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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Imperatori del sacro romano impero tra 800 e 1000<br />

Al sud <strong>della</strong> penisola, i territori di tutto il meridione<br />

che, escluso il principato di Benevento, furono<br />

sottratti ai Longobardi, s’indebolirono notevolmente<br />

sul piano economico e militare sotto il restaurato<br />

governo dei Bizantini. E questi non furono in grado di<br />

fronteggiare gli attacchi sporadici dei pirati Slavi e<br />

quelli più sistematici dei Saraceni, divenuti così<br />

potenti che, tra l’827 dC e il 902 dC, conquistarono la<br />

Sicilia e molte città costiere <strong>della</strong> Puglia, per non<br />

parlare delle tante devastazioni compiute in tutta la<br />

Campania.<br />

Inoltre, fin dai primi anni del secolo IX, la varietà di<br />

elementi politici dominanti <strong>nel</strong> meridione, venne ad<br />

accrescersi con l’intervento dei Franchi, instaurandosi<br />

così un certo clima di “tutti contro tutti”: Bizantini<br />

Greci, Beneventani ex Longobardi, Franchi e<br />

Carolingi, Slavi, Ungari e Arabi Saraceni.<br />

Solo alla fine del IX secolo, Bisanzio poté inviare un<br />

grosso esercito agli ordini di Niceforo Foca, con cui<br />

riconquistò molte posizioni ai Saraceni e agli ex<br />

Longobardi del principato di Benevento. E comunque,<br />

anche se l’ultimo baluardo saraceno fu eliminato <strong>nel</strong><br />

915 dC, le scorrerie devastatrici proseguirono.<br />

Nell’839 dC, il principe di Benevento Sicardo,<br />

nonostante vari e cruenti tentativi, non riuscì a<br />

vincere i Saraceni asserragliati tra le rovine fumanti<br />

<strong>della</strong> città e questi, dopo averla rasa al suolo e<br />

abbandonato, occuparono stabilmente Guaceto ove<br />

costruirono un campo trincerato, che mantennero<br />

attivo fino alla caduta, <strong>nel</strong>l’871, dell’emirato di Bari,<br />

mentre <strong>Brindisi</strong> restò <strong>nel</strong> dimenticatoio <strong>della</strong> <strong>storia</strong>.<br />

«Nel Chronion Salernitanum <strong>Brindisi</strong> viene chiamata<br />

in causa una sola volta proprio per ricordare il fallito<br />

tentativo del principe beneventano Sicardo, <strong>nel</strong>l’839<br />

circa, di liberarla da un manipolo di Saraceni:<br />

…Dopo aver vinto con un tra<strong>nel</strong>lo l’esercito di<br />

Sicardo, gli Agareni abbandonarono la città, non<br />

prima di averle dato fuoco. E anche <strong>nel</strong> Synopsis<br />

Hi<strong>storia</strong>rum, il nome <strong>della</strong> città salentina è<br />

riesumato solo per ricordare lo scalo usato alla fine<br />

del IX secolo da Niceforo Foca per fare ritorno a<br />

Costantinopoli» -Rosanna Alaggio-<br />

In quegli anni, i monaci basiliani, che rifiutando di<br />

obbedire l’editto iconoclasta fuggirono lasciando le<br />

loro terre, quelle egiziane, palestinesi, siriane,<br />

turche, eccetera, <strong>nel</strong>la loro diaspora privilegiarono<br />

in molti la Puglia, considerata posto naturale dove<br />

rifugiarsi al di là del mare e dove molto spesso<br />

furono ben accolti dalle popolazioni contadine locali.<br />

Quei monaci crearono ovunque cenobi cripte eremi<br />

tempi e monasteri, raccogliendo intorno ad essi la<br />

popolazione e con la loro presenza attiva finirono<br />

con l’impregnare molti di quei territori, di cultura,<br />

costumi e riti greci che sopravvissero a lungo allo<br />

stesso dominio bizantino.<br />

A <strong>Brindisi</strong>, i monaci basiliani fondarono eremi e<br />

monasteri e tra questi quello che, distrutto dai<br />

Saraceni <strong>nel</strong> secolo IX conservando in piedi solo<br />

parte del chiostro, fu poi ricostruito dai Normanni e<br />

intitolato a San Benedetto. Un altro monastero, pure<br />

distrutto dai Saraceni e poi ricostruito dai Normanni<br />

con l’imposizione <strong>della</strong> regola benedettina, fu quello<br />

di Sant’Andrea, che i monaci basiliani fondarono<br />

sull’isola di Bara, posta all’ingresso del porto.<br />

Anche la chiesa <strong>della</strong> Santissima Trinità, detta pure<br />

di Santa Lucia, fu ricostruita sui resti di una<br />

costruzione basiliana e, infatti, la cripta sembra<br />

conservare molti elementi <strong>della</strong> prima chiesa.<br />

Si diffuse e si moltiplicò in quei secoli, anche il<br />

fenomeno delle grotte abitate dagli anacoreti, che<br />

con quella modalità di eremitaggio tentarono anche<br />

di sfuggire alle persecuzioni saracene. Si trattò<br />

ovviamente di ubicazioni fuori le mura urbane,<br />

disseminate <strong>nel</strong>le campagne, prevalentemente in<br />

collina. A <strong>Brindisi</strong> importanti grotte furono ritrovate<br />

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