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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Roma repubblicana: dalla conquista dello<br />

stivale italico, alla fondazione dell’impero<br />

Con la capitolazione di Taranto e <strong>Brindisi</strong>, i Romani<br />

avevano completato la conquista dello stivale italico,<br />

affacciandosi sullo stretto che separa l'Italia dalla<br />

Sicilia, e presto su quell’isola volsero i loro interessi<br />

espansionistici.<br />

La Sicilia era a quel tempo sotto la sfera d’influenza<br />

politica e soprattutto commerciale di Cartagine, la<br />

colonia fenicia fondata <strong>nel</strong>l’anno 814 aC sulla costa<br />

africana, dirimpettaia proprio <strong>della</strong> Sicilia e divenuta<br />

nei secoli una potenza commerciale e militare,<br />

scontrandosi e vincendo a più riprese gli eserciti greci.<br />

Il conflitto tra Roma e Cartagine divenne quindi<br />

inevitabile. Una guerra più che secolare: le tre guerre<br />

puniche, le guerre annibaliche che, iniziate <strong>nel</strong> 264<br />

aC, terminarono <strong>nel</strong> 146 aC con la totale distruzione<br />

di Cartagine. Quello stesso anno in cui la Grecia fu<br />

definitivamente conquistata da Roma e integrata alla<br />

provincia di Macedonia.<br />

Dopo la prima guerra, perduta la Sicilia, la Sardegna<br />

e la Corsica, i Cartaginesi cercarono di indennizzarsi<br />

<strong>nel</strong>la Spagna sotto il comando di Amilcare, poi di<br />

Asdrubale, genero di Amilcare e, finalmente, di<br />

Annibale, cognato di Asdrubale: era la seconda<br />

guerra!<br />

Annibale sfidò Roma e con il suo esercito passò dalla<br />

Spagna alla Gallia e quindi, varcando le Alpi, all’Italia.<br />

Annibale sconfisse l’esercito romano ripetutamente e,<br />

in varie occasioni, anche clamorosamente: la prima,<br />

<strong>nel</strong>la battaglia <strong>della</strong> Trebbia sul Ticino, poi, il 21<br />

giugno del 217 aC, sul Lago Trasimeno e, finalmente,<br />

il 2 agosto del 216 aC, a Canne, in Puglia, <strong>nel</strong>la famosa<br />

battaglia considerata l’evento bellico più importante<br />

di tutta l’antichità.<br />

Annibale però titubò e non volle dirigersi su Roma. I<br />

Romani contrattaccarono in Spagna con Scipione e<br />

poi, in Italia, sconfissero l’esercito del fratello di<br />

Annibale, Asdrubale, sul fiume Metauro <strong>nel</strong> 207 aC.<br />

Scipione tornò trionfante a Roma, quindi si diresse in<br />

Sicilia e da qui in Africa. Cartagine richiamò in patria<br />

Annibale e questi fu sconfitto da Scipione, detto poi<br />

l’africano, <strong>nel</strong>la battaglia di Zama, <strong>nel</strong>l’ottobre del<br />

202 aC, costringendo Cartagine ad accettare una<br />

pace umiliante e pesantissima.<br />

Vinta così Cartagine, anche se non ancora<br />

definitivamente, e poste sotto controllo la Spagna e la<br />

Gallia, i Romani poterono rivolgere le loro forze<br />

militari verso Oriente, dove il re macedone Filippo<br />

aveva conquistato tutta la Grecia e i territori illirici,<br />

che erano già stati romani.<br />

<strong>Brindisi</strong> ai tempi di Roma repubblicana<br />

dal 267 aC all’anno 27 aC<br />

Poco dopo la conquista romana, avvenuta <strong>nel</strong> 267<br />

aC, <strong>Brindisi</strong> fu colonizzata da Roma <strong>nel</strong> 244 aC, e lo<br />

fu con modalità privilegiata, con magistrati locali, un<br />

proprio senato, una moneta coniata in autonomia,<br />

etc. Poi, <strong>nel</strong> 90 aC, anche i <strong>Brindisi</strong>ni acquisirono i<br />

diritti-doveri <strong>della</strong> cittadinanza romana “la civitas”.<br />

Fu il 5 agosto del 244 aC, lo scrisse Cicerone, che dai<br />

Romani fu dedotta a <strong>Brindisi</strong> una colonia di diritto<br />

latino. Su un territorio di circa 400 chilometri<br />

quadrati furono stanziati 6.000 coloni e, con i tanti<br />

coloni, arrivarono anche molte famiglie importanti.<br />

E <strong>Brindisi</strong>, grazie al suo fantastico porto, durante i<br />

fiorenti anni <strong>della</strong> repubblica romana, fu anche<br />

spettatrice privilegiata, quando non ne fu<br />

addirittura protagonista, di quasi tutti i più<br />

importanti eventi che via via si succedettero<br />

<strong>nel</strong>l’eccezionalmente fausta, ma anche convulsa,<br />

lunga vita di quella gloriosa repubblica.<br />

<strong>Brindisi</strong>, infatti, con l’estensione <strong>della</strong> via Appia fino<br />

al suo porto, divenne la testa di ponte per<br />

l’espansione romana d’oltremare verso Oriente, e il<br />

suo porto giocò un ruolo importante fin dalla prima<br />

guerra punica che, combattuta dal 264 aC al 241 aC,<br />

vide vincitori i Romani sui Cartaginesi.<br />

Nel 229 aC, durante la guerra contro i pirati illirici<br />

che con base in Albania infestavano tutto l’Adriatico,<br />

il porto di <strong>Brindisi</strong> ospitò l’intera flotta di 200<br />

vascelli che, al comando del console Gneo Fulvio<br />

Centumalu, salpò verso Apollonia per sottomettere<br />

la regina Teuta, mentre l’esercito, con due legioni di<br />

20.000 fanti e 2.000 cavalieri, guidato dall’altro<br />

console, Lucio Postumio Albino, era traghettato da<br />

<strong>Brindisi</strong>.<br />

Tra le tante famiglie importanti brindisine, divenne<br />

molto celebre quella <strong>nel</strong> seno <strong>della</strong> quale <strong>nel</strong> 220 aC<br />

nacque Marco Pacuvio, il padre <strong>della</strong> tragedia <strong>nel</strong>la<br />

lingua latina, figlio di una sorella di Ennio da Rudie,<br />

il quale era stato qualche tempo a <strong>Brindisi</strong>, così<br />

come tanti altri personaggi importanti e influenti di<br />

quella Roma repubblicana. Marco Pacuvio viaggiò in<br />

Grecia e visse a lungo a Roma. Fu molto famoso in<br />

vita e morì novantenne <strong>nel</strong>la città di Taranto. Il suo<br />

epitaffio, scritto da lui stesso, è verecondo e solenne:<br />

« Adolescente, sebbene ti affretti,<br />

fermati un poco a interrogare il sasso<br />

che tu ora vedi e ciò che è scritto leggi.<br />

Qui son le ossa di Marco Pacuvio ‐ poeta:<br />

ora lo sai, mi basta. Addio »<br />

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