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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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In quelle circostanze, da San Giovanni d’Acri, il conte<br />

di Malta e l'arcivescovo di Bari ritornarono in Italia<br />

per chiedere al papa Gregorio IX la revoca <strong>della</strong><br />

scomunica, ma il tentativo risultò vano.<br />

Sui luoghi santi regnava il sultano Malek Al‐Kamil, il<br />

quale era in buoni rapporti con Federico II e grazie a<br />

questa amicizia, ed alla intensa trattativa<br />

diplomatica condotta dall'emiro Fakhr‐ed‐Din, si<br />

giunse ad un accordo pacifico, poi sancito con il<br />

trattato di Jaffa del 18 febbraio 1229, con il quale<br />

Gerusalemme passò sotto il controllo cristiano per<br />

dieci anni, con Nazareth Betlemme e parte <strong>della</strong><br />

fascia costiera; ai musulmani in cambio venne<br />

consentito l'accesso ai luoghi di culto.<br />

La sesta crociata si concluse quindi senza<br />

spargimento di sangue, grazie ad una abile mossa<br />

diplomatica, che se pur contribuì a valorizzare la<br />

figura dell'imperatore, creò ulteriori dissidi con il<br />

Papa, il quale, scandalizzato per quel trattato di pace<br />

con gli infedeli, lanciò l'interdetto, chiese la<br />

disubbidienza dei sudditi e invase il regno di Sicilia<br />

servendosi di Giovanni di Brienne, suocero di Federico<br />

II, pronto a vendicarsi dell'imperatore il quale,<br />

sposando sua figlia Isabella, <strong>nel</strong> mentre già morta, gli<br />

aveva di fatto usurpato la corona di Gerusalemme:<br />

una invasione comunque sventata con il ritorno di<br />

Federico II.<br />

Federico II morì di malattia il 13 dicembre del 1250 a<br />

Fiorentino di Puglia, a 56 anni, con 30 da imperatore.<br />

Ritratto di Federico II con il falco<br />

De arte venandi cum avibus<br />

Nel 1215 venne a <strong>Brindisi</strong> il beato francescano<br />

Egidio d'Assisi accompagnato da un confratello, e i<br />

due frati restarono in città per qualche tempo in<br />

attesa di un imbarco.<br />

Durante la quinta crociata, che si protrasse dal 1217<br />

al 1221, <strong>Brindisi</strong> e Messina furono i porti di ritrovo e<br />

di partenza per gli eserciti verso i luoghi santi.<br />

Dal porto di <strong>Brindisi</strong> <strong>nel</strong> 1217 salpò la flotta di<br />

Pietro II di Courtenay, incoronato dal pontefice<br />

Onorio III quale imperatore Latino di Costantinopoli,<br />

per espugnare Durazzo assieme alla flotta<br />

veneziana, ma dopo un'infausta navigazione venne<br />

sconfitto e catturato sull’altra sponda adriatica, dove<br />

morì in prigionia.<br />

Nel settembre del seguente anno 2018, dopo una<br />

sosta di circa un anno a <strong>Brindisi</strong>, una flotta partì in<br />

soccorso di Gerusalemme agli ordini del legato<br />

papale, il vescovo Pelagio di Santa Lucia.<br />

E <strong>nel</strong> marzo del 1221, Federico II inviò da <strong>Brindisi</strong> a<br />

Damietta una flotta di quaranta galere ben armate.<br />

Nonostante quegli ingenti sforzi bellici però, la<br />

quinta crociata finalmente fallì miseramente con la<br />

triste sconfitta dell'8 settembre 1221.<br />

Federico II <strong>nel</strong> 1222 incontrò a <strong>Brindisi</strong> Giovanni di<br />

Brienne, re di Gerusalemme, e il 9 novembre del<br />

1225 ne sposò <strong>nel</strong>la Cattedrale di <strong>Brindisi</strong> la giovane<br />

figlia Isabella, regina di Gerusalemme.<br />

Quando <strong>nel</strong> 1227 il papa Gregorio IX appena eletto<br />

ingiunse a Federico II di non rinviare più la crociata,<br />

la città di <strong>Brindisi</strong> fu scelta come unico porto di<br />

raduno e partenza <strong>della</strong> sesta crociata che doveva<br />

essere condotta dal sovrano più carismatico del<br />

medioevo, Federico II di Svevia, il quale chiamò a<br />

raccolta a <strong>Brindisi</strong> principi e cavalieri crociati per<br />

dare seguito finalmente alla spedizione.<br />

Ermanno di Salza, maestro dell'Ordine dei Teutonici,<br />

diffuse la notizia e <strong>nel</strong> volgere di qualche mese da<br />

tutta Europa giunsero in Puglia migliaia di guerrieri<br />

guidati da uomini intrepidi come Ludovico,<br />

langravio di Turingia. Alla fonda del porto di<br />

<strong>Brindisi</strong> la flotta imperiale, composta da 50 tra<br />

galere e navi da trasporto, era pronta ad imbarcare<br />

le decine di migliaia di armati convenuti in numero<br />

esorbitante, 60.000 dalla sola Inghilterra.<br />

Le imbarcazioni furono però insufficienti a ospitare<br />

tutte le guarnigioni e presto cibo acqua e quant’altro<br />

scarseggiarono. Tra condizioni igienico-sanitarie<br />

precarie, il disagio e il caldo torrido provocarono<br />

una terribile pestilenza malarica, che in breve fece<br />

strage di crocesignati, tanti dei quali si sparsero per<br />

tutta l’Italia diffondendo il male.<br />

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