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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Vittime eccellenti di questa congiura furono Seneca e<br />

Fenio Rufo, prefetto del pretorio.<br />

In politica estera, Nerone ottenne qualche successo<br />

significativo sul fronte orientale, con la riannessione<br />

dell’Armenia grazie all’alleanza con il re Tiridate.<br />

Ma Nerone si creò molti avversari anche <strong>nel</strong>la classe<br />

militare e così, <strong>nel</strong> 68 dC, le legioni spagnole si<br />

ammutinarono proclamando Galba imperatore. Da lì<br />

a poco, Nerone si tolse la vita.<br />

Vespasiano (69 – 79 dC)<br />

Dopo il suicidio di Nerone, ci fu una guerra civile, e<br />

l’assenza di un sistema accettato per la successione<br />

del potere determinò un nuovo periodo di guerre<br />

intestine. Il potere era in mano, ormai, alle legioni,<br />

tanto che <strong>nel</strong> giro di due anni, si susseguirono quattro<br />

imperatori, tutti acclamati dall’esercito.<br />

Questi quattro imperatori, Galba, Otone, Vitellio e<br />

Vespasiano, si combatterono l’uno con l’altro, ognuno<br />

a capo <strong>della</strong> propria legione: Galba, vecchio e poco<br />

energico fu presto spodestato da Otone, il quale fu<br />

costretto alla resa dalle truppe di Vitellio, che discese<br />

dalla Germania con le sue truppe e il cui scontro con<br />

Otone fu un vero e proprio bagno di sangue.<br />

Nel 69 dC, alla fine dei combattimenti, uscì vincitore<br />

Vespasiano, uomo intelligente e saggio sebbene un po’<br />

avanti negli anni, inaugurando così la dinastia Flavia:<br />

un generale e primo imperatore di stirpe orientale.<br />

Vespasiano, come i suoi successori, si contraddistinse<br />

per il rigido impegno <strong>nel</strong>l’amministrazione imperiale,<br />

cercando una razionalizzazione dei poteri e già dal<br />

71 dC, per evitare problemi dinastici, nominò il figlio,<br />

Tito, Cesare.<br />

Vespasiano dovette fronteggiare il grande deficit<br />

lasciato intatto da Nerone ereditato da Caligola, e i<br />

provvedimenti dovuti alla crisi economica lo resero<br />

noto come un tirchio, sebbene con una serie di riforme<br />

finanziarie rivelò la sua indiscutibile capacità di<br />

amministratore, rimpinguando le casse dello Stato.<br />

Nel 70 dC Vespasiano s’impadronì di Gerusalemme, e<br />

Tito ne distrusse il famoso tempio, di cui oggi rimane<br />

solo il muro del pianto, segnando l’inizio <strong>della</strong><br />

diaspora. Così fu conquistata la Giudea e con il denaro<br />

del bottino di guerra si ricostruì il Campidoglio e si<br />

finirono di costruire il Colosseo e il Foro <strong>della</strong> Pace.<br />

Dal 70 dC in avanti, Vespasiano s’impegnò nei confini<br />

germanici, ristabilendo l’ordine <strong>nel</strong>le comunità<br />

germaniche romane e, finalmente, godette di una<br />

discreta dose di consenso. Alla sua morte <strong>nel</strong> 79 dC, gli<br />

succedette il figlio Tito.<br />

Proprio <strong>Brindisi</strong>, con l’accorrere dei suoi abitanti,<br />

dette inizio allo spettacolare funerale in onore del<br />

giovane principe che proseguì, lungo tutta l’Appia,<br />

fino a Roma.<br />

E a <strong>Brindisi</strong> -lo racconta Tacito- morì poi, anche la<br />

supposta avvelenatrice di Germanico, Martina Maga.<br />

Agrippina sbarca a <strong>Brindisi</strong> con le ceneri di Germanico<br />

Oleo di Benjamin West ‐ 1868<br />

Nel 66 aC, Nerone, il quinto discusso e stravagante<br />

imperatore romano, visitò la Grecia per partecipare<br />

ai giochi olimpici in un viaggio che durò più di un<br />

anno. Nerone partì da Roma il 10 agosto e il 25, con<br />

tutto il suo numeroso corteo, giunse a <strong>Brindisi</strong> dopo<br />

essere scampato a un agguato presso Benevento<br />

tesogli dal genero Corbulone. La partenza da<br />

<strong>Brindisi</strong> avvenne regolarmente e Nerone con la sua<br />

corte giunse a Corfù il 27 agosto. Dalla Grecia,<br />

Nerone rientrò a Roma solo <strong>nel</strong> marzo del 68 aC.<br />

È anche storicamente documentato che Tito Flavio<br />

Vespasiano, <strong>nel</strong>la primavera del 70 dC sbarcò a<br />

<strong>Brindisi</strong> proveniente dall’Oriente, dove l’anno<br />

precedente era stato proclamato imperatore dalle<br />

sue legioni <strong>nel</strong> pieno <strong>della</strong> guerra civile, scoppiata<br />

<strong>nel</strong> 68 dC dopo la morte suicida di Nerone. E giunto<br />

a <strong>Brindisi</strong> per dirigersi a Roma e prendere<br />

possessione dell’impero, Vespasiano fu salutato<br />

dalla popolazione e fu già qui acclamato imperatore.<br />

Un altro grande imperatore romano che legò il<br />

proprio nome a <strong>Brindisi</strong> fu Traiano. Fu imperatore<br />

dal 98 al 117 dC e a lui fu intestata l’antica via<br />

Minucia, una mulattiera che univa Benevento a<br />

<strong>Brindisi</strong> e che lui ordinò di pavimentare e in parte<br />

ritracciare per così aprire una seconda via di<br />

collegamento tra Roma e <strong>Brindisi</strong>: la "via Traiana"<br />

che, sviluppandosi prossima alla costa adriatica,<br />

giungeva a <strong>Brindisi</strong> da Egnazia anziché da Taranto<br />

ed era più breve <strong>della</strong> via Appia.<br />

Molto risaputo a <strong>Brindisi</strong> è anche il “Pozzo Traiano”:<br />

un’imponente struttura idraulica sotterranea, creata<br />

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