12.01.2017 Views

Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Le elezioni furono vinte dalla Democrazia Cristiana<br />

che prevalse in maniera molto netta sul Fronte<br />

democratico popolare, formato da comunisti e<br />

socialisti: la Democrazia Cristiana ebbe il 48,5% e la<br />

maggioranza dei seggi, mentre socialisti e comunisti<br />

uniti <strong>nel</strong> Fronte Popolare ottennero il 31%. Il PCI<br />

ottenne un numero di voti nettamente superiore a<br />

quello del PSI, diventando così il maggiore partito<br />

<strong>della</strong> sinistra.<br />

Il 14 luglio del 1948 Palmiro Togliatti, segretario del<br />

PCI, fu ferito gravemente da un giovane di estrema<br />

destra. Le tensioni politiche crebbero e anche quelle<br />

sociali: in alcune città, come Genova, Milano e Torino,<br />

scoppiarono sommosse, ma nemmeno in questo caso<br />

si arrivò alla temuta guerra civile. La tensione, però,<br />

rimase alta, a causa delle condizioni economiche, e le<br />

rivendicazioni di contadini e operai portarono a<br />

scontri sanguinosi fra polizia e dimostranti.<br />

Il risultato delle elezioni politiche del 1948 diede<br />

inizio al periodo del cosiddetto centrismo, con governi<br />

diretti da Alcide De Gasperi, segretario <strong>della</strong> DC, ai<br />

quali parteciparono anche gli altri partiti di centro, i<br />

liberali, i repubblicani e i socialdemocratici.<br />

Furono gli anni in cui si decise il modello di sviluppo<br />

economico, sociale e culturale <strong>della</strong> Repubblica. Lo<br />

scontro tra la visione liberalcattolica fondata sul<br />

liberismo economico di Luigi Einaudi mitigato dal<br />

solidarismo delle organizzazioni cattoliche collaterali<br />

<strong>della</strong> DC e la visione social‐comunista di partiti e<br />

sindacati di orientamento marxista fu aspro. Si<br />

ebbero scontri anche cruenti di operai e contadini<br />

contro la polizia organizzata dal ministro dell’interno<br />

Mario Scelba, e alla fine si affermò la linea liberalcattolica<br />

di De Gasperi ed Einaudi.<br />

Con l’esclusione <strong>della</strong> destra e <strong>della</strong> sinistra, il<br />

centrismo del primo ministro Alcide De Gasperi resse<br />

l’Italia <strong>nel</strong>la legislatura quinquennale dal 1948 al<br />

1953 e Luigi Einaudi fu eletto presidente <strong>della</strong><br />

repubblica l’11 maggio del 1948.<br />

I governi di centro, col ministro dell’interno Scelba,<br />

ebbero il sostegno di una forte polizia, ma anche di<br />

una vasta base sociale, rappresentata soprattutto dai<br />

sindacati <strong>della</strong> CISL e <strong>della</strong> UIL, nati dalla<br />

separazione delle correnti non di sinistra che avevano<br />

inizialmente formato la CGIL, il sindacato vicino al<br />

PCI.<br />

Per rafforzare il governo, De Gasperi ideò una riforma<br />

elettorale che consentisse al centro di ottenere, con la<br />

sola maggioranza relativa dei voti, la maggioranza<br />

assoluta dei seggi in parlamento, ma gli elettori<br />

respinsero quel progetto alle elezioni del 1953 e così,<br />

<strong>nel</strong> 1954, alla morte di De Gasperi, il centrismo finì.<br />

l’industria meccanica, la SACA in primis, senza più le<br />

commesse statali, cominciò a licenziare i dipendenti.<br />

Il 31 marzo 1946 ci furono le elezioni<br />

amministrative e la maggioranza di sinistra che<br />

risultò vincitrice, nominò sindaco Francesco<br />

Lazzaro, il quale già veniva esercitando quella<br />

funzione dal novembre del 1945, in quanto<br />

designato dal comitato comunale di liberazione.<br />

Lazzaro restò in carica fino all’aprile del 1948,<br />

quando una nuova amministrazione nominò sindaco<br />

il democristiano Vincenzo Guadalupi.<br />

Di fronte alla generalizzata crisi dei settori agricolo<br />

e meccanico industriale di <strong>Brindisi</strong>, gli<br />

amministratori <strong>della</strong> città concentrarono la loro<br />

attenzione sulla valorizzazione del grande<br />

potenziale legato al porto, promuovendo la<br />

costituzione di un punto franco con annessa area<br />

industriale: s’individuarono le strategie e <strong>nel</strong><br />

dicembre 1949 si costituì tra grandi speranze e<br />

aspettative il “Consorzio Porto di <strong>Brindisi</strong>” in un<br />

clima di generalizzato ottimismo.<br />

In pochi anni però, quell’ambizioso progetto rischiò<br />

di naufragare precocemente, un po’ a causa delle<br />

inefficienze, le rivalità e i conflitti d’interesse tra i<br />

consorziati, ma soprattutto a causa <strong>della</strong> spietata, e<br />

per molti versi sleale, concorrenza del porto di Bari.<br />

Dopo una lunga gestione commissariale, il consorzio<br />

del porto riattivò la sua azione, sotto la presidenza<br />

di Teodoro Titi e con la partecipazione dell’avvocato<br />

Lazzaro, <strong>nel</strong> frattempo rieletto sindaco <strong>della</strong> città, e<br />

in coincidenza con l’approvazione da parte del<br />

parlamento nazionale, <strong>della</strong> legge costituente il<br />

punto franco con l’assegnazione di risorse<br />

finanziarie per le prime opere dell’area industriale.<br />

Nonostante la ripresa dell’attività del consorzio<br />

però, il porto di <strong>Brindisi</strong> a metà degli anni ’50 non<br />

era ancora riuscito a decollare, pur mantenendosi<br />

tra gli scali più frequentati in quanto a movimento di<br />

passeggeri: i collegamenti con Grecia, Jugoslavia,<br />

Turchia e Medio Oriente, collocarono il porto di<br />

<strong>Brindisi</strong> al terzo posto in Italia, dopo Genova e<br />

Napoli, con un totale di passeggeri che <strong>nel</strong> 1959<br />

raggiunse 77.500 unità, con un totale di 1.513 navi<br />

approdate, includendo quelle mercantili.<br />

Anche l’aeroporto di <strong>Brindisi</strong> registrò un importante<br />

incremento del traffico passeggeri, raggiungendo<br />

volumi importanti, con le operazioni delle linee<br />

aeree inglesi Airwork e Skyway, la linea ellenica<br />

Olympic e la compagnia nazionale LAI: <strong>nel</strong> 1959 si<br />

effettuarono 2.328 voli di linea, di cui 706 italiani e<br />

1.622 stranieri, raggiungendo un totale di 21.349<br />

passeggeri, di cui 6.233 italiani e 15.126 stranieri.<br />

164

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!