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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Nei gravi fatti che ne derivarono, Saturnino fu ucciso<br />

e la posizione politica di Gaio Mario ne uscì rovinata;<br />

egli si era compromesso in maniera irrimediabile sia<br />

presso i nobili come presso il popolo e fini per essere<br />

abbandonato da tutti. Lasciò ogni carica pubblica e<br />

partì per un viaggio in Oriente.<br />

Seguirono a Roma alcuni anni di relativa tranquillità<br />

e <strong>nel</strong> 95 aC fu approvata una legge che decretò che<br />

tutti coloro che non fossero cittadini romani, tutti<br />

coloro cioè che provenivano dalle altre città italiche,<br />

dovessero essere espulsi da Roma.<br />

Roma: gli ultimi cent’anni <strong>della</strong> repubblica<br />

dal 90 aC all’anno 27 aC<br />

Gli ultimi cent´anni <strong>della</strong> Roma repubblicana furono<br />

preludio e testimoni d’innumerevoli nuove lotte<br />

politiche interne che sfociarono in una nuova serie di<br />

lunghe e sanguinose guerre civili.<br />

Nel 91 aC fu eletto tribuno Marco Livio Druso, che<br />

propose una distribuzione di terre appartenenti allo<br />

stato, l’allargamento del senato, e la concessione <strong>della</strong><br />

cittadinanza romana a tutti gli uomini liberi di tutte<br />

le città italiche.<br />

Druso fu presto assassinato e la sua morte provocò<br />

l’insurrezione immediata delle città italiche contro<br />

Roma con la guerra sociale che si protrasse fino<br />

all’anno 88 aC quando, chiamato Gaio Mario assieme<br />

a Lucio Cor<strong>nel</strong>io Silla ad assumere il comando degli<br />

eserciti mandati a sedare la pericolosa rivolta, questa<br />

fu sedata.<br />

Si era così giunti alla vigilia delle tre grandi guerre<br />

civili romane: La prima combattuta tra Silla e Mario<br />

<strong>nel</strong>l´anno 82 aC, con la successiva rivolta di Spartaco<br />

del 73 aC. La seconda combattuta tra Pompeo e<br />

Cesare dal 49 aC al 45 aC. E la terza combattuta tra<br />

Marco Antonio e Ottavio dal 44 aC al 30 aC, seguita<br />

dalla fondazione dell´impero <strong>nel</strong>l’anno 27 aC.<br />

parola delle leggi e dei magistrati. E fu così, lo<br />

racconta Plutarco, che quei tre filosofi greci furono<br />

infine messi complimentosamente alla porta.<br />

Tuttavia, il ringhioso Catone, il quale temeva che i<br />

Romani si sarebbero infiacchiti qualora le loro menti<br />

fossero rimaste invase dalla produzione letteraria<br />

greca, fu alla fine pure lui soggiogato suo malgrado<br />

da essa e cedette un po' alla sua influenza.<br />

Pare che di questo periodo sia anche originario il<br />

detto “fare un brindisi” che é quell’augurio, che<br />

accompagnato al gesto dell’alzata dei calici, é di gran<br />

lunga il più utilizzato e il più famoso al mondo.<br />

In quegli anni i giovani nobili romani venivano<br />

mandati in Grecia per acculturarsi <strong>nel</strong>la culla di<br />

Cartesio, Ippocrate, Pitagora e di tanti altri celebri<br />

intellettuali. Naturalmente quei Romani partivano<br />

dal porto di <strong>Brindisi</strong>, e -aneddoticamente si<br />

racconta- fu lì che si cominciò a recitare l’augurio di<br />

“potersi rincontrare a <strong>Brindisi</strong>”.<br />

Un augurio che si diffuse in altre città di mare con il<br />

dire “facciamo come a <strong>Brindisi</strong>” e che <strong>nel</strong> tempo<br />

passó poi al più diretto “facciamo un brindisi” che,<br />

per augurare il bene o per più semplicemente<br />

festeggiare, si diffuse in tutto il mondo.<br />

<strong>Brindisi</strong> durante gli ultimi cent’anni<br />

di Roma repubblicana: dal 90 aC al 27 aC<br />

Nel corso <strong>della</strong> lunga guerra sociale, con la “Julia de<br />

civitate latinis et sociis danda”, <strong>nel</strong>l’anno 90 aC,<br />

anche <strong>Brindisi</strong> divenne Municipium e i suoi cittadini<br />

furono iscritti alla tribù Maecia, assumendo tutti i<br />

diritti e i doveri di quel nuovo status amministrativo.<br />

Nel 62 aC, Pompeo sbarcò a <strong>Brindisi</strong> dopo aver<br />

completato in Oriente le campagne militari che<br />

resero a Roma il controllo diretto o indiretto del<br />

Ponto, <strong>della</strong> Siria, <strong>della</strong> Palestina, <strong>della</strong> Bitinia e<br />

dell’Armenia.<br />

Cicerone fu costretto all’esilio dalla Lex Clodia de<br />

capite civis romani e giunse a <strong>Brindisi</strong> diretto a<br />

Durazzo <strong>nel</strong>l’aprile del 58 aC. Si fermò in città presso<br />

la casa e gli orti di Marco Lenio Flacco e il 29 del<br />

mese s’imbarcò. E l’anno seguente, di ritorno<br />

dall’esilio, assistette <strong>nel</strong>la stessa casa di Lenio Flacco<br />

ai festeggiamenti per l’anniversario <strong>della</strong> fondazione<br />

<strong>della</strong> colonia romana: era il 5 di agosto.<br />

Da <strong>Brindisi</strong> imbarcò <strong>nel</strong> 54 aC, la spedizione militare<br />

guidata del console Licinio Crasso contro i Parti, una<br />

spedizione che ebbe un esito disastroso e <strong>nel</strong>la quale<br />

perì lo stesso Crasso, che con Caio Giulio Cesare e<br />

Gneo Pompeo integrò, dal 60 aC, il primo<br />

triunvirato.<br />

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