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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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L’Europa sul tramontare del Medioevo<br />

Il risultato più importante <strong>della</strong> vita politica europea<br />

negli ultimi secoli del Medioevo, fu la formazione di<br />

stati monarchici nazionali che, in Spagna, in<br />

Inghilterra e in Francia, determinò la costituzione di<br />

una monarchia forte, mentre in Germania il regno<br />

statale assunse più il carattere di un’aristocrazia, con<br />

gli imperatori che persero progressivamente potere a<br />

vantaggio dei principi locali che crearono governi<br />

autonomi. In Italia invece, il suo completo<br />

frazionamento politico e soprattutto l’intrigante<br />

potere temporale del papato, impedirono la<br />

costituzione di uno stato nazionale, trasformandola<br />

in una grande arena di lotte tra le potenze europee.<br />

Nel 1492 l'Italia era, infatti, divisa in innumerevoli<br />

Ducati, Principati, Repubbliche, Contee, Feudi,<br />

Marchesati, Vescovati, Domini, Regni, con l'unico a<br />

chiamarsi Stato quello <strong>della</strong> Chiesa.<br />

Nonostante la penisola italiana costituisse un insieme<br />

culturalmente relativamente omogeneo, era<br />

politicamente divisa, e a ogni accenno di unione il<br />

papato era pronto e deciso a chiamare truppe, locali o<br />

straniere che fossero, per stroncare sul nascere<br />

qualsiasi ambizione di consolidamento in autonomia.<br />

Spagna<br />

Nella seconda metà del XV secolo, la potenza<br />

spagnola scaturì, relativamente all’improvviso,<br />

dall’unione di Castiglia e Aragona, due stati<br />

abbastanza modesti, sancita grazie al matrimonio<br />

che <strong>nel</strong> 1469 si celebrò tra Fernando II d’Aragona ‐il<br />

nipote del re‐ e Isabella I ‐principessa di Castigliasorella<br />

di Enrico IV, re di Castiglia dal 1454, alla cui<br />

morte, <strong>nel</strong> 1474, con l’ascesa al trono di Isabella, si<br />

giunse finalmente all'unificazione dei due regni.<br />

Le varie province erano molto diverse come lingua,<br />

cultura e tradizioni, ed anche gelose delle loro<br />

istituzioni particolari, che ognuna voleva conservare;<br />

ma al di sopra di esse la monarchia si andò sempre<br />

più affermando come il vero e proprio potere.<br />

La nobiltà era ancora potente, specialmente in<br />

Castiglia, ma col tempo i suoi privilegi vennero<br />

falcidiati o aboliti. Riuscì anche a subordinare la<br />

chiesa alla corona e <strong>nel</strong> 1482 ottenne dal papa un<br />

concordato, secondo il quale in nessun vescovado si<br />

poteva procedere alla nomina dell'ordinario senza il<br />

consenso del re e nessun decreto pontificio poteva<br />

essere pubblicato senza il regio placet. Il clero fu<br />

chiamato inoltre a contribuire alle pubbliche imposte.<br />

Nell'anno 1480, auspice Isabella I, in Spagna venne<br />

introdotta l'inquisizione, dapprima transitoriamente<br />

contro i così detti marranos, ebrei convertiti in gran<br />

Nel 1255, <strong>Brindisi</strong>, sospinta dal suo arcivescovo<br />

Pellegrino II, si schierò con il papa Alessandro IV e si<br />

ribellò a Manfredi, attaccando e vincendo le sue<br />

truppe a Nardò, sotto la guida del capo rivolta<br />

Tommaso d’Oria. Manfredi allora si diresse su<br />

<strong>Brindisi</strong> e, solo dopo un prolungato e combattuto<br />

assedio, la città finalmente si arrese <strong>nel</strong> 1257, come<br />

lo dovettero fare anche Oria e Otranto, dopo che<br />

Mesagne fu distrutta dalle truppe di Manfredi e che<br />

Lecce -per evitare di far la stessa fine- decise di<br />

schierarsi con Manfredi.<br />

Finalmente Manfredi morì in battaglia campale<br />

presso Benevento <strong>nel</strong> 1266, e Corradino di Svevia, il<br />

giovane figlio di Corrado IV, scese in Italia <strong>nel</strong><br />

tentativo di riscattare i possedimenti <strong>della</strong> famiglia,<br />

ma la sua spedizione, dopo aver subito una rovinosa<br />

sconfitta a Tagliacozzo il 23 agosto 1268, ebbe<br />

termine tragicamente con la sua decapitazione.<br />

Il regno italiano degli Svevi <strong>della</strong> casata degli<br />

Hohenstaufen era finito ed era iniziato quello degli<br />

Angioini francesi, con Carlo I D’Angiò.<br />

Il castello di Federico II a Castel del Monte<br />

Bibliografia:<br />

- BRINDISI: R. Alaggio – 2015<br />

- BRINDISI NELL’ETÁ DI CORRADO E MANFREDI: G.<br />

Carito – 2013<br />

- BRINDISI IN ETÀ SVEVA: G. Carito – 1994<br />

- LE MURA DI BRINDISI ‐ SINTESI: G. Carito – 1981<br />

- TOMMASO D’ORIA NELLA LOTTA TRA MANFREDI E<br />

LA CHIESA: A. Ancona – 1974<br />

- LA CITTÀ DI BRINDISI NEL CONTESTO DELLA<br />

VICENDA FEDERICIANA: F. M. De Robertis – 1974<br />

- LA ZECCA DI BRINDISI IN DOCUMENTI E SCRITTI<br />

DI EPOCA SVEVA: E. Travaglini – 1972<br />

- BRINDISI IGNORATA: N. Vacca – 1954<br />

- BRINDISI AL TEMPO DELLE CROCIATE: O.<br />

Giordano – 1972<br />

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