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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Il progetto di organizzazione dello stato in<br />

circoscrizioni amministrative e quello delle imposte<br />

necessarie a tale scopo, si erano trascinati per secoli e<br />

Federico III fino agli ultimi giorni di vita si era<br />

opposto a qualsiasi tipo di progetto di riforma,<br />

temendo e contrastando il movimento guidato<br />

dall'arcivescovo Bertoldo di Magonza, <strong>della</strong> famiglia<br />

dei conti di Henneberg, che propugnò addirittura fare<br />

<strong>della</strong> Germania una repubblica rappresentativa con<br />

alla testa un consiglio, il quale, soggetto in sostanza<br />

all'influenza dominante dei capi dell'aristocrazia, cioè<br />

dei principi elettori, fosse dotato di quasi tutti i diritti<br />

e le competenze di governo.<br />

Inoltre, sul finire del Medioevo, era di fatto cessata<br />

ogni ingerenza dei papi <strong>nel</strong>la successione al trono<br />

tedesco e persino la dignità imperiale, quasi ridotta a<br />

dire il vero a un vano titolo, divenne di fatto<br />

indipendente dalla Santa Sede.<br />

Massimiliano, infatti, impossibilitato a recarsi<br />

personalmente a Roma per cingersi <strong>della</strong> corona<br />

imperiale, assunse il titolo d'imperatore con il<br />

semplice consenso del papa Giulio II, e tra i suoi<br />

successori solo Carlo V ricevette ancora la corona<br />

imperiale dalle mani di un papa, ma non in Roma e<br />

unicamente <strong>nel</strong>la forma di cerimonia, perché già da<br />

tempo lui portava il titolo imperiale.<br />

Stato <strong>della</strong> Chiesa<br />

Anche il papato si avviò alla fine dell’era medievale<br />

subendo un profondo mutamento dopo aver superato<br />

quei lunghi settanta anni compresi tra il 1308 e il<br />

1377 in cui il re di Francia Filippo IV il Bello,<br />

reagendo al proposito del papa Bonifacio VIII che<br />

tentò di far valere la subordinazione del potere<br />

temporale a quello spirituale pubblicando <strong>nel</strong> 1302 la<br />

bolla Unam Sanctam, portò la sede pontificale ad<br />

Avignone imponendo la subordinazione del papato<br />

alla monarchia francese.<br />

E dopo aver anche superato <strong>nel</strong> mezzo di quegli stessi<br />

anni, fra il 1347 e il 1354, il tentativo di Cola di Rienzo<br />

di far rinascere la repubblica romana.<br />

In molte nazioni, come la Francia, l'Inghilterra e la<br />

Spagna, l'idea moderna dello stato, che si era venuta<br />

affermando in conseguenza del loro sviluppo politico,<br />

non era più conciliabile con la concezione medioevale<br />

del potere universale <strong>della</strong> Santa Sede e questa era<br />

stata obbligata a riconoscere all'autorità civile anche<br />

il diritto di ingerirsi <strong>nel</strong>le questioni ecclesiastiche.<br />

E in Germania era stato anche eliminato l’obbligo che<br />

l’imperatore del sacro romano impero fosse<br />

incoronato dal papa a Roma.<br />

Successe però che ‘’... Per forti venti mareggiate<br />

errori <strong>nel</strong> progetto e materiali scadenti...’’ la torre<br />

non ancora completata, crollò. Il sovrano allora<br />

dispose che il già costruito fosse interamente<br />

abbattuto e che si provvedesse immediatamente a<br />

una sua solida ricostruzione e fu così che, solo <strong>nel</strong><br />

1301 sotto Carlo II d’Angiò, la Torre Cavallo risultò<br />

finalmente terminata.<br />

Torre Cavallo: Ricostruzione da documenti angioini<br />

Nel periodo angioino, rivestì grande importanza<br />

anche l’arsenale marittimo che, già voluto da<br />

Federico II, fu finalmente costruito da Carlo I,<br />

imponente e poi più volte potenziato dagli Angioini.<br />

Altra opera importante che il re Carlo I d’Angiò curò<br />

a <strong>Brindisi</strong> fu la zecca, per la cui ampliazione fece<br />

costruire un nuovo apposito locale in sostituzione<br />

dell’antica sede sveva non più funzionale, la Domus<br />

Margariti, che fu allora donata ai frati minori che la<br />

ridussero a convento al quale successivamente, <strong>nel</strong><br />

1322, affiancarono una grande chiesa: San Paolo.<br />

Zecca di <strong>Brindisi</strong> – Carlo I D’Angiò re di Napoli<br />

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