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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Malgrado le reticenze, la sottomissione fu poi<br />

proclamata a Firenze <strong>nel</strong> 1439 e fu celebrata<br />

festosamente in tutta Italia, ma non servì a salvare<br />

Costantinopoli.<br />

Dopo un lungo assedio, infatti, le mura di<br />

Costantinopoli caddero e <strong>nel</strong>la mattina del 29 maggio<br />

1453 la città fu espugnata. Costantino XI, l’ultimo<br />

imperatore dell’impero romano d’Oriente, perì in<br />

battaglia con gran parte del suo popolo.<br />

Gli abitanti furono massacrati. La chiesa di Santa<br />

Sofia fu trasformata in moschea. Costantinopoli fu<br />

chiamata Istanbul e divenne la base sulla quale gli<br />

Ottomani costruirono la loro potenza marittima.<br />

Scomparve così l'impero bizantino e scomparve con<br />

esso una delle più grandi civiltà <strong>della</strong> <strong>storia</strong>, mentre si<br />

consolidò l'impero ottomano destinato anch'esso a<br />

lunga vita: cessò di esistere solo <strong>nel</strong> 1922, dopo la<br />

prima guerra mondiale.<br />

L’imperatore Maometto II non nascose il sogno di<br />

nuove conquiste a Occidente e <strong>nel</strong> 1480 i Turchi<br />

sbarcarono in Puglia e occuparono la città di Otranto,<br />

massacrandone gli abitanti: un evento che suscitò<br />

molta apprensione in tutta l'Italia meridionale, che si<br />

affievolì solo con la notizia <strong>della</strong> morte di Maometto<br />

II, <strong>nel</strong> 1481, e <strong>della</strong> conseguente lotta di successione<br />

che si aprì alla corte ottomana.<br />

La caduta di Costantinopoli<br />

Dipinto del Tintoretto ‐ 1580 circa<br />

Venezia, Palazzo Ducale, Sala del Maggior Consiglio<br />

Sullo scorcio di dicembre del 1456, il 5, un terribile<br />

terremoto interessò gran parte del Regno di Napoli,<br />

e <strong>Brindisi</strong> fu tra le città più colpite «...e la rovina<br />

coperse e seppellì quasi tutti i suoi concittadini e<br />

resto totalmente disabitata... e al terremoto seguì la<br />

peste, la quale invase la città e troncò la vita a quel<br />

piccolo numero di cittadini ch´erano sopravvissuti al<br />

primo flagello...» -Andrea Della Monica‐<br />

Il 27 giugno del 1458 morì in Napoli il re Alfonso I e<br />

gli succedette il figlio, illegittimo ma poi legittimato,<br />

Ferrante, con il nome di Ferdinando I di Napoli, che<br />

dovette combattere vari nemici esterni e<br />

l’avversione di molti dei suoi baroni, primo tra tutti<br />

il principe Orsini di Taranto che continuò a<br />

despotizzare su <strong>Brindisi</strong> fino alla sua morte<br />

avvenuta, con giubilo dei <strong>Brindisi</strong>ni, <strong>nel</strong> 1463, forse<br />

strangolato da sicari del re.<br />

I <strong>Brindisi</strong>ni accolsero con grande entusiasmo il re<br />

Ferdinando I, il quale in gratitudine volle occuparsi<br />

del bene <strong>della</strong> sventurata città, e con decreto regio<br />

del 10 marzo del 1465 gli proferì importantissimi<br />

privilegi, grazie ai quali <strong>Brindisi</strong> poté in breve<br />

tempo, riedificarsi e ripopolarsi.<br />

Con la rovinosa sconfitta subita dai Veneziani a<br />

Negroponte il 12 luglio del 1470, a opera dei Turchi<br />

di Maometto II già insediatosi a Costantinopoli, le<br />

coste adriatiche del regno di Napoli divennero<br />

insicure e perciò il re dispose la fortificazione di<br />

<strong>Brindisi</strong>, incaricandola al figlio Alfonso, mediante il<br />

completamento <strong>della</strong> cinta muraria su tutto il fronte<br />

del mare e prevedendo, dirimpetto all’imboccatura<br />

del porto interno dalla parte di levante, la presenza<br />

di una grande porta, intitolata da Alfonso, in onore a<br />

suo padre il re Ferrante, ‘Porta Reale’.<br />

Nel 1480, Maometto II, il turco già padrone di<br />

Costantinopoli, decise di conquistare <strong>Brindisi</strong> e inviò<br />

una potente flotta al comando di Ahmet Giedik, ma<br />

le sfavorevoli condizioni del mare impedirono di<br />

raggiungere <strong>Brindisi</strong> e la flotta fu spinta a sud.<br />

Così, il 28 luglio del 1480, Otranto fu attaccata e<br />

dopo due settimane di assedio fu sopraffatta<br />

nonostante l’eroicità <strong>della</strong> difesa. Con gli abitanti<br />

morti in battaglia, o martirizzati, o schiavizzati,<br />

Otranto rimase in mano ai Turchi per un anno, fino a<br />

quando, dopo la morte di Maometto II e il lungo<br />

assedio di Alfonso, figlio del re, i Turchi si ritirarono.<br />

In quello stesso 1481, <strong>Brindisi</strong> fu fatta fortificare<br />

ulteriormente da Ferrante, il re Ferdinando I,<br />

ordinando al figlio Alfonso la costruzione di una<br />

grande fortezza a forma di torre quadrata sulla<br />

punta occidentale dell’isola Sant’Andrea all’ingresso<br />

del porto che i Turchi denominarono ‘Castello rosso’<br />

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