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Milano - Carte Bollate

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SanItà – Una risposta ai quesiti di Enrico Lazzara<br />

“Sportello Salute”: aiuto<br />

concreto o solo informazione ?<br />

Dopo l’articolo a firma di Enrico<br />

Lazzara, pubblicato su <strong>Carte</strong><br />

<strong>Bollate</strong>, è apparsa una risposta<br />

sulla porta dello “Sportello<br />

Salute”: bene! Qualsiasi stimolo al<br />

dibattito è estremamente importante<br />

a tenere in “salute” le nostre cellule<br />

grigie che nell’opacità del carcere rischiano<br />

di deteriorarsi.<br />

Aggiungo allora qualche considerazione,<br />

prendendola un po’ alla lontana.<br />

“Sarà necessario che la conoscenza<br />

umana si fondi su qualcosa di inequivocabile<br />

che potrà essere realizzato<br />

se ogni cosa sarà conosciuta per quello<br />

che realmente è” diceva<br />

Confucio. Cosa voleva dire il<br />

vecchio saggio cinese? Che<br />

per intendersi è necessario<br />

che una parola esprima e<br />

trasmetta lo stesso concetto<br />

a chiunque.<br />

Il termine “Sportello Salute”<br />

esprime e trasmette lo<br />

stesso concetto a chiunque?<br />

Forse no e senza che la colpa<br />

sia di nessuno. Walter Bortolozzo,<br />

in un suo articolo su<br />

“Salute inGrata”, periodico<br />

dell’area sanitaria dell’istituto,<br />

definiva lo “Sportello<br />

Salute” come “uno sportello…<br />

che possa comunicare<br />

informazioni sulla salute<br />

e sui servizi dell’area sanitaria”,<br />

limitandone quindi<br />

l’intervento al solo aspetto<br />

informativo. A me il termine<br />

fa venire in mente un luogo dove qualcuno<br />

mi dà una mano: non un ambulatorio<br />

(si chiamerebbe così allora!), ma<br />

un posto dove ricevo sia chiarimenti,<br />

sia un aiuto per risolvere le mie problematiche<br />

di salute in carcere.<br />

Enrico nel suo articolo sosteneva che<br />

“un servizio utile come quello dello<br />

“Sportello Salute” dovrebbe poter essere<br />

più incisivo ed essere usato dalle<br />

Asl come strumento di interfaccia<br />

(…), dovrebbe contribuire a risolvere<br />

quei casi che possono diventare delle<br />

vere e proprie criticità (…) ed evitare<br />

che (…) si debba ricorrere a forme di<br />

protesta personale …”.<br />

Altro non è che un auspicio a che l’utile<br />

12 carte<strong>Bollate</strong><br />

“Sportello Salute” possa essere più incisivo<br />

e riesca a risolvere i casi critici.<br />

Forse che lo “Sportello Giuridico”, per<br />

analogia, si limita a comunicare informazioni<br />

sul diritto? No, contribuisce a<br />

risolvere le problematiche giuridiche<br />

del detenuto, presentando istanze,<br />

solleciti, facendo incontrare i detenuti<br />

che hanno i casi più complessi con degli<br />

avvocati, ecc. Non è solo un luogo di<br />

informazione ma anche di risoluzione<br />

di problemi.<br />

Secondo me l’equivoco sta proprio qui,<br />

nei termini. Enrico Lazzara ha pensato<br />

che lo “Sportello Salute” volesse con-<br />

tribuire anche alla risoluzione dei problemi,<br />

pungolando le Asl a compiere il<br />

proprio dovere, sollecitando e verificando<br />

che le prestazioni mediche siano<br />

state realmente fatte, agendo cioè<br />

nel concreto affinché il diritto alla salute<br />

sia effettivo. Ma la risposta all’articolo<br />

di Enrico affissa sulla porta dello<br />

“Sportello Salute”, rispetto al caso di<br />

Pasquale, è inequivocabile: “Abbiamo<br />

fatto tutto quello che potevamo, ovvero<br />

segnalare il caso a chi di dovere. Se<br />

poi l’operazione non è stata effettuata<br />

dopo 6 mesi, noi ne siamo dispiaciuti,<br />

ma lo “Sportello Salute” cosa c’entra?<br />

(…) Lo “Sportello Salute” e tutti i ragazzi<br />

che ci lavorano ci sono e faranno<br />

tutto il loro possibile per i loro compagni<br />

e ne sono fieri”.<br />

Quindi, Enrico: ti sei sbagliato. Pensavi<br />

che lo “Sportello Salute” avesse<br />

come obiettivo anche quello di porsi<br />

come interfaccia fra i detenuti e chi è<br />

preposto alla loro salute, di essere la<br />

voce di chi può solo pregare, di essere<br />

altro che solo uno “Sportello di informazioni<br />

sulla salute”: invece no. È stata<br />

la definizione che ti ha ingannato: il<br />

termine non era inequivocabile (come<br />

Confucio auspicava…), aggiungi fra le<br />

due parole Sportello e Salute anche “di<br />

informazione sulla” e ti avvicini di più,<br />

forse, a quello che vogliono<br />

trasmettere i promotori e i<br />

volontari.<br />

Che poi ciò sia quello di cui<br />

i detenuti hanno realmente<br />

bisogno è tutta un’altra questione,<br />

forse occorrerebbe di<br />

più uno sportello che si ponesse<br />

come interfaccia fra il<br />

detenuto e l’amministrazione<br />

della sanità carceraria,<br />

che seguisse le criticità e<br />

non si limitasse a “segnalare<br />

il caso a chi di dovere” e se<br />

chi di dovere tace “ad essere<br />

dispiaciuti”.<br />

Ma questa è un’altra storia,<br />

direi che non è nelle intenzioni<br />

di chi ha promosso lo<br />

“Sportello Salute”: “[Un servizio]<br />

che si è rivelato veramente<br />

utile, poiché si danno<br />

indicazioni su quella che è la<br />

migliore procedura da seguire… Questo<br />

innovativo servizio ha di fatto reso<br />

più serena l’aspettativa delle persone<br />

che vi si rivolgono. (“Salute inGrata” n°<br />

9). Capito Enrico? Per concludere, io<br />

penso che ogni attività volontaria sia<br />

positiva in sé, anche se appare evidente<br />

la differenza fra un volontariato autoreferenziale<br />

e un volontariato politicamente<br />

incisivo. Su questo concordo<br />

in pieno con Susanna Ripamonti che<br />

ha scritto: “il volontariato si muove<br />

troppo nel solco di un generoso impegno<br />

solidale e troppo poco sul terreno<br />

dell’impegno politico”.<br />

Dai, da fare ce n’è tanto!<br />

m. R. ma R z a g a l l i

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