marzo-aprile - Carte Bollate
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dossier<br />
aFFetti ristretti – Tra luci ed ombre i numeri e le esperienze europee<br />
L’esercito dei settecentomila<br />
negli altri paesi com’è gestita la<br />
relazione tra i detenuti e i loro<br />
figli? Con fatica il tema cammina<br />
nell’attenzione degli organismi<br />
internazionali e nei singoli paesi con<br />
risultati molto differenti. Qui e là si fanno<br />
strada buone leggi e buone idee: come<br />
quella che arriva dalla Svezia dove si cominciano<br />
a vedere agenti di polizia penitenziaria<br />
con una laurea in psicologia in<br />
tasca. “E’ il passaggio dall’idea di un carcere<br />
che custodisce e basta a quella di un<br />
carcere che fa trattamento” sintetizza Lia<br />
Sacerdote di Bambini senza sbarre che<br />
fa parte di Eurochips, rete europea di 11<br />
paesi che si occupano di questo tema e<br />
che sta lavorando perché, dopo la Commissione<br />
Europea, anche l’Onu dedichi<br />
una giornata di discussione al problema<br />
dei bambini con genitori detenuti.<br />
Parliamo di un piccolo esercito se è vero<br />
che nell’Unione Europea più di 700 mila<br />
bambini e ragazzi ogni anno vengano se-<br />
14 carte<strong>Bollate</strong><br />
parati, a causa di un arresto, da uno o da<br />
tutti e due i genitori.<br />
Come si vede dalla tabella, le previsioni<br />
sono differenti da paese a paese: c’è chi<br />
tutela solo il rapporto con i neonati, chi<br />
consente invece che i bambini stiano in<br />
carcere con la madre fino ai 3 anni o fino<br />
all’età scolare. Ci sono poi esperienze che<br />
riguardano il sostegno dei detenuti nel loro<br />
essere genitori (i gruppi di studio in Svezia,<br />
gli atelier di oggetti che i genitori fanno per<br />
i propri figli realizzati<br />
in Francia da Relais<br />
Enfants Parents) e un<br />
ventaglio di modalità di<br />
accoglienza in carcere<br />
dei figli (i Prison Play<br />
Projects nel Regno Unito,<br />
i trilieu belgi ovvero<br />
aree progettate per le<br />
esigenze di un bambino,<br />
le visite private<br />
che in Spagna sono<br />
in CarCere Con mamma<br />
la tabella è tratta dal libro figli di genitori detenuti pubblicato dall’associazione bambini senza sbarre<br />
regno unito 9 mesi ad Halloway e new Hall<br />
18 mesi ad asham grange e Styal (possibile prolungamento fino a 21 mesi)<br />
10 mesi se la madre sconta una condanna lunga<br />
irlanda 12 mesi<br />
Francia 18 mesi (possibileprolungamento fino a 24 mesi)<br />
Belgio 3 anni<br />
italia 3 anni<br />
spagna 3 anni<br />
Danimarca 3 anni nel carcere aperto di Horserod<br />
Polonia 3 anni<br />
grecia 4 anni<br />
olanda 6 o 9 mesi<br />
4 anni o più nella casa aperta madre-bambino<br />
Finlandia 2 anni<br />
4 anni nella casa aperta di vanaja<br />
“il tasso<br />
di recidiva<br />
è più elevato<br />
tra coloro<br />
che non<br />
hanno<br />
contatti<br />
familiari<br />
germania 3 anni<br />
4 anni ad alchach<br />
5 anni nelle case aperte di vechta e frönderberg<br />
previste per il partner e i figli). Una delle<br />
pratiche più innovative è quella canadese<br />
delle visite familiari, concesse ogni due<br />
mesi, per una durata massima di 72 ore.<br />
Dell’importanza anche per il sistema penitenziario<br />
di queste esperienze testimoniano<br />
ricerche internazionali: uno studio<br />
inglese mostra che il rischio di problemi<br />
disciplinari si riduce di oltre il 40 per cento<br />
quando i detenuti sono in contatto con<br />
i figli, mentre una ricerca francese dimostra<br />
che il tasso di recidiva è<br />
più elevato tra coloro che non<br />
hanno contatti familiari. E infine<br />
c’è l’aspetto, fondamentale,<br />
della crescita equilibrata dei<br />
figli. Ancora Lia Sacerdote:<br />
“La detenzione spezza la storia<br />
familiare, ma la relazione<br />
con il genitore è fondamentale<br />
e va ricostruita a partire dal diritto<br />
del bambino di conoscere<br />
la verità”. a.s.<br />
anna gregnanin / proSpeKt