marzo-aprile - Carte Bollate
marzo-aprile - Carte Bollate
marzo-aprile - Carte Bollate
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
elogio Delle regole – Perché colpire un intero reparto per colpe individuali<br />
Punirne 100 per educarne uno?<br />
Qualcuno diceva che era meglio<br />
avere cento colpevoli in libertà<br />
piuttosto che un innocente<br />
in carcere, chissà cosa ne<br />
penserebbe il Beccaria, precursore della<br />
pena a scopo riabilitativo e non afflittivo,<br />
se sapesse di una pena che persegue tutta<br />
una comunità invece di essere applicata<br />
al singolo.Colpire un intero reparto<br />
per le colpe di uno, è invece deleterio e<br />
poco educativo.<br />
Quando io, colpevole, non subisco una<br />
punizione che possa essere un monito per<br />
chi in futuro pensasse<br />
di commettere la mia<br />
stessa infrazione, ma<br />
questa punizione viene<br />
invece condivisa<br />
dal resto della comunità<br />
a cui appartengo,<br />
posso solo pensare:<br />
“mal comune mezzo<br />
gaudio”.Infatti ai miei compagni non conviene<br />
esprimere la loro rabbia in modo<br />
energico nei miei confronti poiché qualsiasi<br />
reazione poco civile si trasformerebbe<br />
in una punizione peggiore e potrebbe<br />
privarli di quei requisiti necessari per accedere<br />
ai vari benefici penitenziari, primo<br />
fra tutti: la liberazione anticipata.<br />
Pertanto, chi commette un’infrazione alle<br />
regole non subisce una punizione perso-<br />
12 carte<strong>Bollate</strong><br />
“chi sbaglia<br />
e solo<br />
chi sbaglia<br />
deve<br />
pagare<br />
seConDo reParto,<br />
CominCiamo Da CHi<br />
vuole CamBiare<br />
nello scorso numero è<br />
stato espresso in un<br />
articolo un punto di vista<br />
da parte di remì n’diaye<br />
sul problema del 2 reparto,<br />
il “ghetto”.<br />
la direzione e l’educatore<br />
di reparto, con il Sert,<br />
hanno tenuto una riunione<br />
per spiegarci le problematiche<br />
del Sert sotto<br />
organico e i progetti futuri<br />
che sono in fase di<br />
sviluppo.<br />
colgo l’occasione quindi<br />
per rispondere anche<br />
all’amico remi: il tuo<br />
nale, ma la condivide con la comunità.<br />
Questo è un sistema disincentivante e<br />
diseducativo, come quello di spostare un<br />
detenuto da una sezione all’altra perché<br />
colpevole di aver commesso gravi infrazioni:<br />
colto a rubare nelle celle o perché<br />
non condivide il progetto <strong>Bollate</strong>.<br />
Penso che ci siano manchevolezze che<br />
possono essere trattate con dei semplici<br />
richiami, altre invece che sono problemi<br />
e debbano essere affrontati come tali,<br />
per preservare la vivibilità del carcere e<br />
senza far uso di punizioni che discriminano<br />
i non colpevoli.<br />
È pur vero che fra noi detenuti<br />
dobbiamo creare un clima<br />
simile alla società esterna,<br />
di convivenza e di regole<br />
“condominiali”, di rispetto e<br />
di tolleranza, ma che ci possiamo<br />
fare se il vicino di cella<br />
continua a buttare rifiuti dalla<br />
finestra, se non ha la sensibilità di fare la<br />
raccolta differenziata, se non ha cura dei<br />
beni e degli spazi comuni, se si fa padrone<br />
di cose comuni, se rubacchia alimenti<br />
nei frigoriferi comuni, se sporca o non<br />
pulisce responsabilmente quando lo dovrebbe<br />
fare perché pagato.<br />
Regole, regole di buon senso che dobbiamo<br />
condividere, che possiamo consigliare<br />
di seguire, ma nessuno di noi può<br />
punto di vista è quello di<br />
una persona che vive fuori<br />
dalle problematiche del reparto<br />
e vive il problema con<br />
la percezione che sia il sistema<br />
di gestione a ghettizzare<br />
il 2 reparto, ma non è cosi,<br />
remi.<br />
Questo è un reparto con regime<br />
di contenimento e se<br />
oggi viviamo ancora in questo<br />
stato è solo colpa nostra,<br />
non siamo stati capaci<br />
con le varie commissioni, di<br />
proporre soluzioni credibili e<br />
concrete ai nostri problemi.<br />
confrontarsi con i detenuti<br />
del 2° reparto non è facile,<br />
bisogna fare i conti con regole<br />
di vita oramai radicate,<br />
fondate su principi dati<br />
come veri e giusti, senza<br />
metterli in discussione, inutile<br />
quindi spiegare, cercare<br />
di far capire: non serve a<br />
nulla. per cambiare mentalità<br />
e rapportarsi con la<br />
struttura ci vogliono regole<br />
intransigenti.<br />
forse sarebbe opportuno introdurre<br />
un criterio selettivo<br />
e meritocratico, creando un<br />
reparto nel reparto, dove il<br />
Sert sia presente con gruppi<br />
di discussione sulle problematiche<br />
della tossicodipendenza,<br />
dove nascano gruppi<br />
di discussione orientati alla<br />
sensibilizzazione e al rispetto<br />
delle regole, al senso civico.<br />
andare oltre al semplice suggerimento.<br />
Regole certe rendono la vita migliore a<br />
tutti, a chi è in detenzione e a chi deve<br />
vigilare su di lui, regole che servono anche<br />
per l’assegnazione del lavoro, delle<br />
celle o quant’altro ci permetta d’avere<br />
certezze sui diritti e sui doveri. Le regole<br />
evitano ogni forma di subdola ruffianeria,<br />
maldicenza o, peggio, di calunnia, esercitata<br />
spesso allo scopo d’ottenere benefici<br />
sotto forma di lavori privilegiati o conseguiti<br />
prima dei termini previsti da quelle<br />
regole precedentemente stabilite.<br />
L’autogestione non è praticabile senza la<br />
collaborazione di tutti, sembra che molti<br />
detenuti abbiano dimenticato le carceri<br />
da dove sono venuti e non abbiano più<br />
presente la differenza che contraddistingue<br />
il luogo di provenienza da quello<br />
in cui ora vivono, ma se non vogliamo<br />
perdere l’unicità di questo Istituto, è necessario<br />
che il potere di far rispettare le<br />
regole, anche quelle della semplice convivenza,<br />
sia esercitato da chi è preposto<br />
a farlo. La comunità non può subire una<br />
punizione ingiusta per le colpe di quei<br />
pochi che “sgarrano”. No! Chi sbaglia, e<br />
solo chi sbaglia deve pagare! Noi tutti lo<br />
sappiamo benissimo: così come il premio<br />
viene dato a chi lo merita, la punizione<br />
deve colpire il singolo colpevole.<br />
ad r i aN o Pa s q u a l<br />
Un piano dovrebbe in sostanza<br />
essere riservato a<br />
chi vuole partecipare ad<br />
attività autogestite, utilizzando<br />
e valorizzando le<br />
risorse umane disponibili,<br />
disegno, pittura, informatica,<br />
musica.<br />
non servono soldi per fare<br />
questo, ma solo impegno<br />
personale.<br />
riuscire a creare e rendere<br />
concreto questo<br />
strumento significa effettuare<br />
un innesco per la<br />
cura, che se utilizzato nel<br />
modo giusto si espanderà<br />
come esempio, sensibilizzando<br />
il resto del reparto<br />
e riuscendo, un domani, a<br />
metterlo in linea con il progetto<br />
bollate.<br />
giuseppe colapietra