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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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di Costanza di Altavilla, figlia postuma di Ruggero II,<br />

con Enrico VI di Svezia, il figlio del Barbarossa. La<br />

nobiltà normanna però, al tedesco preferì Tancredi,<br />

conte di Lecce, che così assunse la corona l’8 gennaio<br />

del 1190.<br />

Nel 1191, l’ammiraglio brindisino, Margarito,<br />

fedelissimo ai Normanni, fu protagonista <strong>nel</strong>la difesa<br />

del regno di Tancredi attaccato dallo svevo Enrico VI,<br />

riuscendo a fronteggiare i tentativi delle navi<br />

genovesi e pisane collegate con l’imperatore, di<br />

forzare il porto di Napoli. Inoltre, <strong>nel</strong>l’autunno di<br />

quello stesso anno, riuscì a catturare e a trasferire<br />

temporalmente a Palermo l’imperatrice Costanza.<br />

Tancredi però, assunse il trono di uno stato<br />

economicamente in rovina a causa <strong>della</strong> prolungata<br />

politica normanna aggressiva verso Bisanzio e il re<br />

cercò un’inversione di rotta attraverso le nozze,<br />

celebrate <strong>nel</strong> giugno del 1193 <strong>nel</strong>la cattedrale di<br />

<strong>Brindisi</strong>, tra suo figlio Ruggero, che lì pure ricevette la<br />

corona sul finire di luglio del 1192, e Irene, figlia di<br />

Isacco II Angelo, imperatore di Bisanzio.<br />

Tancredi morì <strong>nel</strong> 1194 e la sua morte fu preceduta, il<br />

24 dicembre 1193, da quella del figlio di diciannove<br />

anni, Ruggero III, già designato suo successore,<br />

mentre il suo secondo figlio, Guglielmo III, aveva solo<br />

nove anni.<br />

Enrico VI, imperatore di Germania, figlio di Federico<br />

Barbarossa, padre di Federico II e marito di Costanza<br />

figlia di Ruggero II, appena seppe <strong>della</strong> morte di<br />

Tancredi, scese in Italia e reclamò i diritti dinastici sul<br />

regno di Sicilia, senza incontrare opposizione da<br />

parte del re bambino, Guglielmo III.<br />

Enrico VI designò Irene, vedova di Ruggero III, a<br />

moglie del fratello Filippo di Svevia, unificando con<br />

ciò ‐per i diritti di Irene sul trono di Bisanzio‐ Oriente<br />

e Occidente <strong>nel</strong> segno <strong>della</strong> sua casata e sentenziando<br />

la fine <strong>della</strong> dinastia dei Normanni in Italia con<br />

l’inizio di quella degli Svevi.<br />

La Fontana Tancredi a <strong>Brindisi</strong><br />

Terra Santa durante la terza crociata, si trovarono in<br />

gravi difficoltà.<br />

Famosa fu la citata sontuosa dimora che Margarito si<br />

fece costruire in prossimità <strong>della</strong> ‘’rocca’’, la Domus<br />

Margariti, una casa certo per quei tempi certamente<br />

splendida, con bagni, giardini, e quant’altro. Un<br />

palazzo che poi, <strong>nel</strong> 1215, Federico II, in parte donò<br />

ai cavalieri Teutonici e in parte destinò a sede <strong>della</strong><br />

zecca di <strong>Brindisi</strong>.<br />

Nell’anno 1194, quello stesso <strong>della</strong> morte di<br />

Tancredi e <strong>della</strong> fine del regno normanno, Margarito<br />

fondò in <strong>Brindisi</strong> un monastero, fuori porta Lecce, la<br />

cui chiesa fu poi detta di Santa Maria del Ponte.<br />

Avvicinandosi la fine del regno dei Normanni,<br />

decadde però la fortuna di Margarito, che morì in<br />

disgrazia solo qualche anno dopo essere stato, <strong>nel</strong><br />

1197, accecato e condotto prigioniero in Germania.<br />

Tancredi <strong>nel</strong> 1189 fu incoronato re di Sicilia alla<br />

morte di suo padre, Guglielmo II, e ideò il<br />

matrimonio di suo figlio, Ruggero III, celebrato <strong>nel</strong><br />

1193 <strong>nel</strong>la cattedrale di <strong>Brindisi</strong>, con Irene Angelo,<br />

figlia dell’imperatore bizantino Isacco II. E per<br />

l’occasione si ricostruì la romana “fontana grande”,<br />

che da allora in poi fu chiamata “fontana Tancredi”.<br />

E <strong>nel</strong>la cattedrale di <strong>Brindisi</strong>, sul finire di luglio del<br />

1192, ci fu anche l’investitura ufficiale a re di Sicilia<br />

dello stesso Ruggero III, in attesa <strong>della</strong> cerimonia<br />

d’incoronazione che si sarebbe dovuta svolgere a<br />

Palermo.<br />

Ruggero III prese in mano il regno al fianco del<br />

padre Tancredi, ma <strong>nel</strong> dicembre 1193, all’età di soli<br />

diciannove anni, morì. Al suo posto Tancredi<br />

designò re di Sicilia l’altro figlio, Guglielmo III, di<br />

solo nove anni, affidando la reggenza alla moglie<br />

Sibilla.<br />

Lo stesso Tancredi poi, morì l’anno dopo, <strong>nel</strong> 1194,<br />

all’età di 55 anni: fu lui, di fatto, l’ultimo vero re<br />

normanno.<br />

L’imperatore Enrico VI, infatti, appena morto il re<br />

Tancredi, scese in Italia e rivendicò il regno di Sicilia<br />

per suo figlio, Federico II, legittimato in quanto figlio<br />

di Costanza di Altavilla, la sua moglie normanna.<br />

Bibliografia:<br />

- TRA NORMANNI E SVEVI NEL REGNO DI SICILIA:<br />

MARGARITO DA BRINDISI: G. Carito – 2013<br />

SULLA PRESUNTA ZECCA DI BRINDISI IN ETÀ<br />

NORMANNA E SUI FATTI OCCORSI NELLA CITTÀ<br />

DAL 1042 AL 1194: E. Travaglini – 1973<br />

- BRINDISI AL TEMPO DELLE CROCIATE: O.<br />

Giordano – 1972<br />

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