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SPECIALE DONNA IMPRESA gennaio 2017

E non è solo faccenda di giustizia sociale, una questione politica, conviene perché le donne aumentando l’occupazione femminile aumentano i guadagni delle imprese, il Pil, e le nascite. Ma l’Italia non sembra essersene accorta: con meno di una donna su cinque al lavoro, è in coda all’Europa. È un ritardo che paghiamo, visto che le lavoratrici sono più produttive, e garantiscono quindi maggiori guadagni alle aziende. A dirlo, dati alla mano, è il rapporto del FMI (Fondo Monetario Internazionale) che, coralmente al rapporto pubblicato a febbraio di quest’anno dallo storico centro studi americano Peterson Institute for International Economics, quantifica anch’esso l'impatto positivo di una dirigenza al femminile, prendendo in esame due milioni di aziende in tutta Europa. Una donna in più al vertice di un'azienda migliora dunque la sua performance finanziaria. www.donnaimpresa.com

E non è solo faccenda di giustizia sociale, una questione politica, conviene perché le donne aumentando l’occupazione femminile aumentano i guadagni delle imprese, il Pil, e le nascite. Ma l’Italia non sembra essersene accorta: con meno di una donna su cinque al lavoro, è in coda all’Europa. È un ritardo che paghiamo, visto che le lavoratrici sono più produttive, e garantiscono quindi maggiori guadagni alle aziende. A dirlo, dati alla mano, è il rapporto del FMI (Fondo Monetario Internazionale) che, coralmente al rapporto pubblicato a febbraio di quest’anno dallo storico centro studi americano Peterson Institute for International Economics, quantifica anch’esso l'impatto positivo di una dirigenza al femminile, prendendo in esame due milioni di aziende in tutta Europa. Una donna in più al vertice di un'azienda migliora dunque la sua performance finanziaria. www.donnaimpresa.com

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<strong>DONNA</strong> <strong>IMPRESA</strong> MAGAZINE - MILANO - ROMA - TORINO - FIRENZE - SIENA - BOLOGNA - VERONA - UDINE - NAPOLI - GENOVA - CATANIA - VERONA - VENEZIA - PESCARA<br />

AOSTA - MATERA - REGGIO CALABRIA - PALERMO - BARI - PERUGIA - ANCONA - SALERNO - VARESE - PORTO SAN GIORGIO - ITALY<br />

<strong>DONNA</strong><br />

www.donnaimpresa.com<br />

conviene.<br />

a cura di Valeriana Mariani<br />

E non è solo faccenda di giustizia sociale, una questione<br />

politica, conviene perché le donne aumentando l’occupazione femminile<br />

aumentano i guadagni delle imprese, il Pil, e le nascite. Ma l’Italia non sembra<br />

essersene accorta: con meno di una donna su cinque al lavoro, è in coda<br />

all’Europa. È un ritardo che paghiamo, visto che le lavoratrici sono più produttive,<br />

e garantiscono quindi maggiori guadagni alle aziende. A dirlo, dati alla mano,<br />

è il rapporto del FMI (Fondo Monetario Internazionale) che, coralmente al rapporto<br />

pubblicato a febbraio di quest’anno dallo storico centro studi americano Peterson<br />

Institute for International Economics, quantifica anch’esso l'impatto positivo<br />

di una dirigenza al femminile, prendendo in esame due milioni di aziende in<br />

tutta Europa. Una donna in più al vertice di un'azienda migliora dunque la sua<br />

performance finanziaria.<br />

Valeriana Mariani<br />

AMMINISTRATORE World Service s.a.s. la comunicazione pensata - EDITORE Donna Impresa Magazine - PRESIDENTE NAZIONALE Donna Impresa - PRESIDENTE Aziende Associate<br />

PRESIDENTE Di.Donna International International Association Women Entrepreneurs and Business Leaders Employment, Social Affaire & Equal Opportunities - www.donnaimpresa.com


www.donnaimpresa.com<br />

ESISTE<br />

UN POTERE<br />

FEMMINILE?<br />

NO<br />

NONANCORA,<br />

MAESISTE<br />

CERTAMENTE<br />

UNAVIA<br />

FEMMINILE<br />

AL POTERE.<br />

www.donnaimpresa.com<br />

La conclusione?<br />

Presto detto:<br />

sostituire un uomo con una collega,<br />

nelle direzioni o all’interno dei<br />

consigli di amministrazione, porta<br />

una redditività maggiore.<br />

Uno dei più grandi ritardi del nostro Paese è quello dell'occupazione<br />

femminile. Che va superato. Perché le ricerche oggigiorno lo<br />

dimostrano: più potere alle donne nelle aziende vuol dire più profitti,<br />

ma anche più crescita per l'intero Stato, perfino più figli. Ma l'Italia è in<br />

coda alle classifiche europee. Ecco cosa bisogna fare. Subitoacità di<br />

apprendere e semplificare, di trovare soluzioni e condividerle con gli<br />

altri.<br />

Unlocking female employment potential in Europe (Ovvero: Liberare il<br />

potenziale di occupazione femminile in Europa) è un rapporto che riflette su quanto i paesi<br />

del vecchio continente, malati di bassa crescita, potrebbero ancora ricavare benefici<br />

dall'aumento del lavoro femminile e su quanto i governi dovrebbero fare per favorire, con<br />

politiche attive o togliendo ostacoli, tale processo. Problema particolarmente acuto in<br />

Europa, dove nonostante un forte sentimento di uguaglianza tra i sessi, l'evoluzione delle<br />

regole sociali e l'aumento delle opportunità senza discriminazione di genere, il gap tra uomini<br />

e donne nel lavoro ha smesso di chiudersi, e resta sempre troppo grande. Cosa è successo<br />

negli ultimi anni? Due profondi fattori di rallentamento hanno paralizzato il cammino del<br />

continente europeo: uno è stato la crisi economica, l'altro il fattore demografico, con le<br />

nascite in netto calo e una popolazione sempre più vecchia e longeva, e dunque con la<br />

prospettiva di meno occupati attivi e di più pensionati bisognosi di cure di lunga durata. Il<br />

tutto, condito con una produttività in calo e senza prospettive di ripresa. In questo quadro,<br />

l'unica grande risorsa che non ha ancora sviluppato appieno il proprio potenziale sono le<br />

donne. Percentuali maggiormente confortanti in Europa a cominciare dalla Lituania dove<br />

hanno già scelto di lavorare tutte, e c'è la totale parità nel tasso di attività maschile e<br />

femminile, in Svezia e Norvegia dove il gap è solo del 5 per cento. Fanalino di coda l’Italia<br />

dove invece il tasso di partecipazione femminile si ferma al 60-65 per cento. Determinanti in<br />

tal caso il retroscena culturale e familiare ed il livello di istruzione delle donne ... (continua)


ma anche, e soprattutto, una non ancora incisiva<br />

azione di convincimento di alcune politiche attive<br />

che i governi possono mettere in campo. Per<br />

esempio le tasse. Oggi molti paesi considerano<br />

l'importanza di non tassare eccessivamente il<br />

secondo reddito familiare (tipicamente quello<br />

della moglie), come pure di sostituire i sussidi<br />

familiari con altri tipi di sostegno, come quello di<br />

servizi per assistere i bambini durante l'assenza<br />

materna, o la concessione di un congruo<br />

periodo di assenza dal lavoro per badare ai figli<br />

(congruo, non eccessivo, perché quando<br />

l'assenza dal lavoro si protrae troppo, fa l'effetto<br />

opposto, cioè rende più difficile il ritorno sul<br />

luogo di lavoro: il periodo massimo considerato<br />

ideale, dice il rapporto, è di 140 settimane). Su<br />

tutti questi fronti l'Europa marcia a diverse<br />

velocità, ma marcia. E infatti ha ottenuto i suoi<br />

effetti. Anche se molte donne che lavorano<br />

optano per il part-time. Una conquista, il tempo<br />

ridotto? Mica tanto. Secondo lo studio, spesso<br />

paesi con alti tassi di lavoro femminile<br />

mascherano un forte tasso di lavoro part-time. In<br />

Olanda, dove c'è un alto tasso di partecipazione<br />

femminile al lavoro, metà delle donne occupate<br />

lavora a metà tempo; in Germania le donne<br />

lavorano 30 ore contro lo 40 degli uomini. E<br />

questo taglia loro molte possibilità di carriera. È<br />

dimostrato, dice lo studio, che esiste un nesso<br />

negativo tra part-time e miglioramenti nel<br />

percorso lavorativo. Ed è proprio nel salire la<br />

scala gerarchica in azienda che la donna<br />

incontra più problemi. Mentre negli ultimi<br />

trent'anni tante donne sono entrate nel mondo<br />

del lavoro, resta ancora sparuto il gruppo di<br />

quelle che raggiungono il vertice. Forse perché<br />

nessuno ha quantificato i benefici della loro<br />

presenza nella stanza dei bottoni. La cosa più<br />

sorprendente dello studio del Fmi riguarda in<br />

effetti proprio la misurazione dell'impatto<br />

femminile sulla performance aziendale. Impatto<br />

intuito ma mai dimostrato per la mancanza di<br />

dati abbastanza rappresentativi (si utilizzavano<br />

solo le società quotate i Borsa nei diversi paesi,<br />

un universo troppo ristretto). Ora questi dati<br />

sono reali, e gli autori dello studio dell'FMI li<br />

usano: si tratta dei risultati finanziari di due<br />

milioni di aziende in tutta Europa. Ebbene,<br />

l'evidenza empirica di questi dati suggerisce<br />

l'esistenza di un rapporto tra la performance<br />

dell'azienda e la presenza di donne al vertice.<br />

L'analisi svela che le aziende con una presenza<br />

più numerosa di donne nelle posizioni<br />

professionali “senior”, hanno una redditività più<br />

alta. Di più: per ogni donna che sale ai livelli<br />

superiori del management o che entra nel board,<br />

cioè nel consiglio d'amministrazione, il profitto<br />

della società cresce di 8-13 punti base (cioè lo<br />

0,08/0,13 per cento). E questo effetto donna è<br />

particolarmente vero e visibile nelle aziende con<br />

una presenza femminile nella forza lavoro come<br />

il settore dei servizi, o in quelle dove è<br />

necessaria capacità creativa e innovativa, come<br />

il settore high tech e dove è importante avere<br />

un'alta specializzazione. L'ingresso di una<br />

donna nella stanza dei bottoni vuol dire un<br />

incremento della redditività di 20 punti base (lo<br />

0,20 per cento). Parola di Fmi. In Italia, così<br />

come in molti altri paesi, la presenza femminile<br />

nei consigli d'amministrazione delle società<br />

quotate è stata regolata. Ma qui si parla di un<br />

fenomeno di tipo economico, non di una<br />

questione legata alla parità di genere: il valore di<br />

una donna che gestisce un'attività, per le<br />

caratteristiche intellettuali e creative di cui è<br />

portatrice, corrisponde a un numero preciso, che<br />

si traduce in un beneficio nel bilancio. È per<br />

questo che Christine Lagarde va plaudita: d'ora<br />

in avanti i signori della governance dovranno<br />

spiegare ad azionisti e dipendenti perché non<br />

fanno spazio alle quote rosa, che sono state<br />

riconosciute, finalmente, un fattore di<br />

competitività.<br />

Se agli uomini è concesso<br />

focalizzarsi sui loro obiettivi,<br />

dalle donne i capi si aspettano<br />

innanzi tutto gentilezza e<br />

fedeltà. Facciamo che accada il<br />

contrario.<br />

Chi si prende<br />

cura di chi.<br />

“Femminilizzare” i luoghi di<br />

lavoro e “maschilizzare” quelli<br />

domestici: si può. Donne,<br />

lavoro, natalità: tre leggi da fare<br />

subito.<br />

Asili nido, congedi parentali, incentivi nelle<br />

aziende. Ecco dove la politica può e deve<br />

intervenire per far guadagnare tutto il Paese! Ma<br />

la politica, lo sappiamo, si riempie spesso la<br />

bocca di parità fra i generi poi però,<br />

concretamente, fa poco. Ecco tre interventi che<br />

dovrebbero essere approvati subito.<br />

1) Pagate i papà per stare a casa<br />

con i figli<br />

In Italia i neo-papà vengono retribuiti al cento per<br />

cento per due soli giorni. Siamo in fondo alla<br />

classifica europea. Al Senato è fermo da<br />

novembre un disegno di legge che propone di<br />

portarli a 15. Sarebbe certamente un passo<br />

avanti per la parità, ma non è forse la prima<br />

misura necessaria per riportare le madri al<br />

lavoro.<br />

2) AUMENTATE GLI ASILI NIDO<br />

Gli asili nido servono innanzitutto ai bambini: avranno voti più alti a scuola, stando a quanto<br />

affermano le ricerche. Ma servono soprattutto molto anche alle mamme: sono un servizio essenziale<br />

per permettere loro di rientrare al lavoro, di ricominciare a seguire la carriera.<br />

3) DATE COMPETENZE E INCENTIVI<br />

Aiuti alle imprese che introducono regimi di orario flessibili; contributi alle lavoratrici autonome che<br />

assumono una co-manager nei periodi di assenza; consulenze alle aziende per migliorare la<br />

gestione della maternità, riorganizzandosi; formazione per le non laureate; corsi motivazionali e di<br />

orientamento per le giovani che vogliono rientrare nel mercato del lavoro dopo la maternità.<br />

www.donnaimpresa.com<br />

L’uguaglianza nella<br />

differenza: casi<br />

virtuosi.<br />

ADELE NARDULLI lo dice per esperienza. Trent’anni fa ha fondato a Milano insieme a Laura Gori la<br />

Trans-Edit, una piccola società che offre traduzioni e interpreti in tutto il mondo. Con una caratteristica:<br />

dei suoi venticinque dipendenti, venti<br />

sono donne. Assunte come<br />

manager, grafici, contabili,<br />

commerciali. Mestieri che in Italia<br />

vengono svolti solitamente da<br />

uomini. Alla Trans-Edit no, sono al<br />

femminile. Adele e Laura sono<br />

riuscite a coniugare il modello di<br />

business per avanzati sistemi di<br />

traduzione linguistica e sostenibilità<br />

aziendale con servizi aziendali per la<br />

sostenibilità del lavoro (flessibilità,<br />

welfare aziendale per il benessere e<br />

la felicità del personale). Per<br />

consentire infatti alle proprie<br />

dipendenti di dare il massimo in<br />

ufficio, le due titolari garantiscono la<br />

palestra gratuita; una stanza per la<br />

fisioterapia; l’asilo nido, il part-time<br />

su richiesta e la possibilità di<br />

lavorare da casa. Senza tralasciare i<br />

cosiddetti servizi salvatempo: dalla<br />

frutta alla parrucchiera, a prezzi<br />

convenzionati, utilizzabili su richiesta<br />

in azienda. “Tutto questo ha un<br />

costo per noi, certo. Ma è un costo<br />

ampiamente ripagato dalla<br />

produttività delle nostre dipendenti»,<br />

assicura Adele Nardulli. Se lo ha<br />

fatto una piccola impresa come la<br />

nostra, senza aiuti, perché mai non<br />

potrebbe farlo il governo?”


MICHELA MURGIA La via "femminile" al<br />

potere può migliorare anche i maschi.<br />

Processi partecipativi, e non autoritari.<br />

Partendo dai comitati di resistenza<br />

territoriale. Includendo, e non isolando i<br />

più deboli. L'autrice interviene nel dibattito<br />

de l' Espresso sul rapporto fra donne e<br />

ruoli di vertice “Ai confini del potere forte,<br />

dove ci sono i poteri deboli, le logiche<br />

sono meno gerarchiche e più reticolaridice<br />

– ed è lì che nascono movimenti<br />

collettivi e nuove forme di organizzazione<br />

sociale, perché quando si è tutti fragili ci<br />

si teme di meno. Le donne che hanno<br />

vissuto questa esperienza sanno come<br />

replicarla per dare vita a un potere non<br />

più sottrattivo, ma generativo, e offrire a<br />

tutti - maschi compresi - l’opportunità di<br />

essere potenti insieme, anziché uno<br />

contro l’altro. Esiste un processo, riassunto nel termine intraducibile di empowerment, che mostra<br />

che non c’è bisogno di portarlo via a qualcuno, perché il potere i deboli se lo danno da sé<br />

riconoscendolo e<br />

riconoscendosi”.<br />

ANNA AMATI Architetto,<br />

mamma di tre adolescenti, oggi<br />

fa parte del Consiglio direttivo di<br />

Italia Startup ed è coordinatore<br />

italiano della Kaufmann<br />

Foundation. Da oltre un<br />

ventennio si occupa di venture<br />

capital e progetta incubatori e<br />

parchi scientifici. “Se non si<br />

aiutano i giovani si muore”, ha<br />

dichiarato Anna in una intervista<br />

che la celebrava per aver<br />

portato per la prima volta in Italia<br />

il Global Entrepreneurship<br />

Congress.<br />

ORNELLA BARRA Si contano sulle dita di una mano i nomi italiani di donne ai vertici di aziende<br />

straniere. Tra questi c'è senz'altro quello di Ornella Barra, Vicepresidente di Walgreens Boots<br />

Alliance e Presidente e Chief executive di Global Wholesale and International Retail. Ornella è<br />

una delle donne più potenti nel mondo degli affari dell'area EMEA (Europa, Medio Oriente e<br />

Africa). Ad attestarlo è la classifica redatta da Fortune nel settembre del 2015, in cui proprio lei,<br />

insieme a Marina Berlusconi<br />

rappresentava il nostro Paese,<br />

precisamente alla quinta posizione.<br />

E' considerata la signora di ferro<br />

della farmaceutica, proprio per la<br />

sua mansione all'interno della<br />

Pharmaceutical Wholesale<br />

Division, che opera sotto il brand<br />

Alliance Healthcare, tra i più<br />

importanti all'interno di Walgreens<br />

Boots Alliance, tantodaaver<br />

portato ad una vera e propria<br />

rivoluzione nel concetto di<br />

distribuzione, anche grazie alla<br />

lunga serie di partnership varate,<br />

con le quali è riuscita a sbarcare nei<br />

mercati di Cina e Stati Uniti.<br />

LILIANE BETTENCOURT non ha certo dovuto costruire tutto da<br />

sola perché l’unica figlia di Eugène Shueller fondatore<br />

dell’importante casa cosmetica L’ Oréal, di sicuro una delle più<br />

grandi case di cosmetici al mondo. Nel 1957, sette anni dopo il<br />

matrimonio con il politico Andrè Bettencourt dal quale ha preso il<br />

cognome, impero L’Oreal passa all’unica figlia del fondatore. Il punto<br />

di partenza le è stato favorevole, ma in seguito ciò che ha fatto la<br />

differenza sono state una buona gestione economica e la<br />

lungimiranza. Una donna che ha saputo sorprendere, anche grazie<br />

a qualche scandalo, hanno fatto la loro buona parte. Parola d’ordine<br />

“diversificare“: Liliane Bettencorut ha avuto la lungimiranza di siglare<br />

importanti accordi che hanno portato i suoi prodotti ad allargare il<br />

dominio sul mercato dei cosmetici.<br />

www.donnaimpresa.com


www.donnaimpresa.com<br />

MARINA<br />

BERLUSCONI<br />

Presidente di Fininvest<br />

edi Mondadori,è<br />

ancora una volta l’unica<br />

manager alla guida di<br />

un gruppo italiano<br />

presente nella<br />

prestigiosa classifica<br />

delle donne più potenti<br />

al mondo stilata della<br />

rivista Fortune che<br />

raggruppa dal 1988 le<br />

50 donne della<br />

comunità economica<br />

internazionale che al di<br />

fuori degli Stati Uniti si<br />

sono fatte<br />

maggiormente valere<br />

nelle attività<br />

imprenditoriali e<br />

manageriali. Marina<br />

non è dunque solo la<br />

figlia del famoso<br />

Cavaliere, ma ci ha<br />

messo del suo e oggi,<br />

al traguardo dei 50<br />

anni, si può<br />

tranquillamente scrivere<br />

una biografia<br />

emancipata della<br />

signora senza cadere<br />

nell'agiografia.<br />

Soprattutto in questi<br />

anni Marina ha<br />

dimostrato una<br />

indiscussa capacità nel<br />

fendere i marosi della<br />

crisi che si erano<br />

abbattuti sulla<br />

Mondadori e sull'impero<br />

creato da Silvio<br />

Berlusconi "Mondadori<br />

è tornata all'utile e<br />

prevede risultati in<br />

significativa crescita nei<br />

prossimi anni, genera<br />

cassa – commenta -<br />

con cui ha finanziato le<br />

sue acquisizioni, dai<br />

libri di Rizzoli al digitale<br />

di Banzai media”. Sì,<br />

perché mentre i marchi<br />

gloriosi del made in<br />

Italy escono<br />

rovinosamente di<br />

scena, fagocitati dai<br />

colossi stranieri,<br />

Mondadori è sfuggita a<br />

questa regola di<br />

mercato e invece di<br />

essere ingoiata ha fatto<br />

shopping.


sono con noi:<br />

GALLUCCI<br />

MONTEURANO<br />

ExE<br />

MONTEURANO<br />

MARINELLI SRL (Mc)<br />

MADE IN ITALY<br />

dove siamo:<br />

sono stati con noi:<br />

Feber<br />

ASSEMBLAGGIO FONDI<br />

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Moda<br />

Calabria<br />

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Camere di Commercio<br />

d'Italia<br />

Accademia di BelleArti Fidia<br />

Presidenza del Consiglio dei Ministri<br />

Dipartimento per le Pari Oppurtunità<br />

<strong>DONNA</strong><br />

<strong>IMPRESA</strong><br />

magazine<br />

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ITALIAN CHAMBER OF COMMERCE<br />

AND INDUSTRY in australia inc.<br />

Assocamerestero<br />

Associazione delle Camere<br />

Italiane all'Estero<br />

<strong>DONNA</strong><strong>IMPRESA</strong><br />

magazine<br />

PREMIERE<br />

RADIO<br />

J ack<br />

WWW.<strong>DONNA</strong><strong>IMPRESA</strong>.COM<br />

Consiglio dell’Ordine Nazionale<br />

dei TecnologiAlimentari<br />

since 2005<br />

International Association Women<br />

Entrepreneurs and Business Leaders<br />

Employment, Social Affaire & Equal<br />

Opportunities<br />

Presidenza della Repubblica ENIT ente nazionale del turismo EMIRATI ARABI UNITI<br />

Federazione Nazionale dei<br />

Cavalieri del Lavoro<br />

XING<br />

Ministero degli Affari Esteri<br />

IDI<br />

Istituto Diplomatico<br />

Internazionale<br />

coversince 2006/2016<br />

THE COVER 2015/2016<br />

the cover 2006/2016 www.donnaimpresa.com


DONNE<br />

che fanno notizia<br />

BELLE E BRAVE A TUTTE LE ETÀ.<br />

La comunicazione sociale assume più di ogni<br />

altro tipo di comunicazione un valore etico. Per<br />

sua stessa definizione essa si realizza nella<br />

rappresentazione di valori, nello stimolare ad<br />

agire in funzione di essi o semplicemente<br />

promuovendo nell’interlocutore l’adesione ad<br />

essi. In questo senso assolve una funzione<br />

strategica perché deve essere capace di operare<br />

in una prospettiva di crescita della società nel<br />

suo insieme, deve stimolare l’interlocutore<br />

affinché si senta parte della comunità, e avverta<br />

la comunità intorno a sé e allo stesso attivi<br />

comportamenti solidali nei confronti degli altri.<br />

La comunicazione sociale è questo ma non solo,<br />

in società sempre più conflittuali caratterizzate<br />

da un senso di incertezza molto profondo è<br />

attraverso di essa che si deve essere in grado di<br />

dare risposte concrete a coloro che in qualche<br />

modo si sentono o sono fuori dalla società. I<br />

cosiddetti “profughi” come li definisce Hugues<br />

Lagrange: “Diventare un profugo significa<br />

perdere i mezzi sui quali si basa l’esistenza<br />

sociale, cioè un insieme ordinario di cose<br />

persone con un loro significato: terra, casa,<br />

villaggio, città, genitori, beni occupazioni e altri<br />

punti di riferimento della quotidianità”. In questo<br />

senso l’oggetto del comunicare è rappresentato<br />

dall’idea, dal sistema di valori che può declinarsi<br />

in azioni, comportamenti e servizi. Comunicare<br />

ha pertanto una rilevanza centrale, il diritto<br />

all’informazione, inteso in una triplice accezione<br />

di diritto di informare, di informarsi e di essere<br />

informato, ma anche come espressione del<br />

diritto di cittadinanza, ossia come partecipazione<br />

consapevole al processo decisionale pubblico. In<br />

particolare il diffondersi dei mezzi di<br />

Il valore del talento.<br />

www.donnaimpresa.com<br />

comunicazione di massa ha contribuito in<br />

maniera significativa alla crescita della<br />

consapevolezza dei cittadini e del diritto ad<br />

informarsi. C’è dunque uno stretto rapporto tra<br />

sviluppo sociale e formalizzazione giuridica,<br />

tant’è vero che il diritto all’informazione è stato<br />

legittimato giuridicamente grazie alla diffusione<br />

dei media. Infatti, è possibile individuare i principi<br />

costituzionali che sono alla base di questo diritto,<br />

ossia: l’inviolabilità dei diritti, la democrazia,<br />

l’uguaglianza formale sostanziale tra i cittadini, la<br />

partecipazione alla vita democratica, il diritto al<br />

voto. Mentre il diritto ad essere informati non ha<br />

trovato in Italia una sua legittimazione in una<br />

norma specifica, ciò ha ritardato lo sviluppo e la<br />

diffusione della comunicazione pubblica e quindi<br />

di quella sociale. Ma come comunicare il<br />

sociale? A differenza delle altre nazioni europee,<br />

dove invece tale diritto è tutelato<br />

costituzionalmente, hanno via via scoperto<br />

l’importanza della comunicazione e soprattutto<br />

della riflessione sulla stessa. Conviene a questo<br />

riguardo ricordare come l’inizio del dibattito sulla<br />

comunicazione di pubblica utilità è da far risalire<br />

agli inizi degli anni ’80, con lo sviluppo del<br />

servizio radiotelevisivo che anticipò, in qualche<br />

modo, quello successivo sulla comunicazione<br />

dell’istituzione pubblica. Lo sviluppo dei canali di<br />

comunicazione commerciali incrementò in modo<br />

significativo l’offerta e di conseguenza la<br />

domanda di comunicazione. Inoltre si assistette<br />

ad una evoluzione del clima politico e culturale,<br />

con il riconoscimento della positività del ruolo del<br />

sistema delle imprese e l’emergere di una<br />

maggiore attenzione socio-culturale incentrata<br />

sui bisogni dell’individuo. Di conseguenza<br />

aumentò la produzione di comunicazione,<br />

sostenuta in proporzioni sempre più rilevanti<br />

dalle entrate pubblicitarie. Questo il quadro<br />

generale che diede l’impulso alla nascita del<br />

dibattito sulla modalità di riformulare il rapporto<br />

tra pubblica amministrazione e cittadini; non<br />

ultima in ordine di importanza, nel promuovere<br />

tale dibattito, la volontà politica di fornire aiuti al<br />

sistema dei mezzi di comunicazione di massa.<br />

La professione del giornalista ha conosciuto<br />

profonde evoluzioni ed in questa esplosione<br />

degli universi giornalistici ma qualunque sia<br />

l’universo giornalistico in cui opera il suo ruolo<br />

rimane sempre lo stesso: quello di mediatore tra<br />

un pubblico e una realtà. Occorre dire anche che<br />

se il giornalismo è indubbiamente una<br />

professione affascinante e brillante, essa ha il<br />

dovere, prima di tutto, di affermare la necessità<br />

del coraggio, della tenacia, della combattività,<br />

dell’esigenza di indagare, indipendentemente da<br />

quali siano le difficoltà e quali siano le tentazioni<br />

di cedere immediatezza ed alla spettacolarità. La<br />

bravura infatti non si misura soltanto nella qualità<br />

dei testi, nell’efficacia della sintesi radiofonica o<br />

nella felicità della selezione delle immagini e del<br />

loro assemblaggio con il sonoro del reportage<br />

televisivo, la qualità del lavoro emerge bensì<br />

nell’efficacia con cui il/la giornalista testimone<br />

diventa interprete delle attese e degli interessi<br />

del pubblico. Comunicare, nella moderna<br />

informazione (moderna non soltanto in relazione<br />

alle tecnologie, ma anche alla maturità del<br />

rapporto tra i media e la società esigente propria<br />

delle democrazie evolute), non consiste in un<br />

processo unidirezionale circa la trasmissione di<br />

notizie, suoni e immagini, ma anche<br />

nell’attenzione alla risposta del pubblico,<br />

intuendone le esigenze e tenendo conto delle<br />

reazioni, siano esse critiche o di consenso o di<br />

commento. Il vero giornalismo è questo dunque.<br />

Esso non si limita all’affinamento delle qualità<br />

tecniche della professione ma si estende<br />

all’acquisizione della coscienza del valore di<br />

quanto accade rispetto al grado di evoluzione<br />

della coscienza pubblica e agli obiettivi politicosociali<br />

che la società si propone e sui quali la<br />

società discute. C’è una fase importantissima<br />

dell’attività professionale che precede il<br />

momento della redazione degli articoli o della<br />

edizione dei servizi radiotelevisivi e corrisponde<br />

con la capacità di “leggere” la realtà, di<br />

comprenderla alla luce delle attese del pubblico<br />

al quale si rivolge. La cultura del pluralismo<br />

rende di complesso il processo di avvicinamento<br />

alla verità, comporta anche il confronto tra fonti<br />

diverse, ma soprattutto chiama in causa, con<br />

quella dei giornalisti, la responsabilità del<br />

pubblico che deve ricevere criticamente le<br />

informazioni ed esercitare il discernimento<br />

necessario per una lettura “attiva”<br />

dell’informazione. Massimo rispetto per il proprio<br />

essere e per gli altri: una ricetta semplice, in<br />

base all'assunto per il quale le immagini non<br />

devono necessariamente servire a costruire un<br />

significato altro da sé ma devono essere<br />

significative di per sé. Solo le menti più lucide del<br />

giornalismo moderno si ricordano che ci si<br />

esprime in tal guisa, i pochi e le poche che lo<br />

f(s)anno sono esempi che rendono l'esperienza<br />

televisiva degna di essere vissuta, che mi<br />

spingono ancora a plaudire.


Dalla cultura del no alla cultura del sì.<br />

Esiste una stretta relazione tra informazione e democrazia.<br />

Senza libertà di informazione, non può esserci democrazia.<br />

L'informazione racconta il mondo e, di conseguenza,<br />

determina l'esistenza o meno di realtà, persone,<br />

avvenimenti. L'informazione può esaltare o distruggere,<br />

può valorizzare, legittimare, dare potere come può<br />

devalorizzare, delegittimare e negare potere.<br />

L'informazione può mettere in crisi il giusto rapporto tra<br />

istituzioni e cittadine e cittadini. Fare informazione vuol dire<br />

responsabilità. Le donne sono oggetto di informazione e<br />

operatrici dell'informazione. Ancora oggi però, alle soglie<br />

del terzo millennio, l'immagine delle donne fornita dai mass<br />

media non rispecchia la realtà femminile nel mondo. Alle<br />

donne che fanno informazione dunque il compito di battere<br />

le resistenze culturali che ostacolano e tengono in ombra la<br />

nuova cultura delle donne. L'attenzione sui media è<br />

parallela all'attenzione della rappresentanza politica: se<br />

sono poche le donne nei luoghi decisionali, altrettanto<br />

poche sono le donne rappresentate nelle loro qualità di<br />

potere nei media. Da ciò si può desumere che il problema<br />

centrale oggi è proprio quello del potere, inteso nella sua<br />

valenza polisemantica. Recuperare l'ampiezza della parola<br />

potere, della sua etimologia è particolarmente fertile: il<br />

lessico potere deriva dal latino possa esse quindi,<br />

letteralmente poter essere. Appare molto utile tenere<br />

presente questo significato etimologico: potere essere è la<br />

prima ed ineludibile forma di potere. Chi ha potere, in primo<br />

luogo può essere, non si è mai data una persona che abbia<br />

potere senza poter essere. Questa ricchezza semantica<br />

aiuta molto bene a capire il cammino culturale dell'identità<br />

di genere femminile. Tre verbi possono riassumere<br />

l'avventura dell'emergere e affermarsi di questa identità:<br />

fare, essere, potere. Le donne hanno sempre dovuto fare,<br />

senza peraltro avere il diritto di essere. Il mio, e nostro,<br />

raccontarle, vuole essere un contributo a questo cammino.<br />

Valeriana Mariani<br />

www.donnaimpresa.com<br />

MARZIA RONCACCI RAI 2<br />

Fra i volti più amati svetta in pole position il suo. Marzia avvince, diverte, intriga, invita all’ascolto. Ma<br />

siamo già nell'Inenarrabile, ciascuno guardi coi propri occhi! Giornalista RAI e conduttrice del<br />

programma di informazione Tg2 Insieme su Rai2, nasce a Roma, si laurea in Lettere e Filosofia e in<br />

Geografia alla Sapienza di Roma, insegna<br />

al liceo e scrive, scrive, scrive... Docente in<br />

dizione, oltre all'inglese, impara la lingua<br />

araba.Giornalista professionista, tanta<br />

gavetta in radio, tv, giornali locali e nazionali.<br />

" Esperienza On The Road - le piace dire -<br />

una condizione necessaria per la nostra<br />

professione!" Cresce in radio come inviata e<br />

conduttrice delle news di RDS. Autrice di<br />

programmi, passa in Tv, a Rai Due, poi al<br />

Tg2 dove lavora nella redazione di Costume<br />

e Società , Medicina 33, e ancora nella<br />

redazione Interni, Esteri. Poi passa nella<br />

redazione Economico-sindacale. Molte le<br />

storie raccontate per Tg2 Storie. Vince il<br />

Premio Media Price 2009 e il premio per la<br />

Comunicazione e Salute 2010 da parte<br />

della federazione diabete giovanile. A<br />

dicembre 2013, nella sala del Campidoglio a<br />

Roma, riceve dall’Ente del Turismo e dello<br />

Spettacolo il premio Personalità Europea<br />

2013 come giornalista. Successivamente,<br />

l' 8 marzo 2014 riceve il Premio Donne<br />

nella comunicazione, riconoscimento a<br />

giornaliste che si sono distinte nella<br />

comunicazione dei valori della donna nella società del lavoro e non solo. Modera Convegni e tavole<br />

rotonde. Il suo motto "VOLERE È POTERE" . A lei, soprattutto, il suo pubblico riconosce una grande<br />

dote: dare le notizie con partecipazione, pur restando ammirevolmente professionale. E' dotata di<br />

grande intelligenza, fascino, caparbietà, professionalità, audacia e simpatia: un mix che le ha<br />

consentito di essere sempre al top nell’esercizio di una professione, quella del giornalismo, mai<br />

come oggi difficoltosa e incerta. Una donna non comune, Marzia, di quelle (rare) che cavalcano<br />

l’onda dei tempi con singolare destrezza, con una indipendenza e ostinazione ammirevoli che ancora<br />

oggi, molte donne moderne, non hanno, e non avranno forse mai. Il suo stile è molto colloquiale,<br />

sincero, quasi che lei, dallo studio, ci stia offrendo un caffè, su di una terrazza affacciata sul mare,<br />

mentre ci racconta la vita in tutte le sue sfumature. La sua carriera non è stata semplice: ha sempre<br />

pagato il prezzo intero per tutto quello che ha avuto, ma l’ha fatto, come direbbe Sinatra " My Way". Il<br />

nostro più sentito e sincero plauso!<br />

TIZIANA PANELLA LA7<br />

Nata a Napoli nel 1968 e cresciuta a San Paolo<br />

Belsito, un comune dell'entroterra napoletano, a 18<br />

anni, vince un premio letterario organizzato dal<br />

settimanale L'Espresso e successivamente inizia<br />

a collaborare con i quotidiani Il Giornale di Napoli<br />

ed Il Mattino. Nel 1990 inizia a lavorare in<br />

televisione, conducendo i telegiornali di varie<br />

emittenti locali di Caserta e come inviata per il<br />

TGR Campania della RAI. Nel 1992 torna alla<br />

carta stampata con Visto. A partire dal 1994<br />

ritorna in RAI per realizzare dei programmi come I<br />

fatti vostri , Indagine e Chi l'ha visto? Segue da


inviata in Albania e Macedonia il conflitto in Kosovo. Nel 2001 lavora con Michele Santoro ne<br />

Il Raggio Verde, in onda su Rai 2, e nel successivo programma di Sciuscià. Dal settembre<br />

2001 lavora per LA7, dove conduce il telegiornale per tre anni. Nel febbraio 2003 diviene<br />

giornalista professionista e dal novembre dello stesso anno si occupa anche della trasmissione<br />

Orlando insieme a Susanna Schimperna, sempre su La7. Nel 2004 vince con Alessandra<br />

Anzolini il 4° Festival Cinemambiente con un documentario sui rifiuti in Campania. Nel<br />

settembre 2007 la Panella approda a Omnibus, un programma di LA7, come conduttrice del<br />

Tema del giorno nella versione Omnibus Weekend, in onda appunto il fine settimana. Da<br />

aprile 2008 conduce, nella fascia mattutina, il programma Le vite degli altri, 60 puntate di<br />

biografie di personaggi famosi (replicato anche nell'estate 2011). Da ottobre 2010 a marzo<br />

2011 ha condotto anche il magazine del TG LA7, Life. Dal 2011 conduce, ogni mattina su LA7,<br />

il talk show Coffee Break in onda per quattro stagioni consecutive, in origine insieme ad<br />

Enrico Vaime. A partire dalla stagione 2015 - 2016, e precisamente dal 26 ottobre, conduce un<br />

nuovo contenitore pomeridiano su LA7 chiamato Tagadà. Una strada irta di difficoltà, quella di<br />

Tiziana Panella; un territorio a dir poco sfavorevole - nel dominio incontrastato della Vita in<br />

diretta e della D’Urso - alla profetica, ma affaticata, conquista del decimale d’audience, nei<br />

pomeriggi di La7. Questa donna determinata e dal sorriso tagliente s’è presa dunque carico di<br />

una missione audace: quella di conquistare una fascia d’ascolto inesistente. E ci è riuscita alla<br />

grande, snocciolando una narrazione sempre maggiormente efficace nel tempo: servizi<br />

trasversali che hanno riacceso il talk non urlato, che mostra piena maturità con il consenso del<br />

pubblico. Così com’è oggi, Tagadà si attesta non solo come l’intrattenimento intelligente in<br />

quella fascia oraria, ma bensì consacra la sua bella e brillante conduttrice dallo stile semplice<br />

ma ricercato, come una delle protagoniste indiscusse del digitale terrestre e una delle<br />

giornaliste più seguite da casa. Slogan del programma è "Il pomeriggio che non c'era..."<br />

MARIA LATELLA SkyTg24<br />

corrispondente per la Cecchi Gori Comunication (TMC-<br />

TMC2) . Dal 2000 è redattrice della cronaca, prima a TMC2<br />

conducendo anche il Flash, e poi a LA7, dove conduce<br />

l'edizione del TG LA7 delle ore 13:30. Dal febbraio 2013<br />

conduce TG LA7 Cronache. Bellissimo sguardo, capelli neri,<br />

occhi verdi, corpo statuario, dice “Essere una bella donna in<br />

televisione aiuta, certo, ma senza professionalità non vai da<br />

nessuna parte. Discriminata in quanto donna? Mai<br />

successo... La7 poi è un’isola felice: siamo quasi tutte donne”.<br />

Se sono quasi tutti uomini è maschilismo, se sono quasi tutte<br />

donne è? Un'oasi felice! Questo almeno sembra.<br />

E' una giornalista, blogger e conduttrice televisiva italiana, attualmente fra le conduttrici di Sky<br />

TG 24. Nata in Calabria, ha vissuto a Sabaudia per i suoi primi 18 anni e poi a Genova fino al<br />

1990. E' lei, la giornalista multimediale dall’espressione d'intellettuale emancipata presente sul<br />

web con il blog Tendenza Latella e una costante<br />

attività su Twitter, ad essere, dal 2005, punto di<br />

riferimento dell'informazione politica di SkyTg24 dove<br />

conduce, ogni domenica, il suo programma<br />

L'Intervista nel quale ospita autorevoli protagonisti<br />

della politica, dell'economia e della cultura e per il<br />

quale ha ricevuto il Premio Ischia come miglior<br />

programma di attualità e politica. Il suo esordio in Tv<br />

risale al lontano 1996 su Rai Tre con Dalle venti alle<br />

venti, programma di informazione politica.<br />

Successivamente, nel 1998 ha condotto, sempre su<br />

Rai Tre , Salomone, un talk show di prima serata<br />

dedicato ai temi della giustizia civile. Editorialista del<br />

quotidiano romano Il Messaggero, fa parte del board<br />

del Centro Studi Americani e del board Education<br />

di Samsung. Ha lavorato per il gruppo Rizzoli-<br />

Corriere della Sera per ventitré anni, prima inviata di<br />

politica per il Corriere della Sera e poi direttore, dal<br />

2005, del settimanale Anna. Nel 2006 guida la<br />

trasformazione del periodico nel nuovo "A".<br />

Maria<br />

Latella è sposata con il pubblicitario inglese<br />

Alasdhair Macgregor-Hastie Vice Presidente della<br />

francese BETC ed è madre di una figlia femmina,<br />

Alice, creative director a Berlino. Vive dividendosi tra Milano, Roma e Parigi. In una intervista<br />

ha dichiarato “Smettiamola con l’arma impropria della bellezza: con i maschi dobbiamo giocare<br />

alla pari” e come darle torto? Ad Majiora!<br />

CRISTINA FANTONI SkyTg24<br />

Laureata alla LUISS con una tesi sul Linguaggio verbale e<br />

non verbale del calcio entra, nel 1996, nella redazione di<br />

TMC Sport come conduttrice. Ha seguito come inviata due<br />

edizioni dei Campionati Mondiali di Sci Alpino: quelli del 1997<br />

al Sestriere e l'edizione del 1999 a Vail-Beaver Creek, nel<br />

Colorado. In quella occasione conosce, e successivamente<br />

sposerà, l'allora collega Carlo Vanzini. In ambito calcistico<br />

segue come inviata i Mondiali di Francia e gli Europei di<br />

Belgio-Olanda nel 2000, e negli anni successivi condurrà<br />

settimanali e trasmissioni sportive. Entra quindi nella<br />

redazione della neonata La7 per la conduzione delle ore<br />

20:00 ma poi tornerà allo sport, sua grande passione. Oggi<br />

lavora alla redazione sportiva di Milano di LA7 come inviata<br />

ed è una delle conduttrici dell'edizione delle 13:30 del TG.<br />

FEDERICA DE SANCTIS SkyTg24 mattina<br />

Nata a Foligno (PG) nel 1974, si laurea con il massimo dei<br />

voti in Scienze Politiche alla LUISS. Dal 1995 al 2000<br />

collabora con riviste e quotidiani (tra cui Italia Oggi e La<br />

Nazione). Nel 1999 per Rai International è autrice e<br />

conduttrice del settimanale di attualità Sportello Italia, mentre<br />

per Radiorai è autrice e conduttrice di Notturno italiano. Dal<br />

1998 al 2000 è conduttrice per Italia Radio dove ricopre<br />

anche il ruolo di inviato. Dal 2001 collabora con l'inserto I<br />

Viaggi di Repubblica. Nel 2000 approda al canale satellitare<br />

Stream come redattrice e conduttrice di Stream News. Dal<br />

2003 è conduttrice del Tg24 di Sky, oltre che inviata e<br />

curatrice di speciali. Sebbene la sua carriera inizia da<br />

giovanissima, Federica dichiara di conservare sempre<br />

l’emozione della prima volta. L’adrenalina alle stelle, la<br />

commozione più sentita o la gioia più profonda traspaiono<br />

nitide sul suo angelico volto che non tradisce emozioni e stati<br />

d’animo, che non lesina sorrisi. Dice di sé stessa “Mi sveglio<br />

ogni giorno alle 4.45 del mattino, figuriamoci se posso perdere<br />

tempo a pensare come vestirmi... pantaloni, camicia e via.<br />

Grazie al cielo ho un fidanzato molto paziente: non è facile<br />

stare con qualcuno che deve andare a letto con le galline 5<br />

sere a settimana”. Ciò vuol dire che se andiamo a letto con le<br />

galline ci svegliamo da galli? Visti i suoi successi, sì.<br />

BIANCA CATERINA BIZZARRI SkyTg24<br />

Nata nel1967 e fiorentina d'adozione collabora, sin dal 1990<br />

con molte emittenti locali regionali della Toscana come<br />

redattrice e conduttrice delle edizioni del Tg. Nel 1999 diventa<br />

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MIRTA MERLINO RAI2<br />

La sua carriera inizia nel 1994 per Mixer, su Rai 2 con Giovanni Minoli per<br />

proporsi come autrice di talk show come Italia Maastricht , Mister Euro e La<br />

storia siamo noi. Intanto, tra il 2002 e il 2003, è stata responsabile<br />

dell'informazione di Rai Educational e l'anno successivo ospite fissa della<br />

trasmissione Casa Raiuno, in qualità di esperta economica. Tra il 2005 e il<br />

2008 è stata autrice e conduttrice del programma di informazione Economix<br />

prodotto da Rai Educational: un'intervista di trenta minuti a un grande<br />

personaggio della politica o dell'economia per affrontare i principali temi<br />

suggeriti dall'attualità. Nel 2009 approda a La7, come autrice e conduttrice di<br />

Effetto Domino, un approfondimento economico in onda in seconda serata<br />

fino al 2011. E' ideatrice, autrice e conduttrice, sempre nell’anno 2011 per La7,<br />

del programma<br />

L'aria che tira: un<br />

talk show in onda<br />

al mattino dal<br />

lunedì al venerdì.<br />

Giunta alla quarta<br />

edizione, la<br />

trasmissione è<br />

cresciuta in quanto<br />

a programmazione,<br />

arrivando a due ore<br />

e mezza di diretta<br />

al giorno rispetto ai<br />

23 minuti iniziali<br />

con un incremento<br />

superiore al 100 %<br />

degli ascolti solo<br />

nell'ultimo anno.<br />

Sull'onda dei suoi<br />

successi,<br />

nell'estate del 2014, la Merlino debutta in L'Aria che Tira Stasera, quattro<br />

puntate in onda il lunedì: il programma arriva in prima serata, mentre prosegue<br />

la programmazione del mattino. Nel 2015 pubblica con Rizzoli "Madri -<br />

Perché saranno loro a cambiare il Paese", una raccolta di storie di mamme<br />

famose e non: vere e proprie testimonianze di un quotidiano difficile, che fra<br />

successi ed insuccessi, è risultato comunque essere significativamente<br />

importante ai fini del cambiamento. Ha lavorato a lungo anche per la Radio,<br />

conducendo, all'interno del programma di Rai Radio 2 , Alle Otto della Sera,<br />

una serie di puntate sulla storia della moneta e, poi, sempre per Rai Radio 2,<br />

una serie di venti puntate dedicate alle biografie degli uomini che hanno<br />

cambiato la storia attraverso il denaro, dal titolo Re di Denari. Ha scritto per Il<br />

Sole 24 Ore , Il Messaggero , Panorama , International Herald Tribune,<br />

Liberation , Families in Business , Nord e Sud , Il Secolo XIX , Il Resto del<br />

Carlino , La Gazzetta del Mezzogiorno. È stata autrice di un dizionario dei<br />

termini comunitari, distribuito in 250.000 copie con i quotidiani Il Mattino e La<br />

Gazzetta del Mezzogiorno. Moderatrice di numerosi convegni e incontri<br />

pubblici, nel corso degli anni ha intervistato i principali attori internazionali<br />

della vita politica ed economica. Myrta Merlino sa stare in video con eleganza<br />

ed autorevolezza, ma ciò che concorrono al suo successo sono anche un bel<br />

sorriso e un fisico che si fa notare “Se coltivi te stesso invece di coltivare il tuo<br />

ruolo – dice - avrai una forza straordinaria” … parole sagge! La nostra vita<br />

dipende da noi, non dimentichiamolo. La vita non accade; la vita risponde.<br />

HELGA COSSU Sky Tg24<br />

Inizia la sua carriera da giovanissima, lavorando come giornalista politica per<br />

alcune testate del Basso Lazio. Passa subito alla televisione, facendo le<br />

prime esperienze in alcune emittenti della Ciociaria, Teleuniverso e Roma<br />

Uno. Nel 2008 passa alla conduzione di Sky TG 24 e successivamente<br />

approda alla fortunata conduzione del tg. Un volto bello e naturale, il suo.<br />

Quando la accusano di sorridere poco, risponde “Devo dare notizie, mica<br />

fare la show girl!”. In effetti, nei sogni di bambina di Helga non c'era un<br />

futuro da soubrette, bensì quello di fare del giornalismo la sua professione.<br />

Cosa che le è riuscita ed anche alla grande! E’ il giusto compenso per non<br />

aver mai abbandonato la sua ambizione, per non aver gettato le armi alle<br />

prime difficoltà sebbene anche "cresciuta" dentro un sistema, quello<br />

dell'informazione, che limita e finanche a volte, inibisce, una legittimazione.<br />

Helga è la conferma che non bisogna mai desistere dallo studiare, dal<br />

progettare, dal sognare. Una storia come questa ci fa bene ricordarla.<br />

MIKAELA CALCAGNO Sport, Mediaset Premium<br />

Iscritta all'Albo dei giornalisti professionisti dal 30 <strong>gennaio</strong> 2006, ha esordito<br />

nel giornalismo sportivo televisivo nel 2002 per l'emittente Telenord di<br />

Genova, affiancando il mitico Aldo Biscardi nella trasmissione Il Derby del<br />

martedì. Nel dicembre 2003 è entrata a far parte del circuito dell'emittente<br />

RomaUno Tv, dove è stata conduttrice del telegiornale e dove si è occupata<br />

di calcio e basket. Sempre per la stessa emittente ha curato e realizzato<br />

programmi sulle squadre di calcio romane, Roma e Lazio. Passata alle reti<br />

Mediaset nel 2005, entra a far parte della redazione sportiva di Italia 1 e<br />

appare nelle principali trasmissioni sportive dell'emittente, tra cui Studio<br />

Sport e Domenica Stadio. Con l'avvento del digitale terrestre, a partire dal<br />

2008 viene assegnata alle reti sportive a pagamento di Mediaset Premium,<br />

dove si occupa della conduzione dei notiziari sportivi e di altre trasmissioni,<br />

quali Serie A Live e Speciale Calciomercato, in onda su Premium Calcio.<br />

Cresciuta a pane e sport fin da bambina, trascorreva i pomeriggi a<br />

bordocampo con il padre allora presidente della squadra di Imperia. Quando<br />

è approdata a Mediaset poco o niente le è importato del nutrito scetticismo<br />

dei colleghi uomini: lei è andata per la sua strada con coraggio e fermezza<br />

specializzandosi sulle proprie competenze, studiando, approfondendo,<br />

diventando sempre più esperta della propria nicchia e dimostrando infine di<br />

essere brava come loro. Anche molto più di loro. Onore al merito Mikaela!<br />

STEFANIA PINNA SkyTg24<br />

Classe 1980, di Macomer, è conduttrice televisiva per Sky tg24. Laureata in<br />

Scienze della Comunicazione presso l’Università di Perugia, consegue un<br />

Master in giornalismo all’Università degli Studi di Sassari. La sua prima<br />

esperienza nel mondo del giornalismo risale al 2001 quando inizia a lavorare<br />

come reporter per la redazione umbra de Il Messaggero. Nel 2006, invece,<br />

il suo passaggio come stagista a Sky tg24: prima tre mesi nella redazione<br />

romana, poi il rientro in Sardegna come corrispondente e solo un anno più<br />

tardi, udite, udite, arriva il suo primo contratto con l’emittente televisiva di<br />

Rupert Murdock. Iscritta all'albo dei giornalisti professionisti dal 2008 (ma<br />

già pubblicista nel 2005), è felicemente sposata con il collega dell'Ansa<br />

Federico Garimberti con il quale ha un bambino di quasi due anni. Il suo<br />

motto? “Non affannatevi dunque per il domani, perché il domani avrà già le<br />

sue inquietudini. A ciascun giorno basta la sua pena” E brava Stefania!.<br />

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SARA VARETTO Sky TgEconomia<br />

E' direttrice di Sky TG24 conduttrice e autrice della<br />

rubrica Economia di Sky TG24. Ha iniziato la carriera<br />

giornalistica nel 1992, come redattore e conduttore per<br />

il Giornale Radiotelevisivo Piemonte, diventando<br />

giornalista professionista nel 2002. Dal 1998 al 1999<br />

ha lavorato alla RAI nella trasmissione Italia<br />

Maastricht, condotta da Alan Friedman, e per<br />

Rainews. Nel 2000 sempre insieme ad Alan<br />

Friedman fonda il sito di informazione miaeconomia.it,<br />

che nel 2002 diventa anche un programma televisivo<br />

su LA7; dirige inoltre, dal 2000 al 2007, la testata<br />

Miaeconomia.com che comprende il sito<br />

miaeconomia.it, il programma televisivo e progetti di<br />

comunicazione in campo economico-finanziario per<br />

aziende e istituzioni. Nel 2003 passa a Sky TG24,<br />

dove è conduttore e autore della rubrica Economia fino<br />

alla nomina di direttore. Ha vinto il Premio Tular<br />

(2009) per la capacità di comunicare complesse e<br />

importanti notizie di economia e il Premio Sulmona<br />

(2013). E' sposata con il giornalista Salvo Sottile, da cui ha avuto due splendidi figli. Per affermarsi in<br />

un mondo come quello del giornalismo economico, tradizionalmente maschile, c’è voluta tutta la sua<br />

determinazione: “All’inizio gli ospiti mi guardavano, giovane e carina, e nei loro occhi leggevo il<br />

pregiudizio – dice - Ma questa saprà di cosa parla? Poi aprivo bocca, e cambiavano espressione.<br />

Grane da diretta? Un giorno aspettavamo due ospiti: uno perse l’aereo e l’altro era bloccato nel<br />

traffico. Panico. Andai a braccio, ma se non conosci bene l’argomento sei fritto.<br />

Beh, è andata bene.<br />

La vera difficoltà sta nel tenere insieme lavoro e famiglia: quello sì, con due bambini di 4 e 2 anni,<br />

Giuseppe e Maya. E la piccola è nata proprio quando è scoppiata la crisi finanziaria”. L’audience<br />

intanto continua a premiarla per la sua abnegazione e la ricerca di trovare regole agili e condivise per<br />

dare la maggiore attenzione possibile ai contenuti ed anche noi non possiamo esimerci dal<br />

congratularci con lei. Ad essere una donna che si occupa ti tematiche economiche, e così bella e<br />

giovane, c'è voluto e ci vuole molto coraggio, se si vive in un paese che non sancisce ancora la parità<br />

LUCIA ANNUNZIATA Rai 3<br />

Medaglia di merito per la scrittrice, giornalista e conduttrice televisiva Lucia Annunziata, premiata<br />

con l’onorificenza di Grande ufficiale dell’Ordine al merito della Repubblica italiana. Attualmente<br />

è conduttrice del programma televisivo In 1/2 h in onda su Rai 3 ogni domenica, un programma<br />

particolarmente seguito da giovani e adulti fino a 55 anni. Giornalista professionista dal 1976,<br />

corrispondente dagli Stati Uniti prima per Il Manifesto e poi per La Repubblica per cui segue dal<br />

1981 al 1988 l' America centrale e latina - tra gli altri eventi: la rivoluzione in Nicaragua, la guerra<br />

civile del Salvador, l'invasione americana di<br />

Grenada, la caduta del regime di Baby Doc<br />

Duvalier in Haiti ed il terremoto del Messico. Per<br />

La Repubblica diventa corrispondente dal<br />

Medioriente, con base a Gerusalemme. Nel 1977<br />

aveva appena 27 anni e lavorava già a Il<br />

manifesto. Passa poi al Corriere della Sera nel<br />

1993 e torna in USA. Nel corso del 1995 torna in<br />

Italia e arriva in televisione, su RAI 3, con il<br />

programma Linea tre. Dal 1996 al 1998 è<br />

direttore del Tg3. Nel 2000 fonda e dirige<br />

l'agenzia di stampa APBiscom, società che<br />

nasce dalla Associated Press ed Ebiscom. Il<br />

13 marzo 2003 diventa Presidente della RAI,<br />

mandato che conserva fino al 4 maggio 2004,<br />

data delle sue dimissioni. È stata la seconda donna presidente RAI, dopo Letizia Moratti (nel<br />

1994). Dal 2004 è editorialista de La Stampa. È direttore responsabile di Aspenia, la rivista di<br />

Aspen Institute Italia, in qualità di membro dell'esecutivo. Ha scritto i libri: Bassa intensità (ed.<br />

Feltrinelli) , sul Salvador ; La crepa (ed. Rizzoli) , sulla frana di Sarno nel 1998; No (ed. Donzelli) ,<br />

contro la seconda guerra in Iraq ; 1977 (ed. Einaudi) , sul movimento giovanile del 1977. Ha<br />

ricevuto vari premi giornalistici, tra cui il Premiolino (il più importante riconoscimento<br />

giornalistico italiano) ed il Saint Vincent. Nel 1993 le è conferita dalla Università di Harvard la<br />

borsa di studio Nieman. Dal marzo 2011 conduce su Rai 3 la trasmissione Potere che si articola<br />

in 6 puntate della durata di un'ora. Da settembre 2012 è il direttore di Huffington Post Italia e<br />

dal <strong>gennaio</strong> 2013 conduce un nuovo programma televisivo, Leader. Nel 2014 le è stato conferito<br />

presso la Camera dei Deputati il Premio America della Fondazione Italia USA. Sposata con il<br />

giornalista americano Daniel Williams, ha una figlia, Antonia . Lucia Annunziata è atea. Amata<br />

o non amata? Questo sembrerebbe essere il dilemma. Ma non lo è, in effetti a giudicare dalle<br />

vendite dei libri e dagli ascolti. Sono in molti quelli che, dati alla mano, la amano, e la seguono.<br />

Eppure lei non fa nulla per com-piacere; ciò a testimoniare che il suo mancato savoir fare non<br />

lede minimamente la sua statura professionale: la sua grinta, determinazione e coraggio la<br />

dicono lunga su quanto paghi l’essere autenticamente sé stessi nel confronto con il pubblico. A<br />

tal proposito, chi non la ricorda in quel 13 marzo del 2006 quando, nel suo programma ½ h nel<br />

pieno del dibattito per le elezioni politiche, è stata protagonista di un diverbio con l'allora<br />

Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi che causa l'abbandono della trasmissione da parte<br />

dell'allora premier? E chi non la ricorda anche in data 15 <strong>gennaio</strong> 2009 quando, ospite alla<br />

trasmissione AnnoZero, abbandona lo studio in segno di sdegno nei confronti del conduttore<br />

Michele Santoro accusandolo di aver impostato una trasmissione troppo filo-palestinese e in<br />

segno di sdegno nei confronti del medesimo per aver definito "fesserie" le sue critiche? Come<br />

non rammentare inoltre l’episodio del 23 febbraio del 2012 quando, durante la trasmissione su<br />

internet Servizio Pubblico, condotta sempre da Michele Santoro, Lucia Annunziata dichiara:<br />

"Adriano Celentano ha il diritto di dire quello che vuole e lo avrei difeso anche se avesse detto<br />

che i gay sono da mandare al campo di sterminio?” Come non citare infine l'incontro-scontro con<br />

Matteo Renzi in cui l' Annunziata redarguisce l'allora Premier con battute al vetriolo del tipo<br />

"Con lei da questa parte (referendum) non andiamo da nessuna parte"? Nulla di retorico, nulla di<br />

rituale dunque: Lucia Annunziata semplicemente “È”.<br />

BIANCA BELLINGUER Rai 3<br />

E' nominata nel 2009 direttrice del telegiornale di Rai 3 di cui ne manterrà la conduzione fino al<br />

2016, sostituita, con molte polemiche, attualmente promette battaglia con il suo nuovo<br />

programma, Carta Bianca sempre su Rai 3 . Bianca Maria nasce a Roma, il 9 dicembre 1959.<br />

Primogenita dei quattro figli del leader del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer e di<br />

L etizia Laurenti (gli altri fratelli sono Maria Stella , Marco e Laura, giornalista di TgCom24), si è<br />

sposata in seconde nozze con il politico Luigi Manconi. Inizia a<br />

lavorare ne Il Messaggero agli inizi degli anni ottanta e<br />

contemporaneamente lavora a Mixer (1985) come redattrice,<br />

entrando poi in pianta stabile nella redazione del TG3 dove<br />

conduce l'edizione serale ininterrottamente dal 1991. Ha<br />

presentato inoltre Primo Piano, rubrica di approfondimento della<br />

stessa testata giornalistica su Rai 3. Nel <strong>gennaio</strong> del 2008 è stata<br />

coinvolta in una polemica dichiarazione del presidente emerito<br />

della Repubblica, Francesco Cossiga il quale, rispondendo ad<br />

un intervistatore, aveva dichiarato di averla raccomandata<br />

insieme ad altri giornalisti ( Giuseppe Fiori , Federica Sciarelli) al<br />

fine di farle ottenere una posizione di maggior spessore all'interno<br />

della Rai. Dichiarazioni prontamente smentite dalla Berlinguer<br />

senza tuttavia intraprendere azioni legali nei confronti del<br />

Senatore. Il 1º ottobre 2009 viene nominata direttrice del TG3. Si<br />

insedia in data 12 ottobre. Il 24 settembre 2010 vince a Roma la<br />

prima edizione del Premio di giornalismo L'isola che c'è,<br />

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iconoscimento assegnato a 10 giornalisti sardi, professionisti della carta stampata o della RAI -<br />

Radiotelevisione italiana, che lavorano nella Capitale. Il 24 settembre 2011 si aggiudica il<br />

Premio Nazionale Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo, sezione giornalismo. Da<br />

direttrice continua a condurre (dopo un intervallo di qualche mese) l'edizione serale del TG3,<br />

nonché l'approfondimento notturno Linea Notte. Dal 7 novembre 2016 conduce CartaBianca su<br />

Rai 3 dall'ambivalente significato: è in effetti "una trasmissione che si appella all’urgente<br />

desiderio di provare, di tentare, un percorso che rimetta al centro l’uomo nella sua eminente<br />

valenza comunitaria e attraverso il quale la Berlinguer si prende una bella rivincita in termini di<br />

share. Al suo esordio pronunciò quasi profeticamente: “È strano che sia io a dare la linea al Tg3,<br />

ma mi ci abituerò” demarcando una velata (ma non troppo) ironia circa le traversie relative alla<br />

sua sostituzione nel TG3.<br />

MILENA GABANELLI Rai 3<br />

Nata a Nibbiano il 9 giugno 1954, è<br />

una giornalista e conduttrice<br />

televisiva italiana. Opera come<br />

freelance collaborando con la Rai a<br />

programmi televisivi di inchiesta. Nei<br />

primi anni novanta Milena Gabanelli<br />

partecipa alla introduzione in Italia dei<br />

nuovi canoni del videogiornalismo,<br />

lavorando da sola con una<br />

videocamera portatile (di pasoliniana<br />

memoria), che crea uno stile più<br />

diretto nelle interviste e in generale<br />

nel modo di fare programmi televisivi.<br />

Nel 1989 inizia la collaborazione per<br />

la trasmissione di Giovanni Minoli<br />

Speciale Mixer. Il suo primo lavoro è<br />

la Cina delle zone economiche<br />

speciali (1989), poi c'è il Vietnam, la<br />

Cambogia. Nel 1990 realizza un<br />

reportage sull'isola Pitcairn, dove<br />

vivono tuttora i discendenti degli ammutinati del Bounty, e dove Milena risiede per un mese. Poi<br />

c'è l' India dei venditori di reni, i deformi di Semipalatinsk (in Kazakhstan, dove per 40 anni si<br />

sono fatti i test atomici), la yakuza giapponese. Come inviato di guerra si è recata in varie regioni<br />

del mondo dove vi erano conflitti armati per documentare le atrocità commesse e la vita difficile<br />

dei sopravvissuti. Tra queste: ex Jugoslavia , Cambogia, Vietnam, Birmania, Sudafrica, Nagorno<br />

Karabakh, Mozambico, Somalia, Cecenia. È l'unica giornalista italiana ad aver messo piede, nel<br />

1990, a Pitcairn, l'isola dove ancora vivono i discendenti degli ammutinati del Bounty nel 1790.<br />

Sua è la biografia del generale Võ Nguyên Giáp, raccontata da lui medesimo nel 1998. Nel<br />

1994 Giovanni Minoli le offre di occuparsi di un programma sperimentale su Rai 2 Professione<br />

Reporter, che fino al 1996 manda in onda i servizi realizzati dai neo-videogiornalisti. Il<br />

programma ha metodi produttivi particolari: usa in parte mezzi interni (per la progettazione e<br />

l'edizione del programma) e mezzi esterni, cioè l'acquisto dei servizi da autori freelance, che si<br />

pagano le spese e lavorano in modo autonomo, pur sotto la supervisione di responsabili della<br />

Rai. Nel 1997 nasce ufficialmente Report, in onda su Rai 3, all'epoca diretta da Giovanni<br />

Minoli, di cui è autrice e conduttrice. Negli anni il programma è diventato il più noto format di<br />

giornalismo investigativo in Italia. Affronta soprattutto temi di carattere economico, ma anche<br />

argomenti legati alla salute, alla giustizia, inefficienze dei servizi pubblici, e di questioni legate al<br />

crimine organizzato: ecomafia, servizi segreti. La trasmissione è stata anche soggetta a querele<br />

a causa dei delicati argomenti trattati, ma a lei non importa se questo è lo scotto da pagare<br />

nell’esercizio della verità. I giornalisti di Report, onesto ricordarli, sono: Sabrina Giannini,<br />

Bernardo Iovene , Sigfrido Ranucci , Stefania Rimini , Alberto Nerazzini , Silvio Talarico,<br />

Giuliano Marrucci , Paolo Mondani , Giovanna Boursier , Michele Buono , Piero Riccardi,<br />

Emilio Casalini. Tra i problemi più grandi che ha avuto per le sue inchieste giornalistiche con<br />

Report vi fu la polemica con le Ferrovie dello Stato, che le chiesero danni per 60 miliardi di<br />

vecchie lire. Il 28 novembre 2016 conduce la sua ultima puntata di Report e, congedandosi con<br />

il pubblico, annuncia con autentica commozione che la sua avventura in Report si conclude e<br />

che sarà il suo co-autore Sigfrido Ranucci a succederla nella conduzione dell’amato<br />

programma. Il suo rifiuto alla candidatura a Presidente della Repubblica? Penso che nessuno si<br />

sia stupito più di tanto al suo diniego, d’altronde è proprio in quel suo ritenersi “inadeguata” al<br />

ruolo di capo dello Stato che traspare la sua coerenza. Milena Gabanelli è una giornalista tosta,<br />

una donna fuori dal branco, e come tale rivendica la sua estraneità a questo “Sistema Paese”<br />

che ha ripetutamente ed aspramente criticato nel corso della sua ultima esperienza televisiva<br />

privilegiando il restar fuori e magari chissà, il continuare (ce lo auguriamo), a condurre lo sguardo<br />

delle persone laddove non stanno guardando.<br />

LILLI GRUBER La7<br />

Giornalista televisiva sin dai primi anni ottanta, ha condotto le principali edizioni del TGR, poi<br />

TG2 e TG1, anche come inviata su importanti eventi come il crollo del muro di Berlino e la guerra<br />

in Iraq. Dopo una esperienza politica dal 2004 al 2008 come euro parlamentare nella Lista Uniti<br />

nell’Ulivo, si dimette per condurre la trasmissione Otto e mezzo tuttora in onda su LA7 ed è così<br />

che Frau Dietlinde Gruber detta Lilli, da Bolzano , Alto Adige, continua a mietere successi<br />

segnando risultati clamorosi per la media di La7 ma soprattutto rispetto alla media misera dei<br />

talk show politici. Laureata a Venezia in lingue e letterature straniere, svolge il praticantato<br />

giornalistico a Telebolzano e scrive per i quotidiani L' Adige e Alto Adige, quindi approda in RAI,<br />

dapprima a Sender Bozen, il canale in lingua tedesca, poi, nei primi anni ottanta, alla redazione<br />

di Bolzano del TGR T rentino-Alto Adige.<br />

Nel 1986 passa al TG2 conducendo<br />

l'edizione di mezza sera del telegiornale<br />

e facendosi notare per lo stile<br />

combattivo e per la postura di tre quarti,<br />

inconsueta per quei tempi (il<br />

mezzobusto era di consueto inquadrato<br />

frontalmente). Nel 1989, su sua<br />

specifica richiesta di fare l’inviata, ha<br />

seguito per la RAI gli accadimenti che<br />

hanno determinato il crollo del muro di<br />

Berlino raccontandone la personale<br />

esperienza sul campo nel suo primo<br />

libro Quei giorni a Berlino, pubblicato<br />

da Rai Eri e scritto insieme a Paolo<br />

Borella. Dal 1990 è passata al TG1,<br />

inizialmente occupandosi di politica<br />

estera, per poi condurre l'edizione<br />

principale delle 20, senza però mai<br />

trascurare l'attività di inviata, e dunque recandosi spesso in territori coinvolti da conflitti, come le<br />

guerre jugoslave, la guerra in Iraq (anche da questa esperienza ha tratto diversi saggi, pubblicati<br />

dalla Rizzoli) e gli attentati dell'11 settembre 2001. Nel 1994 ha esordito come conduttrice<br />

presentando il programma giornalistico Al voto, al voto! , trasmesso dalla RAI in occasione della<br />

campagna elettorale per le elezioni politiche di quell'anno. Nel 1997 riceve il Premio Nazionale<br />

Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo. Ha collaborato inoltre con i quotidiani La Stampa e<br />

Corriere della Sera. Sempre negli anni novanta è stata attiva anche all'estero, conducendo nel<br />

1996 il settimanale Focus TV, in onda sulla tedesca Pro 7, e nel 1998 un talk show per SWF.<br />

Per conto della CBS realizzerà in quegli anni una intervista-ritratto all'attrice Sophia Loren. La<br />

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sua denuncia della carenza di libertà d'informazione in Italia sotto il governo Berlusconi, nel<br />

2004, fa sì che decida di lasciare la RAI per la politica candidandosi con la coalizione Uniti<br />

nell'Ulivo alle elezioni per il Parlamento europeo. Capolista nelle circoscrizioni nord-est e centro,<br />

risulta prima degli eletti in entrambe. In seguito si iscrisse al gruppo parlamentare del Partito<br />

Socialista Europeo ed è stata presidente della Delegazione per le relazioni con gli Stati del<br />

Golfo; membro della Conferenza dei presidenti di delegazione; della Commissione per le libertà<br />

civili, la giustizia e gli affari interni; della Delegazione per le relazioni con l'Iran. Nel 2007, dopo un<br />

iniziale diniego ad entrare nel Comitato promotore 14 ottobre del Partito Democratico, divenne<br />

membro della Commissione per l'Etica, nominata dall' Assemblea Costituente Nazionale. Nel<br />

settembre 2008 ha annunciato la conclusione dell'esperienza politica dimettendosi da<br />

eurodeputata, sei mesi prima della fine della legislatura, rinunciando dunque al diritto alla<br />

pensione. Torna all'attività giornalistica non tralasciando però l'attività come scrittrice; le sue più<br />

recenti pubblicazioni sono in effetti i romanzi autobiografici Eredità e Tempesta e il saggio<br />

Prigionieri dell'Islam (2016). Si è sposata a Montagna col giornalista francese Jacques<br />

Charmelot. Una credibilità inattaccabile che ha conquistato nel corso di una lunga e prestigiosa<br />

carriera, fatta di conduzioni del Tg1 di prima serata e di corrispondenze da zone di guerra e di<br />

conflitto. Lilli Gruber rappresenta uno degli ultimi baluardi di un giornalismo televisivo<br />

consapevole che il proprio ruolo nella società non è quello di disarcionare la politica, né tanto<br />

meno di incentivare personalità narcisistiche, è bensì semplicemente quello di informare.<br />

Autorevolezza invidiabile, ma mai primadonna, non permette neanche agli ospiti di diventarlo.<br />

Quello che fa è comunicare al suo target (comunque di livello medio-alto) di cosa si sta parlando<br />

non consentendo dunque agli ospiti mezze risposte, perdite di tempo e giri di parole interminabili.<br />

È una anchorwoman all’americana, di altissimo spessore. Il suo prodotto televisivo e giornalistico è<br />

di quelli laddove la narrazione degli eventi di questa epoca è sviscerata senza falsa retorica.<br />

CONCITA DE GREGORIO RAI 3<br />

Nasce a Pisa da madre spagnola e padre toscano di origini siciliane è poi cresciuta a Livorno. È<br />

sposata con il giornalista Alessandro Cecioni, ed è madre di quattro figli. Durante gli anni<br />

universitari inizia la professione nelle radio e TV locali toscane, entrando ne Il Tirreno nel 1985,<br />

dove, per otto anni, lavora nelle redazioni di Piombino,<br />

Livorno, Lucca e Pistoia. Nel 1990 approda a la<br />

Repubblica, dove si è occupata di cronaca e politica<br />

interna. Nel 2001 ha pubblicato Non lavate questo<br />

sangue, diario dei fatti del G8 di Genova, e un<br />

racconto per la rivista letteraria di Adelphi. Nell’anno<br />

2006 ha ancora pubblicato per Arnoldo Mondadori<br />

Editore Una madre lo sa, tra i finalisti l'anno<br />

successivo del Premio Bancarella. Nel luglio 2008<br />

Concita è al centro di una curiosa polemica: la rivista<br />

Prima Comunicazione rende note le anticipazioni di<br />

una sua intervista in cui ammette di aver accettato la<br />

proposta del neo editore de l'Unità, Renato Soru, di<br />

diventare direttrice del quotidiano fondato da Antonio<br />

Gramsci. Nella medesima intervista Concita De<br />

Gregorio anticipa anche le linee guida della sua<br />

direzione. La notizia palesa dissenso e clamore in<br />

redazione: il comitato di redazione protesta contro la<br />

via dell' annuncio del cambio di direttore attraverso<br />

intervista. Il 22 agosto 2008 le viene ufficializzata la<br />

nomina a direttrice de l'Unità, prima donna a ricoprire<br />

tale incarico, che ha svolto fino al 7 luglio 2011<br />

quando fa ritorno a la Repubblica. In data 25 aprile<br />

2010 è stata insignita del Premio Renato Benedetto<br />

Fabrizi. L'anno seguente pubblica il saggio Così è la<br />

vita. Dal 23 settembre2013 al 27 maggio 2016<br />

conduce su Rai 3 il programma di letteratura e cultura<br />

Pane quotidiano. Fiorente la sua attività letteraria. Lei<br />

incarna lo stereotipo di quello che noi donne chiediamo<br />

a questa “Italia ridotta a bordello”. Poi si può giudicare<br />

il suo operato, le sue idee, la sua figura pubblica, il suo<br />

attivismo femminista e tanto altro, ma di certo non si<br />

può negarle il valore che l’ha condotta ai posti più<br />

ambiti del giornalismo nazionale. I vertici della sua<br />

carriera sono alla direzione dell’organo dell’ex Partito<br />

Comunista, dal ’91 privo di una corrente ideologica<br />

rappresentata e rappresentativa, perlomeno con la<br />

forza con cui si era contraddistinto sin dalla sua<br />

fondazione. A l’Unità ha forse fallito, o per lo meno,<br />

così si è detto. Ma questo è un tratto della normalità,<br />

che nel caso della De Gregorio è risultato sin troppo<br />

acclamato. "Direttrice con prole", si autoproclamava ai<br />

tempi de l’ Unità. Normalità, appunto. Avrebbe dovuto<br />

forse prendere le redini del quotidiano e liberarlo dalla<br />

zavorra del passato, inutile e troppo di “sinistra per la<br />

nostra sinistra”. Alcuni passi avanti sono stati fatti, in<br />

tal senso, altri no. Sempre a cuore la situazione delle<br />

donne nell’Italia, la ricordiamo in particolare per la sua<br />

affermazione “Non tutte in fila per il Bunga Bunga” e<br />

per il suo oltremodo lodevole intervento al Festival del<br />

Giornalismo di Perugia del 2011, quando ha<br />

analizzato la sua situazione di donna impiegata e attiva<br />

nel settore giornalistico-televisivo: un intervento<br />

significativo, testimone del reale “Quando io ho<br />

cominciato questo lavoro, non mi ero mai posta il<br />

problema di essere donna – disse - poi però è<br />

cambiata la percezione e l’autopercezione nel genere<br />

femminile soprattutto a causa dell’immagine della<br />

donna dipinta dai media. Inoltre la crisi economica e la<br />

mancanza di lavoro portano le ragazze a inseguire<br />

modelli secondo cui, concedendo favori, si può<br />

diventare ricchi e famosi”. Nulla di più vero, ma ciò<br />

nonostante gli attacchi dal mondo femminista non<br />

tardarono ad arrivare tacciando, quelle parole de la De<br />

Gregorio, come “morali paternalistiche di una donna<br />

vicina ai problemi delle donne che però appartengono<br />

a un mondo lontano anni luce dal suo” e tralasciando<br />

invece che i media hanno il compito e il dovere morale<br />

di denunciare e dare voce ai fatti che accadono a<br />

danno delle donne (episodi di maltrattamento, soprusi,<br />

violenza) affinché queste imparino a riscattarsi. E<br />

questo è grande, soprattutto in un Paese come il<br />

nostro dove non è accolta (se non a parole) ancora<br />

pienamente l'espressione di emancipazione di una<br />

donna, men che mai l'ostentazione della propria<br />

autorevolezza. Veri e propri gesti di rottura, i suoi,<br />

pensieri messi a nudo senza conformismi di maniera,<br />

in tv come nei suoi libri. Ed è per questo motivo che<br />

donne come Concita sono necessarie.<br />

CRISTINA PARODI RAI 1<br />

Nasce ad Alessandria il 3 novembre 1964.<br />

Giornalista, conduttrice televisiva e<br />

scrittrice italiana, dopo l'esordio sulle<br />

piccole reti TelePiccolo e Telereporter e<br />

successivamente su Odeon TV, nel 1990<br />

è passata a Mediaset dapprima alla<br />

conduzione del programma sportivo<br />

Calciomania insieme a Maurizio Mosca<br />

e ricoprendo il ruolo di inviata per la<br />

trasmissione Pressing, collaborando poi<br />

successivamente con la nascente testata<br />

giornalistica delle tre reti Mediaset, che<br />

necessitava in quel frangente di un<br />

maggior numero di giornalisti a causa<br />

dello scoppio della prima Guerra del<br />

Golfo. Nel 1992, insieme al direttore<br />

Enrico Mentana, Clemente Mimun,<br />

Lamberto Sposini e Cesara Buonamici,<br />

ha lanciato la testata giornalistica di<br />

Canale 5, il Tg5, di cui è stata, inutile dirlo,<br />

certamente uno dei volti più amati dal<br />

pubblico. Ha abbandonato il telegiornale<br />

nel 1996 per condurre una trasmissione<br />

prodotta dalla testata del Tg5, Verissimo,<br />

in onda nel tardo pomeriggio su Canale 5<br />

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che riscuote grande successo per numerose<br />

stagioni. Il programma è approdato anche in<br />

prima serata per alcune puntate con un ciclo<br />

intitolato Le storie di Verissimo. Ha<br />

abbandonato la trasmissione solo nel 2005,<br />

quando su richiesta del neo direttore della<br />

testata Carlo Rossella è tornata al ruolo di<br />

conduttrice del Tg5, nell'edizione principale<br />

delle 20. Nel 1998 ha vinto ad Alghero il<br />

Premio Nazionale Alghero Donna di<br />

Letteratura e Giornalismo per la sezione<br />

giornalismo. Durante i nove anni in cui ha<br />

condotto Verissimo ha anche partecipato nel<br />

2000 a Strano ma vero, con Gene<br />

Gnocchi, e condotto il reality di Canale 5<br />

The Bachelor - L'uomo dei sogni, andato<br />

in onda nell'estate 2003. Ha inoltre<br />

interpretato il ruolo di sé stessa nei film<br />

comici Body Guards e Tutti gli uomini del<br />

deficiente e ha presentato più volte il<br />

concerto di Natale in Vaticano, in onda<br />

consuetamente la vigilia di Natale in prima<br />

serata su Canale 5, e alcune trasmissioni<br />

evento come Concerto per l'Unione<br />

Europea, Serata per i diritti umani , Donna<br />

sotto le stelle e Un Papa di nome<br />

Giovanni. Nel 2012 ha lasciato Mediaset ed<br />

è passata a La7, dove già dal 2011 lavora la<br />

sorella Benedetta: dal 10 settembre<br />

conduce Cristina Parodi Live e Cristina<br />

Parodi Cover. Successivamente è passata<br />

in RAI nella primavera del 2013. Dal 20<br />

dicembre 2013 al 10 <strong>gennaio</strong> 2014 conduce<br />

su Rai 1, con Al Bano, il programma Così<br />

lontani così vicini. Dall'8 settembre 2014<br />

conduce La vita in diretta, storico<br />

programma pomeridiano di Rai 1, insieme a<br />

Marco Liorni. E’ sposata con Giorgio Gori<br />

(attuale sindaco di Bergamo, allora direttore<br />

di Canale 5 e successivamente fondatore<br />

della Casa di produzione televisiva<br />

Magnolia), con il quale vive sempre a<br />

Bergamo insieme ai tre figli: Benedetta,<br />

Alessandro e Angelica. È sorella di<br />

Benedetta Parodi, conduttrice televisiva e<br />

scrittrice, e di Roberto Parodi, scrittore e<br />

giornalista. “ Lavoro in tv dal 1990 – ha<br />

dichiarato in una intervista – eppure mi sento<br />

coinvolta sempre come il primo giorno . Ho<br />

realizzato il mio sogno , peccato solo non<br />

essere riuscita negli anni ad essere vicina, ai<br />

miei figli così come avrei voluto. Ho avuto<br />

grandi sensi di colpa, come tante mamme.<br />

Ma ci sono sempre stata con la testa, il<br />

cuore e il telefono. E oggi i momenti che<br />

passiamo insieme sono così belli che mi<br />

ripagano di tanta fatica”. Ed anche noi le<br />

auguriamo, così come è nei suoi desideri e<br />

non di meno, così come merita dopo tanti<br />

sacrifici, di trovare in futuro maggiore tempo<br />

per sé stessa "… vedere una mostra,<br />

passare finalmente un weekend lungo con<br />

mio marito Giorgio, rilassarmi - dice - anche<br />

semplicemente non fare niente”<br />

LUISELLA COSTAMAGNA AGON<br />

Laureata in Filosofia con 110 e lode è iscritta<br />

all'albo dei giornalisti professionisti dal 2000.<br />

La sua attività di giornalista televisiva inizia in<br />

una piccola emittente locale piemontese,<br />

Teletime, alla conduzione dell’edizione<br />

quotidiana del telegiornale TGTime. Nel 1996<br />

inizia la sua collaborazione nei programmi di<br />

Michele Santoro, che la sceglie per la sua<br />

nuova trasmissione Moby Dick su Italia 1.<br />

Per tre anni, cura i collegamenti in diretta<br />

dalla redazione telematica e realizza alcune<br />

inchieste di Moby's, tra cui uno dei primi<br />

speciali sui serial killer. Dal 1999 al 2000<br />

conduce l'edizione serale di Studio Aperto, il<br />

telegiornale di Italia 1. Nel 2001 ritorna con<br />

Michele Santoro, questa volta in RAI, per i<br />

programmi Il raggio verde, Sciuscià e<br />

Sciuscià edizione straordinaria, dove cura<br />

in studio schede di approfondimento,<br />

interviste, sondaggi. Del 2002 è il programma<br />

Donne, cinque speciali in seconda serata su Rai 2, di cui è autrice<br />

e conduttrice. Dal 2004 è a Canale 5, dove collabora con i<br />

programmi di Maurizio Costanzo: il Maurizio Costanzo Show -<br />

Raccontando, per cui realizza interviste e reportage Tutte le<br />

mattine, Il diario di cui è curatrice, e Pandora, rubrica di interviste<br />

al femminile in onda sul digitale terrestre Mediaset. Dal settembre<br />

2006 è in studio, sempre con Costanzo, per il rotocalco<br />

pomeridiano Buon pomeriggio. Nel 2007 conduce i dibattiti del<br />

giorno di Omnibus Estate ( LA7) e realizza, per il programma W<br />

l'Italia diretta ( Rai 3) di Riccardo Iacona, il reportage Parole<br />

come ferite, sulla violenza alle donne. Dal <strong>gennaio</strong> 2008 conduce<br />

nuovamente il dibattito del giorno di Omnibus ( LA7) ed è tra gli<br />

autori del programma Annozero di Michele Santoro ( Rai 2). Da<br />

settembre 2008 conduce il dibattito di Omnibus Weekend (il<br />

sabato e domenica su LA7). Nel 2009 conduce, sempre su LA7, il<br />

programma di informazione pomeridiano Così stanno le cose, in<br />

onda dal 23 novembre al 23 dicembre. Dal <strong>gennaio</strong> 2010 torna alla<br />

conduzione di Omnibus Weekend. Dal 27 giugno 2010 al 9<br />

settembre 2011 conduce insieme a Luca Telese In onda,<br />

programma che lascerà in seguito per scelta dell'emittente.<br />

L'avvicendamento suscita numerose polemiche in rete e sui<br />

giornali. Dal 9 marzo 2012 conduce Robinson in prima serata su<br />

Rai 3. Collabora con Il Fatto Quotidiano, con Diva e Donna, per<br />

la cui testata cura la rubrica Il punto interrogativo di Luisella, e<br />

con Il Salvagente, e Le parole della settimana. Il 18 settembre<br />

2012 pubblica il libro Noi che costruiamo gli uomini ( per<br />

Mondadori) in cui racconta la storia di dieci storie di donne comuni<br />

che sono diventate artefici del loro destino; donne eccezionali nella<br />

loro quotidianità. Dal 25 ottobre 2012, la giornalista torna su LA7<br />

collaborando al programma Servizio pubblico, condotto da<br />

Michele Santoro. Tuttavia, il 19 <strong>gennaio</strong> 2013 decide di<br />

abbandonare la trasmissione. Nel 2014 approda a Sky Italia sul<br />

nuovo canale Crime+Investigation e nel novembre seguente<br />

diventa volto di Agon Channel, nuovo canale del digitale terrestre,<br />

dove la vediamo condurre con successo il programma di attualità<br />

politica Lei non sa chi sono io, il primo show del canale tv con<br />

sede operativa in Albania prodotto in Italia e in diretta dagli studi di<br />

Roma. Sempre nel 2014 pubblica il libro-inchiesta dal titolo Cosa<br />

pensano di noi: Gli uomini raccontano il sesso e le donne, un<br />

originalissimo viaggio in un mondo – quello della sessualità<br />

maschile – che per le donne (nonostante se ne parli in<br />

abbondanza) resta in gran parte misterioso. Partendo dalle<br />

confessioni raccolte fra uomini molti diversi per età ed estrazione<br />

sociale, Luisella Costamagna racconta del come vivono il<br />

“prima”, il “durante” e il “dopo” di un rapporto sessuale gli uomini,<br />

ma anche delle loro trasgressioni (immaginate e realizzate), sulle<br />

ansie da prestazione, il tradimento, il sesso “casalingo" cercando,<br />

da un lato, di rispondere all’annosa domanda che ciclicamente<br />

viene posta dai media: il maschio è in crisi o no? E dall’altro di<br />

tratteggiare l’immagine della donna che emerge concretamente<br />

dalla reale sessualità maschile. Apprezzabili le sue campagne a<br />

favore della complementarietà fra uomo e donna. Per Luisella<br />

Costamagna Donna vuol dire Forza. E per voi?<br />

www.donnaimpresa.com


APPARENTEMENTE, LA FELICITÀ DEL GENERE UMANO<br />

NON ERA PREVISTA NEI PIANI DI DIO.<br />

pensieriparole<br />

Oggi più che mai abbiamo bisogno di speranza, non servono critiche e<br />

accuse, non servono colpe e discriminazione. Oggi, e ogni giorno, abbiamo<br />

bisogno di speranza che ci aiuti ad andare avanti nonostante tutto il dolore.<br />

www.donnaimpresa.com<br />

PER NON DIMENTICARCI DI LORO

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