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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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E Alarico <strong>nel</strong> 401 dC mosse verso l'Italia, superando i<br />

primi contrafforti alpini: per l'Occidente romano<br />

erano iniziate, con il V secolo, le invasioni barbariche.<br />

Stilicone riuscì a fermare Alarico e lo convinse ad una<br />

alleanza contro l’impero d’Oriente, nominandolo<br />

generale dell’esercito romano d’Occidente. Stilicone<br />

però fini con entrare in conflitto con l’imperatore<br />

Onorio e fu giustiziato <strong>nel</strong> 408 dC.<br />

Senza quel valido generale, Onorio perse in soli due<br />

anni la Spagna e la Britannia, che furono facile preda<br />

di invasioni barbariche, e Alarico, di fronte al collasso<br />

generale dell'impero, <strong>nel</strong> 410 dC valicò nuovamente le<br />

Alpi e questa volta scese fino a Roma, assediandola.<br />

Si pagò un riscatto in oro, ma finalmente Alarico<br />

entrò a Roma e la sottopose per tre giorni al sacco:<br />

era il 24 agosto del 410 dC. La notizia ebbe vasta<br />

risonanza in tutto il mondo romano ed anche al di<br />

fuori di esso e l'imperatore d'Oriente, Teodosio II,<br />

proclamò in Costantinopoli tre giorni di lutto.<br />

Onorio, figlio di Teodosio e primo imperatore romano<br />

del solo Occidente, morì d’idropisia a Ravenna il 15<br />

agosto del 423 dC all'età di trentotto anni e dopo<br />

ventotto anni di travagliato regno, essendo<br />

sopravvissuto al fratello Arcadio, al tutore Stilicone e<br />

a dieci tra coimperatori ed usurpatori e, soprattutto,<br />

alla violazione del sacro suolo di Roma.<br />

Lasciò un impero privato <strong>della</strong> Britannia e occupato<br />

dai barbari in gran parte <strong>della</strong> Hispania e <strong>della</strong> Gallia,<br />

anche se in qualche modo sopravvissuto alle invasioni.<br />

Alla morte di Onorio, fu dal potere d’Oriente<br />

nominato imperatore d’Occidente il piccolo<br />

Valentiniano III, sotto la reggenza di un altro grande<br />

generale: Ezio, il quale dominò lo scenario politico e<br />

militare dell'Occidente romano per circa trent’anni.<br />

Seguirono quindi, anni di guerre contro i tanti<br />

barbari che non si stancarono mai di premere sui due<br />

imperi, d’Occidente e d’Oriente: Franchi, Alamanni,<br />

Mauri, Vandali, Burgundi, Alani, Suebi, Visigoti, Unni,<br />

etc.<br />

Attila, re degli Unni, <strong>nel</strong> 452 dC scese in Italia<br />

saccheggiando e distruggendo Aquileia, Milano e<br />

altre città, ma giunto vicino Roma, temendo il<br />

generale Ezio, forte anche degli aiuti dell’imperatore<br />

d’Oriente, accettò la tregua di Valentiniano III<br />

propostagli dal Papa Leone I che gli andò incontro<br />

presso il Mincio.<br />

Nel settembre del 454 dC Ezio era all'apice <strong>della</strong> sua<br />

potenza, ma in un eccesso d'ira, Valentiniano III lo<br />

pugnalò durante un'udienza e, il 16 marzo 455 dC,<br />

due legionari di Ezio vendicarono l'omicidio del loro<br />

comandante, assassinando l’imperatore Valentiniano.<br />

Leucio, secondo una tradizione morì martire,<br />

secondo un’altra di polmonite o di malaria. Fu<br />

sepolto <strong>nel</strong> cuore <strong>della</strong> necropoli pagana di <strong>Brindisi</strong>,<br />

attuale quartiere Cappuccini, in prossimità del luogo<br />

in cui era sbarcato e aveva iniziato a diffondere il<br />

messaggio evangelico. Sarebbe morto un 11 gennaio<br />

sotto l’imperatore Teodosio (379-395) o, molto più<br />

verosimilmente, <strong>nel</strong> seguente secolo, il V.<br />

Predicazione di San Leucio<br />

Dipinto di Oronzo Tiso ‐ Cattedrale di <strong>Brindisi</strong><br />

E <strong>nel</strong> VI secolo l’edificio sacro più frequentato <strong>della</strong><br />

città fu il martyrium, su cui sorse, sembra proprio<br />

per volere di quello stesso Antioco, il mausoleo del<br />

santo e su cui poi, voluta dal vescovo Teodosio per<br />

riporvi la parte del corpo -un braccio- di San Leucio<br />

ritornata da Benevento, si iniziò a costruire verso la<br />

fine del nono secolo e fu consacrata nei primi anni<br />

del decimo dal vescovo Giovanni, la basilica di San<br />

Leucio. Basilica che, diruta, esisteva ancora <strong>nel</strong> XVIII<br />

secolo, quando fu demolita -<strong>nel</strong> 1720- per costruire,<br />

con il materiale di risulta, il palazzo del seminario.<br />

Una planimetria del ‘700 segnala al centro dell’area<br />

presbiteriale dell’edificio <strong>della</strong> basilica, un sarcofago<br />

indicato <strong>nel</strong>la leggenda come sepolchrum D. Leucii.<br />

Nel VII secolo, in effetti, le spoglie del santo erano<br />

state trafugate e traslate nottetempo a Trani:<br />

«Eventualmente è proprio la mancata reazione a<br />

quell’impresa, l’assoluta incapacità di esprimere<br />

attraverso la memoria reliquiale una coscienza<br />

collettiva, a denunciare, in tutta la sua drammaticità,<br />

il livello di depauperamento, anche morale,<br />

raggiunto dalla città» -Rosanna Alaggio-<br />

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