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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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scienziati come Euclide, Archimede, Apollonio di<br />

Perge, Eratostene, Aristarco di Samo, Ipparco di<br />

Nicea, Erone di Alessandria; di filosofi come Epicuro e<br />

Zenone; di poeti come Callimaco, Apollonio Rodio e<br />

Teocrito. Le aristocrazie urbane utilizzarono il greco<br />

come lingua comune. L’arte e la letteratura si<br />

svilupparono inoltre attraverso la combinazione di<br />

elementi greci e di tradizioni locali.<br />

Dopo qualche secolo però, mentre la Grecia era divisa<br />

da continue lotte interne, <strong>nel</strong>la vicina Macedonia salì<br />

al trono Filippo II <strong>nel</strong> 359 aC il quale, consapevole<br />

<strong>della</strong> profonda debolezza cui erano condannati i<br />

vicini greci a causa <strong>della</strong> mancanza di unità politica,<br />

procedette all’annessione delle colonie greche sulle<br />

coste meridionali <strong>della</strong> Macedonia e <strong>della</strong> Tracia, e<br />

poi, <strong>nel</strong> giro di vent’anni, vinti i tentativi di resistenza,<br />

<strong>nel</strong> 338 aC, pose fine all’indipendenza <strong>della</strong> Grecia,<br />

sottomettendone progressivamente tutte le città.<br />

Mentre stava organizzandosi per muovere guerra alla<br />

Persia, Filippo II fu assassinato e sul trono gli<br />

succedette il figlio ventenne Alessandro, che era stato<br />

allievo di Aristotele e che <strong>nel</strong> corso di dieci anni, dal<br />

334 al 323 aC, estese l’influenza <strong>della</strong> civiltà greca in<br />

tutto il mondo antico conosciuto, creando un impero<br />

che si estendeva dall’India all’Egitto, guadagnandosi<br />

l’appellativo di Alessandro Magno.<br />

Anche se l’esperienza <strong>della</strong> libertà civica delle poleis<br />

greche era ormai stata superata dalla costituzione<br />

dell’impero di Alessandro e dei suoi successori, non si<br />

era persa però quella libertà intellettuale e quella<br />

creatività che avevano contraddistinto il genio<br />

dell’uomo greco nei secoli precedenti.<br />

E cosi, anche l’età ellenistica compresa tra la morte di<br />

Alessandro Magno, avvenuta <strong>nel</strong> 322 aC, e la<br />

trasformazione <strong>della</strong> Grecia in provincia romana,<br />

avvenuta <strong>nel</strong> 146 aC, segnò il trionfo <strong>della</strong> cultura e<br />

<strong>della</strong> civiltà greche, che assursero a modello<br />

universale in ogni regione del Mediterraneo antico.<br />

La Roma repubblicana cominciò a interessarsi alla<br />

Grecia fin dal III secolo aC, mentre era impegnata in<br />

un lungo conflitto con la Macedonia per il dominio <strong>nel</strong><br />

settore orientale del Mediterraneo, che si concluse <strong>nel</strong><br />

146 aC quando la Macedonia divenne provincia<br />

romana.<br />

E in quello stesso anno, in Grecia si concluse l’ultima<br />

rivolta contro Roma: la presa e la distruzione <strong>della</strong><br />

città di Corinto, segnò la fine <strong>della</strong> libertà per la<br />

Grecia e seguirono lo scioglimento delle leghe<br />

cittadine e l’inclusione <strong>della</strong> Grecia <strong>nel</strong>la provincia<br />

romana di Macedonia. Roma, che era stata fondata il<br />

21 aprile del 753 aC, aveva impiegato 600 anni a<br />

estendere il suo dominio fino alla Grecia.<br />

adattata da: Gruppo Archeologico <strong>Brindisi</strong>no<br />

L’invasione messapica con l’insediamento di quelle<br />

genti illiriche, epiriche o cretesi, <strong>nel</strong> meridione<br />

pugliese si fa risalire a un periodo compreso <strong>nel</strong>la<br />

seconda metà del secondo millennio aC, mentre<br />

quasi tutti gli storici concordano anche sul fatto che<br />

gli Japigi, provenienti di certo dall’Illiria, li avevano<br />

preceduti, anche se di non molto, e si erano stanziati<br />

preponderatemene <strong>nel</strong> centro nord <strong>della</strong> penisola<br />

pugliese.<br />

I Messapi, approdati sulle coste adriatiche più<br />

meridionali del tacco italico, dopo aver formato<br />

nuclei di colonizzazione costieri, penetrarono il loro<br />

nuovo paese fino a occupare tutto il territorio<br />

compreso, all’incirca, tra l’istmo di <strong>Brindisi</strong>-Ostuni e<br />

il promontorio di Leuca: sostanzialmente la penisola<br />

Indruntina, cioè la futura subregio romana Calabria,<br />

poi Terra d’Otranto, nonchè attuale Salento.<br />

I Messapi, di lingua comunque a matrice greca,<br />

furono pastori e agricoltori, ma furono anche e<br />

soprattutto abili domatori di cavalli, tenaci<br />

combattenti a cavallo, e buoni arcieri. Inizialmente<br />

non vissero in vere e proprie città, ma in piccoli<br />

gruppi di capanne sparse <strong>nel</strong> territorio ed i cui<br />

abitanti però si riunirono in centri fortificati, in caso<br />

di attacchi esterni o per celebrare feste e riti.<br />

A <strong>Brindisi</strong>, che pur giunse a essere annoverata tra le<br />

città messapiche più importanti, non ci sono infatti<br />

resti di edifici messapici, mentre sono stati ritrovati<br />

numerosi loro reperti ceramici e alcune tracce di<br />

cinte murarie.<br />

Topograficamente, a <strong>Brindisi</strong> i Messapi occuparono<br />

inizialmente, intorno al secolo VIII aC, il pianoro che<br />

guarda il seno di ponente del porto interno,<br />

impostando una maglia ortogonale associabile a<br />

quella delle città greche.<br />

Poi, <strong>nel</strong> VII secolo aC, si stanziarono <strong>nel</strong>la penisola, e<br />

<strong>nel</strong> corso del VI secolo aC la città venne difesa da<br />

mura che seguirono all’incirca il percorso delle<br />

attuali via Armengol, via Fornari, via Casimiro e<br />

<strong>della</strong> banchina del porto.<br />

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