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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Roma: dalla fondazione <strong>nel</strong> 753 aC<br />

alla romanizzazione di <strong>Brindisi</strong> <strong>nel</strong> 267 aC<br />

Si racconta che dopo la distruzione di Troya,<br />

avvenuta <strong>nel</strong> 1184 aC per opera di una coalizione<br />

micenea di città stato greche, un gruppo di reduci<br />

troiani guidati da Enea, approdò in prossimità del<br />

Tevere venendo a contatto con la locale popolazione il<br />

cui re, Latino, li accolse favorevolmente offrendo la<br />

propria figlia, Lavinia, in sposa a Enea. E uno dei loro<br />

discendenti, Romolo, 430 anni dopo, <strong>nel</strong> 753 aC, fondò<br />

Roma e ne divenne il primo re.<br />

Un po’ meno leggendariamente invece, furono<br />

probabilmente gli Etruschi, gli evoluti abitanti <strong>della</strong><br />

Toscana, che espandendosi verso mezzogiorno<br />

occuparono il territorio laziale, assoggettandolo a<br />

quella dinastia che a Roma fu poi soppiantata dalla<br />

repubblica: una tesi questa che sin dall'antichità non<br />

è stata posta in dubbio da storico alcuno.<br />

Accanto al re di Roma funzionava il senato, un<br />

consiglio patrizio che rappresentava le genti. La sola<br />

classe nobile godeva diritti politici, i contadini erano<br />

in clientela dei nobili e l'aristocrazia dei proprietari<br />

fondiari serviva a cavallo ordinata in centurie. Il re<br />

era anche sommo sacerdote, accumulando cosi <strong>nel</strong>le<br />

sue mani il potere civile e quello religioso.<br />

La dinastia etrusca dei Tarquini fu cacciata da Roma<br />

qualche anno prima del 500 aC e trovò rifugio in<br />

Etruria da dove tentò invano di ritornarvi.<br />

Al posto di quei re subentrarono a Roma i consoli. In<br />

effetti, due capi militari, due generali, che soltanto<br />

assai più tardi presero il nome di consoli. Erano i<br />

governanti dello stato repubblicano ed erano eletti<br />

per un anno esclusivamente <strong>nel</strong>la classe aristocratica.<br />

In certe circostanze speciali, come ad esempio in caso<br />

di gravi pericoli di guerra o di moti popolari, si<br />

ritornava temporalmente al governo autoritario,<br />

nominando un magister populi, più tardi chiamato<br />

dittatore, con poteri quasi assoluti: un ritorno<br />

temporaneo al potere regio. Il dittatore doveva al più<br />

tardi deporre la carica dopo sei mesi; più presto<br />

adempiva il suo compito e si trovava in grado di<br />

abdicare, più lode acquistava.<br />

Un'ulteriore innovazione arrecata dalla fondazione<br />

<strong>della</strong> repubblica, fu la separazione netta dell'autorità<br />

politica dall'autorità religiosa: il potere politico passò<br />

ai pretori, mentre la sovraintendenza del culto fu<br />

affidata ad un pontefice massimo.<br />

La relazione <strong>della</strong> repubblica con la lega delle città<br />

latine fu disciplinata da Spurio Cassio col trattato di<br />

alleanza che egli concluse in uno dei suoi tre<br />

consolati: <strong>nel</strong> 502, o <strong>nel</strong> 493, o <strong>nel</strong> 486 aC.<br />

Due o forse più zone necropolari erano all’esterno di<br />

questo circuito di mura; e non è escluso che un<br />

circuito esterno più ampio racchiudesse un’area<br />

molto più vasta, come si riscontra anche in altre<br />

importanti città messapiche.<br />

<strong>Brindisi</strong>, di fatto, deve ai Messapi la sua<br />

impostazione urbanistica: una cerchia, con almeno<br />

tre aperture per gli accessi, che definisce una<br />

struttura geometrica essenziale ove è leggibile un<br />

segno <strong>della</strong> croce entro un cerchio.<br />

Il sistema difensivo messapico, ripreso dai Romani,<br />

esaltava le peculiarità topografiche collinari. Alcune<br />

mura, per esempio, cingevano la collinetta<br />

prospicente il seno di ponente del porto e di esse<br />

rimane un pezzetto ancora visibile fra corte<br />

Capozziello e via Pasquale Camassa.<br />

Fortificazioni messapico‐romane in via Camassa<br />

Tra il VI e il V secolo aC, la Messapia fu una nazione i<br />

cui confini compresero l’attuale penisola salentina,<br />

con Egnazia limite -esterno- a nord e già <strong>nel</strong>la<br />

Peucezia e con un paio di dozzine, tra centri urbani e<br />

scali commerciali di varia importanza.<br />

Le località verosimilmente abitate dai Calabri erano:<br />

Ostuni, Carovigno, Ceglie, <strong>Brindisi</strong>, Mesagne, Oria,<br />

Manduria, Valesio, Lecce, Rudiae, San Cataldo,<br />

Fratuentum, Portus Tarentinus e Otranto. Le località<br />

verosimilmente abitate dai Salentini erano: Soleto,<br />

Vaste, Castro, Vereto, Capo di Leuca, Ugento, Alezio,<br />

Gallipoli, Nardò e Senum.<br />

Gli avanzi d’importanti opere difensionali, quali le<br />

grandi muraglie a doppia cinta che ancora restano in<br />

piedi, le meglio conservate delle quali sono quelle di<br />

Manduria, attestano il carattere di città fortificate<br />

che tali centri ebbero, e le vicende di un intenso<br />

periodo di guerre e di lotte che questi popoli<br />

dovettero affrontare.<br />

Infatti, durante i poco più di 400 anni compresi tra il<br />

708 aC e il 267 aC, quegli anni che cioè vanno dalla<br />

fondazione di Taras alla romanizzazione di <strong>Brindisi</strong>,<br />

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