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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Settimio Severo (193 – 211 dC)<br />

La situazione confusa dopo l’uccisione di Commodo<br />

portò ad anni di imperatori effimeri: prima Pertinace,<br />

poi Didio Giuliano e Pescennio Nigro. Come <strong>nel</strong>la crisi<br />

del 68‐69 dC, anche in questa situazione ci fu uno<br />

scontro fra generali e rispettive legioni e, alla fine dei<br />

combattimenti, si impose Settimio Severo.<br />

Settimio Severo rivolse la sua attenzione verso la<br />

frontiera orientale, nuovamente minacciata dai Parti<br />

e già alla fine del 198 dC riuscì ad impadronirsi <strong>della</strong><br />

capitale nemica, Ctesifonte. Inoltre ricompose<br />

l’esercito con molti soldati delle province danubiane.<br />

Negli anni successivi non ci furono altre campagne<br />

militari e Settimio rimase a Roma ad amministrare<br />

<strong>nel</strong> miglior modo il nuovo regime. L’esercito, prima<br />

<strong>della</strong> morte di Settimio <strong>nel</strong> 211 dC, proclamò<br />

imperatori i suoi due figli Caracalla e Geta.<br />

Caracalla (211 – 217 dC)<br />

Per la seconda volta dalla nascita dell’impero ci fu<br />

una diarchia che, però, anche questa volta non durò a<br />

lungo: Geta venne presto assassinato dal fratello.<br />

Il nome di Caracalla rimase legato al cosiddetto<br />

“editto di Caracalla” o Constitutio Antoniniana, che<br />

estese la cittadinanza romana a tutti gli abitanti<br />

dell’impero, fatta eccezione dei sudditi. Con tale<br />

provvedimento, Caracalla intese aumentare il numero<br />

di contribuenti. La politica di forti concessioni ai<br />

legionari e ai pretoriani, per tenerli a bada e contenti,<br />

portò infatti al necessario aumento delle richieste<br />

fiscali.<br />

Anche Caracalla, come molti altri imperatori, rivolse<br />

le sue mire espansionistiche verso l’Oriente e non<br />

mancò una campagna contro i Parti, in cui però, <strong>nel</strong><br />

217 dC, l’imperatore fu assassinato presso Carre.<br />

(217 – 285 dC)<br />

Dopo la morte di Caracalla ci furono tre imperatori<br />

<strong>nel</strong> giro di vent’anni, due dei quali, Macrino ed<br />

Eliogabalo, ebbero poco tempo per mettersi a<br />

lavorare. Il terzo, Severo Alessandro, intervenne in<br />

Mesopotamia contro i Persiani e ne bloccò l’offensiva.<br />

Poi, appena rientrato a Roma, dovette recarsi in<br />

Gallia a fronteggiare invasioni barbariche ma lì perì<br />

<strong>nel</strong> 235 dC. Fu l’inizio dell’anarchia militare che<br />

doveva durare per ben cinquant’anni.<br />

In questo periodo di profondissima crisi si<br />

succedettero circa venti imperatori i quali, tutti<br />

eccetto uno, morirono assassinati. L’impero si<br />

assottigliò sotto le mazzate dei barbari: i Goti<br />

varcarono i confini settentrionali, mentre a Oriente<br />

premevano i Persiani.<br />

l’origine, la fattura e la funzione del più importante<br />

monumento romano (?) <strong>della</strong> città, miracolosamente<br />

conservatosi: le due famose colonne, conosciute<br />

tradizionalmente come le colonne romane terminali<br />

<strong>della</strong> via Appia.<br />

Le Colonne Romane (?) di <strong>Brindisi</strong><br />

Litografia del Wenzel ‐ 1828<br />

Però, da quei pochi e incompleti indizi documentali<br />

disponibili e grazie ai tanti importanti giacimenti<br />

archeologici pervenuti fino ad oggi, per lo meno<br />

sulla vita <strong>nel</strong>la <strong>Brindisi</strong> di quell’epoca luminosa, si<br />

possono fare probabili o possibili congetture, come<br />

lo fa, per esempio, lo storico Vito Antonio Sirago:<br />

«<strong>Brindisi</strong> era tappa obbligata per molti viaggi.<br />

Provenendo da Roma, si doveva lasciare la vettura a<br />

cavallo e prendere la nave. Per il cambio occorreva<br />

qualche giorno e in quell’attesa la città doveva<br />

offrire alloggio e viveri.<br />

Quindi, c’era un vasto servizio di alberghi e locande,<br />

e un altrettanto vasto servizio per la manutenzione<br />

di carrozze e cavalli, con stallieri, fornitori di paglia<br />

e fieno, fabbri, sellai, carpentieri, etc.<br />

Ancor più importante era il servizio che a <strong>Brindisi</strong> si<br />

doveva prestare per la manutenzione delle navi, un<br />

vero arsenale per la cui efficienza si doveva disporre<br />

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