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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Mentre Spartaco, che con l´esercito rimastogli fedele<br />

era sulla strada per <strong>Brindisi</strong>, fu informato<br />

dell´imminente approdo in quel porto di Lucullo e<br />

decise di piegare verso nord, scontrandosi con le<br />

truppe del suo terzo inseguitore, Pompeo.<br />

E così, poco a nord di <strong>Brindisi</strong> si svolse la battaglia<br />

finale: 60.000 gladiatori e schiavi, tra i quali lo stesso<br />

Spartacus, morirono, anche se il corpo del famoso<br />

condottiero non fu mai trovato: era l´anno 71 aC.<br />

E a Roma, dopo la morte di Lucio Cor<strong>nel</strong>io Silla, erano<br />

riprese le lotte tra i partiti e soprattutto tra Gneo<br />

Pompeo e Caio Giulio Cesare.<br />

Pompeo <strong>nel</strong> 60 aC stipulò un accordo privato con Caio<br />

Giulio Cesare e Licinio Crasso, che portò a una<br />

spartizione di potere tra le tre parti contraenti e alla<br />

nascita del primo triumvirato.<br />

A Cesare spettò il consolato per l´anno seguente,<br />

Crasso divenne governatore <strong>della</strong> Siria e ottenne il<br />

comando delle legioni <strong>nel</strong>la guerra partica, e a<br />

Pompeo venne invece affidato il governo <strong>della</strong><br />

Spagna.<br />

Cesare, terminato il suo mandato, <strong>nel</strong> 58 aC partì per<br />

la Gallia e <strong>nel</strong>l´arco di sette anni riuscì a<br />

sottometterla completamente. In quel mentre Crasso<br />

era morto durante una sfortunata spedizione contro i<br />

Parti, e a Roma si erano riaccese le lotte tra le diverse<br />

fazioni politiche.<br />

Il senato, per riportare l´ordine, si rivolse a Gneo<br />

Pompeo offrendogli la carica di console e, cedendo<br />

alle sue richieste, respinse risolutamente la richiesta<br />

di Giulio Cesare di passare dal governo <strong>della</strong> Gallia al<br />

consolato.<br />

E non solo, Cesare ricevette dal senato l’ordine di<br />

abbandonare il governo <strong>della</strong> Gallia e l’esercito. In<br />

risposta Cesare oltrepassò il Rubicone con una legione<br />

e si diresse a Roma, segnando l’inizio <strong>della</strong> seconda<br />

guerra civile: era l’anno 49 aC.<br />

Pompeo intraprese la fuga da Roma verso la Grecia<br />

con un piccolo esercito e con la maggior parte dei<br />

senatori, e s’imbarcò a <strong>Brindisi</strong> con i suoi soldati.<br />

L’anno successivo, <strong>nel</strong> 48 aC, Cesare con il suo esercito<br />

raggiunse Pompeo a Farsalo in Grecia dove Pompeo,<br />

con un esercito numericamente due volte più grande<br />

di quello di Cesare, venne sconfitto dai veterani delle<br />

guerre galliche, meglio addestrati al combattimento e<br />

devoti al loro comandante.<br />

Pompeo fuggì in Egitto presso Tolomeo, fratello di<br />

Cleopatra, che convinto di fare un favore a Cesare, lo<br />

fece decapitare. Ma Cesare non lo gradì e lo fece<br />

abdicare a favore <strong>della</strong> sorella.<br />

A Roma, Cesare, dopo aver annientato Pompeo, era<br />

in pochissimi anni divenuto signore incontrastato e<br />

quasi onnipotente, però ciò non impedì che alle idi<br />

di marzo del 44 aC venisse assassinato <strong>nel</strong> senato<br />

con 23 pugnalate.<br />

Pochissimi anni dopo l’assassinio di Cesare, fu la<br />

volta <strong>della</strong> terza guerra civile romana, questa tra<br />

Marco Antonio e Ottavio Caio, detto Ottaviano,<br />

pronipote di Cesare e suo erede.<br />

Anche se la prospettiva di una rottura tra Marco<br />

Antonio, capo del partito cesariano, e il legittimo<br />

erede di Cesare, Ottaviano, era ben risaputo che non<br />

fosse gradita a soldati, Marco Antonio si diresse a<br />

<strong>Brindisi</strong> intenzionato a intraprendere la strada di<br />

Roma per farsi del potere.<br />

Nel 40 aC Marco Antonio sbarcò a <strong>Brindisi</strong>,<br />

proveniente da Cefalonia con la flotta di Domizio<br />

Enobardo, uno dei condannati per l’assassinio di<br />

Cesare e autore <strong>nel</strong>l’anno precedente di un colpo di<br />

mano proprio a <strong>Brindisi</strong> di cui aveva devastato il<br />

territorio.<br />

A <strong>Brindisi</strong> però, non solo erano stanziate legioni<br />

cesariane partitarie di Ottaviano, ma la popolazione<br />

tutta appoggiava l’erede di Cesare. Le legioni di<br />

Marco Antonio assediarono la città e furono<br />

respinte, mentre Ottaviano si dirigeva a <strong>Brindisi</strong> con<br />

le sue truppe per soccorre la città.<br />

Questa situazione di stallo militare e la ferma<br />

opposizione <strong>della</strong> popolazione brindisina a Marco<br />

Antonio, indussero questi a desistere e, con la<br />

mediazione di Mecenate e Cocceio Nerva, si arrivò<br />

alla firma del “Foedus Brundisinum”, la famosa pace<br />

brindisina, con la quale si accordò istituire il<br />

secondo triunvirato.<br />

Ad Antonio andò l’Oriente, a Ottaviano la Spagna e a<br />

Lepido l’Africa. E per meglio siglare la pace, Marco<br />

Antonio a <strong>Brindisi</strong> sposò Flavia, sorella di Ottaviano.<br />

<strong>Brindisi</strong>, possibile causa di un nuovo conflitto, legò<br />

così il suo nome a un trattato che pareva dover<br />

aprire un’epoca di pace. E Virgilio, il grande poeta<br />

mantovano, per quell’occasione scrisse la IV egloga.<br />

In quello stesso anno 40 aC, giunse a <strong>Brindisi</strong> diretto<br />

a Roma, il re di Giudea Erode Escalonita detto il<br />

Grande, accompagnato da un folto stuolo di amici, il<br />

quale per quel viaggio fece appositamente costruire<br />

una grande e suntuosa trireme.<br />

La “Pace <strong>Brindisi</strong>na” però, si rivelò non essere solida<br />

e già dopo pochi anni, <strong>nel</strong> 37 aC, quando a <strong>Brindisi</strong> si<br />

doveva rinegoziare l’intesa tra i triunviri, uno di<br />

loro, Marco Antonio, si presentò accompagnato da<br />

quasi 300 navi, producendo una grande tensione.<br />

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