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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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L’Alto Medioevo: dal 476 dC all’anno 1070<br />

Con la deposizione <strong>nel</strong> 476 dC dell´imperatore Romulo<br />

Augustolo per opera del proprio esercito imperiale<br />

guidato dal generale romano di origini germane<br />

Odoacre e con la proclamazione di questi a re d’Italia,<br />

avendo declinato quella di imperatore dichiarandosi<br />

patrizio dell´imperatore romano d’Oriente Zenone,<br />

cessò ufficialmente di esistere l´impero romano<br />

d´Occidente.<br />

Dopo qualche anno, l'imperatore Zenone, per liberarsi<br />

<strong>della</strong> ormai scomoda presenza di Odoacre, inviò in<br />

Italia Teodorico, re degli Ostrogoti, perché reggesse la<br />

penisola per conto dell’impero bizantino ed a questi<br />

Odoacre cedette il regno <strong>nel</strong> 493 dC.<br />

Teodorico: multiplo da tre soldi ‐ Zecca di Roma‐493 dC<br />

Teodorico riunì tutta l´Italia e le isole sotto la propria<br />

sovranità, con Ravenna capitale, mantenendo la<br />

struttura dell'amministrazione romana e stringendo<br />

rapporti rispettosi con la chiesa di Roma.<br />

Poi, Giustiniano I, l´imperatore d´Oriente succeduto a<br />

Zenone <strong>nel</strong> 527 dC, inviò <strong>nel</strong> 535 dC gli eserciti<br />

bizantini ad invadere l´Italia al comando del generale<br />

Belisario. La pirrica riconquista dell´Italia però, dopo<br />

una lunga guerra durata quasi vent’anni, rappresentò<br />

di fatto la rovina <strong>della</strong> penisola, con le sue ricchezze e<br />

le sue città devastate e la popolazione massacrata.<br />

Appena giunto in Italia Belisario liberò i territori<br />

meridionali abbandonati dai Goti in ritirata,<br />

agevolato dall´appoggio ricevuto dalle popolazioni,<br />

che erano ansiose di liberarsi dell’odiato re goto,<br />

Theodato.<br />

Ma quella prima riconquista durò ben poco, giacché,<br />

rientrato Belisario a Costantinopoli, il re tiranno<br />

Theodato fu deposto dagli stessi Goti che elessero al<br />

suo posto Totila, uomo di singolari virtù, il quale<br />

ridiscese con un grosso esercito alla riconquista del<br />

meridione italiano che, presidiato dal piccolo esercito<br />

lasciato da Belisario, cadde senza contesa<br />

nuovamente sotto i Goti, dopo solo otto anni<br />

d’indipendenza da questi.<br />

<strong>Brindisi</strong> negli anni dell’Alto Medioevo<br />

dal 476 dC all’anno 1070<br />

«La memoria del medioevo brindisino è stata spesso<br />

offuscata dall’ingombrante celebrità del suo porto in<br />

età classica, quando <strong>Brindisi</strong>, quale insediamento<br />

storicamente attestato entro il perimetro <strong>della</strong> cinta<br />

muraria di età romana, occupava una superficie di<br />

circa venti ettari. L’insediamento medievale invece,<br />

si ridusse fino ad occupare una superficie che<br />

superava di poco i quindici ettari» -Rosanna Alaggio-<br />

Una costatazione apparentemente solo numerica<br />

che però costituisce il chiaro indizio di una grande<br />

involuzione urbana, indubbiamente conseguente a<br />

un’altrettanta grande decadenza economico-sociale.<br />

«Il circuito delle mura di <strong>Brindisi</strong> in età tardoantica<br />

fa pensare a una città di circa quindicimila abitanti.<br />

Secondo quanto può ricavarsi dagli scavi effettuati,<br />

esse correvano da vico Capozziello, ove ancora<br />

possono vedersi i resti, verso la chiesa di San Paolo<br />

e, seguendo il naturale terrapieno, proseguivano<br />

verso via San Lorenzo, includendo l’area ora<br />

occupata dalla chiesa di San Benedetto.<br />

Da via San Lorenzo esse piegavano verso l’odierno<br />

municipio, escludendo il canale la mena che<br />

scorreva lungo gli attuali corsi Garibaldi e Umberto.<br />

Dal palazzo comunale, le stesse mura, piegando per<br />

l’attuale via Congregazione, giungevano sino a<br />

piazza Duomo e da qui, infine, scendevano verso il<br />

mare fino a corte Capozziello» -Giacomo Carito‐<br />

Alla fine del V secolo, i Goti di Teodorico ebbero<br />

dall’imperatore Zenone il via libera per l’invasione<br />

dell’Italia: cacciarono Odoacre, che <strong>nel</strong> 476 dC aveva<br />

deposto l’ultimo imperatore d’Occidente, e quindi<br />

istaurarono un’amministrazione calcata sul modello<br />

romano, con a capo delle varie regioni un corrector<br />

assecondato da un procurator e da un praefectus e<br />

<strong>nel</strong>le città portuali, <strong>Brindisi</strong> inclusa, con l’aggiunta<br />

dei comiti siliquatorium, che altro non erano se non<br />

agenti doganali.<br />

Durante i 60 anni che, a partire dal 493 dC, durò in<br />

Italia il regno dei Goti, <strong>Brindisi</strong> fu governata da vari<br />

ministri stando il re in Ravenna, la capitale. La città<br />

non registrò particolari disagi durante tutto il regno<br />

di Teodorico, che durò ben 25 anni, né durante<br />

quelli dei suoi immediati successori, Amalesunta sua<br />

figlia e quindi Atalarico suo nipote.<br />

Poi fu la volta di Theodato, un re avaro, tiranno e<br />

despota, che stimolò ben presto la reazione<br />

dell’imperatore d’Oriente, Giustiniano I, già da<br />

tempo impaziente di perseguire il sogno <strong>della</strong><br />

riunificazione di tutto l’impero romano.<br />

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