dovrà essere questo lo spirito
della futura zootecnia. Se arriveremo ad uccidere il lupo
vuol dire che come uomini, capaci di pensare e progettare,
avremo fallito.
Il “branco del Cattaneo”
WWF Italia è un partner del progetto LIFE MedWolf
(www.medwolf.eu), sviluppato per affrontare i danni provocati
dal lupo al bestiame domestico, un fenomeno alla base
del rifiuto degli allevatori a coesistere con questa specie.
Finanziato dall’Unione Europea e sviluppato in Italia e in
Portogallo, in due aree in cui il lupo si è espanso trovando le
comunità rurali impreparate ad accoglierlo, LIFE MedWolf ha
iniziato ad operare nell’ottobre 2012 e si concluderà entro
il 2017. Cuore del progetto sono alcune azioni pratiche per
la prevenzione della predazione, per il miglioramento delle
tecniche di rilevamento della presenza del lupo sul territorio
e per scongiurare pratiche illegali quali l’avvelenamento
e l’uso dei lacci per la cattura. In Italia, l’area di intervento
è la Provincia di Grosseto, caratterizzata dalla presenza di
oltre 200.000 capi di pecore e circa 1.400 capre distribuiti
tra piccole e piccolissime aziende. In assenza di predatori
come il lupo negli ultimi 70 anni è prevalso largamente il
pascolo brado di greggi incustoditi, sia dai pastori che dai
cani da guardiania. Medwolf ha quindi avviato azioni, con
la collaborazione delle organizzazioni di categoria, per la
realizzazione di ricoveri notturni a prova di predatore e
per la reintroduzione di selezionati ed efficaci cani di razza
maremmana-abruzzese. In Portogallo, l’area di intervento del
progetto è a sud del fiume Duero, il settore di presenza di un
nucleo di lupi che conta circa 50 individui.
stro Paese ottenuto grazie all’Operazione
San Francesco promossa dal WWF.
La straordinaria risposta del popolo
dei social network all’appello del WWF
per dire no agli abbattimenti legali del
lupo, con quasi due milioni di messaggi,
tra tweet, email e post su Facebook,
inviati al Presidente del Consiglio Paolo
Gentiloni, al ministro dell’Ambiente
Gian Luca Galletti, e al Presidente della
Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini
in poco più di un’ora, è stata l’ennesima
prova di questo successo.
L’impegno continua
Il rinvio dell’approvazione del Piano si
deve all’attenzione e sensibilità di molti
governatori di Regione che hanno ascoltato
la protesta civile degli italiani, ed
accolto l’appello inviato dal WWF attraverso
una lettera aperta alla vigilia della
votazione, prendendo pubblicamente
le distanze dalla proposta di autorizzazione
degli abbattimenti legali del lupo,
ribaltando così il parere del Comitato
tecnico che il 24 gennaio si era espresso
a favore. L’auspicio è che il rinvio ottenuto
rappresenti una autentica polizza di
assicurazione per la vita del lupo. Se verrà
riproposta l’azione che consentirebbe
di uccidere legalmente questo simbolo
della natura selvaggia torneremo con
maggiore determinazione a dare voce
alla maggioranza dei cittadini italiani
amici del lupo.
#SosLupo
CANI DA PASTORE
E ALLEVATORI IN SEDE
Dimostrare che il lupo non è il flagello
degli agricoltori e che con adeguate
misure di prevenzione è possibile
convivere con una specie simbolo. È stato
questo l’obiettivo dell’iniziativa “Fattoria
#SosLupo” allestita nella sede del
WWF Italia a Roma. Con i cani pastore
razza abruzzese-maremmana, i recinti
elettrificati, gli allevatori e l’esperto
Marco Galaverni del WWF.
Guarda le foto e attivati su:
www.wwf.it/lupo/salviamolupo/
PANDA I 19

IN CIFRE
WWW.WWF.IT
LA PROTEZIONE DELLA NATURA IN EUROPA
LOCALIZZAZIONE DEI CASI CRITICI
E DELLE STORIE DI SUCCESSO
Le Direttive “Habitat” e
“Uccelli” garantiscono la
protezione degli ambienti
naturali e delle specie più
preziose su scala europea, DOGGER BANK MARE DEL NORD
con vantaggi significativi per
le popolazioni locali. Ma la
tutela sulla carta non ha senso
SCHAALSEE GERMANIA
se non è sostenuta da una
gestione effettiva sul campo.
Gli esempi qui espressi
illustrano alcune significative
carenze nell’applicazione
delle “Direttive Natura” (i
TIROLER LECHTAL AUSTRIA
“casi critici” in marrone) ma
anche le storie di successo
(in verde) frutto della corretta
implementazione delle
“Direttive Natura 2000”.
RIVER YANTRA BULGARIA
www.wwf.it/keepnaturealive.cfm
TORRE GUACETO ITALIA
ASKÖ-TIDÖ RESERVE SVEZIA
LAKE SAIMAA FINLANDIA
BIAŁOWIEŻA POLONIA
AQUATIC WARBLER POLONIA
TARCU MOUNTAINS ROMANIA
PIRIN NATIONAL PARK BULGARIA
DOÑANA SPAGNA
LAGANAS BAY GRECIA
CASI CRITICI
1. DOÑANA: PROSCIUGARE L’AREA UMIDA PIÙ IMPORTANTE D’EUROPA?
L’area umida spagnola, protetta anche dall’Unesco, è minacciata
da un progetto di captazione delle acque
2. BIAŁOWIEŻA: IL DIBOSCAMENTO MINACCIA LE ANTICHE FORESTE
Bialowieza è l’antica foresta meglio preservata della zona
temperata dell’Europa settentrionale e la dimora della più
numerosa popolazione di bisonti
3. PENDII SCIVOLOSI: LO SVILUPPO DI ATTIVITÀ SCIISTICHE ILLEGALI
NEL PARCO NAZIONALE DI PIRIN
Il Parco Nazionale di Pirin in Bulgaria, sito Patrimonio mondiale
del’Umanità Unesco, è minacciata da progetti di impianti sciistici
4. ENERGIA IDROELETTRICA E PROBLEMI AUTORIZZATIVI
SULLE MONTAGNE DI TARCU
I fiumi delle Montagne di Tarcu e degli altri siti Natura 2000 in
Romania sono minacciati dallo sviluppo dell’energia idroelettrica,
in violazione dalla Direttiva Habitat
5. TARTARUGHE CARETTA: IL RITORNO DELLE SPECIE
NEL MAR MEDITERRANEO FA CADERE LA MASCHERA ALLA GRECIA
In Grecia si trovano le più importanti spiagge di nidificazione della
tartaruga marina, ma le tutele sono insufficienti
6. LE SCAPPATOIE LEGALI METTONO A RISCHIO I FIUMI BULGARI
Il proliferare di impianti idroelettrici ha impatti negativi sui fiumi in
Bulgaria, tra cui la riduzione della portata dei corsi d’acqua
7. LABILI PROMESSE SUL DOGGER BANK
Il Dogger Bank, un ampio banco di sabbia sottomarino, è l’habitat
per specie marine uniche tra cui i coralli e crostacei
STORIE DI SUCCESSO
1. CONSERVAZIONE, COOPERAZIONE E ORGOGLIO
DELLE POPOLAZIONI ALPINE
Il sito Natura 2000 del Tiroler Lechtal è stata la prima area a
proteggere non solo le aree montane più remote ma anche le aree
insediative e agricole nelle valli.
2. IL COMPROMESSO FA SUPERARE IL CONFLITTO SUL LAGO MÄLAREN
La Riserva naturale di Askö-Tidö, nella baia del Lago Mälaren in
Svezia, ha messo d’accordo agricoltori e proprietari
3. UNA MAGGIOR PROTEZIONE CONSENTE IL RITORNO
DELLA FOCA DAGLI ANELLI A SAIMAA
Le pressioni della Commissione Europea hanno indotto il Governo
finlandese ad adottare norme più severe per proteggere questa
specie minacciata
4. GLI UCCELLI ACQUATICI PROSPERANO NELLO SCHAALSEE
I laghi e le zone umide dello Schaalsee nella Germania
settentrionale ospitano oltre 40mila uccelli
5. A TORRE GUACETO LA COGESTIONE PORTA VANTAGGI PER LE POPOLAZIONI
ITTICHE E PER I PESCATORI
Severe misure di gestione hanno favorito la conservazione degli
habitat, consentendo lo sviluppo della pesca artigianale
6.LA ZONA DI SOSTA DEL PAGLIAROLO AIUTA GLI AGRICOLTORI E LE PALUDI
Grazie al recupero su larga scala di habitat degradati il pagliarolo,
il più raro uccello canoro d’Europa, sta tornando in Polonia
La campagna WWF sulla natura europea (Nature Alert,
#AllarmeNatura) è riuscita a scongiurare, grazie anche a oltre mezzo
milione di adesioni da parte di cittadini europei (70.000 italiani),
un tentativo di indebolimento dell’efficacia delle direttive europee,
norme vitali per la protezione di specie e habitat unici e preziosi.
www.wwf.it/keepnaturealive.cfm
20 I PANDA

VIAGGIO IN ITALIA
MONDO WWF
Notizie, campagne, attivismo
Notizie, campagne, attivismo
© Lio Borelli
UNA GIORNATA PARTICOLARE
IL FRATINO DAY, UNA FESTA
PER RIPULIRE LE DUNE
Domenica 19 febbraio è stato il “Fratino Day”,
l’appuntamento ormai consolidato con la giornata di
volontariato e pulizia degli arenili organizzata dal WWF
in numerose località costiere, soprattutto in Toscana
e Abruzzo. È stata una grande giornata di volontariato
dedicata alla pulizia delle coste dai rifiuti spiaggiati. La
pulizia tradizionale, effettuata con mezzi meccanici,
può sradicare le piante alla radice, distruggere tane e
nidi di specie protette. Il fratino, piccolo uccello della
famiglia dei limicoli che nidifica a inizio primavera sugli
arenili, è divenuto il simbolo delle battaglie WWF per
difendere le dune e gli ambienti costieri. È minacciato
in tutto il Mediterraneo e per questo è stato inserito
come “specie bandiera” all’interno del Piano Regionale
della Biodiversità adottato dalla Regione Toscana con il
contributo del WWF Italia. Nell’Oasi Padule di Bolgheri
(Li) la giornata è stata dedicata allo storico attivista
Raimondo Stiassi, che tanto ha contribuito alla sua
salvaguardia.
www.wwf.it/oasi
COSTA CONCORDIA, IL
DANNO PAESAGGISTICO
Grazie agli avvocati del Panda
arriva la condanna del tribunale di
Grosseto per il naufragio del 2012
Pagina 22
PARCHI NAZIONALI
DA PRESERVARE
La riforma della legge mette a
rischio il ruolo delle aree protette,
l’appello del WWF per salvarle
Pagina 23
IL CUORE SELVAGGIO
DI NAPOLI
Una ricchezza verde tutta da
scoprire nel cuore della città, è
l’Oasi WWF Cratere degli Astroni
Pagg. 24-25
PANDA I 21

MONDO WWF
TURISMO. Record di
STAGE RECUPERO FAUNA.
LAZIO
visitatori per l’Oasi WWF
Presso il CRAS di Vanzago
LOMBARDIA
di Macchiagrande a
(MI) si svolgerà, tra aprile e
EUROPA
Fregene. Nel 2016 sono
stati oltre 8mila a varcare
la soglia dell’area protetta
di 280 ettari.
maggio, uno stage teoricopratico
per 50 volontari che
prevede 6 incontri.
www.boscowwfdivanzago.it
STOP GLIFOSATO.
La Coalizione italiana
#StopGlifosato, a cui aderisce
il WWF Italia, sostiene
i cittadini europei per dire no
al glifosato in Europa.
www.stopglyphosate.org/
BATTAGLIE I TRIBUNALI
Costa Concordia, è danno ambientale
Gli avvocati del WWF dimostrano il danno paesaggistico del naufragio
Patrizia Fantilli
Si è parlato tantissimo
della tragedia della “Costa
Concordia”, la nave
da crociera naufragata il 13
gennaio 2012 davanti all’Isola
del Giglio, provocando
la morte di 32 tra passeggeri
e membri dell’equipaggio.
Poco, invece, si è detto del
potenziale pericolo per l’ambiente
marino, costituito dal
relitto rimasto adagiato nelle
acque dell’isola per oltre trenta
mesi.
Lunga 290 metri e alta 52
metri, con le sue 114mila tonnellate,
la Costa Concordia
infatti non era solo una delle
navi da crociera più grandi
del mondo, ma anche un
enorme contenitore carico
di pericolosi “rifiuti speciali”.
È per questo che il WWF Italia,
tra i promotori del “santuario
dei cetacei” all’interno
del quale si trova l’isola del
Giglio, ha deciso di costituirsi
parte civile nel processo,
ricordando l’impatto ambientale
che il naufragio ha
procurato e le conseguenze
deleterie che sono state limitate
solo grazie all’abile intervento
della Protezione Civile
e all’operazione delicatissima
di spostamento del relitto fino
al porto di Genova.
Dagli interrogatori di numerosi
testimoni effettuati
dal legale del WWF, il compianto
avvocato Franco Zuccaro,
che ha difeso le ragioni
dell’ambiente per anni, è infatti
emerso che, al momento
dell’incidente, a bordo erano
caricati circa 120mila litri
di olio lubrificante, più altri
1.400 da usare per gli impianti
idraulici e molto altro materiale
(tra cui combustibile,
olii pesanti, vernici, cloro,
detersivi, strumenti elettronici,
suppellettili) di cui la nave
era carica, essendo ancora
all’inizio del viaggio.
Per tutta la durata del primo
processo, il WWF non ha
smesso di rimarcare che la
nave “Concordia”, avendo divelto
uno scoglio di rilevanti
dimensioni, ha recato danni
12-13 mln
La stima in euro del danno
ambientale causato
dal naufragio della Costa
Concordia secondo il ministero
dell’Ambiente
ingenti al fondale e alla costa
emersa della località “Le
Scole”, sito naturale protetto.
Lo stesso ministero dell’Ambiente,
sulla base della perizia
prudenziale dell’ISPRA,
aveva quantificato il danno
ambientale intorno ai 12-13
milioni di euro. Il WWF si è
costituito parte civile anche
nel secondo, meno noto, processo,
terminato anch’esso,
a dicembre 2016, con una
sentenza di condanna da
parte del Tribunale di Grosseto
sempre nei confronti del
Comandante ed altri per aver
causato la «alterazione delle
bellezze naturali e dei luoghi
soggetti alla speciale protezione
dell’autorità».
Una condanna non del tutto
adeguata al reale danno
subito dal mare, ma senza
dubbio opportuna, che forse
non sarebbe arrivata senza il
WWF e, soprattutto, senza il
grande impegno e la passione
per la natura e la legalità dei
suo avvocati Franco Zuccaro
e Sergio Nunzi, amici e colleghi
prematuramente scomparsi.
Il WWF dedica a loro
questo passo avanti importante
nella tutela del mare,
ricordandoli con un pensiero
grato e commosso.
i
Campagna: Crimini di natura
Obiettivo: contrastare e denunciare le diverse
forme di illegalità ambientale, dal bracconaggio
all’inquinamento marino e terrestre anche
attraverso azioni legali.
http://criminidinatura.wwf.it
22 I PANDA

VOLONTARIATO. Il Servizio
IL RICORDO. Due stagni
ABRUZZO
di Volontariato Europeo
per la biodiversità sono
LOMBARDIA
nell’Oasi WWF “Gole del
stati realizzati dal WWF
ABRUZZO
Sagittario” in Abruzzo,
compie 10 anni. Ha ospitato
55 volontari e ricercatori,
da 12 Paesi diversi.
a Valpredina e Misma,
intitolati agli indimenticati
Massimiliano Rocco e
Fabrizio Usubelli.
ORSI. È stato presentato
il report sulla salvaguardia
dell’orso marsicano:
250 recinti elettrificati
consegnati, monitoraggio
e incontri pubblici.
http://bit.ly/2koOTPe
© G. Mancori
CAMPAGNE I BIODIVERSITÀ DA PROTEGGERE
Non indeboliamo le aree protette
L’appello del WWF per salvaguardare il ruolo dei Parchi Nazionali
9
I punti i punti critici
evidenziati dal WWF
alla riforma nel corso
di un’audizione alla
Commissione Ambiente
della Camera
i
Un giovane
camoscio tra
la neve, Parco
Nazionale
d’Abruzzo,
Lazio e Molise
che, nell’aggiornare
la Legge
«Chiediamo
394/91, vera e propria
“Piccola Costituzione delle
Aree Protette”, si riapra il confronto
nel merito con il fronte
delle Associazioni e si abbia
come obiettivo il mantenimento
dell’importante funzione di
Parchi Nazionali e Aree Marine
Protette (...): se lo Stato rinuncia
alle sue competenze in tema
di conservazione della natura
rischiamo di tornare indietro di
vent’anni nelle politiche di gestione
della natura».
Il Senato ha indebolito la
portata nazionale dei Parchi e
queste sono le parole della presidente
del WWF Italia Donatella
Bianchi, durante l’audizione
delle Associazioni ambientaliste
alla Commissione Ambiente della
Camera dei Deputati.
«Dal patrimonio naturale del
Paese dipende non solo la bellezza
del nostro paesaggio e la
ricchezza della nostra biodiversità,
ma anche il benessere
economico e sociale delle future
generazioni».
Nel testo licenziato dal Senato
non ci sono solo articoli da
rivedere ma anche questioni
fondamentali non affrontate,
come l’insufficienza delle risorse
che comportano pericolose
compensazioni, con il ricorso
alle royalties.
Campagna: Aree protette, tesoro italiano
Obiettivo: scongiurare una riforma della Legge
quadro sulle aree protette che indebolisca
efficacia e mission dei parchi.
http://bit.ly/2kaiAIP
Il saluto
CIAO E GRAZIE,
MAURIZIO!
Il 7 gennaio se n’è
andato Maurizio
Santoloci. Magistrato,
pioniere delle battaglie
contro i crimini
ambientali, è stato per
12 anni vicepresidente
del WWF Italia. «Con la
scomparsa di Maurizio
Santoloci il nostro Paese
ha perso uno dei più
tenaci sostenitori della
giustizia ambientale»:
così lo ha ricordato la
Presidente del WWF
Italia, Donatella Bianchi:
«È stato un vero e
proprio pioniere della
difesa dell’ambiente
contro i crimini di natura
e contro i delitti
dell’inquinamento: un
punto di riferimento per
il WWF, di cui è stato
anche vicepresidente, e
per le guardie volontarie
dell’associazione che
hanno spesso utilizzato
la sua giurisprudenza e i
suoi articoli giuridici
come guida nella loro
attività antibracconaggio.
Ci mancherà tantissimo il
giurista appassionato e
in grado di guardare
all’ambiente, alla natura,
alla biodiversità come un
patrimonio comune da
difendere e custodire
dagli attacchi che
quotidianamente
subisce».
PANDA I 23

ALLA SCOPERTA DELLE OASI
© A. Antolino
CAMPANIA I L’OASI WWF CRATERE DEGLI ASTRONI
Il cuore selvaggio di Napoli
Viaggio nell’Oasi campana, dove dal 4 marzo i protagonisti saranno… i dinosauri
Una popolazione ricchissima
La fauna è costituita quasi esclusivamente
da specie autoctone. Nel Cratere nidificano
cinque specie di rapaci diurni:
falco pellegrino, gheppio, poiana, pecdi
Tonia Lamberti
Guardando dall’alto la città di Napoli,
in prossimità di Pozzuoli e dei Campi
Flegrei, si scorge, circondato dal
grigio, un vecchio cratere vulcanico di
un bel colore verde intenso: è l’Oasi
WWF Cratere degli Astroni. Generato
da una serie di sette eruzioni vulcaniche
avvenute tra 4.100 e 3.800 anni fa, è
l’ultima testimonianza dell’antico manto
forestale che avvolgeva la provincia di
Napoli e il bosco secolare che ne ricopre
il fondo rappresenta oggi un importante
polmone verde alle porte della città.
Astroni era già noto ai tempi dei romani
per le sue benefiche sorgenti termali,
successivamente l’area è stata destinata
dai Borbone a riserva di caccia. Ai primi
del ‘900 Astroni è assegnata all’Opera
Nazionale Combattenti e poi utilizzata
dai tedeschi e dagli alleati. Nella seconda
metà del ‘900 lo zoo di Napoli vi
destina gnu e antilopi in quarantena.
Segue un periodo di abbandono e degrado
fin quando il WWF non riesce a fare
istituire, nel 1987, dal neonato Ministero
dell’Ambiente, una Riserva Naturale,
grazie alla volontà del compianto senatore
Giovanni Lubrano di Ricco.
Il bosco magico
L’Oasi è come un giardino segreto nel
cuore di Napoli, protetta da una imponente
torre d’ingresso che rappresenta
la porta di accesso all’area protetta. Nelle
prime ore del giorno sale dal fondo
del cratere una nebbia lattiginosa che
ammanta tutto il bosco e lo rende ancora
più magico. Sul fondo della Riserva sono
presenti tre specchi d’acqua alimentati
dalla falda acquifera: il Cofaniello
piccolo, il Cofaniello grande e il Lago
Grande: quest’ultimo è un importante
sito di sosta e nidificazione per numerose
specie di uccelli acquatici, tra cui
la rara moretta tabaccata.
Nell’Oasi le essenze arboree native
convivono con quelle introdotte dall’uomo
negli ultimi 150 anni, dando origine
ad un bosco misto costituito da farnia,
carpino, olmo, castagno e quercia rossa
americana. Risalendo dal fondo verso
la sommità del cratere l’umidità diminuisce
sensibilmente, dando origine a
condizioni di aridità che consentono lo
sviluppo della macchia mediterranea
dominata da leccio, mirto, lentisco, fillirea,
ginestra e alaterno. La distribuzione
altitudinale della vegetazione si presenta
invertita (inversione vegetazionale)
rispetto a quanto avviene normalmente.
Il sottobosco è colorato dalle fioriture di
ranuncolo, gigaro, bugola, ciclamino
napoletano, viole e numerose specie di
orchidee spontanee.
24 I PANDA

JURASSIC PARK AGLI ASTRONI
L’Oasi WWF Cratere degli Astroni ospita dal 4 marzo la mostra “Dinosauri in Carne
e Ossa”. La paleontologa Stefania Nosotti, curatrice della mostra assieme al collega
Simone Maganuco, racconta l’iniziativa.
Che nesso c’è tra la conservazione della natura e la paleontologia?
In quanto scienza di ricostruzione storica, solo la paleontologia è in grado di
introdurre nei nostri ragionamenti quella dimensione temporale che colloca gli esseri
viventi in una prospettiva evoluzionistica, facendoci comprendere il meccanismo
adattamento/estinzione che fin dalla Preistoria ha regolato la vita delle specie in
natura. Capire come gli animali preistorici si siano adattati all’ambiente e si siano
estinti per cause naturali, significa cogliere le relazioni di stretta interdipendenza
tra specie ed ecosistemi; le stesse relazioni che sussistono oggi, così turbate dalla
presenza umana da rendere necessario un intervento di tutela e di sensibilizzazione.
Cosa vedremo in mostra?
Le ricostruzioni iperrealistiche di 40 tra dinosauri e altri animali preistorici
nell’aspetto che noi paleontologi pensiamo avessero quando erano in vita. I 25
modelli più grandi saranno disposti nel percorso esterno, valorizzati dalla cornice
d’eccezione dell’Oasi: potremo vedere il gigantesco spinosauro, o il celeberrimo
tirannosauro che consuma la sua preda all’ombra della farnia secolare “Gennarino”.
I modelli più piccoli come per esempio Scipionyx, piccolo di dinosauro italiano
rinvenuto in provincia di Benevento e meglio noto col soprannome di “Ciro”, saranno
invece visibili nella parte al chiuso della mostra, che svelerà anche i segreti del
“dietro le quinte” e tratterà il tema delle estinzioni recenti causate dall’uomo.
Da sapere e da fare
Dove siamo
Oasi Cratere degli Astroni
ingresso Oasi: Via A. Astroni 468,
80125 Napoli
Coordinate Gps: 40.84019–14.15918
Visite
Chiusa in caso di condizioni meteo
avverse o altri eventi naturali
Informazioni:
Tel 081 5883720, fax 081 5881255
E-mail: oasiastroni@wwf.it
www.crateredegliastroni.org
oasiwwfcrateredegliastroni
@OasiAstroni
LA MOSTRA: DINOSAURI IN CARNE E OSSA
“Puoi sopravvivere
a un’estinzione di massa?”
dal 4 marzo al 5 novembre 2017
presso la Riserva Naturale Oasi
WWF Cratere degli Astroni
© V. Cavaliere
In alto: uno dei dinosauri in mostra; un
gruppo scolastico in visita all’Oasi; in basso
la moretta tabaccata, frequentatrice dello
specchio d’acqua degli Astroni
chiaiolo e sparviere; i rapaci notturni
nidificanti sono invece la civetta, l’allocco,
il barbagianni. Il bosco ospita numerosi
uccelli canori quali la capinera, il
pettirosso, il fringuello, lo scricciolo, il
fiorrancino e la cinciarella. Tra i picchi,
il più diffuso è il rosso maggiore che è
stato scelto come simbolo dell’Oasi. Tra
i mammiferi troviamo volpi, donnole,
ricci, talpe, toporagni, moscardini, arvicole,
topi selvatici e il piccolissimo mustiolo
etrusco. Importante è la presenza
dei pipistrelli forestali. Gli specchi d’acqua
ospitano numerosissime libellule,
mentre un gran numero di farfalle colorano
le zone aperte, infatti ben 38 specie
sono state censite nell’area protetta.
Per meglio svelare i segreti della natura
dell’Oasi è stato allestito uno stagno
didattico, in cui si possono osservare
da vicino i tipici abitanti delle piccole
zone umide come la lenticchia d’acqua,
che ricopre la superficie dello stagno
e rappresenta il nutrimento di alcuni
uccelli acquatici, il giglio di palude, gli
insetti pattinatori e una cospicua popolazione
di rane verdi. Emozionante è la
visita alla vecchia farnia, affettuosamente
chiamata Gennarino, un esemplare
monumentale di quercia di oltre 400
anni, posta al centro di una radura dove
è bello fermarsi per una pausa e lasciarsi
cullare dal canto degli uccelli e dal suono
del vento.
Giorni e orari di apertura
Venerdì pomeriggio:
dalle 14:30 alle 18:30*
Sabato, domenica e festivi:
dalle 9:30 alle 18:30*
*La biglietteria chiude alle 16:30
Gruppi e scolaresche
Sempre aperto su prenotazione
Tariffe
– Intero dai 18 ai 65 anni: € 10,00
– Ridotto dai 4 ai 18 anni,
over 65, componenti nucleo
familiare, accompagnatori
diversamente abili: € 7,00
– Ridotto speciale soci WWF
e APPI: € 4,00
– Bambini fino ai 4 anni di età
e disabili: omaggio
– Scuole e gruppi ingresso
più visita guidata: € 8,00; con
laboratorio didattico: € 10,00
Prenotazioni
E-mail: dinosauri@wwfoasi.it
Tel: 081 18909684
Info
E-mail: oasiastroni@wwf.it
Tel: 081 5883720
www.dinosauricarneossa.it
www.wwf.it/oasi/campania/
cratere_degli_astroni/
Dinosauri in carne e ossa
dinosauridco
PANDA I 25

MONDO WWF
LETTERE
CAPORAMA, OASI DI PACE
LA TESTIMONIANZA DI CRISTINA
Pubblichiamo alcuni passi dal
blog di una visitatrice dell’Oasi
WWF di Capo Rama
“Oggi sono fortunata: assisto
alla danza nuziale delle
formiche. Non sono stata
invitata alla cerimonia, ma,
giacché sono lì, ne ascolto
incredula la storia. Calpesto
un piccolo sentiero delimitato
da alcune pietre, senza mettere
mai un piede fuori: ci sono
piccole cose preziose e delicate
da salvaguardare. Cammino
insieme al gruppo, come una
privilegiata in una passeggiata
esclusiva. [...] È un luogo che
rilascia una carica positiva e
diffonde serenità.
La guida è un simpatico e
cordiale uomo di mezza età con
gli occhi d’un bambino, brillanti
di entusiasmo ed impastati di
passione per il suo lavoro. Parla
con i piccoli presenti nel gruppo
[...] Li sorprende puntando
un telescopio in direzione d’un
gabbiano che pare lontano,
ma guardando lì dentro puoi
contargli le penne. Io non riesco
a staccare gli occhi dalla bellezza
della scogliera: verticalmente
imponente, e protettiva verso
le sue acque che si dondolano
appena dentro un’insenatura
d’un turchese delicato e perfetto.
Fra poco tornerò verso la mia
città, un deserto con tutti i
comfort che stenta ad apparire
sensato nella visione d’insieme.
Qui si sta scomodi, qui non si
sceglie la temperatura da un
telecomando. Qui non c’è nulla
di ciò che possa “servire” ad
un uomo, se non chiare tracce
del senso della vita, finalmente
decentrato e ricco di stupori
inaspettati, un punto di vista
non profit perché il riflettore è
scostato dal singolo individuo
e la luce mostra meglio tutto il
resto intorno. Questa è un’oasi di
pace, una riserva di energia, da
conservare, difendere e sostenere
come la sola vera ricchezza
tramandabile, in questo mio
stretto angolo di terra siciliano”.
Cristina Armato
LO SCAFFALE
Libro
La natura del grande Nord
Da 13 anni ha scelto, assieme alla moglie Patrizia,
la Finlandia per mettere “quelle radici che non
ho mai avuto”. Fabrizio Carbone, giornalista,
documentarista e disegnatore, ci racconta la
natura e gli animali del grande Nord con “La coda
delle volpi”. Un viaggio alla scoperta di un Paese
ricco di fauna straordinaria, un paradiso naturale
minacciato dai cambiamenti climatici.
LA VIGNETTA
La vignetta
disegnata da
Valerio
Sorcinelli
per l’Earth
Hour.
Fabrizio Carbone,
La coda delle volpi, Animali uomini
e paesaggi del Grande Nord
Orme editore - 142 pagine, 15 euro
SEI UN MITO
L’EQUAZIONE DI PAUL EHRLICH CHE QUANTIFICA
L’IMPATTO UMANO SULLA NATURA
Paul Ehrlich
Classe 1932, Paul Ehrlich è tra i maggiori
ecologi viventi. Grande esperto di
biodiversità e studioso di farfalle, Ehrlich ha
vinto il Crafoord Prize nel 1990, il premio
della Royal Swedish Academy of Sciences
dedicato alle scienze non contemplate dal
premio Nobel. Da professore alla Stanford
University, ha fondato e presieduto il
Center for Conservation Biology. Si è
inoltre occupato a fondo dell’impatto della
crescita della popolazione umana sui
sistemi naturali, arrivando a riassumerne gli
effetti in una famosa equazione pubblicata
nel 1971, insieme al collega John Holdren.
L’impatto dell’attività umana (I) sui sistemi
naturali risulta essere il prodotto di tre
fattori: la dimensione della popolazione
(P), il suo tenore di vita (A), dall’inglese
“affluence” (affluenza), in termini di reddito
pro capite, e la tecnologia (T), che indica, in
pratica, quanto impatto ambientale produce
ogni dollaro che spendiamo. Impossibile,
secondo l’equazione, ridurre l’impatto
umano sui sistemi naturali intervenendo
semplicemente su uno solo dei tre fattori
che la compongono. L’impatto può
diminuire solo agendo contestualmente su
tutti e tre gli elementi. Gianfranco Bologna
Seguici ogni giorno su Facebook WWF Italia e su Twitter @WWFItalia
26 I PANDA

MONDO WWF
AZIENDE I SOSTENIBILITÀ
Imprese apripista per il clima
Sono già 200 le aziende impegnate a ridurre le proprie emissioni, obiettivo: arrivare a 2mila
Science Based Targets è un’iniziativa gestita da UN Global
Compact, World Resources Institute, WWF e CDP (Carbon
Disclosure Project) per rafforzare gli impegni delle aziende
e definire degli obiettivi di riduzione delle emissioni per mantenere
il riscaldamento globale al di sotto della soglia di 1,5°C.
Ad oggi oltre 200 aziende hanno aderito al progetto
avviato nel 2015 (più di due nuove società a settimana), di
queste, circa 30 hanno già adottato i target contribuendo
alla riduzione dei pericolosi effetti del cambiamento climatico,
guidando il processo di innovazione e riducendo i rischi
ambientali connessi alla produzione. Si tratta dunque di “imprese
apripista”, cui seguiranno altre realtà aziendali al fine
di raggiungere, secondo le previsioni, quota 2mila soggetti
privati coinvolti entro il 2030.
Per una maggiore efficacia, entro il 2018 il metodo Science
Based Targets dovrebbe diventare una pratica di business
standard. In questo modo, il settore privato giocherebbe davvero
un ruolo di primo piano per il raggiungimento di un
adeguato livello di riduzione delle emissioni, vincendo la
sfida globale lanciata durante la COP21 di Parigi e colmando
quel gap dovuto ad impegni non sufficienti assunti da parte
degli Stati nazionali.
Le aziende devono quindi mettere in atto strategie di business
per garantire che la transizione ad una società a basse
emissioni di carbonio avvenga abbastanza velocemente da
AL VIA I CAMPI ESTIVI DI WWF NATURE
Anche per l’estate 2017 si rinnova
l’opportunità per tutti i bambini e
i ragazzi di partecipare ai Campi
estivi di WWF NaTuRe (Natura e Turismo
Responsabile) nei luoghi più belli
del nostro Paese. Molte novità per
garantire un’offerta diversificata e di
qualità all’insegna della natura, della
sostenibilità e del divertimento. Un successo
confermato dalle migliaia di persone
che, ogni anno, iscrivono i propri
figli ai campi WWF NaTuRe. Dalle interviste
realizzate dall’Ufficio Turismo
nel corso dei monitoraggi previsti dalla
Carta di Qualità, risulta infatti che oltre
il 90% delle famiglie si dichiara più che
soddisfatto, confermando l’intenzione
di reiscrivere nuovamente i propri figli
ad campo WWF. Mare, montagna, lago,
Oasi WWF, in barca a vela o pagaiando
su un kajak: le alternative sono tante,
ma la qualità dei programmi, dello staff,
delle strutture e il fascino dei luoghi non
cambia! Suddivise a seconda della fascia
di età (dai 7 agli 11 anni, dagli 11 ai 14 e
dai 14 ai 17), le vacanze WWF sono una
miscela di divertimento, nuove amicizie,
esplorazione e gioia di vivere immersi
nella natura.
Tutte le proposte dei campi estivi junior
2017 si trovano su www.wwfnature.it
dove è possibile prenotare la propria
vacanza. Per gli over 18, invece, su
www.viaggiwwfnature.it si trova una selezione
di proposte dai nostri partner
operatori di turismo responsabile, che
decidono di sostenere le nostre attività
con il loro lavoro.
evitare i peggiori effetti del cambiamento climatico.
Tra le imprese italiane impegnate nell’iniziativa Science
Based Targets ricordiamo il gruppo Sofidel, noto per il brand
Regina, che da anni è membro del Programma WWF Climate
Savers per la riduzione volontaria delle emissioni di CO 2
e
l’adozione di strategie e tecnologie innovative.
www.wwf.it/imprese
ONLINE
Info adulti http://viaggiwwfnature.it/
Info junior e famiglie http://wwfnature.it
WWF Nature © WWF / Richard Stonehouse
PANDA I 27

ATTUALITÀ MONDO WWF ITALIA
LASCITI I IL RICORDO DI UN GESTO
LUCIANO, QUEL CACCIATORE CHE DIVENNE SOCIO WWF
Mio padre andava a caccia. E anche a pesca subacquea, nelle acque
ricche di pesce delle piccole isole (Capraia, S. Pietro) dove negli anni
settanta facevamo campeggio libero. Non ricordo se ci fu un episodio
preciso, un momento particolare, sta di fatto che un giorno la doppietta
Beretta fu appesa al chiodo e vi rimase per sempre. L’amore per
la natura di mio padre Luciano divenne più maturo e consapevole,
da buon professore, insegnante di italiano e storia al liceo, aveva
letto “Primavera silenziosa” della Carson, ma anche la “Storia della
natura d’Italia” di Fulco Pratesi, era abbonato ad Airone e un giorno
divenne socio del WWF, del quale condivideva in pieno la mission e le
campagne. A 60 anni scoprì l’amore per il cavallo, viveva a Bracciano
e amava l’equitazione di campagna, che lo portava a passare intere
giornate tra sentieri e boschi della Tuscia e del viterbese. Con amici
e comitati locali si batteva per evitare scempi intorno al suo amato
lago di Bracciano. Con la seconda moglie Sonia, fece una vacanza
nell’Oasi WWF di Policoro, e quando in estate andammo tutti insieme
a Lampedusa, scoprì le tartarughe marine e l’attività del centro diretto
da Daniela Freggi. Alla sua morte scoprimmo che aveva lasciato una
piccola somma in donazione al WWF. Un giovane leccio in memoria
di papà è stato piantato nell’Oasi WWF di Macchiagrande, che oggi lo
ricorda con una targa: “In ricordo di Luciano”.
I lasciti al WWF diventano azioni concrete di tutela della natura. Come
nel caso della signora Palvarini, che ricordiamo con affetto e che - con
il suo lascito - ci ha permesso di potenziare l’attività di sorveglianza
sulle tartarughe marine, tra le specie più minacciate del nostro mare.
COME SI FA
La nuova edizione della
Guida WWF ai Lasciti
testamentari contiene tutte
le informazioni aggiornate
per trasformare questo
desiderio in un sostegno
concreto. Attraverso le
pagine della Guida potrai
approfondire il programma
di lavoro del WWF e
conoscere le attività che
saranno possibili anche
grazie al tuo lascito. Per
richiedere la Guida compila
e spedisci il coupon nella
pagina qui a fianco.
28 I PANDA

Includere il WWF nel proprio testamento
è un modo per scrivere il proprio nome
nella bellezza della Natura, che continuerà
a vivere dopo di noi, per sempre.
Per informazioni compili e spedisca questo coupon a WWF Italia, via Po 25/c – 00198 Roma, all’attenzione di Ufficio Lasciti e Grandi
donazioni oppure lo invii via fax al n° 06/84497236. Se preferisce chiami i numeri 06/84497390 (Silvia Fischetti) oppure 06/84497317
(Barbara Franco) o ci contatti via mail: lasciti@wwf.it
Nome _______________________ Cognome ___________________________________Via _____________________________________ n° _______
Cap ______________ Località _______________________________________ Pr _____ Tel. _______________________________________________
Luogo e data di nascita ___________________________________________________ email _____________________________________________
I dati personali saranno trattati con assoluta riservatezza e nel rispetto del D. Lgs. n.196 Del 30/06/2003 Testo unico sulla Privacy
www.wwf.it/lasciti
© Zig Koch / WWF

Ci sono regali
che cambiano la vita!
Socio Junior...
Conosci un piccolo eroe che può salvare il mondo,
difendere i più deboli, proteggere il pianeta?
Allora cosa aspetti? Regala a questo bimbo o a
questa bimba per te speciale una grande
opportunità. Libera i suoi superpoteri
facendolo diventare un piccolo eroe
della natura, un Socio Junior WWF.
Grazie a te...
Grazie a te entrerà a pieno titolo a far parte di una squadra
davvero unica pronta a schierarsi dalla parte dei cuccioli di ogni specie,
dalla parte degli animali in pericolo e degli ambienti più a rischio nel mondo.
Grazie a te riceverà per un intero anno la rivista Panda Junior, il giornalino
dei piccoli eroi della natura dedicato ai segreti più nascosti delle specie
animali che popolano il nostro pianeta, con tante immagini, curiosità e giochi
divertenti.
Grazie a te vivrà un’avventura straordinaria e, con la sua tessera
personalizzata, potrà visitare gratuitamente le oltre 100 Oasi WWF
e partecipare alle imperdibili Vacanze WWF a diretto contatto con la natura.
Regala un nuovo piccolo amico al nostro pianeta,
regala un’iscrizione Socio junior WWF!
Spedizione in abbonamento postale D.L.353/2003 (conv.in L.27/02/2004 n.46) art.1, comma 1, Aut. N 16/MBPA/C/RM/OTTOBRE 2016/ROC
Elefanti africani:
giganti dal passo felpato
L’orso polare: l’arte
della sopravvivenza
Per informazioni
wwf.it/junior
oppure scrivi a
junior@wwf.it.

FULCO DOCET
Dall’oca NeNè, agli
avvoltoi, fino alla
foca monaca, i nostri
successi si misurano
da tutti gli animali
salvati dall’arca
del WWF
Il successo di qualsiasi iniziativa, anche
quelle di volontariato, si verifica
dai risultati raggiunti. E, pure se
riferiti solo al Regno Animale, i dati
raccolti da chi si occupa da sempre
delle dinamiche di popolazione delle
specie in pericolo (dal 1961 uno dei fini
primari del WWF internazionale) - possono
essere utili a chi voglia studiarne
l’evoluzione.
Ricordo i primi successi del World
Wildlife Fund nato a Morges in Svizzera
l’11 settembre del 1961. Tra questi il
salvataggio delle rarissime oche NeNè -
sopravvissute su un vulcano delle
Hawai, grazie all’opera di Peter Scott,
fondatore del WWF - o dell’orix bianco
d’Arabia, sottratto alle cacce degli emiri
arabi, e oggi nuovamente presente nei
Paesi arabi e in Israele.
Senza ritornare alla storia, più che
conosciuta, del salvataggio del cervo
sardo, del lupo italico e della lontra, cui
il merito va riconosciuto direttamente
al WWF, molte altre entità debbono
la loro migliore situazione agli effetti
delle nostre attività. Tra questa la foca
monaca che, condannata da sempre
all’estinzione, oggi, dopo decenni che
la sua popolazione era stimata a soli
400/500 esemplari, sta conoscendo,
grazie alle ricerche di tanti studiosi tra
cui Lele Coppola - ideatore e creatore del
Gruppo Foca Monaca legato al WWF -
un importante recupero, dovuto anche
alle azioni ultradecennali che l’Associazione
ha condotto sulla costa orientale
della Sardegna e non solo.
Sono oggi quasi 700 le foche che, tra
la Croazia e le isole Jonie, oramai si
fanno vedere e ammirare dai bagnanti,
nonostante da sempre le si considerasse
molto diffidenti e paurose, causa
i disturbi dell’uomo, sia direttamente
(caccia e pesca) sia col turismo (motonautica,
balneazione, edilizia costiera)
nei siti da loro abitati.
Smentendo tali teorie e confermando
le osservazioni dei primi studiosi
che frequentavano negli anni sessanta
del secolo scorso le grotte da loro
abitate, le foche sono istintivamente
portate ad avvicinarsi all’uomo. E,
incredibilmente, costituiscono un’attrattiva
turistica, stravaccate su sdraio
e natanti e facendosi accarezzare
dai bambini che non tengono conto
delle attitudini carnivore della specie.
Altre specie che hanno goduto delle attività
indirette espletate dal WWF in tutta
Italia, sono gli avvoltoi.
Il grifone, uno dei maggiori esponenti
della famiglia - scomparso da secoli
sull’Appennino, ed estinto in Sicilia nel
1965 - grazie a campagne di sensibilità e
di iniziative di reintroduzione sugli Appennini
(Riserva Forestale del Velino e
Parco Nazionale del Pollino) e in Sicilia
(Monti Nebrodi) hanno ripreso a veleggiare
indomiti in cerca di carogne. Come
del resto è accaduto al grande gipeto (o
avvoltoio degli agnelli) che, estinto sulle
Alpi ai primi del ’900, riprodotto in cattività
in un progetto europeo sostenuto
anche dal WWF oramai è presente e nidificante
in tutto l’arco alpino, a iniziare
da Parco Nazionale dello Stelvio, un
Parco che recentemente è stato vittima
di un provvedimento governativo che
l’ha scisso in tre diverse porzioni.
Questa vera “primavera animale” -
che ha fruito delle intense campagne
di ricerca, denuncia e sensibilizzazione
da noi attuata fin dal 1966 - non può
chiudersi senza l’accenno al successo
della campagna per la reintroduzione
dell’orso nelle Alpi, nato dalla costanza
e pervicacia della Provincia di Trento,
dall’opera di difesa portata avanti per
decenni dal WWF e dal Progetto Life
Ursus dell’Unione Europea che ha riportato
una popolazione a oltre 50 plantigradi
nelle Alpi centrali.
— Fulco Pratesi
La foca monaca nell’acquerello di Fulco Pratesi
PANDA I 31

BOMBONIERE WWF
Per cerimonie
di ogni specie.
Rendi i tuoi giorni
speciali, il tuo
matrimonio, la
comunione dei tuoi gli,
la tua laurea, momenti
indimenticabili per tutto
il mondo.
Scegli di celebrare la vita
con le bomboniere WWF,
la Natura festeggerà
insieme a te!
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