Brindisi nel constesto della storia
Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.
Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.
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Alle semplici tombe a fossa, si sostituirono ben presto<br />
tombe a volta, vere cupole sotterranee costruite di<br />
enormi blocchi di pietra sovrapposti in modo che ogni<br />
fila sporge in fuori rispetto a quella sottostante<br />
cosicché da ultimo tutta l'area <strong>della</strong> tomba resta<br />
coperta e <strong>nel</strong>la volta non è lasciata che un'apertura<br />
circolare per permettere il passaggio <strong>della</strong> luce; un<br />
corridoio coperto con lo stesso sistema serve<br />
d’ingresso al sepolcro.<br />
Era pure in uso in quell'epoca a Creta, una specie di<br />
scrittura geroglifica derivata da un’antica e rozza<br />
scrittura pittografica indigena.<br />
Si trattava di un vero e proprio sistema di scrittura<br />
che verosimilmente è una scrittura sillabica; <strong>nel</strong>le<br />
rovine dei palazzi di Cnosso e di Festo si sono trovate<br />
numerose lastre di terracotta con simili caratteri, ma<br />
esse sinora sono state poco decifrate.<br />
Oggetti in avorio venuti in luce nei giacimenti<br />
archeologici di quel periodo, dimostrano che non<br />
mancò un certo commercio finanche con l'Egitto o<br />
con la Babilonia.<br />
Certamente, infatti, l'ampio sviluppo e la<br />
conformazione accidentata delle coste dell’Egeo<br />
dovettero sviluppare le attitudini marinare di quelle<br />
popolazioni cretesi.<br />
Sul finire del XV secolo aC, la civiltà minoica decadde<br />
allo stesso tempo in cui sulla Grecia peninsulare<br />
nacque un'altra grande civiltà, quella micenea, sorta,<br />
peraltro sotto l'influsso cretese, <strong>nel</strong>la città di Micene.<br />
Gli oggetti d'oro che si sono trovati <strong>nel</strong>le tombe<br />
dell'acropoli di Micene sono però di manifattura<br />
cretese, di grande perfezione tecnica in contrasto<br />
stridente con la rozza fattura delle stele delle tombe<br />
micenee lavorate sul luogo, e verosimilmente<br />
pervennero <strong>nel</strong> continente greco in seguito a bottino<br />
fatto <strong>nel</strong>l'isola.<br />
Del pari, l'arte ceramica cretese si trova a un grado di<br />
sviluppo assai più elevato di quella che si manifesta<br />
nei vasi lavorati a Micene. Lastre di terracotta con<br />
scrittura, infatti, sinora non se ne son trovate che a<br />
Creta.<br />
E se i palazzi reali di Cnosso e di Festo rimasero<br />
distrutti dal fuoco durante il periodo del maggior<br />
fiorire <strong>della</strong> civiltà micenea per essere poi sostituiti<br />
soltanto da meschini edifici, è verosimile che quella<br />
catastrofe sia stata proprio una conseguenza degli<br />
assalti dei Greci micenei.<br />
Una conquista dunque, quella greca, che distrusse a<br />
Creta lo splendore <strong>della</strong> civiltà minoica: caddero in<br />
rovina i palazzi che avevano costituito il centro<br />
vivificatore delle creazioni artistiche per tanto tempo.<br />
Al neolitico, tra 8.000 e 6.000 anni fa; all’età del<br />
rame, tra 6.000 e 4.000 anni fa; e all’età del bronzo,<br />
tra 4.000 e 3.200 anni fa.<br />
Nel terreno prospiciente la chiesa di Santa Maria del<br />
Casale fu rinvenuta dal canonico Pasquale Camassa<br />
una tomba risalente al periodo neolitico. Si trattava<br />
di una tomba in pietra a guscio d’uovo contenente i<br />
resti di uno scheletro in posizione rannicchiata.<br />
Sugli scogli di Apani, siti a sud del promontorio di<br />
Torre Guaceto a circa 400 metri dalla costa nord di<br />
<strong>Brindisi</strong>, e <strong>nel</strong>la zona denominata Punta delle<br />
Terrare adiacente alla spiaggia di Santa Apollinare<br />
<strong>nel</strong> porto medio di <strong>Brindisi</strong>, furono rinvenute<br />
abbondanti testimonianze di frequentazione certa<br />
protostorica, databile all’età del bronzo.<br />
Scavi archeologici sugli scogli di Apani<br />
Gli insediamenti sulla costa di Apani appartenevano<br />
a un villaggio di capanne, realizzate con travi di<br />
legno rivestite da materiale vegetale e intonacate<br />
con argille, che era difeso dal lato terra da mura in<br />
pietrame a secco, riconoscibili su entrambi gli scogli.<br />
All’interno del perimetro delle capanne furono<br />
rinvenuti numerosi manufatti in argilla, come<br />
frammenti di vasi e contenitori ceramici a impasto<br />
di varie dimensioni utili alla conservazione di<br />
alimenti, o alla loro preparazione e consumo, e come<br />
piastre da focolare in argilla con, nei pressi delle<br />
stesse, alcuni avanzi di pasto a base di selvaggina e<br />
molluschi marini. Anche ghiande di quercia per la<br />
produzione di farine, ne furono rinvenute in grande<br />
quantità <strong>nel</strong>lo stesso perimetro.<br />
Vi erano inoltre: spatole, punteruoli, lame in selce e<br />
pietre dure, macine e altri manufatti in pietra e in<br />
osso animale, palchi di cervi in particolare.<br />
Anche l’insediamento scoperto in Punta Terrare,<br />
risale all’età del bronzo, in particolare al periodo<br />
medio compreso fra la seconda metà del XV e la<br />
parte finale del XIII secolo aC.<br />
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