La plastica oggi e domani Novembre e Dicembre 2016

La Plastica Oggi e Domani rivista dedicata al settore materie plastiche che fornisce, un’informazione esaustiva sulle nuove tecnologie, i materiali e le applicazioni. La Plastica Oggi e Domani rivista dedicata al settore materie plastiche che fornisce, un’informazione esaustiva sulle nuove tecnologie, i materiali e le applicazioni.

21.03.2017 Views

storia di copertina L’eccellenza del servizio quale risposta indispensabile per una domanda in costante evoluzione Renato Moretto, presidente dell’omonima società, si sofferma sulla nuova realtà del mercato e sulle priorità che deve rispettare un fornitore di sistemi completi di automazione. di Francesco Goi Industry 4.0: una formula molto utilizzata, troppo in qualche caso, per rappresentare la crescita del ruolo dell’elettronica nel settore manifatturiero. Nell’intervista a uno dei costruttori di riferimento nel campo delle apparecchiature per la lavorazione delle materie plastiche sviluppiamo questo tema e le altre priorità emerse anche in occasione della recente K di Düsseldorf. L'esclusivo Moisture Meter Moretto per il controllo dell'umidità del granulo plastico in-line, on-line e real-time POD - Sig. Moretto, la Sua azienda ha sempre puntato sull’innovazione delle tecnologie. Ora però sembra riduttivo parlare di sviluppo di macchine e attrezzature: come si sono evolute le vostre strategie in funzione delle esigenze attuali del mercato? In effetti, in questi ultimi anni la trasformazione è stata profonda. È cambiato il mondo e, di conseguenza, anche l’approccio al business, in funzione delle mutate necessità del mercato. Da parte nostra siamo impegnati a uniformarci ai nuovi parametri. Con il terzo millennio, l’avvento di Internet ha accelerato notevolmente i cicli. A risentirne è stata soprattutto la produzione, sempre più spesso soggetta a modifiche anche subito dopo i costanti investimenti sostenuti per la sua programmazione. All’inizio degli anni Ottanta conobbi uno statunitense, autore di un importante testo di economia, che mi anticipò l’avvento dei nuovi cicli, talvolta di durata non superiore a tre mesi. In effetti, è stato così. Attualmente occorre non sovradimensionare le aziende, accrescendo i costi, ed essere particolarmente elastici per rispondere al continuo cambiamento delle necessità del mercato. Con Internet, in particolare, è stato possibile accelerare il processo. La produzione richiede tradizione, continuità, costanza: accelerando, questi meccanismi vengono forzati e, in parte, si rigenera l’apparato. In altre parole, occorre essere veloci, elastici e competitivi, altrimenti si è fuori. I mercati emergenti crescono velocemente ma, prima di tutto, occorre confrontarsi con la “filiera corta”. Si sono sviluppate diverse mega-industrie, in grado di investire contemporaneamente in diversi Paesi, generando siti produttivi e ser-

storia di copertina Renato Moretto, presidente di Moretto SpA vizi molto vicini al cliente finale. Quest’ultimo è molto esigente e pretende che la catena dei fornitori sia molto corta: funziona così nei maggiori settori industriali, partendo dall’automotive. La Fiat 500, che mio padre mi acquistò nel 1968, l’ho aspettata sei mesi; oggi un’auto di grossa cilindrata viene consegnata in un mese, pur essendo molto più complessa e avendo un numero di componenti cinque volte superiore a quello della mia prima automobile. POD - Un’azienda come Moretto, partita con una struttura familiare, ma presente in tutto il mondo con filiali e un’organizzazione commerciale articolata, rappresenta il modello più adatto per gestire questo cambiamento? Non credo che ci sia un modello che funzioni più di un altro. Occorre essere molto vicini ai clienti e in grado di garantire servizi, che oggi prevalgono sul prodotto. Se analizziamo l’impegno sostenuto per completare una vendita o una fornitura, ritengo che siano molto superiori gli sforzi compiuti per assicurare un servizio efficace rispetto a quelli richiesti per la realizzazione del prodotto. La tendenza è questa: filiera corta ed esasperazione dei servizi, per raggiungere l’eccellenza. POD - La certezza che l’impiego delle materie plastiche è destinato ancora ad aumentare rappresenta un incentivo a perseguire la crescita con tutte le forze? La tecnologia delle materie plastiche consente la produzione di un manufatto in un’unica fase, cosa impossibile con ogni altro materiale. Nell’era del metallo era necessario estrarre il minerale, fonderlo per fare i pani, rifonderlo per costruire il pezzo, lavorarlo e trattarlo in superficie. Nel nostro settore viene caricato il granulo nella macchina ed esce il pezzo finito in una sola fase. Anche questo è in linea con il concetto della filiera corta: niente magazzino, la macchina viene accesa solo quando serve, i costi di produzione ridotti al minimo. Inoltre, giorno dopo giorno, vengono messi a punto nuovi materiali, con caratteristiche sempre più performanti. Alcuni polimeri oggi resistono alla temperatura fino a 600°C, quasi come i metalli. E non abbiamo ancora raggiunto il massimo. Anzi, abbiamo solo scoperto la punta dell’iceberg; senza esagerare, si può affermare che le materie plastiche stanno vivendo la fase iniziale del loro sviluppo. Quindi, c’è motivo per ben sperare. POD - Ogni tre anni alla K di Düsseldorf viene proposto il meglio dello sviluppo tecnologico. Quali impressioni ha riportato partecipando all’edizione di quest’anno? In Europa la K rappresenta certamente la fiera di riferimento e costituisce una vetrina che mette in luce la potenzialità dell’industria del settore. Quest’anno si è avuta soprattutto la percezione dell’integrazione dell’elettronica e in particolare di Internet, con l’industria manifatturiera. Questo argomento prevaricante ha messo in secondo piano la presentazione delle novità più significative, che non sono state molte. È questo il risultato di Industry 4.0, un nuovo punto di partenza, che qualcuno ha definito la quarta rivoluzione industriale. L’integrazione del digitale nell’industria manifatturiera produce un’unica catena produttiva, sempre legata alla filiera corta. Occorre distinguere l’industria che realizza prodotti di consumo da quella che si dedica all’automazione, all’engineering, quella in cui noi operiamo. Molte grandi aziende devono riempire un business plan, ma non sempre hanno le idee ben definite su quello che vogliono comprare. Si richiedono, pertanto, competenze esterne, per la corretta gestione dei servizi di automazione. Noi fornitori dobbiamo essere in grado di proporre un pacchetto completo. È questa la complessità e la sfida del nostro lavoro: la capacità di inter- L’headquarter a Massanzago (PD) LaPlasticaOggieDomani ı 5

storia<br />

di copertina<br />

Renato Moretto, presidente<br />

di Moretto SpA<br />

vizi molto vicini al cliente finale. Quest’ultimo è<br />

molto esigente e pretende che la catena dei<br />

fornitori sia molto corta: funziona così nei maggiori<br />

settori industriali, partendo dall’automotive.<br />

<strong>La</strong> Fiat 500, che mio padre mi acquistò nel<br />

1968, l’ho aspettata sei mesi; <strong>oggi</strong> un’auto di<br />

grossa cilindrata viene consegnata in un mese,<br />

pur essendo molto più complessa e avendo un<br />

numero di componenti cinque volte superiore<br />

a quello della mia prima automobile.<br />

POD - Un’azienda come Moretto, partita con<br />

una struttura familiare, ma presente in tutto il<br />

mondo con filiali e un’organizzazione commerciale<br />

articolata, rappresenta il modello più adatto<br />

per gestire questo cambiamento?<br />

Non credo che ci sia un modello che funzioni<br />

più di un altro. Occorre essere molto vicini ai<br />

clienti e in grado di garantire servizi, che <strong>oggi</strong><br />

prevalgono sul prodotto. Se analizziamo l’impegno<br />

sostenuto per completare una vendita<br />

o una fornitura, ritengo che siano molto superiori<br />

gli sforzi compiuti per assicurare un servizio efficace<br />

rispetto a quelli richiesti per la realizzazione<br />

del prodotto. <strong>La</strong> tendenza è questa: filiera<br />

corta ed esasperazione dei servizi, per raggiungere<br />

l’eccellenza.<br />

POD - <strong>La</strong> certezza che l’impiego delle materie<br />

plastiche è destinato ancora ad aumentare rappresenta<br />

un incentivo a perseguire la crescita<br />

con tutte le forze?<br />

<strong>La</strong> tecnologia delle materie plastiche consente<br />

la produzione di un manufatto in un’unica fase,<br />

cosa impossibile con ogni altro materiale.<br />

Nell’era del metallo era necessario estrarre il<br />

minerale, fonderlo per fare i pani, rifonderlo per<br />

costruire il pezzo, lavorarlo e trattarlo in superficie.<br />

Nel nostro settore viene caricato il granulo<br />

nella macchina ed esce il pezzo finito in una<br />

sola fase. Anche questo è in linea con il concetto<br />

della filiera corta: niente magazzino, la<br />

macchina viene accesa solo quando serve, i<br />

costi di produzione ridotti al minimo.<br />

Inoltre, giorno dopo giorno, vengono messi a<br />

punto nuovi materiali, con caratteristiche sempre<br />

più performanti. Alcuni polimeri <strong>oggi</strong> resistono<br />

alla temperatura fino a 600°C, quasi<br />

come i metalli. E non abbiamo ancora raggiunto<br />

il massimo. Anzi, abbiamo solo scoperto la<br />

punta dell’iceberg; senza esagerare, si può affermare<br />

che le materie plastiche stanno vivendo<br />

la fase iniziale del loro sviluppo. Quindi, c’è<br />

motivo per ben sperare.<br />

POD - Ogni tre anni alla K di Düsseldorf viene<br />

proposto il meglio dello sviluppo tecnologico.<br />

Quali impressioni ha riportato partecipando all’edizione<br />

di quest’anno?<br />

In Europa la K rappresenta certamente la fiera<br />

di riferimento e costituisce una vetrina che mette<br />

in luce la potenzialità dell’industria del settore.<br />

Quest’anno si è avuta soprattutto la percezione<br />

dell’integrazione dell’elettronica e in particolare<br />

di Internet, con l’industria manifatturiera.<br />

Questo argomento prevaricante ha messo in<br />

secondo piano la presentazione delle novità<br />

più significative, che non sono state molte.<br />

È questo il risultato di Industry 4.0, un nuovo<br />

punto di partenza, che qualcuno ha definito la<br />

quarta rivoluzione industriale. L’integrazione del<br />

digitale nell’industria manifatturiera produce<br />

un’unica catena produttiva, sempre legata alla<br />

filiera corta.<br />

Occorre distinguere l’industria che realizza<br />

prodotti di consumo da quella che si dedica<br />

all’automazione, all’engineering, quella in cui<br />

noi operiamo.<br />

Molte grandi aziende devono riempire un business<br />

plan, ma non sempre hanno le idee ben<br />

definite su quello che vogliono comprare. Si richiedono,<br />

pertanto, competenze esterne, per<br />

la corretta gestione dei servizi di automazione.<br />

Noi fornitori dobbiamo essere in grado di proporre<br />

un pacchetto completo. È questa la complessità<br />

e la sfida del nostro lavoro: la capacità di inter-<br />

L’headquarter a Massanzago (PD)<br />

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