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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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In quell’atmosfera di crisi economica e politica e di<br />

agitazioni sociali, nacquero a Milano <strong>nel</strong> marzo del<br />

1919 i Fasci di combattimento, un movimento a<br />

carattere nazionalista con a capo Benito Mussolini,<br />

un giornalista romagnolo nato a Predappio <strong>nel</strong> 1883,<br />

prima direttore del giornale socialista “Avanti!” e dal<br />

1914 passato al quotidiano interventista “Il Popolo<br />

d'Italia”.<br />

Fecero parte di questo movimento molti reduci delusi<br />

dalle promesse non mantenute dal governo, soldati e<br />

ufficiali che non poterono o non seppero riadattarsi a<br />

una vita civile, e infine anche studenti infiammati<br />

dalla parola e dall'esempio di Gabriele D'Annunzio.<br />

La diffusione del movimento fascista fu agevolata dal<br />

timore <strong>della</strong> borghesia che scoppiasse in Italia una<br />

rivoluzione simile a quella russa, giacché il<br />

movimento si propose di battere socialisti e cattolici,<br />

le due maggiori forze politiche, restaurare l'ordine, e<br />

dare prestigio internazionale e potenza all'Italia.<br />

Ci furono scontri armati, distruzione di sedi di<br />

giornali socialisti, di camere del lavoro e di sedi di<br />

partito, generandosi un clima da guerra civile.<br />

Mussolini sfruttò la debolezza dello stato e le<br />

incertezze e i contrasti esistenti tra i vari partiti e<br />

seppe vendere l’idea di essere l’unico capace di<br />

riportare l'ordine.<br />

Così, industriali, proprietari terrieri e commercianti<br />

cominciarono a fornire aiuti economici e appoggio<br />

morale al movimento fascista, che <strong>nel</strong> 1921 si<br />

trasformò in Partito Nazionale Fascista. Mussolini,<br />

stimando essere maturi i tempi per l’ascesa al potere,<br />

<strong>nel</strong> 1922 ordinò la mobilitazione fascista e <strong>nel</strong>la notte<br />

tra il 27 e il 28 ottobre si compì la marcia su Roma.<br />

Il presidente del consiglio, Facta, cercò di far firmare<br />

al re il decreto di stato d'assedio per difendere Roma<br />

dai fascisti con l’esercito, ma il re, per evitare la<br />

guerra civile, si rifiutò di firmare il decreto e quindi<br />

accettò le dimissioni di Facta e conferì a Mussolini<br />

l'incarico di formare un nuovo governo.<br />

Il 28 ottobre 1922, con la marcia su Roma iniziò l'era<br />

fascista. Il primo governo Mussolini fu detto di<br />

coalizione, perché vi fecero parte oltre ai fascisti<br />

anche uomini provenienti da altri partiti. Anche dopo<br />

la marcia su Roma, i militanti fascisti continuarono a<br />

fare violenza contro i loro oppositori. Il più grave atto<br />

violento fu quello contro Giacomo Matteotti, un<br />

deputato socialista che in molte occasioni denunciò le<br />

violenze dei fascisti e che, dopo un ennesimo discorso<br />

in parlamento, fu assassinato <strong>nel</strong> giugno 1924.<br />

L'indignazione esplose e i deputati dell'opposizione<br />

abbandonarono il parlamento per protesta, un evento<br />

I quattro viali interni furono intitolati al re, a Thaon<br />

de Revel, a Cadorna e a Diaz. Al centro del mare<br />

verde, il monumento celebrativo ai caduti, un’opera<br />

bronzea, raffigurante un milite in cima a una rupe<br />

<strong>nel</strong>l’atto d’incedere risoluto impugnando con la<br />

sinistra una bandiera e <strong>nel</strong>la destra una granata.<br />

Quando, riprovevolmente, <strong>nel</strong> 1956, il parco fu<br />

sradicato, la statua scomparve: una simile, dello<br />

stesso scultore, Vitantonio De Bellis, fu collocata<br />

<strong>nel</strong>la villa di Cisternino, dove tuttora può essere<br />

ammirata.<br />

Il campo sportivo<br />

L’intera provincia di <strong>Brindisi</strong> al momento <strong>della</strong> sua<br />

fondazione non contava con neanche un solo campo<br />

sportivo. Il Comune di <strong>Brindisi</strong> deliberò pertanto la<br />

necessità di costruirne uno al più presto e a tal fine<br />

acquistò un terreno dal proprietario Pio Guadalupi,<br />

<strong>nel</strong>la zona del Casale.<br />

I tempi di realizzazione furono brevissimi: il<br />

progetto fu elaborato dall’ingegnere Ugo D’Alonzo e<br />

i lavori, appaltati all’impresa Cosimo Piccinni di<br />

<strong>Brindisi</strong>, iniziarono il 26 giugno del 1929 e<br />

terminarono in appena 4 mesi e inclusero la<br />

recinzione e l’ingresso monumentale, quello<br />

retrostante la curva sud, intitolata a Michele Stasi,<br />

sul cui prospetto interno fu predisposto un fascio<br />

littorio.<br />

Oltre al campo di calcio, con dimensioni di 100 metri<br />

per 50 metri, si incluse tutt’intorno anche la pista di<br />

atletica <strong>della</strong> lunghezza regolamentare di 400 metri.<br />

L’impianto, il “Campo sportivo del littorio”, fu<br />

inaugurato il 27 ottobre 1929 alla presenza delle<br />

autorità e di migliaia di cittadini.<br />

Nel 1930 il comune ne complementò la costruzione<br />

con le tribune coperte e le gradinate. Sotto i tre<br />

settori delle tribune centrali, trovarono spazio vari<br />

locali, destinati ai servizi necessari allo svolgimento<br />

delle attività sportive, quali spogliatoi e docce,<br />

palestre, bagni e uffici.<br />

Il campo sportivo del littorio ‐ Costruito <strong>nel</strong> 1929<br />

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