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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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0ccaso dell’impero romano d’Occidente<br />

fino a Romolo Augustolo <strong>nel</strong> 476 dC<br />

Costantino, che tanto aveva lottato per riunire sotto<br />

un solo comando l’impero romano, finì col rieditare la<br />

tetrarchia, spartendo l’impero tra i suoi tre figli avuti<br />

con Fausta: Costantino, Costanzo e Costante, e un suo<br />

nipote, figlio del fratello, Dalmazio.<br />

E com’era fallita la tetrarchia di Diocleziano, fallì<br />

pure quella di Costantino, con alla fine il predominio<br />

di Costanzo, che risultò il vincitore delle nuove lotte e<br />

guerre, divenendo l’unico imperatore <strong>nel</strong> 351 dC.<br />

Nel mentre, Roma, che già con la decisione di<br />

Diocleziano di sostituirla come capitale dell’impero,<br />

era cominciata a decadere, continuò a perdere di<br />

centralità e d’importanza e presto si convertì<br />

semplicemente <strong>nel</strong>la città più grande di un impero<br />

che via via diventava meno romano. «Rimasero a<br />

Roma i teatri e i circhi, i palazzi signorili e i salotti<br />

intellettuali: il cervello e il cuore dell’impero avevano<br />

invece definitivamente emigrato» ‐Indro Monta<strong>nel</strong>li‐<br />

Ci vollero, infatti, ancora pochi anni per decretare la<br />

fine ufficiale dell’impero iniziato da Augusto poco<br />

prima <strong>della</strong> nascita di Gesù Cristo: A Costanzo, morto<br />

<strong>nel</strong> 360 dC, succedette un suo nipote, Giuliano, detto<br />

l’Apostata. Seguirono altri, tra i quali Gioviano,<br />

Valentiniano I e II e, finalmente, Teodosio, imperatore<br />

di fatto dal 379 al 395 dC.<br />

Teodosio: l’ultimo imperatore di tutto l’impero romano<br />

Decadenza <strong>della</strong> <strong>Brindisi</strong> romana<br />

con la fine dell’impero romano d’Occidente<br />

Nell’anno 395 dC, dopo quasi sessant’anni dalla<br />

morte di Costantino, l’impero romano fu finalmente<br />

ufficialmente diviso in due da Teodosio il Grande:<br />

quello d’Occidente e quello d’Oriente.<br />

Ciò per <strong>Brindisi</strong> segnò l’inizio di una lenta ma<br />

inesorabile e prolungata decadenza, che fino al 476<br />

dC si accompagnò, in pratica, con la decadenza<br />

stessa dell’impero romano d’Occidente a cui<br />

continuò ad appartenere fino alla fine: fino alla<br />

deposizione di Romolo Augustolo, l’ultimo<br />

imperatore d’Occidente, per opera del germanico<br />

Odoacre.<br />

L’economia di tutte le regioni meridionali d’Italia, in<br />

effetti, fu scossa prodondamente, già ai primi del V<br />

secolo, dall’invasione dei Visigoti di Alarico che,<br />

invasa e devastata Roma <strong>nel</strong> 410 dC, si spinsero a<br />

sud fino in Sicilia, continuando a saccheggiare.<br />

E del resto, durante tutto il secolo che precedette la<br />

formale caduta dell’impero romano d’Occidente, che<br />

fu caratterizzata dal graduale spostamento da<br />

Occidente a Oriente del centro nevralgico politico<br />

militare culturale e commerciale dell’impero<br />

romano, la <strong>storia</strong> ufficiale non registrò elementi o<br />

eventi di particolare rilevanza per la città di <strong>Brindisi</strong>.<br />

Non resta che presumere che in quegli anni maturò<br />

quel processo decadentista, che in realtà era già<br />

cominciato a svilupparsi con il trasferimento a<br />

Nicomedia <strong>della</strong> capitale dell’impero deciso da<br />

Diocleziano, che doveva protrarsi senza soluzione di<br />

continuità fino alla fine del periodo tardoantico, che<br />

per convenzione si fa formalmente coincidere<br />

proprio con l’anno <strong>della</strong> caduta dell’impero romano<br />

d’Occidente: il 476 dC.<br />

In effetti, fin dalla ristrutturazione provinciale<br />

voluta da Diocleziano alla fine del III secolo, ebbe<br />

inizio per <strong>Brindisi</strong> un processo di marginalizzazione<br />

graduale con il ridimensionamento forzoso del suo<br />

ruolo conseguente alle esigenze di uno stato<br />

fortemente centralizzato ed in crisi finanziaria.<br />

<strong>Brindisi</strong> così, alla lunga finì col perdere, anche se<br />

solo parzialmente, la sua importanza quale porto<br />

d’imbarco per l’Oriente, cosí come del resto la perse<br />

temporalmente anche Otranto.<br />

In effetti, tutto il settore meridionale <strong>della</strong> Legio II<br />

decadde, in alcuni casi in maniera drastica e,<br />

addirittura, scomparvero alcune città, come Rudiae<br />

presso Lecce e Egnazia sulla costa a nord di <strong>Brindisi</strong>.<br />

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