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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Re di Napoli Re di Sicilia<br />

Ruggiero II d’Altavilla<br />

Guglielmo I<br />

Guglielmo II<br />

Tancredi<br />

Arrigo di Svevia<br />

Federico II<br />

Corrado<br />

Manfredi<br />

Corradino<br />

1130‐1154<br />

1154‐1166<br />

1166‐1189<br />

1189‐1194<br />

1194‐1197<br />

1197‐1250<br />

1250‐1254<br />

1254‐1266<br />

1266‐1268<br />

Carlo I d’Angiò 1268‐1285 1268‐1282<br />

Pietro II<br />

Carlo II 1282‐1286<br />

1285‐1309 Giacomo<br />

1286‐1296<br />

Federico III<br />

Roberto 1296‐1321<br />

1309‐1343 Pietro II<br />

1321‐ 1342<br />

Ludovico<br />

Giovanna I 1342‐1355<br />

1343‐1381<br />

Carlo III<br />

(di Durazzo)<br />

Federico IV<br />

1355‐1377<br />

Maria<br />

1377‐1402<br />

1381‐1386 Martino I<br />

1392‐1409<br />

Luigi Martino II<br />

1386‐1399 1409<br />

Ladislao Bianca<br />

1399‐1414 1409‐1412<br />

Giovanna II<br />

1414‐1435 Ferdinando I<br />

Renato 1412‐1416<br />

1435‐1442<br />

Alfonso I d'Aragona 1442‐1458 1416‐1458<br />

Ferdinando I<br />

1458‐1494<br />

Alfonso II<br />

1495 Giovanni I<br />

Ferdinando II 1458‐1479<br />

1496<br />

Federico<br />

1496‐1501<br />

Luigi XII di Francia 1501‐1503<br />

Ferdinando III (II di Sicilia ‐ il cattolico) 1503‐1516 1479‐1516<br />

Giovanna (la pazza)<br />

Carlo V d’Asburgo (IV di Napoli, I di Sicilia)<br />

Filippo II (I di Napoli e di Sicilia)<br />

Filippo III (II di Napoli e di Sicilia)<br />

Filippo IV (III di Napoli e di Sicilia)<br />

Carlo II (V di Napoli, II di Sicilia)<br />

1517<br />

1517‐1556<br />

1556‐1598<br />

1598‐1621<br />

1621‐1665<br />

1665‐1700<br />

Filippo V Angiò di Borbone (IV di Napoli e di Sicilia) 1700‐1707<br />

1700‐1713<br />

Vittorio Amedeo<br />

di Savoia<br />

1713‐1720<br />

Carlo d’Asburgo (VI di Napoli, III di Sicilia) 1707‐1734 1720‐1734<br />

Carlo di Borbone (VII di Napoli, IV di Sicilia)<br />

1734‐1759<br />

Ferdinando (IV di Napoli, III di Sicilia, I delle 2 Sicilie)<br />

Giuseppe Bonaparte 1806‐1808<br />

1759‐1825<br />

Gioacchino Murat 1808‐1815<br />

Ferdinando (IV di Napoli, III di Sicilia, I delle 2 Sicilie)<br />

Francesco I<br />

Ferdinando II<br />

Francesco II<br />

1825‐1830<br />

1830‐1859<br />

1859‐1861<br />

Tutti i re del Regno di Napoli e di Sicilia<br />

Nessuna disgrazia successe, i pezzi caduti furono poi<br />

portati a Lecce e il pezzo supremo vedesi ancora al<br />

giorno d’oggi con meraviglia rimanere attraversato<br />

sull’infimo...» ‐Andrea Della Monaca‐<br />

Nello scorcio di quello storico anno 1529, dopo la<br />

peste <strong>nel</strong> 1526, dopo l’assalto e il saccheggio delle<br />

truppe papali francesi e veneziane, dopo il crollo<br />

<strong>della</strong> colonna romana, <strong>Brindisi</strong> era allo stremo e la<br />

sua popolazione si era ridotta a meno di 400 fuochi,<br />

circa 2.000 abitanti, un minimo mai più toccato.<br />

Era sindaco Domenico Casignano, l’arcivescovo era<br />

Girolamo Aleandro, il governatore <strong>della</strong> provincia di<br />

Terra d’Otranto era Ferdinando Loffredo, il viceré a<br />

Napoli era Filiberto di Chalon principe d’Orange e il<br />

re di Napoli, di Spagna, eccetera, era l’imperatore<br />

Carlo V. Il castellano generale <strong>della</strong> città era<br />

Fernando d’Alarcon e il suo vice Giovanni Glianes, il<br />

mastro portolano e doganiere maggiore era, infine,<br />

Giovanni Michele Salvatori.<br />

Il 4 marzo 1533 fu battezzato a <strong>Brindisi</strong> Ferrante<br />

Fornari, figlio di Lucio e Orsola del Bo: un illustre<br />

brindisino, che sarà poi reggente <strong>della</strong> regia<br />

cancelleria e del consiglio collaterale del regno.<br />

Nel 1536 Carlo V inviò a <strong>Brindisi</strong> una colonia di<br />

Greci Coronei, e nei primi decenni fu loro sacerdote,<br />

Antonio Pirgo, che <strong>nel</strong>la Cattedrale celebrò con il<br />

rito greco vari battesimi di bambini Coronei e non.<br />

E la liturgia greca, che si era sviluppata fin dallo<br />

scisma d’Oriente del 1054, si mantenne in uso <strong>nel</strong>la<br />

città fino al 1680, nonostante il Concilio di Trento<br />

del 1545 avesse ufficialmente sostituito il rito greco<br />

con quello cattolico, officiato in latino.<br />

Le comunità greche poi, finirono progressivamente<br />

con abbandonare la lingua madre, che si mantenne<br />

circoscritta a solamente un’isola linguistica di pochi<br />

villaggi situati <strong>nel</strong>la penisola salentina.<br />

Nel 1539 fu ordinato dall’imperatore «... Che si<br />

discacciano dalla città gli ebrei, parendo che colle<br />

loro usure divorassero le sostanze de popoli e<br />

seminassero con l’esempio l’empietà loro. Pure<br />

alcuni di loro restarono in <strong>Brindisi</strong> <strong>nel</strong>la cristiana e<br />

in buono et onorevol stato...» ‐Andrea Della Monaca‐<br />

Nel 1541 fu restaurata la fontana Tancredi e <strong>nel</strong><br />

1544 fu rafforzata la guarnigione militare<br />

«…Azocché la città non sia offesa de l’armata<br />

turchesa qual se ritrova in le acque de Sicilia...» ‐<br />

Andrea Della Monaca‐<br />

Per l’anno 1545, la popolazione di <strong>Brindisi</strong> si era<br />

decisamente ristabilita, raggiungendo i 1.200 fuochi,<br />

con più di 6.000 abitanti.<br />

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