17.03.2017 Views

settimanale AQUILE del 17 marzo 2017

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di Arianna Michettoni<br />

Ad analizzarlo oggi, il campionato,<br />

si potrebbe avere la tentazione<br />

di lasciarsi trascinare<br />

dall'ovvietà che alcuni verdetti<br />

suggeriscono. Per prevenire<br />

una certa vacuità di pensiero,<br />

allora, e soprattutto per tenere<br />

vivo l'interesse oltre la serenità<br />

di giudizio, è bene costruire. Insomma,<br />

i mattoncini sono i soliti,<br />

quelli dati in dotazione ad<br />

ogni inizio di campionato: cambia<br />

giusto qualche pezzetto tra<br />

retrocessioni e promozioni, pur<br />

tuttavia restando immutata la<br />

sostanza – ovvio che, salvo exploit,<br />

chi mette piede in Serie A<br />

ha come fine primario il restarci.<br />

Quindi, recuperando il filo <strong>del</strong><br />

discorso, ecco spiegati i proclami<br />

al ritorno di Zeman: il Pescara<br />

vince tanto e bene e<br />

allora, nonostante la classifica<br />

lo condanni brutalmente, meglio<br />

insinuare il dubbio: può la<br />

nuova guida tecnica portare il<br />

Pescara ad una miracolosa salvezza?<br />

Dovrebbe – ma il condizionale<br />

è d'obbligo – seguire un<br />

serio e perentorio diniego, non<br />

fosse che la speranzella (con<br />

connotazione negativa) alimenta<br />

non solo la Serie A, ma<br />

anche l'economia ad essa legata<br />

– per cui si spinge la nascita<br />

di un nuovo interesse nelle<br />

prodezze di undici ragazzetti impelagati<br />

nel fondo <strong>del</strong>la classifica.<br />

Con cotanto antefatto, tutto<br />

quel che segue è di facile ed immediata<br />

interpretazione: la Juventus<br />

vince ancora, per giunta<br />

contro una <strong>del</strong>le poche squadre<br />

sulla carta capace di impensierirla.<br />

Cosa fare dunque: ammettere<br />

che il campionato sia<br />

davvero finito a Marzo, con partite<br />

che precipitano nei dati<br />

d'ascolto, o inventare ad arte un<br />

caso atto a suscitare scalpore e<br />

distrarre i tifosi dandogli in<br />

pasto il finto litigio sportivo?<br />

Stante lo schieramento di opinionisti,<br />

volti noti e figuranti balzati<br />

agli onori <strong>del</strong>la cronaca per<br />

aver espresso un parere sulla<br />

vicenda rigore-Juventus-Milan,<br />

diventa ridondante denunciare<br />

la mistificazione <strong>del</strong>la realtà calcistica.<br />

Poi ancora, a gettare<br />

benzina sul fuoco, si assegnano<br />

penalties dubbi al Napoli, si<br />

scrollano le spalle di fronte al risultato<br />

tennistico tra Inter ed<br />

Atalanta, e si mente sapendo di<br />

mentire sul momento negativo<br />

<strong>del</strong>la roma, ancor più aggravato<br />

da una vittoria viziata dal solito<br />

favore arbitrale. Da questo lugubre<br />

prospetto ne emerge, come<br />

luce nella notte, la Lazio: una<br />

squadra che, di tutte le sorprese,<br />

ne mostra sempre la penultima.<br />

È lecito aspettarsi che<br />

ci sia ancora altro, qualcosa che<br />

travalichi l'unità tra gruppo ed<br />

allenatore – e la ritrovata compattezza<br />

con parte dei suoi sostenitori;<br />

qualcosa che sfondi le<br />

più rosee aspettative. Una forza<br />

che ha già costretto, seppur a<br />

denti stretti, i più noti format<br />

pallonari a dedicare la giusta attenzione<br />

ai biancocelesti – una<br />

piccola rivincita verso chi voleva<br />

la squadra di Inzaghi già<br />

spacciata ancor prima di iniziare.<br />

E invece, passo dopo<br />

passo, imparando prima a camminare<br />

e poi a correre, i biancocelesti<br />

sono già quarti. Adagio<br />

ma non troppo, adagio maestoso:<br />

la Lazio è una sinfonia, al<br />

tempo definirla un capolavoro.

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