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Brindisi nel constesto della storia

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città? È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

Perché non “raccontare” la storia di Brindisi nel contesto della storia? E così facilitare ai lettori interessati a meglio orientarsi nella oggettivamente complessa articolata e comunque densissima e avvincente storia plurimillenaria della città?
È nata così questa proposta: chiara, semplice e schematica; un testo in due colonne parallele; sulla colonna di sinistra il “contesto della storia” e su quella di destra la “storia di Brindisi”. Due testi di fatto del tutto separati: ognuno dei due da poter essere letto in maniera del tutto indipendente dall'altro. L’idea è che si possa scorrere la storia di Brindisi e, nel momento in cui lo si ritenga opportuno e utile, o necessario per meglio recepire o valorizzare quella storia, si possa al contempo consultare il contesto storico in cui quella storia di Brindisi trascorse. D'altra parte, anche se incredibile, esistono solo due o tre libri sulla Storia di Brindisi, dalle origini ad oggi, e tutti sono oltremodo datati, nonché non più disponibili.

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Il primo Novecento<br />

Tra la fine del XIX secolo e l’inizio del Novecento si<br />

respirò in Europa un clima di pace e ottimismo.<br />

Caratteristiche di quel tempo, che fu poi definito come<br />

“Belle époque”, furono la fiducia <strong>nel</strong>la scienza e i<br />

considerevoli progressi tecnologici, che fecero pensare<br />

a un futuro ricco di benessere.<br />

D’altra parte, però, l’impennata dell’industria<br />

produsse forti squilibri sociali <strong>nel</strong>le aree più<br />

progredite del continente, con molti abitanti in<br />

condizioni economiche disagiate. Inoltre la politica<br />

coloniale dei maggiori stati europei, detta<br />

imperialismo, finalizzata al ricavo di materie prime<br />

per l’industria e all’estensione di potere, generò una<br />

netta disuguaglianza tra Europa e resto del mondo.<br />

Le case borghesi furono dotate per la prima volta di<br />

acqua corrente e servizi igienici, mentre nei palazzi<br />

più lussuosi videro la luce i primi ascensori. Per le<br />

strade delle città comparvero lampioni elettrici; le<br />

comunicazioni si fecero più agevoli grazie al telefono<br />

e a nuovi mezzi di trasporto come l’automobile e la<br />

metropolitana. I fratelli americani Orville e Wilbur<br />

Wright realizzarono <strong>nel</strong> 1903 un apparecchio in<br />

grado di volare per qualche centinaio di metri,<br />

destinato a progredire nei veri e propri aeroplani.<br />

In quegli stessi anni lo scienziato tedesco Wilhelm<br />

Konrad von Röntgen scoprì i raggi x. Nel 1900 il fisico<br />

Max Planck enunciò la teoria dei quanti, e 5 anni dopo<br />

Albert Einstein formulò la teoria <strong>della</strong> relatività, che<br />

sconvolse l’idea newtoniana di spazio e tempo<br />

assoluti.<br />

In ambito filosofico furono molto significative le<br />

riflessioni di Henri Bergson e Sigmund Freud.<br />

Quest’ultimo, in particolare, contribuì alla messa a<br />

punto del metodo psicanalitico.<br />

Nel campo dell’arte si distinsero soprattutto le<br />

avanguardie, che attraverso le loro opere espressero<br />

nuove concezioni. Si ricordano Arnold Schönberg e<br />

Igor Stravinskij, che condussero ricerche sulla musica<br />

dodecafonica, il pittore cubista Pablo Picasso e gli<br />

scrittori Marcel Proust e James Joyce.<br />

All’inizio del Novecento, in molti paesi d’Europa,<br />

furono rafforzandosi movimenti democratici che<br />

chiesero maggiore coinvolgimento popolare negli<br />

affari politici.<br />

A ciò si dovette una generale estensione del diritto di<br />

voto, che in molti stati coincise con la concessione del<br />

suffragio universale maschile, in Italia dal 1912.<br />

Inoltre, assunse vigore il tema <strong>della</strong> lotta per<br />

l’emancipazione femminile.<br />

<strong>Brindisi</strong> <strong>nel</strong> primo Novecento<br />

Nel 1901 <strong>Brindisi</strong> raggiunse i 23.106 abitanti,<br />

diventando la città più popolosa del circondario di<br />

cui era capoluogo e che in totale raggiunse i 152.861<br />

abitanti, con i suoi 16 comuni e le 4 frazioni.<br />

Una popolazione quella di <strong>Brindisi</strong>, che <strong>nel</strong> nuovo<br />

secolo fu destinata a incrementarsi notevolmente,<br />

non solo per un accentuato aumento delle nascite e<br />

per l’assenza del fenomeno emigratorio verso<br />

l’America che in quell’inizio di secolo prevalse<br />

invece in tutta Italia, meridione incluso, ma anche<br />

per l’immigrazione regionale, dapprima temporale e<br />

poi permanente, favorita dalla positiva congiuntura<br />

economica legata all’auge <strong>della</strong> coltivazione viticola,<br />

nonché dell’olio e <strong>della</strong> frutta, un auge conseguente<br />

anche all’avvenuto risanamento di molte delle vaste<br />

aree paludose che per secoli circondarono la città.<br />

In tale contesto, malgrado le condizioni dei<br />

contadini brindisini fossero migliori di quelle in<br />

altre regioni del meridione italiano, non mancarono<br />

la miseria e lo sfruttamento e il lungo percorso verso<br />

miglioramenti economici e sociali, anche se<br />

costantemente e tenacemente perseguito, fu lento e<br />

tortuoso, tra specifiche rivendicazioni sindacali e<br />

molte proteste, che in alcune occasioni furono anche<br />

violente.<br />

Le Sciabiche – Foto Alinari del 1906 ‐ Dettaglio<br />

Pur se pochi, a <strong>Brindisi</strong> c’erano anche i pescatori,<br />

che abitarono lo storico quartiere marinaro delle<br />

Sciabiche e che in quegli inizi di secolo soffrirono<br />

penurie in condizioni di vita decisamente peggiori<br />

dei contadini, giacché dal mare ricavarono a stento<br />

lo strettamente necessario per vivere poveramente<br />

una vita di stenti, causata a volte dall’avarizia del<br />

mare e a volte dalle cattive condizioni atmosferiche.<br />

Tuttavia la città non fu mai a quell’epoca segregata:<br />

comunemente, la gente visse mescolata, coabitando<br />

in una stessa strada, sia un ricco possidente <strong>nel</strong>la<br />

sua casa palazzata di proprietà e sia un bracciante o<br />

un piccolo artigiano in una casupola d’affitto.<br />

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