Numero_2_Marzo_2017 (1)
La peste al museo Palazzo Principi! Giovedì 9 marzo ci siamo reca al museo di Palazzo Principi per approfondire il tema della peste del Seicento a Correggio. La guida che ci ha accompagnato si è inizialmente soffermato su un grande quadro che rappresentava una mappa topografica di Correggio nel Seicento divisa in quaro blocchi. Successivamente abbiamo visitato altre sale, per ognuna delle quali abbiamo ricevuto una spiegazione approfondita. Ci ha deo che la peste, mala)a infe)va causata da un bacillo, di quel periodo arrivò in Italia da una nave carica di topi appesta , approdando nei maggiori por della penisola. I più danneggia furono le classi popolari , come sempre rido) a scarse condizioni igieniche e con un’alimentazione spesso inadeguata che indeboliva l’organismo. In quegli anni il governo della cià era affidato a Siro, deo da Correggio, che aveva oenuto, pagando, il tolo di Principe. Nonostante i suoi sforzi egli venne incarcerato con l’accusa di coniare falsa moneta: all’interno di quest’ulma inseriva materiale di scarso pregio, e veniva poi placcato con il metallo dell’effe)vo valore. Conseguentemente egli perse tuo ciò per cui aveva pagato, potere e territorio. A Correggio la mala)a è arrivata più tardi perché è una cià lontana dal mare e dai por; infa) la peste ha iniziato a diffondersi al giungere dell’esercito spagnolo, ospitato in case popolane e negli appartamen del palazzo Principi. Siccome si pensava dipendesse dalla corruzione dell’aria, in parcolare dalle brezze calde provenien da sud e da ovest, dai cambiamen climaci e dalle polveri degli untori, venivano prese decisioni volte a impedire il contagio. Alcune di queste erano la chiusura delle finestre sposte a sud, l’ulizzo di purghe e salassi, il trasferimento delle macellerie nella periferia. Un altro rimedio che mol ritenevano efficace era il limone, ricordato anche in opere famose come “La madonna dei limoni” di Antonio Allegri. Non avendo un’effe)va teoria per la quale la peste fosse arrivata, si traducevano il contagio e la morte come casgo per i pecca commessi in vita. Anche i medici non erano però in grado di far fronte all’epidemia con misure terapeuche adeguate. Una delle precauzioni dei doori era l’ulizzo di una parcolare maschera con il becco da uccello, riempito di spezie, per proteggersi contro i miasmi e i pericoli mortali della peste. La conseguenza più grave fu l’interruzione dei commerci e quindi un blocco nell’economia. Per viaggiare da una cià all’altra era infa) necessario ricevere un documento che cerficava le condizioni di salute di un individuo. Nella sala degli arazzi si è conclusa la nostra visita, dota di carta della Correggio del Seicento ci siamo sposta all’esterno, davan al portone del palazzo. Abbiamo cercato di orientarci e di trovare sula mappa luoghi che esistono ancora oggi, aiutandoci con una legenda. Successivamente abbiamo araversato i porci e raggiunto via Santa Maria dove l’esperta ci ha mostrate una delle due porte che consenva l’accesso al paese. CI ha inoltre spiegato che fuori dalle mura di cinta c’erano i lazzare), ossia un luogo di isolamento composto da capanne e baracche per portatori di mala)e come lebbra o peste. Altre volte il loro scopo era quello di ospitare persone provenien da paesi di possibile contagio che dovevano trascorrervi un soggiorno di determinata durata. Alice Ferretti 2A
In giro per Correggio ...nel Seicento I dottori andavano dagli appestati con questa maschera e la maschera nella punta contiene le spezie Il 25 gennaio 2017 la classe 2^d si è recata al bellissimo, ma piccolo museo di Correggio. Abbiamo parlato di peste a Correggio nel Trecento, guardato qualche quadro che c’era nel museo, per esempio di persone ricche, e poi siamo scesi in città per visitare le tracce che sono rimaste degli antichi che vivevano qui. Nel museo c’erano delle immagini del re di questa bellissima città e altre immagini che aveva pitturato il pittore famoso Antonio Allegri detto “il Correggio”. La guida ci ha fatto sentire anche il profumo di alcuni agrumi, come l’aceto, e ci ha fatto leggere dei documenti molto importanti dell’epoca in cui si descrivevano le regole da rispettare per entrare e uscire dalla città. Infatti si doveva avere il documento di sanità perché era molto pericoloso uscire con tanti prodotti da mercificare o oggetti preziosi nel periodo di guerra e peste. Inoltre ci ha fatto vedere delle monete vecchie che il signore di Correggio, Giovanni Siro d'Austria, faceva produrre agli artigiani. Un giorno, però, il papa scoprì che stava producendo monete non autorizzate da lui e quindi lo costrinse a lasciare la città. Il nobile signore di sicuro doveva accettare l'allontanamento dalla città, ma il sovrano spagnolo che al tempo controllava il territorio emiliano, desiderava ottenere anche il controllo della città di Correggio e di molti altri territori in Italia; così gli promise il ritorno al potere della città se in cambio avesse permesso la circolazione di 3000 soldati fedeli alla corona spagnola nella città. Pur di tornare a governare su Correggio, il signore accettò. Dopo questo abbiamo visitato alcuni luoghi storici di Correggio, alcune chiese, le vie e i monumenti legati all'epoca approfondita con la guida. Inoltre, questa, aveva dato a tutti una mappa per orientarci e disse che c’era un ospedale a Correggio che adesso è una chiesa sconsacrata cioè non viene più utilizzata per le funzioni religiose. La città di Correggio è molto bella!!!!!! Mohammed Alì Sunil Lal 2D Siro il signore di Correggio nel’600
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La peste al museo Palazzo Principi!<br />
Giovedì 9 marzo ci siamo reca al museo di Palazzo Principi per approfondire il tema della peste del Seicento a Correggio.<br />
La guida che ci ha accompagnato si è inizialmente soffermato su un grande quadro che rappresentava una mappa<br />
topografica di Correggio nel Seicento divisa in quaro blocchi. Successivamente abbiamo visitato altre sale, per<br />
ognuna delle quali abbiamo ricevuto una spiegazione approfondita.<br />
Ci ha deo che la peste, mala)a infe)va causata da un bacillo, di quel periodo arrivò in Italia da una nave carica di<br />
topi appesta , approdando nei maggiori por della penisola. I più danneggia furono le classi popolari , come sempre<br />
rido) a scarse condizioni igieniche e con un’alimentazione spesso inadeguata che indeboliva l’organismo.<br />
In quegli anni il governo della cià era affidato a Siro, deo da Correggio, che aveva oenuto, pagando, il tolo di<br />
Principe. Nonostante i suoi sforzi egli venne incarcerato con l’accusa di coniare falsa moneta: all’interno di quest’ulma<br />
inseriva materiale di scarso pregio, e veniva poi placcato con il metallo dell’effe)vo valore. Conseguentemente<br />
egli perse tuo ciò per cui aveva pagato, potere e territorio.<br />
A Correggio la mala)a è arrivata più tardi perché è una cià lontana dal mare e dai por; infa) la peste ha iniziato a<br />
diffondersi al giungere dell’esercito spagnolo, ospitato in case popolane e negli appartamen del palazzo Principi.<br />
Siccome si pensava dipendesse dalla corruzione dell’aria, in parcolare dalle brezze calde provenien da sud e da<br />
ovest, dai cambiamen climaci e dalle polveri degli untori, venivano prese decisioni volte a impedire il contagio. Alcune<br />
di queste erano la chiusura delle finestre sposte a sud, l’ulizzo di purghe e salassi, il trasferimento delle macellerie<br />
nella periferia. Un altro rimedio che mol ritenevano efficace era il limone, ricordato anche in opere famose come<br />
“La madonna dei limoni” di Antonio Allegri. Non avendo un’effe)va teoria per la quale la peste fosse arrivata, si<br />
traducevano il contagio e la morte come casgo per i pecca commessi in vita. Anche i medici non erano però in grado<br />
di far fronte all’epidemia con misure terapeuche adeguate.<br />
Una delle precauzioni dei doori era l’ulizzo di una parcolare maschera con il becco da uccello, riempito di spezie,<br />
per proteggersi contro i miasmi e i pericoli mortali della peste.<br />
La conseguenza più grave fu l’interruzione dei commerci e quindi un blocco nell’economia.<br />
Per viaggiare da una cià all’altra era infa) necessario ricevere un documento che cerficava le condizioni di salute<br />
di un individuo.<br />
Nella sala degli arazzi si è conclusa la nostra visita, dota di carta della Correggio del Seicento ci siamo sposta all’esterno,<br />
davan al portone del palazzo. Abbiamo cercato di orientarci e di trovare sula mappa luoghi che esistono ancora<br />
oggi, aiutandoci con una legenda.<br />
Successivamente abbiamo araversato i porci e raggiunto via Santa Maria dove l’esperta ci ha mostrate una delle<br />
due porte che consenva l’accesso al paese. CI ha inoltre spiegato che fuori dalle mura di cinta c’erano i lazzare),<br />
ossia un luogo di isolamento composto da capanne e baracche per portatori di mala)e come lebbra o peste. Altre<br />
volte il loro scopo era quello di ospitare persone provenien da paesi di possibile contagio che dovevano trascorrervi<br />
un soggiorno di determinata durata.<br />
Alice Ferretti<br />
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