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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Quando <strong>nel</strong> 1133 il papa Innocenzo II incoronò<br />

imperatore Lotario di Supplinburger in San Giovanni<br />

in Laterano, questi intraprese una lunga guerra<br />

contro i Normanni che inizialmente gli permise<br />

conquistare molti dei territori dell'Italia peninsulare<br />

fino a quando, <strong>nel</strong>l'ottobre del 1137, dovette partire<br />

perché ammalato e prossimo a morire.<br />

E così il re Ruggero II riconquistò Salerno, Avellino,<br />

Benevento e Capua e, <strong>nel</strong> 1140, dopo un intero anno di<br />

assedio, occupò anche Napoli sottraendola al duca<br />

longobardo Sergio VII.<br />

I Bizantini, dopo aver sofferto <strong>nel</strong> 1147 le incursioni<br />

normanne <strong>della</strong> flotta di Ruggero II, con l’imperatore<br />

Manuele I Comneno fecero ancora un tentativo per<br />

riconquistare l'Italia meridionale sbarcando in Puglia<br />

<strong>nel</strong> novembre del 1155.<br />

L'esercito normanno del re Guglielmo I, detto il malo,<br />

che era succeduto a suo padre Ruggero II morto <strong>nel</strong><br />

1154, fu sconfitto nei pressi di Andria e i Greci, con<br />

anche l’aiuto di molti partidari locali, conquistarono<br />

quasi tutte le più importanti città <strong>della</strong> Puglia.<br />

Poi però, <strong>nel</strong> 1156, la controffensiva normanna di<br />

Guglielmo I, costrinse ancora una volta i Greci ad<br />

abbandonare, e questa volta definitivamente, la<br />

Puglia e la penisola italiana.<br />

A Guglielmo I il malo, <strong>nel</strong> 1166 succedette il figlio<br />

Guglielmo II il buono, il quale riprese le ostilità contro<br />

l’impero d’Oriente.<br />

Si recò, <strong>nel</strong> 1185, con una formidabile armata nei<br />

Balcani e prese Durazzo, Salonicco e altre località, ma<br />

ne fu poi respinto dai Bizantini del nuovo imperatore<br />

Isacco Angelo. Nonostante la flotta normanna,<br />

comandata dell’ammiraglio Margarito, Margaritone<br />

da <strong>Brindisi</strong>, <strong>nel</strong> 1187 avesse vinto un’importante<br />

battaglia <strong>nel</strong>le acque di Cipro.<br />

E quando il papa Clemente III convocò la terza<br />

crociata, che si protrasse dal 1189 al 1192, Guglielmo<br />

II aderì immediatamente assieme all’imperatore<br />

Federico Barbarossa, al re di Francia Filippo II,<br />

cognato dello stesso Guglielmo il buono, e a Riccardo<br />

Cuor di Leone, sovrano d’Inghilterra.<br />

Però la morte giunse per Guglielmo II prima che egli<br />

potesse partecipare attivamente alla crociata, anche<br />

se comunque la appoggiò militarmente, specialmente<br />

con l’invio <strong>della</strong> flotta del suo famoso ammiraglio<br />

Margarito, ‐il ‘’leggendario arcipirata’’‐ come i suoi<br />

contemporanei lo definirono.<br />

Con la morte di Guglielmo II si estinse la reale casa<br />

normanna di Sicilia e a raccoglierne la successione<br />

erano legittimati gli Hohenstaufen, per il matrimonio<br />

A seguito di quella violenta battaglia, -lo raccontò lo<br />

stesso Guglielmo- <strong>Brindisi</strong>, al contrario di Bari,<br />

venne risparmiata dall’essere bruciata nonostante il<br />

suo noto atteggiamento filobizantino, ma fu<br />

comunque saccheggiata, dispopolata e ridotta in<br />

miseria, per castigare i “vili ed infedeli traditori”.<br />

Tutto ciò lasciò per secoli, in <strong>Brindisi</strong> e <strong>nel</strong>la<br />

provincia, un’odiosa memoria di quel “crudele” re<br />

normanno, Guglielmo I, che morì <strong>nel</strong> 1166 e al quale<br />

succedette il figlio, Guglielmo II il buono.<br />

Nel 1177 giunse a <strong>Brindisi</strong> il vescovo Guglielmo da<br />

Tiro, di ritorno alla sua sede d’oltre mare dopo aver<br />

partecipato al sinodo lateranense. E a <strong>Brindisi</strong><br />

incontrò Enrico conte di Troyes insieme a Pietro de<br />

Courtenai e Filippo di Beauvais, nipote del re di<br />

Francia: tutti s’imbarcarono alla volta di Durazzo.<br />

Nel 1189, Guglielmo II aderì immediatamente<br />

all’appello del papa Clemente III per la terza<br />

crociata, ma poi non poté parteciparvi attivamente<br />

perché fu raggiunto dalla morte.<br />

I primi di aprile del 1191, mentre il re Riccardo<br />

sostava a Messina con Filippo Augusto di Francia<br />

prima <strong>della</strong> spedizione, a <strong>Brindisi</strong> furono ospitate<br />

sua madre, Eleonora di Aquitania, e la sua promessa<br />

sposa, Berengaria di Navarra, che presero dimora<br />

<strong>nel</strong>la casa dell’ammiraglio brindisino Margarito.<br />

Berengaria poi, con Giovanna, sorella di Riccardo,<br />

s’imbarcò per la Siria celebrandosi infine il suo<br />

matrimonio a Cipro, il seguente 12 maggio.<br />

Quella terza crociata non ebbe il successo sperato:<br />

Guglielmo II morì lo stesso anno d’avvio <strong>della</strong><br />

crociata. L’imperatore Barbarossa morì in viaggio<br />

prima di arrivare in Terra Santa, annegando in un<br />

fiume in Cilicia. Filippo II di Francia il 12 luglio 1191<br />

ottenne la capitolazione di Acri ma, non più convinto<br />

dell’impresa, fece ritorno in Europa, sbarcando a<br />

<strong>Brindisi</strong> con i tutti i suoi soldati.<br />

Le truppe inglesi del re Riccardo, infine, solo<br />

riuscirono a conquistare alcune poche città <strong>della</strong><br />

costa, ma non Gerusalemme, che rimase <strong>nel</strong>le mani<br />

di Saladino e così, anche il sovrano inglese, sconfitto<br />

e umiliato, lasciò Acri <strong>nel</strong> 1192 diretto a <strong>Brindisi</strong>,<br />

dove si crede che non poté però sbarcare perché<br />

sospinto in naufragio fin sulla costa del Friuli.<br />

Negli ultimi anni del regno dei Normanni, visse a<br />

<strong>Brindisi</strong> Margarito, detto Margaritone, che fu un<br />

grande ammiraglio, leale militare e ministro<br />

consigliere degli ultimi due re normanni: Guglielmo<br />

II il buono, e il suo successore, Tancredi, di fatto<br />

l’ultimo dei re normanni. Margarito compì numerose<br />

gesta sul mare per conto di Guglielmo II, alcune delle<br />

quali anche in aiuto dei crocesegnati che lottando in<br />

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